CAPITOLO VII
7.5 - Riflessioni conclusive
Molto brevemente ci sembra opportuno tentare una conclusione che riguardi
direttamente i propositi e le mete educative che ci si prefigge di conseguire
con l'impostazione metodologica precedentemente illustrata.
Ricordando ancora una volta che la traccia proposta, per quanto lineare ed
efficace, non può risolvere da sola i numerosi problemi che riguardano sia la
risoluzione dei problemi di Fisica, sia l'apprendimento della Fisica stessa,
poiché questa metodologia non può rappresentare altro che una componente del più
vasto processo formativo che si attua completamente solo prendendo in
considerazione aspetti e tematiche di ampio respiro, come quelle viste prima nei
capitoli precedenti. Tuttavia, se si avrà l'accortezza e la lungimiranza di
inserire questa traccia di lavoro in maniera armonica e articolata nel contesto
di un progetto più generale, allora la proposta metodologica, che diventa
proposta pedagogica, acquista nuova luce e profondo significato.
Questa impostazione, per esempio, abitua
al metodo scientifico e al rigore critico perchè stimola le capacità di
osservazione, di analisi, di sintesi e di elaborazione; educa al ragionamento
perchè conferisce agilità mentale al processo di ideazione e di creatività;
consente di individuare problemi e prospettare ipotesi interpretative e
soluzioni; stimola l'inventiva, impegna a inventare modi di concepire la realtà
e sviluppa, in senso operativo, l'originalità degli interventi.
A causa della naturale interconnessione con la Matematica, permette, altresì, di
sviluppare meglio l'interdisciplinarità, realizzando una fusione più stretta e
aggregante tra le due discipline. Ci viene in mente, per esempio, la non
improbabile possibilità che risolvendo un problema di fisica si possa alla fine determinare,
come soluzione "fisica" del problema, una relazione matematica che sia
la funzione di
un variabile, come per esempio un angolo, e la soluzione è rappresentata da quale valore
deve avere l'angolo affinché la funzione presenti un massimo o un minimo. Si
comprende subito che diventa necessario applicare i criteri e le condizioni dell'analisi
matematica per determinare
un massimo o un minimo della funzione. A questo punto il problema da fisico
diventa matematico con tutte le conseguenze che si propongono nel
legame esistente tra fisica e matematica.
Il problem solving, pertanto, opera
nella logica di sviluppare i fattori positivi del ragionamento e di dotare la
struttura intellettiva di duttilità mentale tale da esaltare le capacità
razionali del soggetto.
Da un punto di vista docimologico, poi, dà la possibilità di effettuare
verifiche e controlli sul livello delle conoscenze specifiche, rende minimo il
cosiddetto "effetto alone" e opera per un'analisi conoscitiva abbastanza varia e
articolata, dando dignità e serietà all'intero processo valutativo.
Ulteriori elementi di riflessione sulla tematica del problem solving possono essere raggiunti al seguente link: >>>