Poseidonia - Paestum

La città di Poseidonia venne eretta dai Trezeni, di lingua dorica e di cultura achea, ricalcando il mito degli Argonauti, intorno all'VII secolo a.C., in onore del dio del mare. Alla costruzione della città concorsero anche alcuni Sibariti, ai quali si aggiunsero gli esuli, fuggiti alla distruzione del 510 a.C.. Secondo le usanze greche, venne immediatamente eretto il tempio di Hera Argiva (conosciuto anche come Nettuno) , nel 500 a.C., sulla foce del Sele, come i locresi avevano fatto a Capo Zefirio ed i coloni di Crotone a Capo Lacinio.

                               
Tempio di Hera Argiva Tempio di Hera (ricostruzione)

Si trattava di un tempio periptero di 8 colonne sui lati brevi e 17 su quelli lunghi, con colonne doriche a capitello arcaico. Del fregio dorico sono rimaste alcune metope.

L'area archeologica si distingue nel suddetto santuario di Hera, coposto dalla basilica e dal tempio di Nettuno, ed il tempio di Athena, noto come tempio di Cerere.

Templi di Nettuno e di Hera

Dopo la caduta di Siris la città prosperò. Aveva sostituito Sibari nei commerci con la Sardegna ed aveva un canale preferenziale nelle esportazioni con gli Etruschi.

Ebbe un periodo di pace con tutte le popolazioni limitrofe, non conoscendo alcun tipo di guerra. Intorno al V secolo a.C. cadde per mano dei Lucani , ma non ad opera di una guerra, ma a seguito di un processo di infiltrazione dell'elemento agricolo nella comunità greca. Del resto l'entroterra era fortemente popolato dalle tribù italiche. La città assunse il nome lucano di Paistom .

In questo periodo la città conobbe un progresso soprattutto nel campo  delle necrepoli, come testimonia la famosa Tomba del Tuffatore, il cui affresco presenta molte affinità con gli affreschi presenti nelle varie tombe etrusche, soprattutto nella parte naturalistica. Questo testimonia un contatto tra le due civiltà.        

Dopo circa un secolo Alessandro il Molosso , partendo da Taranto sbarca a Paistom e sconfigge i lucani, cercando di ricostruire una nuova Magna Grecia. Il suo sogno, assieme a quello di molti poseidoniani, finì per mano degli Bruzi che lo uccisero vicino Pandosia . Tale perdita venne cantata anche dal filosofo tarantino Aristosseno.

Nel 273 a.C. i Romani fondarono sul luogo Paestum , una colonia di diritto latino. La città conobbe un nuovo splendore. Essa rimase fedele a Roma sia sotto le guerre di Pirro che quelle di Annibale  e venne ripagata di tale fedeltà, potendo coniare una moneta propria. Si racconta che dopo la sconfitta di Canne la città diede a Roma tutto il suo oro per finanziare il nuovo sforzo bellico.

La città di Paestum conobbe un nuovo splendore in età romana: venne realizzato un foro, un anfiteatro, un ginnasio. La fine della città fu per cause naturali: il fiume Salso la inondò e formò un'area paludosa.

Paestum divenne famosa per la ceramica, per i vasi. Sorse infatti una scuola locale di ceramisti. Fra i pittori pestani più famosi si ricordano Asteas e Python . La città conobbe anche illuminati filosofi, letterati, poeti, politici di cui non si conosce il nome ma che contribuirono alla realizzazione di una magnifica città.    

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