GRANDI SCRITTORI STRANIERI DEL 900
JAMES JOYCE


 

Luigi De Bellis

 


 

  Dall'Irlanda all'Europa  
Un ignoto e splendido uccello marino
Il multiverso urbano La narrativa  
Ulisse 
Gente di Dublino
Dedalus
Un caso pietoso

E si dissi si voglio si
 
 

HOME PAGE


 

Autori:


 

E SI DISSI SI VOGLIO SI

È stato notato dalla critica che il nome di Molly appartiene anche all'eroina del primo romanzo borghese settecentesco che abbia come protagonista e narratrice una donna, Moll Flanders di Daniel De Foe. Molly Bloom prende dalla sua bisavola letteraria la stessa spregiudicatezza verbale e sessuale. Mentre il marito la raggiunge nel talamo coniugale insozzato dalla visita di Blazes Boylan, Molly, un'anti-Penelope per eccellenza, si abbandona alle sue fantasticherie sonnolente. Si rinvia a G. de Angelis, Ulisse. Guida alla lettura, cit. in Bibliografia, per una competente esegesi della sezione, suddivisa in «otto paragrafi; o lunghe frasi prive di qualsiasi segno di interpunzione». Il ricordo delle colline di Howth, verso cui si dirigeva lo sguardo di Stephen Dedalus prima della visione della fanciulla-uccello, suggella l'Ulisse sotto il segno dell'amplesso amoroso tra Molly e Leopold. Anche se in modo assai più frammentario e sensuale che in Proust, il tempo perduto è stato ritrovato.

Ulisse è un punto d'arrivo non solo nell'attività creativa di Joyce, ma nell'evoluzione della letteratura occidentale. Al pari del Waste Land di Eliot (pubblicato nello stesso anno 1922), e più ancora della Recherche proustiana, segna la consumazione definitiva dell'esperienza decadente e simbolista, e perciò anche di quella romantica e post-romantica, sfociata nel decadentismo. Decadentismo e simbolismo avevano messo in crisi la forma letteraria più caratterizzante della tradizione inglese nei due secoli precedenti: il romanzo con la sua fondamentale istanza realistica sia sul piano figurativo che su quello psicologico. Nel 1923 T.S. Eliot poteva dire che il romanzo era finito con Flaubert e con James, e che il merito dell'Ulisse era appunto quello di non essere un romanzo, ma il suo superamento, grazie alla sostituzione del "metodo mitico" a quello narrativo, reso possibile dai progressi compiuti sullo scorcio dell'Ottocento nei campi della psicologia, dell'etnologia e dell'antropologia. L'adozione del metodo mitico, ossia la sovrapposizione al realismo narrativo di costanti paralleli con un poema omerico, aveva per Eliot < l'importanza di una scoperta scientifica».

A smentire le affermazioni di Eliot sul carattere di anti-romanzo o non-romanzo dell'Ulisse stanno le ripetute e costanti definizioni di Joyce che chiama il suo libro novel, e sta soprattutto l'intera tradizione narrativa inglese che prende le mosse dalla definizione del novel data nel Settecento da Henry Fielding: «poema eroicomico in prosa», inteso a strutturare una rappresentazione minuziosamente realistica della vita contemporanea sul modello dell'epica classica, in modo da ironizzare allo stesso tempo sia fanti-eroismo dell'esperienza quotidiana sia il magniloquente atteggiamento dell'epica.

L'importanza dell'Ulisse sta in gran parte nel recupero della stagione più avventurosa della narrativa inglese: non solo dell'eroicomico di Fielding (che proprio sull'Odissea aveva modellato il suo Joseph Andrews), ma dello psicologismo e della narrazione soggettiva di Richardson, di certe polivalenze verbali di Smollett, e soprattutto della consapevolezza di Sterne di meccanismi associativi e linguistici che anticipano la tecnica dello stream of consciousness. È proprio tale recupero che permette a Joyce di riconciliare nel suo romanzo l'antinomia fondamentale fra realismo e simbolismo che comprometteva l'esistenza stessa del genere "romanzo" sulla fine dell'Ottocento. Per di più la dimensione eroicomica gli dà modo di contenere la tendenza all'evasione metafisica insita nel simbolismo e di ricondurre la forma espressiva in un ambito esclusivamente e inclusivamente umano.

Nel 1918, quando aveva scritto soltanto un quarto del suo libro, Joyce fornì all'amico Frank Budgen due definizioni dell'Ulisse: «un'Odissea moderna», e «l'epica del corpo umano». Sono questi i due pilastri su cui poggia l'intera struttura del libro.

2000 © Luigi De Bellis - letteratura@tin.it