Il noto
episodio, forse il più celebre di tutta la Recherche, illustra
esemplarmente un suo tema centrale e deve la sua efficacia a una
sorta di doppio registro: una tenera, poetica e intensa vocazione
memoriale intreccia il suo lirismo al rigore mentale con cui il
fenomeno della memoria involontaria e della ricerca della
"verità" viene scandagliato, sviscerato e spiegato.
1) I tre momenti.
Attento, sempre, all'architettura, alla composizione della sua
pagina, Proust distribuisce la materia del suo episodio in tre fasi.
La prima, preparatoria, è assai breve ma indispensabile per creare
poi l'effetto del "salto" in direzione dell'imprevedibile
e dello straordinario: vi si allude alla tristezza del presente e
alla prospettiva di un domani doloroso. La seconda, più ampia,
riguarda gli inutili sforzi della volontà per arrivare a un'elucidazione
del misterioso senso dell'effetto straordinario di una sensazione.
Nella terza infine, si ha l'improvvisa emersione di un ricordo, il
gioioso recupero di momenti felici dell'infanzia, un lembo di
passato che sembrava sepolto nelle profondità dell'essere. L'autore
lascia però intendere che ci sarà, più tardi, un quarto momento,
quello della spiegazione del perché l'affiorare di quel nitido
ricordo generi tanta felicità: una felicità, quindi, che non
consiste nel semplice dato memoriale, ma nel suo senso, nella verità
cui fa approdare.
2) Memoria volontaria e involontaria: il
linguaggio metaforico.
Il brano si svolge, come si è detto, sul
doppio registro analitico e lirico e si articola facendo uso di un
linguaggio che è insieme di un'assidua razionalità (lo sforzo
volitivo per capire e spiegare) ed aperto tuttavia al mistero, al
meraviglioso, all'inesplicabile (il gioco della memoria
involontaria, che si sottrae ad ogni sforzo razionale). Per rendere
tale duplice tematica, quel linguaggio si traduce costantemente in
scelte metaforiche che, nel consapevole intento di Proust, sono le
uniche a poter rendere le complesse corrispondenze tra il piano del
reale (le sensazioni) e quello dell'ideale (la risonanza interiore).
3) La Verità.
Proust per il momento, come si è detto, non è in grado di
spiegare il senso della straordinaria felicità procurata da un
delizioso ricordo. Però già fa intravedere, mediante precise
formule e scelte espressive, spesso così elette e sublimi da
sembrare sproporzionate all'entità dell'episodio, in che direzione
andranno le sue esplicazioni future, quale sarà cioè il senso
della sua Verità: il primato dello Spirito, la sicura identità
dell'Io più misterioso e più profondo.
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