CAPITOLO VI
6.1 L'inserimento della Storia della Fisica
Senza troppe tergiversazioni, sembra importante rispondere a tre domande : perchè la storia della fisica, quale storia, quali argomenti.
1) Riguardo alla prima domanda si vuole ribadire una convinzione : l'introduzione della storia della Fisica può solo essere una scelta libera e individuale del docente che è convinto dell'importanza culturale della Fisica e dell'utilità formativa e didattica della storia della Fisica. Esaminiamo brevemente alcuni aspetti. Dal punto di vista culturale la Fisica attraverso la storia appare come una affascinante "conquista dello spirito umano" (Popper), come una elegante, coerente struttura capace di avere a che fare con "ogni cosa stia in cielo e in terra". La Fisica è dunque parte integrante della nostra cultura in quanto attività dell'uomo che, per di più, ha avuto ed ha un'enorme importanza per lo sviluppo della nostra società. Purtroppo pochi si rendono conto di questo. Se in un gruppo costituito da persone "colte" si chiedesse se in Egitto ci sono le Piramidi, tutti risponderebbero di si, indignati per la domanda. Ma se si chiedesse che cos'è l'induzione elettromagnetica o cosa afferma il 2° Principio della Termodinamica, probabilmente nessuno saprebbe rispondere, nonostante la loro scoperta abbiano determinato alcuni dei maggiori mutamenti nella storia dell'Occidente. C'è da aggiungere che la cultura scientifica è una necessaria componente per una partecipazione attiva nelle società democratiche : ha il compito di formare cittadini che possano fare scelte, anche politiche, consapevoli. Dal punto di vista formativo si deve prendere atto del fatto che la conoscenza storica permette una migliore conoscenza del metodo scientifico. La Fisica appare come una struttura dinamica, pronta a "discutere e a mettersi in discussione", non possiede "ricette" confezionate e pronte per l'uso. La storia della fisica quindi contribuisce a dare una maggiore apertura mentale e permette di acquisire la capacità di definire nuovi problemi e di risolverli. Dal punto di vista didattico la storia della fisica sembra facilitare la comprensione dei concetti fisici. Il conoscere le difficoltà e le incertezze connesse alle affermazioni di una nuova teoria fa riflettere, incoraggia, toglie le frustrazioni, dà una maggiore fiducia nelle proprie capacità di comprensione. E ancora, lo sviluppare alcune parti della Fisica dal punto di vista storico serve a non creare fratture tra le varie discipline. Basti pensare alla lettura dei brani tratti dai "Discorsi intorno a due Nuove Scienze" di Galileo, nei quali confluiscono, oltre ai contenuti scientifici, un modello linguistico, un quadro politico e un pensiero filosofico. Oppure allo studio dell'invenzione della macchina termica con lo svolgimento della vita sociale [Rivoluzione Industriale e suo significato] cui si accompagnò, ancora, alle implicazioni filosofiche dell'esperimento di Oersted (Filosofia della Natura). A questo proposito sarebbe certamente ricco di spunti didattici, per una classe di liceo, un approfondimento fatto insieme al docente di Storia e Storia della Filosofia, sul ruolo dell'esperimento nello sviluppo della Scienza. 2) Riguardo alla seconda domanda, cioè "quale storia" sembra importante innanzitutto affermare che è impensabile ritenere di dover convertire l'insegnamento della Fisica in un insegnamento della Storia. Occorre fornire all'allievo contenuti fisici corretti che si riferiscano alle teorie piuttosto che sostituire a queste ultime la Storia. Ma per trasmettere contenuti fisici corretti è necessario far acquisire ai giovani una mentalità critica e una corretta metodologia scientifica. Perciò è importante che , almeno ogni tanto, gli studenti della scuola secondaria si confrontino con lo sviluppo storico di una particolare branca della Fisica in ragionevole dettaglio, compresi i contributi dei vari scienziati che includono sia i tentativi ben riusciti, sia quelli che non hanno avuto successo. 3) Riguardo alla terza e ultima domanda, cioè "quali argomenti" di storia della Fisica, premesso che non possibile sviluppare in ragionevole dettaglio tutti i casi storici di notevole importanza sarà necessario effettuare delle scelte. [1]
Senza presunzione di completezza si è dell'opinione che possano essere sviluppati i seguenti esempi significativi :
Il problema del moto di caduta dei gravi [2] affrontato da Galileo. Sulla scia del modo di procedere di Galileo, infatti, si può dare un esempio del modo in cui teorie scientifiche, calcoli matematici e lavoro sperimentale contribuiscano, integrandosi, allo sviluppo dei concetti fisici. L'analisi storica permette, altresì, di mettere in luce, ed apprezzare, il personaggio Galileo, riconoscendolo appunto, come ebbe a fare Newton, un gigante della fisica. Nello sviluppare questo argomento la metodologia usata è quella della ricostruzione storica accompagnata dalla lettura di brani tratti dai Discorsi.
Il problema della dinamica e, quindi, del moto dei pianeti affrontato da Newton, inquadrato nel più vasto problema della gravitazione universale,permette una descrizione del sistema solare, integrando Fisica e Astronomia. Il tema centrale diventa allora la rivoluzione copernicana che comportò, per dirla con Kuhn, [3] mutamenti concettuali nel campo della cosmologia, della fisica, della filosofia e della religione. Figura centrale di questa riflessione è I. Newton che merita grande considerazione nello sviluppo del pensiero scientifico.
L'esame delle teorie sulla natura della luce. L'utilità didattica consiste nel far vedere come e perchè nasce una teoria, come una teoria non è legata a principi di verità o di falsità assoluta, ma serve a spiegare un complesso di fenomeni e resta valida fintantochè non ce ne sia un'altra che spieghi un maggior numero di cose in maniera ancora più semplice.
La teoria termodinamica del calore, il modello di gas ideale e reale e la degradazione dell'energia alla luce delle questioni di termodinamica classica e delle implicazioni di tipo statistico.
La teoria elettromagnetica della luce viene affrontata dal punto di vista della Teoria dell'Elettromagnetismo classico di Maxwell con le sue quattro equazioni fondamentali : "piccolo" e sintetico schema di leggi in grado di descrivere nella maniera più completa possibile l'argomento, correlando le esperienze di una vasta area di fatti elettromagnetici e prevedendo nuovi risultati.
Il modello di atomo formulato prima da Rutherford e poi da Bohr. La ricerca in tal caso è tesa a scoprire come un mattone si è sovrapposto all'altro a formare l'edificio che è la teoria dell'atomo di Bohr.[4] Come è noto,
la fondamentale innovazione che sta alla base della scienza moderna consiste nel fatto che l'esperienza viene ad assumere un'importanza fondamentale, mentre si abbandona deliberatamente ogni presupposto di carattere metafisico. Le leggi fisiche, le ipotesi, le teorie, traggono la loro validità esclusivamente dal fatto di riuscire ad accordarsi in modo soddisfacente, con i risultati dell'esperienza. Oltre a ciò, superando ogni nebulosità ed imprecisione del linguaggio, la Scienza utilizza in modo sistematico la Matematica, che col suo rigore formale è garanzia di esattezza e di correttezza logica. Questa impostazione comporta, come è evidente, una sostanziale limitazione delle possibilità conoscitive della Scienza : mentre per i filosofi antichi il compito del pensiero umano è quello di penetrare nell'essenza della realtà, cercando di spiegare il perché delle cose ed i fini ultimi dell'intero universo, per lo scienziato moderno il compito si riduce, come è noto, alla ricerca delle connessioni tra i fenomeni, alla formulazione di leggi atte a descriverli : i perché ultimi della natura sono fuori della portata ed anche degli interessi della scienza. Quanto si è qui brevemente esposto costituisce un aspetto ormai risaputo della problematica scientifica che sarebbe necessario dibattere : altre questioni sono invece meno note e meno dibattute, come per esempio il metodo sperimentale è tutt'altro che chiaro ed univoco : nessuno contesta la validità di una osservazione e di una esperienza di laboratorio, ma la scienza fisica è costituita in gran parte da leggi e teorie che hanno più un fondamento matematico che una immediatezza sperimentale. Non di rado, poi, i fatti si accordano con certe parti di una teoria, ma non con altre. Oltre a ciò, sono state spesso formulate ipotesi prive di una sufficiente base sperimentale, e più ancora, si sono utilizzati concetti la cui validità era data per scontata e che hanno invece dimostrato in seguito la loro inadeguatezza a descrivere correttamente la realtà (esempio clamoroso il presupposto della assolutezza di spazio e tempo). La sperimentazione e la matematica sono i due cardini della scienza. Ma se ciò è vero, qual'è il valore da attribuire a ciascuno dei due? Se si ammette che è vero soltanto ciò che si può verificare sperimentalmente si va incontro, sul piano filosofico, a pericoli piuttosto seri : non solo un'esperienza è sempre, a rigore, differente da qualsiasi altra, ma soprattutto non c'è niente che ci garantisce la validità futura delle nostre conclusioni. Se viceversa si ammette che "il grande libro della natura sia scritto in termini matematici" e che quindi il compito dello scienziato sia soltanto quello di capire tale linguaggio, si attribuisce un valore assoluto ed universale alle leggi fisiche rischiando di cadere in un nuovo tipo di metafisica, non meno aleatoria di quella antica. C'è infine da sottolineare che troppo spesso, come si diceva pochi periodi prima, i non specialisti sono portati a considerare il corpo delle conoscenze scientifiche come qualche cosa di statico, di acquisito una volta per tutte. Si dimentica in genere di prestare la dovuta attenzione al travaglio da cui ogni singola legge è nata, alle possibilità alternative di enunciazione e di verifica, alle discussioni e alle critiche cui essa ha dato luogo. E' dunque indispensabile inquadrare storicamente e criticamente, sia pure a grandissime linee, l'evoluzione del pensiero scientifico. In tal modo si potrà far comprendere, per un verso, come la visione statica della scienza non sia affatto aderente alla realtà, ma come ogni importante formulazione scientifica sia stata il frutto di una successione di studi e di approfondimenti. Per altro verso - e questo secondo aspetto è certamente il più importante - si potrà mettere in evidenza come il progredire della scienza abbia segnato in fondo il cammino stesso dell'umanità e come grandi problemi del nostro tempo (frattura tra cultura umanistica e scientifica; crisi delle religioni storiche e del principio di autorità; rapporto scienza-potere; etc...) trovino la propria origine e la propria motivazione all'interno dell'evoluzione del pensiero scientifico e della scienza stessa.[5]
[1] C.ROMAGNINO, Inserimento della storia della fisica nel triennio, in La Fisica nella Scuola, Atti del XXVII Congresso Nazionale A.I.F., Caserta, 1988, pp.108-115.
[2] S.BERGIA-P.FANTAZZINI, Considerazioni storico-didattiche sul moto di caduta dei gravi, in La Fisica nella Scuola, Anno XIII, n.1, Gennaio-Marzo 1980, pp.8-11
[3] T.S.KUHN, La Rivoluzione copernicana. L'astronomia planetaria nello sviluppo del pensiero occidentale, Torino, Einaudi, 1972.
[4] C. ROMAGNINO, op. cit., 115
[5] S.MORETTINI, Temi fondamentali della Fisica Moderna, Torino, G.B.Petrini, 1982, pp.421-422.