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"Questa nuova tensione rappresentativa, civica, collettiva in una parola simbolica, cosa ha a che vedere con la tendenza alla metaforizzazione che investe buona parte dell'architettura contemporanea d'avanguardia"?

Dunque....... nell'epoca dell'informatica l'elemento propulsore è la trasmissione di conoscenza, d'informazione.
Il mondo è cambiato e con lui il modo di fare e di comunicare architettura:

 

l'architettura racconta se stessa come luogo di scambio, di comunicazione, di svolgimento, come luogo che non può prescindere, per esistere, dall'incontro e dall'interazione di molteplici conoscenze e stati d'animo.

"Gehry capisce che il nuovo monumentalismo è un fatto civico, collettivo, della gente".

"pretende che l'architettura trascini emotivamente"

Mi domando:
L'architettura deve rappresentare figurativamente, simbolicamente e metaforicamente, attraverso il suo essere immagine comunicativa, la complessità della società contemporanea, oppure deve trovare il modo di far vivere, esistere questa complessità attraverso nuove elaborazioni di spazio in cui possa sciogliersi e fluire?

 

"Silenziose Avanguardie" Luigi Prestinenza Puglisi

""che il decostruttivismo, un fenomeno estremamente vitale e interessante ma non privo di eccessi figurativi, sia la strada obbligata per dare una forma tangibile alla complessità dei fenomeni contemporanei e il mezzo privilegiato per introdurre l'estetica della civiltà elettronica all'interno della costruzione.

L'equivoco è probabilmente basato su un malinteso. E cioè che l'architettura abbia il dovere di esprimere attraverso simboli di facile e immediata comprensione il mondo che ci circonda. Motivo per il quale le forme più che risolvere i problemi tendono a rappresentarli. L'universo è complesso? Tali saranno gli spazi di un edificio. Gli scienziati lavorano sulla teoria del caos? Le articolazioni saranno sghembe, oblique, frattali.

Oltre al malinteso concettuale ve n'è uno di ordine pratico. Tendiamo a sopravvalutare un aspetto in fondo marginale del computer -la possibilità di gestire forme complesse- trascurando potenzialità, ben più interessanti, offerte dalla società elettronica.
Ma l'uso decostruttivista del computer è per così dire strumentale. Gehry confessa di non saper utilizzare personalmente il calcolatore. I suoi progetti nascono da schizzi e da plastici di studio - cioè da medium di rappresentazione tradizionali- e sono informatizzati solo in un secondo tempo, per razionalizzarne gli spazi, ma soprattutto per definire un modello tridimensionale da trasmettere ai computer dei produttori dei componenti. Eisenman, anch'egli illetterato nel campo dell'informatica, utilizza programmi CAD ma per ottenere anamorfosi o geometrie complesse.
Diciamolo a scanso d'equivoci: il lavoro di Eisenman, di Gehry, di Fuksas, di Coop Himmelb(l)au è molto importante e prefigura direzioni di ricerca, numerose ancora da sondare. .............Ma oggi nuove e ancora più radicali opportunità si profilano".

 

 



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