NOMENTUM

Dopo la scoperta dei metalli ebbero un forte sviluppo i popoli Sabini e Latini, che abitavano lungo le valli del Tevere , dell'Aniene e del Nera. Dove oggi sono le vie Salaria e Nomentana , già prima della fondazione di Roma, passavano i contadini e i pastori, per portare le loro greggi dalle montagne abruzzesi alle coste del mar Tirreno.

 Già Virgilio parlava di Nomentum e dei popoli del Lazio, che combatterono a fianco di Turno contro Enea.

Con Turno infatti erano schierate le città di Amiterno, Eretum e Nomentum. Comunque siano stati narrati i fatti da Virgilio, Nomentum è stata una città più antica di Roma e stava dove adesso è la frazione di Casali: fra Monte d'oro, e l'area Cacamele all'Immaginella. 

Anche Nomentum prese parte alla guerra dopo il ratto delle Sabine. Fu poi sconfitta da Tarquinio Prisco (616-578 a.C.) e da allora fu sempre legata a Roma. Quest'ultima fece di Nomentum un municipio, che si poteva governare autonomamente. Nomentum fu dunque unita a Roma dalla Via Nomentana.

I buoni rapporti, che ben presto, in seguito a questi avvenimenti, si instaurarono tra Roma e Nomentum, apportarono a quest'ultima un discreto benessere e soprattutto, diedero impulso a quel fenomeno che, con termini abbastanza moderni, potremmo definire "turismo".
Le maggiori attrattive per le quali Nomentum venne anche celebrata da poeti e scrittori latini, erano costituite, oltre che dal suo buon vino così generoso da conservarsi anche per cinque anni, dalla salubrità dell'aria e dalla presenza della stazione termale delle Acque Labane, posta nell'attuale località di Grotta Marozza.
Moltissimi patrizi romani possedevano ville e vigneti nell'agro nomentano e tra queste vengono ricordate quelle di Seneca e Marziale, citate più volte nelle loro opere.
La diffusione del Cristianesimo nel territorio è documentata già nei primi secoli col martirio dei Santi Primo e Feliciano, avvenuto durante la persecuzione di Diocleziano, divenendo in seguito sede di diocesi di primaria importanza; un vescovo Stefano è già citato in documenti del III secolo

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