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Il fascino di Oristano

 Di Marta e Francesca Scognamiglio 

Clicca per ingrandireOristano è piena di attrattive nascoste e pare che non lo sappia, ha tutti i numeri per essere un grande centro turistico e fino ad ora si direbbe che non se ne sia accorta.
Oristano è bella e la maggior parte della gente crede il contrario.
Oristano aveva torri e porte e mura stupende, ma le ha lasciate andare in malora Anzi le ha demolite, spensieratamente, come se si trattasse di ingombri fastidiosi. In questo modo circa mezzo secolo fa è scomparsa l'ultima testimonianza di una torre, le cui mura massicce e la potenza della voltatura dell'ogiva potevano ben dare un'idea di quanto formidabili fossero le mura della capitale giudicale.
Che ne è stato degli incomparabili avanzi del passato arborense? Polvere, solo polvere. Si è perfino avvilita la stupenda torre di Mariano permettendo che sorgesse vicino un casone di periferia, alto e corpulento, che ha alterato cosi irrimediabilmente l'equilibrio dei rapporti in una piazza che era il prodotto del buon gusto di molti secoli.
Della vecchia roccaforte giudicale non resta che qualche ricordo della planimetria e bisogna sapersela ritrovare con la fantasia e le carte d'archivio, in quel mare placido e silenzioso di case basse che si stende tra il largo di San Sadurro la giudarìa vecchia le vie dei cavalieri, nell'antico borgo di Scarahjoni e nelle rughe dei bangios e delle conzas. La città medioevale non è morta del tutto e sopravvive nel profilo delle strade. Quella che è morta, purtroppo, è l'antica manificenza di corte, e molti stenterebbero a credere che la fastosa corti de su Marchesu- così dal Cinquecento si chiamò la vecchia reggia arborense- sia oggi il sinistro edificio carcerario.
D'altra parte, Oristano è talmente satura di storia che si direbbe ne abbia la nausea e faccia di tutto per dimenticarla. Ad Oristano la storia è per strada e in casa. In modesti appartamenti da quattro soldi vivono discendenti di famiglie che ebbero parte di primo piano nelle vicende isolane e negli album di famiglia, tra i soliti parenti ignoti e dimenticati, possono anche saltar fuori personaggi che ebbero una loro stagione addirittura nella storia italiana. Ad Oristano viene una singolare eredità di decoro che fa si che in un negozio di ferramenta, si dilati un soffitto dipinto da salone ottocentesco ed in una strada dal calore antico quella del Carmine a poche centinaia di metri si succedono un gioiello di barocco romano ed una casettina, sulla cui facciata, inattese si aprono due finestrelle di fattura cinquecentesca. Nella consiliare che architettonicamente vale meno della più povera anticamera ministeriale si ammucchiano letteralmente capolavori di pittura.
Questa è Oristano una città dove ognuno si sente nelle vene sangue di re e destino di grandezza. Il clima dolce oristanese è il più bel clima del mondo morbido come quello di Majorca riposante come l'aria della Pianura Padana. Da qualunque parte ci si muova c'è qualcosa da vedere Tharros, Cabras, gli stagni San Salvatore San Giovanni di Sinis, Arborea e Santa Giusta.
Bisogna vederla dall'aereo, Oristano, ed allora ci si accorge veramente della posizione formidabile che essa ha in senso turistico. Oristano ha la Sartiglia bellissima ma che da sola non reggerebbe al grande richiamo turistico invernale. La sartiglia è opportunamente sincronizzata con le manifestazioni delle altre città isolane e potrebbe diventare un richiamo internazionale.

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