Tutti conoscono i cartoni animati giapponesi. Sono luoghi popolati da esseri umani verosimili ma surreali, che si muovono in paesaggi realistici eppure irreali. Questo avviene perché i due elementi chiave dell'immagine (linee e colori) sono spinti all'eccesso. Le linee sono ultranitide, elementari e al tempo stesso perfette, mentre i colori sono violenti, accesi, deliziosamente vistosi. Questi canoni estetici possono essere applicati anche alle ukiyo-e, le stampe tradizionali giapponesi che nacquero e si svilupparono nel XVII secolo.
In quell'epoca, dopo lunghissime guerre civili fra i feudatari che si contendevano il potere, la famiglia Tokugawa riuscì a prevalere e ottenne la carica di shogun (dittatore militare). I nuovi shogun seppero ridare pace e ordine al paese, ma decretarono il suo isolamento totale dal resto del mondo.
La capitale venne stabilita a Edo (la futura Tokyo), un piccolo villaggio che ben presto si trasformò in una metropoli con un milione di abitanti, tra i quali spiccavano un gran numero di samurai e daimyo (feudatari), che conducevano uno stile di vita assai raffinato. Grazie a questa facoltosa clientela, i commercianti e gli artigiani di Edo si arricchirono rapidamente, ma rimasero tagliati fuori dal potere politico e dalla sua area culturale, poiché il Giappone dell'era Tokugawa (come la Francia dell'Ancien Regime) era fondato sulle classi sociali, e solo due di esse (daimyo e samurai) potevano accedere all'amministrazione pubblica.
I borghesi di Edo rimasero pertanto esclusi dalla cultura "elevata" delle classi dominanti, e crearono una propria cultura "popolare" che si sviluppò all'interno dei loro luoghi di ritrovo preferiti: le case da the (dove si potevano incontrare delle bellissime geisha) e il teatro Kabuki.
Le stampe tradizionali ukiyo-e sono uno dei risultati più riusciti di questa cultura "popolare", e sono strettamente connesse ai luoghi di ritrovo: i soggetti favoriti di queste stampe sono infatti le cortigiane delle case da the e gli attori del kabuki, che all'epoca erano delle vere star, un po' come gli attori del cinema oggi. Ma nelle ukiyo-e si può incontrare ogni tipo di immagine: scene di vita urbana e paesaggi campestri, combattimenti di samurai e incontri segreti fra amanti... Non è un caso che la parola ukiyo-e significhi "immagini del mondo che scorre": le stampe tradizionali giapponesi sono delle istantanee che fissano un momento di vita con la stessa naturalezza di una fotografia. Ma al tempo stesso trasformano quell'istante in un una rappresentazione magica, in cui ogni singola linea, forma e colore travalicano il realismo della scena, proprio come accade negli anime e nei manga.
Le ukiyo-e hanno conosciuto il loro apice tra il XVIII ed il XIX secolo, grazie a grandi artisti tra i quali svetta il maestro Hokusai.
Quando, nel 1868, il Giappone fu costretto a interrompere il suo isolamento, l'arte occidentale penetrò nel paese influenzando notevolmente gli artisti locali. Anche le ukiyo-e hanno subìto questa "contaminazione" e hanno perduto la loro originalità primitiva.
Ma grazie alla tipica dote giapponese di saper coniugare tradizione nazionale e modelli stranieri, gli artisti incisori hanno continuato e continuano a creare delle stampe che spesso sono autentiche opere d'arte.
Ma le parole non possono sostituire le immagini, che sanno spiegarsi meglio di qualunque descrizione.
Per concludere, un ultimo spazio dedicato ai links.