(appunti dalla lezione del 25 Marzo 2002)
"L'affermazione di una nuova
estetica industriale"
Abbiamo visto nella
lezione precedente quali
sono stati i primi passi verso l'elaborazione di un modello diverso da
quello rinascimentale e aderente alle trasformazioni prodotte dalla
rivoluzione industriale. Vediamo ora come nasce e si afferma il nuovo
modello, la nuova estetica industriale.
I
fermenti nuovi.
Nella seconda parte dell'800 molti
intellettuali, poeti ed artisti cominciano a prendere coscienza di
vivere in un mondo diverso, in una nuova realtà: nel paesaggio
industriale. Si comincia ad esaminare il modo di vita della piccola
borghesia, la classe sociale più rappresentativa della nuova realtà. E'
obbligatorio misurarsi con un paesaggio che non è più quello in cui si
inseriva l'architettura rinascimentale. Emerge la necessità di cogliere
l'attimo, di catturare l'immagine del dinamismo. Di conseguenza si
afferma anche una tecnica nuova, basata sulla SCOMPOSIZIONE,
FRAMMENTAZIONE, VIBRAZIONE dell'immagine. Il passaggio decisivo ad una
tecnica nuova avviene con Cezanne, che si pone un problema cruciale e
apparentemente contraddittorio: come è possibile rendere la presenza
degli oggetti con la necessità della scomposizione degli oggetti stessi?
La risposta sta nella elaborazione di una LOGICA ANALITICA.
La logica analitica.
Nell'ambito di una logica
analitica, tutta la visione è riducibile a poche forme primarie. Mentre
nella logica rinascimentale il quadro è sintesi dell'insieme, nel nuovo
modo analitico ci si basa su una serie di disgiunzioni: si rompe la
sintesi della visione prospettica ed ogni elemento tende ad assumere una
propria autonomia. La logica analitica "parte" dagli oggetti e dalla
logica primaria degli oggetti, che vivono una vita propria ed entrano e
si scontrano nella figura. Questo tipo di logica sarà alla base della
architettura moderna. Infatti il percorso che parte dalla logica
analitica, passando attraverso la autonomia degli oggetti, porta alla
ASTRAZIONE. La tendenza si fa ancora più spinta con Picasso: la
nuova visione deve basarsi sulla opposizione, distruzione della visione
precedente, l'imperativo è rompere con certe abitudini, poi verrà la
ricerca del "bello"...
Il nuovo paradigma
dell'architettura.
Il BAUHAUS.
Tutti i fermenti nuovi che
abbiamo visto coagulano un nuovo paradigma dell'architettura. La
risposta alla crisi della società demolisce completamente il vecchio
modello. Attorno al 1914 prendono forma le prime idee di cambiamento con
il Futurismo, con Le Corbusier, Wright etc. La costruzione
dell'edificio del Bauhaus può essere considerata come punto di arrivo di
tutti i fermenti rivolti alla elaborazione di un nuovo modo, di un nuovo
paradigma dell'architettura. Si realizza con il Bauhaus una architettura
che aderisce completamente al nuovo modo "industriale".
Il nuovo paradigma
dell'architettura cambia radicalmente rispetto a quello rinascimentale.
Il programma.
L'architettura comincia ad occuparsi di temi prosaici: la casa per
tutti, i quartieri operai. E' implicito un cambiamento di campo
politico, gli architetti cominciano a sentirsi vicini al proletariato,
alla classe del popolo.
La costruzione. La costruzione segue una logica di
discontinuità e libertà degli elementi. E' la logica del cemento armato
che diventa organica, economica e resistente. L'impiego del c.a. è una conquista
oggettiva, ma anche estetica e funzionale. Tutto il sistema costruttivo
si basa sulla indipendenza e autonomia degli elementi costitutivi.
La città. Il concetto di città chiusa
cade. La città rinascimentale è chiusa, organizzata prospetticamente e
le varie parti sono caratterizzate da episodi singoli. La città
industriale è, invece, fortemente strutturata, concepita come una catena
di montaggio. Come tale, la struttura urbana è rigorosamente divisa in
zone ed ogni zona tende ad essere ottimizzata rispetto ad una specifica
funzione; infine si cerca di stabilire delle relazioni ottimali tra le
varie zone - funzioni secondo una sequenza logica e razionale.
Insomma, la città simula la catena di montaggio, tutto il meccanismo
"gira" come gli ingranaggi di un perfetto orologio. L'edificio del
Bauhaus mostra, in piccolo, l'idea di espansione verso l'esterno, non è
conformato nel suo lotto, è "disincagliato" dal terreno.
La forma - visione.
L'architettura costruita per una visione fissa, prospettica, viene messa
in crisi da una logica di tipo analitico: gli elementi diventano "segni"
ricomposti secondo una logica non sintetica, ma analitica (in
particolare "funzionale"). L'immagine dell'oggetto architettonico è
data da una serie di visioni frammentarie che portano alla formazione
una immagine astratta. Non siamo più di fronte ad una
architettura fatta da parti nominabili e riconoscibili, cioè usciamo
fuori dal campo dell'architettura figurativa. Si rompe l'idea stessa che
esistano parti nominabili, gli elementi sono piastre che nelle loro
giustapposizioni assolvono alle varie funzioni. La "finestra" diventa
asola, bucatura, taglio, cioè assolve alla funzione finestra senza
essere nominata e riconosciuta come finestra. Analogamente, tutti i
componenti della costruzione vengono resi astratti.
La comunicazione - simbolismo.
Tutto il sistema non parla altro che della propria funzione: tutto è
oggettività. L'architettura non rappresenta più un "altro da se", ma
rappresenta se stessa come può fare una macchina. Siamo di fronte ad una
estetica tautologica. La progettazione non adotta più schemi
prefigurati, ma parte analiticamente da una rigorosa analisi funzionale.
La nuova logica prende l'avvio dall'elemento primario funzione e tutti i
meccanismi compositivi procedono dall'interno verso l'esterno. Anche
alla scala del singolo edificio valgono le considerazioni fatte per la
città: anche l'edificio simula la catena di montaggio e gira come un
orologio.
Il catalizzatore. Anche
nel nuovo paradigma esiste un elemento catalizzatore di tutto il quadro,
un elemento che "incolla" insieme il tutto e da senso al ragionamento
nel suo insieme: la TRASPARENZA.
Vai alla lezione successiva:
"Il
catalizzatore".