MINTURNAE

 

Minturnae e' uno dei centri piu' antichi del Basso Lazio, situato alla foce del fiume Garigliano, al confine tra il Lazio e la Campania, sulla riva destra. Il suo nome si fa risalire a Minothauros, dio cretese, e quindi il primo nucleo potrebbe essere ricondotto alla dominazione dei Greci sul Mediterraneo e sull'Italia Meriodionale.

 

Insieme alle citta' di Ausona, Sinuessa (oggi Mondragone), Suessa (oggi Sessa Aurunca) e Vescia, faceva parte della cosiddetta Pentapoli Aurunca, fulcro della confederazione degli Aurunci (o Ausoni), discendenti dei Tirreni, un popolo di stirpe italica.

  

 

 

Intorno al IV sec. a.C. questo popolo entro' a contatto con i Romani, schierandosi apertamente contro di essi e alleandosi con i Sanniti. Le conseguenze furono disastrose: la Pentapoli venne letteralmente annientata nel 314 a.C. (Livio, IX, 25 "Deletaque Ausonum Gens"), tanto che di Ausona e di Vescia non e' rimasto che il ricordo del nome e delle altre solo esigue notizie.

Nel 312 a.C. la costruzione della Via Appia, che collega Roma con Capua, interessa anche il sito di Minturnae diventandone il Decumano Massimo, e la citta' diviene colonia romana nel 295 a.C.   Inizia cosi' un nuovo periodo di prosperita', che raggiunge l'apice nel I^ secolo d.C.

Di questo periodo restano e sono visibili l'acquedotto (I secolo), il teatro (eta' augustea), il foro con i suoi templi (eta' repubblicana e imperiale), le mura e l'anfiteatro.

Teatro romano - interno

Ancora oggi passeggiando per i resti silenziosi dell'antica Appia che attraversa Minturnae, osservando i resti delle botteghe, dei bagni e dei vicoli, si ha l'impressione di rivivere l'atmosfera Romana, risentendo il vociare degli antichi abitanti e il frastuono dei carri.

Nell'ambulacro del teatro e' oggi allestito un Antiquarium dove sono esposti bellissimi reperti: marmi, ceramiche e statue dal I secolo a.C. al II secolo d.C.

Teatro romano - esterno

Minturnae segue quindi, con le dovute proporzioni, la fortuna e la storia di Roma, e cosi' quando quest'ultima decade, anche la sua colonia rivive tempi bui, fino a quando nel 590 viene devastata dai Longobardi.  Gli abitanti abbandonano definitivamente la citta', si rifugiano nelle vicine alture fondando la citta' di Traetto (oggi Minturno), e Minturnae subisce l'oltraggio di vedere depredati i propri marmi e colonne, a favore delle nuove costruzioni.  Il pontefice Gregorio Magno, abolisce il vescovato di Minturnae aggregandolo a quello della vicina Formia.

 

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