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DIARIO DI BORDO di paolo diociaiuti.

Email:paolo.diociaiuti@inwind.it

(appunti dalla lezione del giorno 11 Marzo 2002)

 

"L'informazione marsupiale"

 

Nella lezione precedente abbiamo trattato la questione dell'informazione da un punto di vista strutturale. Vediamo ora il problema da un punto di vista più disciplinare: come l'informazione gioca un ruolo cruciale nelle arti e, in particolare, nell'architettura. Cerchiamo,inoltre, di descrivere il fenomeno che definiamo "informazione marsupiale" ed il modo in cui l'architettura può rispondere a questo fenomeno.

Verso una nuova coscienza estetica.

Dal punto di vista storico, l'architettura più legata alla epoca della industrializzazione non aveva come priorità una istanza COMUNICATIVA. L'interesse di fondo di quella architettura era di ordine tautologico: dimostrare che tutto "funziona". L'architettura degli anni '20 dimostrava a se stessa e agli altri che era una MACCHINA FUNZIONANTE, assolutamente scevra di altri contenuti. Possiamo riassumere questa posizione nel motto: sono in quanto funziono. FUNZIONE è il concetto chiave per comprendere quel tipo di architettura.

Nell'epoca successiva, il peso dell'informazione è cresciuto enormemente, e con esso si è imposta una grande attenzione a problemi di tipo comunicativo. Dal punto di vista delle arti, ciò si tramuta nella ricerca di una nuova  COSCIENZA ESTETICA. In architettura il problema è incorporare il mondo della informazione al proprio interno. Molte ricerche attuali  ruotano attorno a questo tema. Il grande mondo dell'informazione avvolge l'architettura, che diventa veicolo di informazioni.

La domanda che dobbiamo porci è: come, attraverso quale riflessione, gli architetti possono dare risposta al mondo dell'informazione elaborando una nuova coscienza critica e non limitandosi ad esserne semplice veicolo?

L'informazione è certamente il fatto caratterizzante l'epoca contemporanea. Essa influisce sull'arte e sull'architettura a due livelli: uno superficiale, l'altro profondo. Al livello di superficie l'arte e l'architettura sono semplici veicoli di informazione. Al livello profondo l'informazione diventa il problema cruciale dell'arte e dell'architettura, così come il richiamo alla "macchina" era il tema centrale dell'architettura moderna. Con il termine INFORMAZIONE MARSUPIALE indichiamo la coesistenza di questi due livelli, questa duplicità del problema.

 

Sui concetti di MODERNITA' e CRISI.

Riflettiamo sulla tensione verso la modernità, sul significato che dobbiamo assegnare al termine "moderno". Certamente non intenderemo per moderno ciò che è stato prodotto in una determinata epoca storica, cioè in riferimento ad un determinato ambito temporale. Non dobbiamo pensare ad una età moderna da contrapporre ad un età antica. IL NOSTRO CONCETTO DI MODERNO è A - TEMPORALE, equivale ad una maniera di porsi di fronte al mondo. Per assurdo può esserci un atteggiamento "moderno" anche nel Paleolitico!

Un altro concetto chiave per definire il termine "moderno" è quello di CRISI. In determinate epoche si aprono grandi e potenti crisi di trasformazione, delle fratture del modo di collocarsi nel mondo. Si può fronteggiare una crisi con un atteggiamento moderno o antimoderno,chiudendosi nel fortino del proprio sistema di valori. Ad esempio guardiamo a quanto è accaduto alla fine dell'800. All'inizio della fase della industrializzazione, il mondo si è andato riempiendo di novità, si è aperta una crisi. Le arti e l'architettura in particolare hanno reagito con un tempo di ritardo: solo pochi sono riusciti a scavare attorno alla frattura del quadro di riferimento preesistente. Un atteggiamento moderno richiede una risposta alla crisi, l'elaborazione di un riflesso estetico conseguente, la capacità di fronteggiare il nuovo quadro creando nuovi VALORI. La modernità ha la CAPACITA' DI TRASFORMARE LA CRISI IN VALORE, creando una nuova ESTETICA DI ROTTURA. Pensiamo a quanto è stato grande lo sforzo per elaborare una architettura congrua rispetto alla nuova tecnica costruttiva del cemento armato!

 

L'informazione entra nel dibattito architettonico.

Assumiamo l'edificio del Bauhaus come icona di una età diversa da quella attuale, che vedeva la centralità assoluta della funzione e il richiamo esplicito alla civiltà della macchina. Assumiamo il chip come icona delle trasformazioni del mondo attuale. Nell'età industriale la maniera di comunicare voleva essere la più oggettiva possibile, l'immagine del Bauhaus comunica coerentemente la sola sua efficienza di macchina. Oggi la tendenza è quella di tornare a comunicare per figure retoriche: creare forme di comunicazione a più strati, complesse e veloci. Possiamo anche dire che assistiamo ad un ritorno all'uso di modi di comunicazione antichi. Stiamo superando il modo di comunicazione deterministico, di tipo causa effetto, caratteristico della società industriale.

Questi cambiamenti sono molto evidenti, ad esempio, nel campo della pubblicità. Gli slogan della società industriale tendevano a comunicare in maniera oggettiva la bontà del prodotto, il suo elevato livello di prestazione funzionale. Si enumeravano le virtù oggettive del prodotto, il modo in cui esso è aderente alle nostre necessità. Nelle forme di pubblicità contemporanee l'immagine va decodificata, il meccanismo di associazione con il prodotto non è oggettivo. Spesso lo spot tende a vendere una atmosfera, a costruire una storia. Nulla ci viene detto sulle prestazioni dell'oggetto reclamizzato, la sua funzionalità è data per scontata e comunque non è ritenuta un elemento attraente.

In sostanza, è avvenuto un passaggio dalla OGGETTIVITA' della società industriale alla SOGGETTIVITA' caratteristica della società dell'informazione. In questo passaggio avviene un "ribaltamento semantico" caratteristico del modo di sentire contemporaneo che ha ricadute su tutte le discipline.

 

Qualche esempio - manifesto del cambiamento in architettura: possiamo guardare al Beaubourg a Parigi, di Piano e Rogers, come all'ultimo esemplare di un modo di fare architettura legato alla concezione industriale - oggettiva. L'edificio vuole essere tutta funzione, un vero caso estremo di edificio - macchina, e come tale  annulla ogni elemento comunicativo "ulteriore". Piano progetta una macchina che vuole presentare solo il suo stesso meccanismo, in maniera quasi "oscena" essendo calato in un tessuto antico. Forse questo edificio è il "canto del cigno" della generazione degli edifici - macchina. A circa 30 anni di distanza, Piano progetta un museo ad Amsterdam: il mutamento avvenuto è evidentissimo. L'edificio ha la forma di una barca, allude chiaramente ad una associazione, ad una storia: nave - viaggio - transatlantico (Le Corbusier?) - contenuto del museo. Il contenuto comunicativo è molto forte ed evidente. Il valore dell'architettura non è più nella oggettività, ma si situa su altri livelli di complessità. Si da per scontato che l'architettura funzioni. Quello che conta di più è la capacità comunicativa dell'architettura.

Il contenuto INFORMAZIONE - COMUNICAZIONE tende a diventare la parte fondamentale dell'architettura. Il livello comunicativo pervade l'architettura in ogni sua fibra, non è un fatto posticcio o spettacolare (anche se sbagliare è facile!).

Guardiamo la Mediateca di Sendai, opera di Toyo ito: l'edificio può sembrare un edificio razionalista, in realtà è il contrario perché non è comprensibile senza comprenderne la storia, il racconto. Una scatola trasparente contiene una "foresta", riapre il dialogo tra natura ed architettura.

Il museo di Gehry a Bilbao è il simbolo della fase in cui l'architettura entra in rapporto all'informazione. Potremmo inserirlo nella categoria della cattedrale, come momento comunicativo di una cultura, di una nuova società. I fatti informativi non sono superficiali, di sola pelle. Questo edificio è capace di incorporare tanti messaggi, pur non perdendo nulla dal punto di vista funzionale.

La forma metaforica torna ad essere espressione sintetica dell'enorme quantità di informazioni da veicolare.

 

vai alla lezione successiva "Modelli a confronto".

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