La dea Meretseger è la divinità cobra che abitava sulla montagna sovrastante la Valle dei Re. E' spesso rappresentata come un serpente arrotolato o come un serpente con il capo umano. Talvolta è anche raffigurata come uno scorpione con il capo di donna. La traduzione del suo nome, Meretseger, è "colei che ama il silenzio" oppure "cara a colui (Osiride) che fa silenzio" e le era attribuita la funzione di guardiana delle tombe solitarie. Meretseger è ambivalente, può essere sia clemente che potenzialmente pericolosa; si diceva che portasse benessere a coloro che erano onesti e rispettosi, e castigo agli altri. Il colore associato alla divinità cobra è il verde scuro.
Vicino alla Valle
dei Re c’è una montagna conosciuta come “la Signora
della Vetta”. Questo era il dominio di Meretseger, la dea
cobra protettrice della zona, che si riteneva abitasse sulla
montagna. Nel periodo del Nuovo Regno, peraltro, la sua zona d’influenza
copriva l’intera area della necropoli tebana.
Meretseger era ritenuta la guardiana delle tombe reali. Ella era
una presenza silenziosa che poteva punire i malfattori col veleno
e con afflizioni fisiche, ma si mostrava benigna e clemente con
coloro che agivano con cuore onesto. La sua vendetta poteva
uccidere, ma la sua misericordia poteva portare miracolosa
guarigione. Era particolarmente venerata da coloro che lavoravano
alla necropoli, che la onoravano e la temevano dal momento che
quanti commettevano crimini potevano essere colpiti mortalmente
da punture velenose o afflitti dalla perdita della vista.
Tuttavia anche i malfattori avrebbero potuto godere dei benefici
della sua misericordia qualora si fossero pentiti.
Nell’antico
Egitto il cobra divenne un simbolo di sovranità. Il suo emblema,
o “Ureo”, ricorre sui copricapi sia delle divinità che
delle figure regali. Esso era frequentemente indossato da Horus e
da Seth ed era collegato al dio sole Ra. Il cobra appariva con la
testa sollevata, pronto a colpire in difesa del suo monarca. Si
riteneva che l’Ureo sputasse fuoco, e le sue fiamme erano
considerate il bacio della morte riservato ai nemici del re. Più
che avere una connessione diretta con Meretseger, l’Ureo è
associato ad un’altra divinità cobra, Wadjet, attestata a
Buto, a nord del delta del Nilo. Si riteneva che essa mantenesse
l’influenza dell’autorità regale nel nord ed è forse
per questo motivo che nel simbolismo regale l’Ureo era
spesso rappresentativo del Basso Egitto. Alcune fonti descrivono
invece la dea nelle sembianze di una leonessa vendicativa, con
attributi analoghi a quelli della leonessa Sakhmet.
Il serpente è un
animale che incarna significati mistici in tutto il mondo. I
serpenti sono sempre stati sia temuti che onorati, dal serpente
nel giardino dell’Eden fino a quello che è l’embema
del sesto anno nel ciclo astrologico cinese. Tuttavia, in Cina, i
serpenti erano considerati di buon auspicio e si riteneva che le
persone nate nell’anno del serpente fossero attraenti,
sensuali e seducenti. Molte culture hanno associato questo
rettile al ciclo della morte e della rinascita. Esso infatti
cambia pelle ed emerge dalla muta con un fresco aspetto di
rinnovata vitalità.
I serpenti sono stati spesso associati all’elemento igneo.
Essi sono il fuoco della nuova vita che spazza via il vecchio e
fa strada al nuovo in un continuo ciclo di trasformazione. Le
tradizioni yoga indiane collegano il serpente alla rinascita di
Kundalini, l’energia della forza vitale che spira dalla base
della spina dorsale verso l’alto. Il serpente faceva anche
parte dell’emblema di Asclepio, una divinità greca e romana
associata alla medicina.