La cattedrale di San Nicola a Sassari           Il Duomo di San Nicola a Sassari


 
“Alzo gli occhi ed un enorme naviglio mi viene addosso: la facciata del Duomo: come mai ne vidi di un barocco così esotico. Dapprincipio si direbbe un gigantesco mobile tarlato. Ma presto si capisce con quanto peso di pietra torreggi. E d’una pietra color tortora.
Formicola, anzi vermina di tutte le sue foglie e le sue teste d’angioli.
Pure non le si vorrebbe toglier nulla; ha un segno che sia superfluo ormai, e dentro al martello delle  sue campane stormi di uccelli che spiccano il volo dalle cornici pare lascino neri vuoti nella pietra dove prima erano pietra, tra il fogliame e le tese d’angioli, essi pure.”

 


Con queste suggestive parole Elio Vittorini, scrittore siciliano, racconta il suo primo impatto con il principale edificio religioso di Sassari dalla storia e dall’architettura complessa che lo rende ancor più splendido.
La bella chiesa, frutto di successivi ampliamenti, di aggiunte, di rifacimenti parziali, ha origini umili: nel tredicesimo secolo era una chiesetta modesta che nel 1278 divenne parrocchia del primate. Da allora il suo sviluppo e l’aumentare della sua dignità seguirono numerosi restauri, nel corso d’uno dei quali alla torre campanaria, di sezione quadrata e di forme severe, fu inflitta un’incongrua sopraelevazione. La facciata attuale, di notevole pregio ad onta della sovrabbondanza barocca, fu costruita ne 1725.
La storia del tempio è legata strettamente alle prime origini della città; infatti è in questa area che è sorto il primo nucleo di Sassari, quasi certamente verso la metà del X secolo. Si sa tuttavia che nel 1112 la Chiesa, consacrata a San Nicola vescovo di Mira, era una pievania di una certa importanza, come attesta anche il Condaghe di San Pietro di Silki.
A partire dal 1480, e probabilmente fino al 1505, la Chiesa fu restaurata in proporzioni più ampie che stilisticamente ricordano la tipologia gotico-aragonese trasformando anche la cupola. Tra il 1650 e il 1723 si ebbero luogo i lavori che portarono all’attuale prospetto.
La facciata, nelle sue parti costitutive, al di sopra del portico rettangolare, è contraddistinta da tre nicchie, all’interno delle quali si trovano le statue dei Santi Turritani (Gianuario, Proto e Gavino). Sulle nicchie tre medaglioni con la Madonna del Bosco e i Santi Antioco e Gavino. Una cornice li separa frontone che si innalza coprendo la cupola e parte del campanile; qui una grande nicchia racchiude la statua di San Nicola. La composizione barocca della facciata del Duomo esercita un fascino straordinario: svetta sui tetti della città costituendo il motivo dominante del panorama.
All’interno la Cattedrale custodisce antichi tesori, importanti testimonianze pittoriche e scultoree di artisti di diverse epoche. Sono di notevole importanza il dipinto dell’altare maggiore “La Madonna del Bosco” opera di artisti genovesi e  il Coro intagliato in noce sarda da artisti locali del 1700. Inoltre il Museo del Duomo conserva dipinti di Van Loo, di artisti di scuola caravaggesca e paramenti sacri e pezzi d’argenteria del XVII secolo.
 

                                                                                                                                                        

La facciata del duomo prima del restauro Particolare della facciata del Duomo. Questo è lo stemma del Capitolo Turritano che sovrasta il portone centrale, in cui vi è impressa la scritta “FIAT PAX” e la data 1715. A detta di alcuni suggerirebbe la fine dei lavori, secondo altri un voto di augurio per la pacificazione tra Austria e Spagna.

Duomo, particolare della facciata

Recente foto della facciata del Duomo che,
 dopo il restauro di quest’ultimo periodo,
 ha assunto un’esteriorità che ormai aveva perso, divenendo nuovamente maestosa e superba. 

 

 

 

   retro del duomo                               

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