VOLSCI

 

Popolazione di origine indoeuropea, di indole bellicosa, che viveva di pastorizia e di agricoltura nella zona, molto ricca di minerali utili per il ferro e rame, del fiume Liri comprendente il basso Lazio, l'alta Campania e il basso Molise.

vedi  TERRITORIO  

La loro cultura ebbe caratteristiche osco-sabelliche. Esportarono presso i Carecini culti italici particolari, che tutt'ora vengono praticati nella Campania, come l'effettuare il pranzo dopo un rito funerario.  

Lo storico Livio nella Storia di Roma, a testimonianza della loro tenacia militare,  racconta che erano "ferocior ad rebellandum quam bellandum gens " (7, 27, 7).

I loro centri principali erano Satricum, Frusino,Velitrae (Velletri), Arpinum (la città di Cicerone) e Fregellae, città divenute famose in seguito come colonie romane.

Appena cacciati i Re da Roma (509 a.C.), Roma si trovò a dover fronteggiare le invasioni dei Volsci che provenivano dal Lazio meridionale.

La data della presa di Satricum e Circeii è incerta, ma l'ipotesi più probabile la collocherebbe negli anni 489 - 488. Altre città rimangono latine: Ardea, Aricia, Norba, Signa, Setia. Dalla lista delle città conquistate dai Volsci manca Terracina, ma non si conosce la data della sua caduta in mano volsca. A questo punto non possiamo tralasciare le ipotesi discrepanti che sono state avanzate; se per taluni la presenza volsca nell'agro pontino e nella cosiddetta "zona di frizione" nei pressi dei Colli Albani è rintracciabile già alla fine del VI secolo, per altri, che interpretano in maniera più critica le fonti letterarie storiche, questa presenza precoce andrebbe decisamente negata.

In favore della prima ipotesi vi sono sia dati archeologici (l'abbandono di alcuni centri latini e tracce di crisi nell'abitato di Satricum), che menzioni negli autori antichi. Le fonti letterarie ricordano svariati episodi di contatti violenti già in epoca regia, oltre a Livio e Dionisio (secondo i quali questi primi contatti sarebbero avvenuti già all'epoca di Anco Marcio), da un frammento di Catone (in verità non del tutto chiaro) si potrebbe dedurre che quando i Volsci invasero la Pianura Pontina vi trovarono stanziati gli "Aborigeni " (mitica popolazione che avrebbe abitato il Lazio prima dei Latini), mentre Strabone parla della riconquista da parte di Tarquinio il Superbo di Suessa Pometia, caduta in mano volsca.

La ricchezza della terra dei Volsci fu oggetto di interesse per i  Sanniti    ed i Romani. Uscirono sconfitti nelle guerre sannitiche, parteciparono con insuccesso alle guerre civili e sociali, fecero parte della lega italica. Capeggiarono numerose rivolte contro Roma, subendo perdite di autonomia, di risorse e di deportazioni.

La loro cultura scomparve in seguito ad un processo di romanizzazione.

Coriolano ed i Volsci

Protagonista della guerra con i Volsci fu il giovane Gneo Marcio, appartenente ad una potente famiglia patrizia; egli ottenne uno straordinario successo con la conquista, nel 493 a.C., della città di Corioli, e divenne così famoso da ricevere il nome di "CORIOLANO".

In quello stesso periodo feroci lotte dividevano i patrizi dalla plebe, che reclamava nuovi diritti di parità con la classe nobiliare, ottenendo infine il Tribunato della Plebe; tuttavia, in occasione di una carestia, grave al punto che si dovette importare il grano dall'estero (dalla Sicilia), Coriolano propose che la distribuzione del grano alla plebe fosse concessa solo dopo l'abolizione del tribunato.

A questa proposta la plebe insorse, e accusò Coriolano di sovvertire le leggi della Repubblica, cioè di essere un traditore.

Coriolano, prevedendo una condanna, cercò rifugio presso la capitale dei Volsci (Anzio) e, dopo aver riorganizzato il loro esercito, partì alla conquista delle città latine, muovendo infine alla conquista di Roma.

I Romani, per patteggiare la pace, inviarono allora consoli, generali, tutte le più alte cariche dello Stato, ma inutilmente. Alla fine giunsero da Roma, accompagnate dalle matrone romane, la madre Veturia e la moglie Volumnia; ma quando Coriolano corse da loro per abbracciarle, Veturia lo fermò dicendo (secondo la leggenda): "Prima che tu mi abbracci, vorrei sapere se sono venuta a far visita a mio figlio o ad un nemico della patria ". Allora Coriolano, turbato da questo gesto della madre, rinunciò ad attaccare e riportò i Volsci ad Anzio.

Saremmo portati a giudicare Coriolano un doppio traditore, avendo prima tradito i Romani e poi i Volsci; nella mentalità antica il concetto di nazione era più sfumato, e così Coriolano venne celebrato come eroe sia dai Romani che dai Volsci, tra i quali visse onorato e rispettato fino alla tarda vecchiaia.  

 

IL TERRITORIO VOLSCO

 

IL MITO DEL RE METABO

 

LE CITTA' ITALICHE

Le città Volsche

ANTIUM

ANXUR

ARPINUM

FREGELLAE

MINTURNAE

NORBA

PRIVERNUM

SATRICUM

SETIA

SIGNA

VELITRAE

 

 

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