Il corridore saronnese pensa
già al Giro 2002: "Il percorso mi piace moltissimo"
Il modello da seguire è quello di Richard Virenque, il campione francese
rimasto fuori per squalifica 11 mesi e rientrato alla grande, con una vittoria
di prestigio alla Parigi-Tours ed un Mondiale da protagonista.
Per Dario Frigo Virenque è l'esempio da imitare, anche lui vorrebbe
rientrare così, alla grande, magari già a marzo visto che il 28enne corridore
di Saronno è da sempre abituato a trovare da subito la giusta condizione.
"La squalifica sta per finire e il morale è buono, mi piacerebbe
davvero imitare Virenque ed il suo rientro esplosivo" comincia a
raccontare l'ex maglia rosa che spiega"io mi sto allenando con grande
impegno e le gambe vanno meglio, certo avrei bisogno di correre per trovare la
giusta condizione. E poi ho voglia di tornare a respirare il clima delle corse.
Ma arriverà anche quel momento".
La mente di Frigo comunque ormai è rivolta al 2002, mentre il 2001 che gli ha
dato grandi soddisfazioni e altrattanti grandi delusioni è già alle spalle.
"Dentro di me ho una grande voglia di riscatto, di fare bene, di tornare
a quei livelli che mi avevano permesso di vincere corse importanti"
conferma il ciclista lombardo.
Inevitabile ovviamente per Frigo pensare al prossimo Giro d'Italia, la corsa che
più ama e che correrà da capitano della sua nuova squadra, la Tacconi Sport.
"E' un percorso che mi piace tantissimo. Selettivo e difficile con
occasioni per tutti" ammette Frigo "Personalmente poi reputo
che si adatti molto alle mie caratteristiche con salite non difficilissime e
molti più chilometri a cronometro. Chi sono i favoriti? Penso che alla fine a
giocarsi la maglia rosa saranno tutti quei corridori che hanno lottato per
conquistarla negli ultimi anni. ".
Ma a spingere Frigo verso quella maglia rosa che nel 2001 ha indossato per una
settimana è il ct azzurro Franco Ballerini che, vedendo il percorso
della corsa, ha subito sottolineato: "Con delle cronometro così lunghe
e impegnative questo Giro non vedrà favoriti tanto gli scalatori puri quanto
corridori come Frigo e Garzelli"
"Quante tappe vincerò? Non so, non ho idea. Ma sono ottimista vedremo"
Vecchio non si sente, così
come non si sente sotto esame.
Mario Cipollini a 34 anni non
vuole certo abdicare e lasciare il trono degli sprinter.
Lo ha detto chiaramente alla presentazione del
prossimo Giro d'Italia, osservando soddisfatto il percorso.
Le occasioni per noi velocisti non
mancheranno di sicuro, starà a noi poi saperle sfruttare adeguatamente. Quante
tappe vincerò? Non so
non ho idea. Ma sono ottimista vedremo. In ogni caso non penso di dover
dimostrare più niente a nessuno:
per mia fortuna ho già fatto qualcosa nella mia carriera".
Dopo otto anni Cipollini non potrà più fare affidamento sulla Saeco e sul suo
mitico trenino che tante volte ha portato SuperMario al successo.
"Sinceramente non mi preoccupo per questo. Il "trenino" degli
anni d'oro della Saeco è stato incredibile,
ma sono convinto che anche all'Acqua e Sapone ci sia dell'ottimo materiale, ci
siano dei corridori che
potranno fare un egregio lavoro per consentirmi di fare le mie volate. Per
questo sono fiducioso".
Sul suo principale rivale ed avversario per il 2002 Cipollini non ha dubbi: "Come
al solito sarà Ivan
Quaranta con cui mi sono scontrato tante volte in questi anni. Va fortissimo,
con il passare degli anni è
maturato e migliorato e duellerà con me in tutti gli sprint al Giro. Ma vincere
quando lotti con un avversario
competitivo fa ancora più piacere".
E un grande Giro d'Italia a Cipollini servirà per guadagnarsi magari una
convocazione in nazionale: ai
prossimi mondiali a Zolder infatti il percorso si adatterà alla caratteristiche
dei velocisti. Il ct Ballerini è
avvertito...