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I romanzi e le novelle scritte da Gabriele D'Annunzio presentano caratteristiche innovative rispetto alle opere precedenti e aprono alle rivoluzioni narratologiche del Novecento.
Terra vergine (1882) ha come modello Verga (Vita dei campi è del 1880), ma manca del tutto il materialismo e l'impersonalità del verismo. Ha ancora una visione idillica della realtà rurale e marinara dell'Abruzzo, in cui esplodono il primitivo, l'eros e la violenza.
Del tutto analogo Il libro delle vergini (1884) che confluirà, insieme ad altre opere, nelle Novelle della Pescara, pubblicato nel 1902.
Un esempio di tale prima produzione è la novella intitolata Dalfino, che richiama molto Rosso Malpelo, ma dalla quale si distanzia sostanzialmente per scelte narratologiche divergenti da quelle veriste. Facile notare che il narratore è onniscente e che interviene spesso per giudicare. Ciò lo distanzia da Verga, e lo avvicina ai romanzieri francesi del Naturalismo.