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Cos’è la speleologia?

La speleologia è una disciplina un po’ particolare: non è una scienza (come il nome potrebbe suggerire), non è uno sport (anche se in certi casi è una delle più faticose ed impegnative attività umane) e non è neanche un hobby (però in genere nessuno retribuisce gli speleologi per il lavoro che fanno, neanche quando questo si dimostra utile alla collettività).
In realtà la speleologia è la somma di queste tre cose e di tante altre.


Lacca del Cascinetto
(foto di Cesare Mangialli)

Tra gli speleologi ci sono persone che hanno interessi diversi, alcuni si specializzano in materie particolari correlate allo studio delle grotte, altri privilegiano l’aspetto atletico-sportivo, altri ancora si concentrano sulla parte esplorativa-descrittiva.

Tralasciando le motivazioni nascoste che spingono la gente verso il mondo sotterraneo (e c’è una vasta fioritura di curiose ipotesi sulle attitudini psico-sociali degli individui che subiscono quest’attrazione), si può dire che la finalità ufficiale della speleologia sia lo studio delle grotte e di tutto ciò che le riguarda. Forse il modo più corretto di inquadrare questa disciplina è quello di considerarla una ricerca di tipo geografico.

Una completa attività speleologica comprende: esame delle caratteristiche geomorfologiche di una zona carsica; battute sul terreno alla ricerca di grotte ancora sconosciute; posizionamento delle stesse sulla cartografia esistente; attrezzamento ed esplorazione delle nuove cavità (o di nuove parti in cavità già note); rilevamento topografico e fotografico; osservazioni sulla vita animale e vegetale, sull’idrologia, la meteorologia nonché sugli eventuali fossili o reperti archeologici che caratterizzano le grotte oggetto dello studio. Questo ventaglio di opportunità permette a chiunque di occuparsi delle mansioni più congeniali alle proprie capacità fisiche o intellettuali.

Nella loro frenetica ricerca di nuove frontiere gli speleologi hanno pacificamente invaso luoghi diversi dalle solite grotte carsiche nei calcari: cavità scavate nei gessi, nella lava, nel salgemma, nei ghiacciai, nelle rocce quarzitiche.. poi ancora strutture create dall’uomo.

Recentemente alcuni si sono spinti anche dentro le “forre”, le cosiddette grotte a cielo aperto: profondissime gole (spesso percorse da fiumi impetuosi) che in teoria nulla avrebbero a che spartire con la speleologia, salvo qualche analogia sulle tecniche di discesa su corda.

Ne è nata una nuova disciplina sportiva chiamata Torrentismo che, pur essendo stata praticamente inventata dagli speleologi, si sta giustamente affermando come attività autonoma.

 

 

 

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Aggiornato il: 01 aprile 2002