San Michele Arcangelo, 1854-55
olio su tela, cm 299 x 195,5 - Lenno, Chiesa del convento
Il bel dipinto venne eseguito a Roma tra il 1854-55 ed è copia, fedele anche nelle dimensioni,
del San Michele Arcangelo di Guido Reni, realizzato intorno al 1635 per la chiesa cappuccina di
S. Maria della Concezione.
Il quadro di Camillo Kaiser, come scrisse padre Antonio Bresciani della Compagnia di Gesù
("La civiltà cattolica", a. VII, s. III, vol. I, Roma 1856, p 231) era destinato alla chiesa
milanese di San Vittore ritornata ai frati cappuccini, dopo la soppressione del 1805, l'11 dicembre 1851.
Probabile saggio finale. testimonianza della preparazione raggiunta dal frate pittore, come
lascia intendere il Bonari (I Conventi e i cappuccini bergamaschi. Memorie storiche . Milano,
1883, p. 257) si trattò a11o stesso tempo della prima vera commissione del pittore, vista
anche la concomitanza con il nuovo reinsediamento nella chiesa milanese.
Il Bresciani fece sul quadro considerazioni. lusinghiere: lo vide esposto presso il convento
romano "con poca luce e bassa" che "fa nondimeno spiccare mirabilmente il merito del pittore,
il quale ha svolto con immenso studio tutte le più recondite discipline dell'arte".
Nel 1865 i frati dovettero nuovamente abbandonare il convento di S. Vittore. che venne
trasformato in carcere.La nuova chiesa e il nuovo convento dei cappuccini a Milano furono
costruiti su un appezzamento di terreno in zona Monforte. acquistato nel 1876.
La chiesa venne benedetta e aperta al pubblico nell'estate del 1878. Il quadro di S.
Michele fu trasferito qui. secondo il padre Valdemiro Bonari: "al primo altare a destra
entrando nella nostra chiesa de! Sacro Cuore dì Milano" (I Cappuccini della provincia
milanese dalla sua fondazione -1535 - fino a noi, parte seconda, vol. II Crema, 1899, p.
648). La notizia sembra confermata da padre Ezechia da Iseo in una breve notizia sul Kaiser
(Ricordi di umiltà e di gloria, Milano, 1928, pp. 92-93): "Nel nostro convento del Sacro
Cuore a Milano si conserva il quadro dell'Arcangelo S. Michele, bellissima riproduzione
dell'opera di Guido Reni".
Nel 1934 il dipinto fu trasportato a Lenno, per adornare l'Abbazia dell'Acqua Fredda
appena acquistata dai fiati coime luogo di vacanza per gli studenti (come risulta da una
lettera di frate Bentivoglio Arrighetti dell' 11 giugno l982. messa a disposizione dalle
ricerche di padre Fedele Merelli. responsabile dell' Archivio dei Cappuccini della Provincia Lombarda).
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BREVE STORIA DEI CAPPUCCINI
Matteo da Bascio e le origini dei cappuccini
Nei primi giorni dell'anno 1525 un semplice
frate minore, Matteo da Bascio nottetempo e senza alcun permesso dei superiori, lasciava il suo convento
di Montefalcone (diocesi di Fermo) per recarsi a Roma dal Papa. Voleva ottenere dal Pontefice il permesso
di vivere la Regola secondo il più stretto ideale francescano. Matteo sapeva di non essere il,primo
a compiere un gesto dei genere ed era cosciente delle difficoltà e delle persecuzioni che avrebbe dovuto
subire. Pochi mesi dopo seguono il suo esempio anche i due fratelli Ludovico e Raffaele Tenaglia di
Fossombrone. Dopo varie peripezie i fuggiaschi trovano accoglienza nel territorio di Camerino, dove,
grazie all'interessamento della duchessa Caterina Cybo, nipote del papa Clemente VII, ottengono la bolla
"Religionis Zelus'. Questo documento segnò l'inizio ufficiale della riforma cappuccina e diede la
possibilità ad un gran numero di frati di realizzare l'ideale francescano secondo le loro più autentiche
aspirazioni, incontrando subito l'accoglienza anche di alcuni frati colti dell'Osservanza francescana
che con la loro autorevole presenza ne assicurarono la vita e ne garantirono la diffusione nonostante
le difficoltà. Già nel 1535 i Cappuccini avevano raggiunto il numero di cinquecento, evidenziando la
necessità di dare al nuovo Ordine un assetto definitivo. Ciò avvenne nel capitolo generale dei 1535-1536,
convocato a Roma, nel convento di Sant'Eufemia. Le nuove Costituzioni si pronunciarono subito per
una osservanza, la più perfetta possibile, riguardo a ciò che Francesco desiderava e voleva per il suo
Ordine. Per questo esse ricercarono le intenzioni dei fondatore non solo nella regola ma anche negli
esempi della sua vita, nella dottrina contenuta nei suoi scritti e soprattutto nel Testamento ultima
espressione della sua volontà e dei suo ideale evangelico. La riforma si diffonde rapidamente. A soli
dieci anni dai primi passi i frati sono circa 700, divisi in dodici province religiose. Dopo cinquant'anni,
solo in Italia, si contano già 3500 religiosi in 18 province e 300 conventi. I tratti caratteristici
che favoriscono la rapida diffusione dei cappuccini: povertà estrema ed austerità, solitudine contemplativa
e presenza in mezzo al popolo in ogni necessità. Lo stesso aspetto esterno fu motivo di ammirazione e
di ispirazione. La loro principale forma di apostolato era la predicazione, coscienti che l'annuncio
della Parola di Dio, ad esempio di Cristo è uno dei più degni, utili, più alti e divini uffici che siano
nella Chiesa di Dio. Questa predicazione semplice, popolare, evangelica, aderente ai bisogni del popolo
e lontana dagli artifici letterari suscitò ovunque un entusiasmo indescrivibile. Con la predicazione,
i Cappuccini diffusero pratiche devozionali ed importanti opere sociali fondando associazioni, confraternite
e sodalizi con finalità benefiche e assistenziali. Molto efficace contro l'eresia protestante fu l'abbinamento
della sapiente dottrina e della autentica testimonianza di vita. Pagine memorabili furono scritte
anche nelle missioni: tanto in Africa che in Asia e nelle Americhe. Nonostante questa fervida attività,
l'impegno di perfezione evangelica rimase sempre fondamentale dando frutti di santità anche ufficialmente
riconosciuta. Si contano a decine i santi elevati agli onori degli altari, mentre centinaia sono ancora
affidati al giudizio della Chiesa, tanto che nessuna congregazione ha tanti processi di canonizzazione
in corso come l'Ordine Cappuccino. Tutto questo attirò sempre l'ammirazione dei fedeli e particolarmente
dei popolo umile che li ebbe sempre vicini come amici e consiglieri spirituali al punto che i Cappuccini
divennero per antonomasia " i frati del popolo"
I cappuccini in Lombardia (1535)
In Lombardia furono presenti fino alla soppressione
del 1805 con due province: la provincia di Milano che comprendeva tutto il Ducato, e la Provincia di
Brescia, che comprendeva i territori lombardi della Repubblica di Venezia. Dalla soppressione Napoleonica,
rinacque la sola provincia di Lombardia dedicata a S. Carlo Borromeo che amò e accolse benevolmente i
cappuccini nella sua Milano e ne permise la diffusione nella sua diocesi. Giunsero a Milano nel 1535
e presero dimora presso la cappella Ducale di S. Giovanni alla Vedra o alla Vipera, ove si trova l'attuale
Via Vepra, parallela a Via Moisé Loria nei pressi di via Foppa. Nel 1542 abbandonarono questo luogo per
il convento di S. Vittore all'Olmo. Nel 1591 aprirono quello dell'immacolata Concezione, il famoso convento
di Porta Orientale de "I Promessi Sposi". In questi due luoghi vissero l'osservanza dei Santo Vangelo,
prodigandosi, nei momenti più tragici, per il servizio anche materiale, ad esempio la peste descritta
dal Manzoni, dei popolo milanese. Il convento di S. Vittore fu soppresso nel 1805, quello della Concezione
il 26 aprile 1810.
IL MUSEO
E' una struttura innovativa, costituita dall'insieme delle chiese, dei conventi e dei luoghi più
significativi del vissuto cappuccino, dove sono dislocate le opere che si intendono valorizzare. Bergamo,
Salò, Albino, Cremona e molte altre sedi, renderanno fruibili le opere da essi custodite e tutti gli
altri beni di proprietà o di pertinenza. Non vogliamo fare cultura, ma semplicemente proporre e gustare
quella che ci hanno tramandato i nostri padri. Collocandoci nel solco della tradizione cappuccina
"perché noi siam come il mare, che riceve acqua da tutte le parti e la torna a distribuire a tutti i
fiumi" offriamo il luogo dove osservare, ascoltare e consultare: gli oggetti esposti, le conferenze e
i documenti storici. In una parola, assimilare il cibo per la mente.
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