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DIARIO DI BORDO di paolo diociaiuti.

Email:paolo.diociaiuti@inwind.it

(appunti dalla lezione del 25 Marzo 2002)

 

"L'affermazione di una nuova estetica industriale"

Abbiamo visto nella lezione precedente quali sono stati i primi passi verso l'elaborazione di un modello diverso da quello rinascimentale e aderente alle trasformazioni prodotte dalla rivoluzione industriale. Vediamo ora come nasce e si afferma il nuovo modello, la nuova estetica industriale.

I fermenti nuovi.

Nella seconda parte dell'800 molti intellettuali, poeti ed artisti cominciano a prendere coscienza di vivere in un mondo diverso, in una nuova realtà: nel paesaggio industriale. Si comincia ad esaminare il modo di vita della piccola borghesia, la classe sociale più rappresentativa della nuova realtà. E' obbligatorio misurarsi con un paesaggio che non è più quello in cui si inseriva l'architettura rinascimentale. Emerge la necessità di cogliere l'attimo, di catturare l'immagine del dinamismo. Di conseguenza si afferma anche una tecnica nuova, basata sulla SCOMPOSIZIONE, FRAMMENTAZIONE, VIBRAZIONE dell'immagine. Il passaggio decisivo ad una tecnica nuova avviene con Cezanne, che si pone un problema cruciale e apparentemente contraddittorio: come è possibile rendere la presenza degli oggetti con la necessità della scomposizione degli oggetti stessi? La risposta sta nella elaborazione di una LOGICA ANALITICA.

La logica analitica.

Nell'ambito di una logica analitica, tutta la visione è riducibile a poche forme primarie. Mentre nella logica rinascimentale il quadro è sintesi dell'insieme, nel nuovo modo analitico ci si basa su una serie di disgiunzioni: si rompe la sintesi della visione prospettica ed ogni elemento tende ad assumere una propria autonomia. La logica analitica "parte" dagli oggetti e dalla logica primaria degli oggetti, che vivono una vita propria ed entrano e si scontrano nella figura. Questo tipo di logica sarà alla base della architettura moderna. Infatti il percorso che parte dalla logica analitica, passando attraverso la autonomia degli oggetti, porta alla ASTRAZIONE.  La tendenza si fa ancora più spinta con Picasso: la nuova visione deve basarsi sulla opposizione, distruzione della visione precedente, l'imperativo è rompere con certe abitudini, poi verrà la ricerca del "bello"...

Il nuovo paradigma dell'architettura. Il BAUHAUS.

Tutti i fermenti nuovi che abbiamo visto coagulano un nuovo paradigma dell'architettura. La risposta alla crisi della società demolisce completamente il vecchio modello. Attorno al 1914 prendono forma le prime idee di cambiamento con il Futurismo, con Le Corbusier, Wright etc. La costruzione dell'edificio del Bauhaus può essere considerata come punto di arrivo di tutti i fermenti rivolti alla elaborazione di un nuovo modo, di un nuovo paradigma dell'architettura. Si realizza con il Bauhaus una architettura che aderisce completamente al nuovo modo "industriale".

 

Il nuovo paradigma dell'architettura cambia radicalmente rispetto a quello rinascimentale.

Il programma. L'architettura comincia ad occuparsi di temi prosaici: la casa per tutti, i quartieri operai. E' implicito un cambiamento di campo politico, gli architetti cominciano a sentirsi vicini al proletariato, alla classe del popolo.

La costruzione. La costruzione segue una logica di discontinuità e libertà degli elementi. E' la logica del cemento armato che diventa organica, economica e resistente. L'impiego del c.a. è una conquista oggettiva, ma anche estetica e funzionale. Tutto il sistema costruttivo si basa sulla indipendenza e autonomia degli elementi costitutivi.

La città. Il concetto di città chiusa cade. La città rinascimentale è chiusa, organizzata prospetticamente e le varie parti sono caratterizzate da episodi singoli. La città industriale è, invece, fortemente strutturata, concepita come una catena di montaggio. Come tale, la struttura urbana è rigorosamente divisa in zone ed ogni zona tende ad essere ottimizzata rispetto ad una specifica funzione; infine si cerca di stabilire delle relazioni ottimali tra le varie zone - funzioni secondo una sequenza logica e razionale. Insomma, la città simula la catena di montaggio, tutto il meccanismo "gira" come gli ingranaggi di un perfetto orologio. L'edificio del Bauhaus mostra, in piccolo, l'idea di espansione verso l'esterno, non è conformato nel suo lotto, è "disincagliato" dal terreno.

La forma - visione. L'architettura costruita per una visione fissa, prospettica, viene messa in crisi da una logica di tipo analitico: gli elementi diventano "segni" ricomposti secondo una logica non sintetica, ma analitica (in particolare "funzionale"). L'immagine dell'oggetto architettonico è data da una serie di visioni frammentarie che portano alla formazione una immagine astratta.  Non siamo più di fronte ad una architettura fatta da parti nominabili e riconoscibili, cioè usciamo fuori dal campo dell'architettura figurativa. Si rompe l'idea stessa che esistano parti nominabili, gli elementi sono piastre che nelle loro giustapposizioni assolvono alle varie funzioni. La "finestra" diventa asola, bucatura, taglio, cioè assolve alla funzione finestra senza essere nominata e riconosciuta come finestra. Analogamente, tutti i componenti della costruzione vengono resi astratti.

La comunicazione - simbolismo. Tutto il sistema non parla altro che della propria funzione: tutto è oggettività. L'architettura non rappresenta più un "altro da se", ma rappresenta se stessa come può fare una macchina. Siamo di fronte ad una estetica tautologica. La progettazione non adotta più schemi prefigurati, ma parte analiticamente da una rigorosa analisi funzionale. La nuova logica prende l'avvio dall'elemento primario funzione e tutti i meccanismi compositivi procedono dall'interno verso l'esterno. Anche alla scala del singolo edificio valgono le considerazioni fatte per la città: anche l'edificio simula la catena di montaggio e gira come un orologio.

Il catalizzatore. Anche nel nuovo paradigma esiste un elemento catalizzatore di tutto il quadro, un elemento che "incolla" insieme il tutto e da senso al ragionamento nel suo insieme: la TRASPARENZA.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vai alla lezione successiva: "Il catalizzatore".

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