Adagiato in una concanaturale, circondato da una lussureggiante vegetazione e racchiuso per
tre quarti da alture, Curcuris, visto dall’alto sembra quasi un’oasi.
Man
mano che ci si allontana,ondulanti colline di marna coltivate a grano o adibite a
pascolo, assumono un aspetto quasi desertico; solo qualche recente
rimboschimento di eucalipti e acacie ne spezza l’uniformità.
Verso est si può
osservare l’altopiano della Giara in tutta la sua lunghezza. A nord, a ridosso
del paese si estende unsughereto
con fitto sottobosco di cisto. Sulla destra verso nord/est prevalgonogli alberi d’ulivo e di rovere.
Sul costone della collina detta
“Canongiu“, invece, troviamo i pini e i lecci piantati una decina d’anni fa. Lungo
il tracciato della vecchia ferrovia che, fino al 1955, univa Ales a Villamar, si
trovano la maggior parte delle vigne di Curcuris da cui si ricava il buon vino
“nuragus“.
Non
molto lontano dal paese due torrenti, che scendono dal monte
Arci, si uniscono a
formare il rio Mogoro il quale, dopo aver attraversato l’abitato diGonnostramatza, prosegue fino allo stagno di Marceddì. Lungo le rive,
rigogliosi cespugli di rovo, canne e pioppi ne segnano il percorso. Nelle sue
acque tinche sguazzano anguille e qualche gallinella d’acqua.
La
selvaggina, un tempo abbondante, si è molto
ridotta: permangono ancora
pernici, conigli e lepri in compagnia di volpi, ricci e donnole. I rapaci sono
molto rari, abbondano invece passeri e cornacchie.
L’arredo
urbano è molto ben curato. Le strade centrali sono lastricate in pietra mentre
le altre sono tutte bitumate, comprese quelle campestri. I giardinetti al
centro del paese, che hanno sostituito vecchi ruderi di case, già da qualche
anno fanno da sfondo per le foto degli sposi il giorno del loromatrimonio. Il campo di calcio, il parco giochi con annesso ristorante,
le scuole materne, il municipio, la bibliotecacomunale e diverse nuove piazzette sono quanto il comune attualmente
possa offrire al visitatore. Per il futuro sonoin fase di allestimento un museo etnografico, in una casa di
caratteristico pregio storico, e scavi per portare alla luce un’antica villa
romana lungo la strada Curcuris–Zeppara.
La maggior parte delle case sono di nuova costruzione o di recente
ristrutturazione. Caratteristica comune è il cortile antistante le abitazioni;
più o meno vasti, un tempo occupati dagli animali domestici e dagli attrezzi
agricoli, sono oggi trasformati in orti o giardini con svariati alberi da
frutto, per lo più agrumi, melograni, fichi e noci. Alcune costruzioni
risalenti al secolo scorso conservano ancora le caratteristiche originali, tra
queste, diversi portali copertie
un locale chiamato “sa panghiscedda“.
Da citare anche la
casa padronale della famiglia Pinna Spada nel cui vasto cortile già da diversi
anni si rinnova la cerimonia della tosatura delle pecore con numerosi invitati
da diverse parti della Sardegna.