Il Naturalismo francese

 

Gli aspetti salienti della filosofia positivistica sono

Si forma così un'ideologia scientista largamente diffusa e si divulgano nozioni quali l'evoluzione, la lotta per la sopravvivenza, l'ereditarietà o di presupposti culturali quali il determinismo, il metodo sperimentale e la dipendenza dei comportamenti umani dalle condizioni ambientali.

 

Il naturalismo, più che un movimento, è una corrente di opinione, nata in Francia durante la grande rivoluzione industriale, per l'influenza del pensiero scientifico e filosofico positivistico e delle nuove ideologie politiche e sociali.

Ha come precursori Balzac e Flaubert, ma il vero caposcuola e teorico è Emile Zola; esponenti di punta sono i fratelli Goncourt. In Italia il naturalismo giunse alla fine degli anni settanta e si diffuse rapidamente con il nome di verismo.

In definitiva il naturalismo fu in tutti i Paesi d'Europa, come fenomeno diffuso oppure con dei casi isolati, come Gissing e Bennett in Inghilterra, Palacio-Valdes e la Pardo-Bazan in Spagna, Eça de Queiros in Portogallo. Negli Stati Uniti il naturalismo fu introdotto da E. Watson Howe e accompagnò lo svilupparsi della giovane letteratura americana.

 

Il naturalismo applica alla letteratura il metodo sperimentale che è alla base del movimento filosofico del positivismo. L'opera narrativa diventa così un laboratorio per l'osservazione fredda e distaccata della realtà, di cui lo scrittore, al pari di uno scienziato, deve registrare impassibilmente i fenomeni: il narratore non interviene né si manifesta nel racconto (scompare il suo punto di vista). Si deve limitare ad osservare e a riportare il punto di vista dei suoi personaggi.

Questo movimento letterario respinge ogni eccesso della fantasia e del sentimento; l'obiettivo finale è quello di avere un'opera d'arte oggettiva, in cui l'autore si limita ad una narrazione impassibile delle varie vicende della vita quotidiana.

 

Il fattore dominante è quindi rappresentato dal canone dell'impersonalità dell'opera d'arte. Vi è inoltre una riduzione dell'opera d'arte a documento scientifico: il naturalismo va verso l'identificazione dell'arte con la scienza (la psicologia umana è trattata in letteratura con la stessa imparzialità e lo stesso rigore con cui le scienze si applicano alla classificazione dei fenomeni). Applicando all'arte i metodi e i risultati della scienza, si può riprodurre la realtà con una perfetta obiettività.

 

L'opera dello scrittore deve sottolineare la dipendenza dell'uomo dalle condizioni ambientali, quindi la sua essenziale mancanza di libertà. L'attenzione è puntata non tanto sulla natura quanto sulla società, intesa come meccanismo di sopraffazione e di abbrutimento dei singoli. Fondamentale è la tesi che il male e la malattia siano causa del deterioramento delle strutture sociali. Il romanziere naturalista deve «affondare il suo bisturi» nella società umana indagandone le passioni e i comportamenti e risalendo alla cause che li determinano (la descrizione di una condizione è quindi condotta con il rigore dell'analisi clinica). I fenomeni psicologici e sociali sono considerati prodotti dall'attività biologica fisiologica e psicologica dell'individuo e dei rapporti tra gli individui.

 

Scriveva Hippolyte Taine che l'individuo è la risultante del concorso di tre fattori determinanti: l'ambiente (mileu), il momento storico (moment historique) e la razza d'appartenenza (race). Per gli scrittore naturalistici una visione fortemente negativa della realtà sociale attuale (nuova società industrializzata) è associata ad un ottimismo fondato sul progresso della scienza.

 

Il naturalismo privilegia il romanzo in quanto solo nel romanzo possono essere distesamente affrontate le condizioni umane. Il romanzo sperimentale mette in luce le manifestazioni passionali e intellettuali dell'individuo e rappresenta l'uomo nell'ambiente sociale che lui stesso ha creato trasformandolo incessantemente e lasciandosi a sua volta trasformare.

 

Il naturalismo è volto principalmente allo studio e alla rappresentazione della realtà umana colta nei suoi aspetti più concreti (tutti fenomeni correlati all'industrializzazione: le metropoli industriali, le plebi cittadine, la condizione miserabile di alcune classi sociali, ecc.). I protagonisti dei romanzi appartengono in prevalenza alle classi subalterne, alla piccola borghesia e al proletariato, per convenzione sempre trascurati dal dominio della letteratura. Descrivere l'ambiente è per gli scrittori naturalisti una necesità, perché i comportamenti dei personaggi sono "determinati" dall'ambiente stesso, dall'ereditarietà e dalla razza: milieu, moment e race, secondo la teorizzazione di H. Taine. Le vicende della vita sociale e collettiva, che costituiscono il tema dominante della narrativa naturalistsa, sono osservate e narrate secondo i più rigidi canoni dell'oggettività: lo scrittore rimane ditaccato e impassibile dinanzi alla storia che racconta.

 

Il naturalismo ebbe i suoi interpreti più autentici e dotati in Balzac, Maupassant, Flaubert, nei fratelli Goncourt, in Daudet e in Huysmans; il suo rappresentante più coerente è certamente Zola. A tali narratori va poi accostata l'interessante figura del teorico letterario francese Taine.

 

Antologia dei testi più significativi per lo studio del Naturalismo e del Positivismo


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