La Cuba di Pantalion

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Zoom stile coloniale Havana
 
 
Zoom auto Habana
 
 
Zoom arrotolatore di sigari
 
 
 
Zoom bancarella de la Catedral
 
 
 
Zoon complessino in un bar
 
   

La mia Cuba 3

 

Per darvi un'idea più precisa di Cuba, o meglio di una parte di essa, vi racconto un po'  il nostro viaggio.

Da Bari arriviamo a Roma Fiumicino (dopo una breve parentesi nella stazione Termini, dove siamo stati più volte richiamati da una squadra antiterrorismo preoccupata dal fatto che scattiamo troppe foto "logistiche"). Non ci  sequestrano i rullini solo perché in fondo siamo colleghi, nel senso che anche noi siamo una squadra...

Imbarcati su di un aereo dall'aspetto tutt'altro che rassicurante, sensazione decisamente smentita in seguito, giungiamo all'aeroporto dell'Avana. Come primo volo niente male, vero? La valeriana ha contribuito in modo decisivo. Vorrei lodare il personale della linea Cuba Airlines: molto gentili e rassicuranti anche al ritorno!

 

La prima sensazione che ricordo, una volta a Cuba, è lo spaventoso tasso di umidità che ci accoglie appena messo piede fuori dall'aeroporto. Superato il senso di soffocamento iniziale, prendiamo il pullman turistico che ci accompagna a Varadero. Lungo il tragitto ci fermiamo in un bar immerso in un'atmosfera semplice ma allo stesso tempo magica, fatta di ritmi e volti colorati: un'esplosione di sensualità ed allegria in un posto spartano. Siamo a Cuba!  Finalmente a Varadero, sistemazione in camera, mancia, e tanto buon sonno "condizionato".

 

Aperti gli occhi mi ritrovo in un luogo strano, quasi fatato: palme, laghetti, cento tipi di colazioni diverse, ristoranti, bar, negozietti, personale dai mille colori e tratti somatici, animali in comunione forzata in spazi disegnati sulle scrivanie di qualche architetto, insomma sono a Cuba da poche ore e già mi sembra di aver visto cento paesi diversi. Una volta subite le doverose lezioni di comportamento turistico e apprese le nozioni basilari per un tranquillo soggiorno, perlustriamo con avidità  tutto quello spazio enorme che ci ospitava, seguendo i sentieri che portano ad un oceano bianco e puro di mattina,  intenso e scuro di sera. Dopo aver superato la curiosità iniziale,  capiamo che Cuba non è dentro quel castello fatato e protetto da miti e simpatici vigilantes: occorre uscire  per capire dove siamo!

Decidiamo allora di esplorare Varadero, distante 4 km dal nostro villaggio, in scooter (il cui noleggio va dai 10$ in sù all' ora). Lungo la strada troviamo decine di maxi cantieri che preparavano strutture immense per turisti impacchettati; in essi decine e decine di lavoratori cubani, disponibilissimi ad indirizzarci e a scambiare qualche parola: italiani? spaghetti, Napoli, paesà, Italia amica di Cuba. A pensare al governo attuale, non sarei proprio convinto di quest'ultima affermazione!

Superati i cantieri arriviamo  in una cittadina che presenta i segni dei fasti di un tempo, con  un'architettura fatta di stili discordanti, il più colorato e appariscente dei quali è senza dubbio quello coloniale. Il fasto di un tempo però è solo un ricordo, appaiono abitazioni logorate, affaticate, tenute in piedi solo dall'allegra promiscuità familiare che le abita: nonni, zie, fratelli, sorelle, tutti sotto un umile tetto, tutti a bordo di mitiche auto stile anni Cinquanta.

Non vi sono monumenti celebri a Varadero, solo la solita propaganda politica. Molto tempo lo trascorriamo a visitare i numerosi mercatini artigianali, vivaci nei colori e nei volti. 

Trovo molto interessanti gli oggetti realizzati in cartapesta, forse perché li sento vicini al mio Salento; ma anche la lavorazione del legno è pregiata, portasigari, statue e strumenti musicali sono da apprezzare. In ognuno di questi mercatini ci vengono offerti fumo, cocaina e soprattutto sigari. I sigari cubani sono un ottimo souvenir, i Montecristo vanno per la maggiore, ma anche i Cohiba, quelli giganteschi, si vendono bene. I prezzi variano a secondo dei luoghi: in albergo sono convenienti, ma il vero affare lo farete lungo i bar dell'autostrada Varadero-L'Avana. Vi consiglio di acquistare i Cohiba: costano di più, dai 25$ in sù, ma hanno un valore vicino a 500 euro. Un paio di scatole di questi e vi ripagate il viaggio: basterà venderli sottobanco ai tabaccai di fiducia (io non l' ho detto)! I Montecristo sono più piccoli e il loro prezzo cambia a seconda del numero, che indica la qualità: i più costosi sono il numero 5; vi consiglio di non spendere più di 10$ a confezione. Continua...

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