La cronaca:
ROMA, 7 aprile 2012
Mauri, gioiello per la Champions. Il Napoli crolla alla distanza. Finisce 3-1 all'Olimpico la sfida per il terzo posto: rovesciata bella e decisiva del mancino, chiude Ledesma su rigore. Nel primo tempo a segno Candreva e l'ex Pandev. Il ricordo di Chinaglia sugli spalti.
Errori e prodezze. Spesso le partite si decidono così. Non è da meno Lazio-Napoli, che col 3-1 finale lancia i biancocelesti verso un terzo posto ora distante sei punti per gli uomini di Mazzarri, che diventano 7 valutando gli scontri diretti. Già, perché la gara, che sta viaggiando su un 1-1 sostanzialmente equo, è indirizzata in un attimo da un capolavoro di Mauri e da una sciocchezza di Inler. Così il Napoli, apparso in progresso rispetto alla brutta prova di Torino, vede allontanarsi il preliminare di Champions. Sorride la Lazio, che ricorda Giorgio Chinaglia nel migliore dei modi e stacca pesantemente anche la Roma (a meno 7). Ora dovrà guardarsi soprattutto dall'Udinese di Guidolin, indietro di tre punti e a cui dovrà far visita tra 4 giornate.
PROBLEMI La Lazio fa i conti coi limiti imposti dagli infortuni e dal mercato di gennaio. Cisse è andato al QPR e non è stato sostituito. Miro Klose, vero punto di riferimento in avanti, forse ha chiuso la sua stagione. A reggere la baracca c'è capitan Rocchi, che va per i 35. Poi mancano la rivelazione stagionale Lulic e Stankevicius, oltre a Dias. Dici poco. Anche sull'altro fronte si fa un po' di necessità virtù. Senza Maggio, Zuniga e con Dossena con pochi minuti nelle gambe , Mazzarri è praticamente senza esterni e difende a 4, con Hamsik molto basso e Dzemaili a destra che spesso si porta sulla linea di Pandev e Lavezzi dietro a Cavani.
EPISODIO Il Napoli, uscito con le ossa rotte dallo 0-3 di Torino, va subito sotto con un errore di uno dei suoi punti di forza, Morgan De Sanctis, che si fa passare sotto il corpo il destro di Candreva, preferito inizialmente a Gonzalez e molto tonico, liberato dalla sponda di Rocchi. Primo errore individuale. Non sarà l'unico.
GENIALATA La Lazio a questo punto imposta la partita difensiva, chiudendo bene gli spazi. Ma è un po' limitata quando riparte dalla mancanza di profondità. Hernanes è assente: Reja lo toglie dopo 45'. Mauri prima di guadagnarsi la copertina fa pochino. Rocchi è preziosissimo ma non è uno scattista. Così il Napoli tesse la sua trama, molto più per vie centrali rispetto al solito. Marchetti evita l'immediato 1-1 di Cavani che arriva, con merito, con un colpo di genio del Pocho, che entra in partita alla distanza. Lavezzi col tacco mette in porta Pandev, tenuto in gioco da Biava: il macedone non sbaglia e segna il suo primo gol alla sua ex squadra. Protesta la Lazio: l'azione è viziata da un fallo di Cavani su Ledesma. Anche se da quel momento al gol ne passa di acqua sotto al ponte. Parità di recriminazioni ristabilita nel modo peggiore da Mazzoleni, che in chiusura di tempo non vede un rigore di Cana su Pandev, abbastanza netto.
A STRAPPI Il Napoli riparte per vincerla. Lavezzi quando allarga il campo coi suoi uno contro uno fa paura (e Pandev manca la deviazione dell'1-2 dall'area piccola). Chi non si vede molto è Cavani, a cui mancano i rifornimenti dalle fasce. Si viaggia sui binari dell'equilibrio, con la follia di Hamsik (male da mediano) che non costa cara perché De Sanctis si riscatta su Candreva e Campagnaro evita il tap-in di Rocchi.
A BOCCA APERTA La reazione è questa. Anche Mazzarri non può che allargare le braccia. Perché quando Mauri si inventa la rovesciata del 2-1 sul cross di Radu puoi solo applaudirlo. E candidarlo per il premio di più bel gol del decennio. Altro che dell'anno. Capolavori ed errori, dicevamo. La mazzata finale a Mazzarri la dà proprio un Gokhan Inler su livelli modesti, che serve una pallaccia all'indietro per Britos, costringendo il difensore ex Bologna a stendere Rocchi in area. 3-1 di Ledesma e Champions lontanissima per i napoletani. Proprio quella splendida competizione che ha fatto sognare una città fino alla dannata notte di Stamford Bridge. Salvo poi presentarle il conto. Salatissimo. (www.gazzetta.it - Jacopo Gerna)
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