Ricevo continuamente lettere di appassionati di radioattività che vogliono acquistare e collezionare minerali ad alta emissione radioattiva e, sopratutto, lo vogliono fare senza correre stupidi rischi.
Credo sia abbastanza noto che il rischio è figlio dell'ignoranza, del non sapere quello che si fa ed a quali conseguenze ci stiamo esponendo con le nostre azioni.
Ho conosciuto collezionisti di minerali che detenevano senza alcun riguardo minerali ad alta emissione radioattiva. Sapevano tutto della cristallografia, della chimica e della geologia, eppure non sapevano QUANTO fosse radioattiva quella Pechblenda che esponevano tranquillamente in bacheca o quali pericoli diffondesse nell'aria quelle scaglie di gialla Autunite.
Neppure ho mai conosciuto un collezionista di minerali che mi sapesse dire quale era il livello di inquinamento indotto dal Radon continuamente emesso dai minerali radioattivi che aveva in collezione. Il grottesco era poi quando il tipo mi raccontava di aver smesso di fumare in gioventù perchè preoccupato per la propria salute ed ora passava il suo tempo ad ammirare ed a spolverare la sua bella collezione.
Robe da matti !
Cerchiamo allora di definire alcune regole di comportamento e proviamo a dare delle indicazioni per minimizzare i rischi. Vedremo anche come è possibile tenere liberamente delle collezioni altamente radioattive, pur pienamente visibili e godibili, ma senza correre alcun rischio reale.
Iniziamo allora con l'individuare quale è il pericolo.
Contrariamente a quello che tutti pensano, non è certamente la radioattività. Non lo è in quanto è facilmente verificabile con i tanti strumenti disponibili, non lo è in quanto è facilmente schermabile nelle sue componenti più pericolose, raggi Alfa e Beta, bastando una semplice lastra di vetro o plexiglass per eliminarli quasi totalmente, qualsiasi sia il loro valore di emissione.
Anche le radiazioni Gamma vengono poi notevolmente attenuate, se non dagli schermi, per lo meno dalla distanza di sicurezza che dovremo sempre mantenere.
Quindi, per difenderci dalla radioattività, dovremo tenere i nostri campioni dentro vetrinette di plexiglass o cristallo e tenere i nostri campioni LONTANO da dove noi viviamo normalmente. Niente collezioni in sala da pranzo, niente campioni radioattivi in camera da letto o nell'ufficio. Vanno benissimo invece in una stanza normalmente poco utilizzata, in cui soggiorneremo solo per il tempo che dedichiamo alla nostra collezione.
Veniamo ora ad un pericolo reale, assolutamente non valutato nella sua reale gravità. Ammettiamo pure di avere completamente schermato i nostri campioni, non un filo di radiazione può colpirci e pertanto possiamo ritenerci al sicuro.
Nulla è più sbagliato, ogni minerale che emette radioattività contiene elementi che continuamente si trasformano in altre sostanze ancora diverse, con diverse caratteristiche.
Il più comune tra gli elementi radioattivi, l'Uranio, si distrugge lentamente trasformandosi in vari isotopi del Thorio, del Radio e del famigerato Radon.
Ma questi è un gas, si libera continuamente dai vostri bellissimi campioni di minerali e si mescola all'aria che respiriamo. Non resta stabile per molto, nel giro di alcuni giorni si decompone completamente in Polonio emettendo delle radiazioni Alfa.
Se questo lo fa mentre vaga libero nell'aria poco male, ma se lo fa mentre è dentro ai nostri polmoni non è il massimo della salute, visto che il Radon è la seconda causa di tumore al polmone, subito dopo il tabacco.
Non allarmatevi troppo, non basta certo una particella per fare simili danni, ma è anche assodato che non esiste una dose innocua di radiazioni, qualsiasi dose, anche minima, è da considerarsi nociva e pericolosa.
In ogni caso, a parte la radioattività emessa mentre il Radon compie la sua trasformazione in Polonio, non è che questo ultimo elemento sia poi così simpatico: anche lui è radioattivo, anche lui vaga per l'aria come micro particella solida che si depositerà da qualche parte, in attesa che un colpo d'aria la rimetta di nuovo in movimento, sempre pronto a disgregarsi, emettendo radiazioni e, di conseguenza, trasformandosi in Piombo, Thallio, Bismuto, ecc.
Come possiamo allora difenderci dal Radon ?
La più elementare norma di buon senso, visto che il Radon è un gas che si mescola all'aria, è di arieggiare la stanza dei minerali, almeno quando ci siete dentro voi. Poi, visto che i suoi derivati radioattivi sono delle particelle solide che si depositano, pulire con aspirapolvere e strofinacci umidi, in modo da bloccare le particelle ed evitare che vengano sollevate nell'aria e respirate.
Ma esiste una soluzione molto più semplice ed efficace: basta chiudere ermeticamente le teche che contengono i minerali radioattivi e lasciarle chiuse.
Abbiamo gia visto prima che per difenderci dalle radiazioni dovevamo richiudere i campioni in teche di vetro o plexiglass, aggiungiamo allora che la chiusura deve essere ermetica e che, di norma, sarà permanente.
Certo dentro la teca l'aria diventerà un concentrato di Radon e micro polveri radioattive, ma se staranno ben chiuse non faranno altri danni.
Un altro pericolo reale si nasconde poi nello stato del minerale che collezioniamo.
Molti di questi sono polverosi o hanno minutissime scagliette che si distaccano facilmente e che possono quindi venir ingerite o inalate.
La prima osservazione da fare è la norma elementare di igiene che vieta il mangiare , il bere ed il fumare mentre si manovrano tali sostanze. Diciamo anche che una bella mascherina ed un paio di guanti tipo usa e getta non sono una brutta idea se dobbiamo lavorare a campioni pericolosi. Mettete poi sul tavolo un grande foglio di carta che, a fine lavoro, ripiegherete adagio e butterete assieme alle micro particelle che si saranno inevitabilmente distaccate.
Ancora, la soluzione della teca ermetica risolve il problema nel tempo futuro, ma attenzione al momento della preparazione che precede la chiusura, quindi di nuovo mascherina, guanti, foglio di carta, ecc.
Se poi siete dei pragmatici, esiste la soluzione estrema: niente minerali polverosi !
Peccato solo che siano tanti ed anche tra i più belli e poi, poco o tanto, tutti possono rilasciare piccole schegge e polverino.
Quindi resta solo la chiusura ermetica, o la sua variante, l'inglobamento del singolo minerale nella resina trasparente (vedi l'articolo Minerali radioattivi inglobati).
Per finire, vediamo come assemblare una piccola collezione di minerali radioattivi senza incorrere in reali pericoli, pur mantenendo la possibilità di vedere in piena libertà i nostri campioni. Ma purtroppo, senza poterli toccare !
Mi sono procurato una bella teca di plexiglass (cm. 12 x 20 x 4,5) ed ho coperto il fondo con un cartone coperto di una stoffa nera.
Poi ho disposto sul fondo alcuni campioni di minerali radioattivi o luminescenti: Torbernite, Uraninite, Uranocircite, Aragonite (non radioattivo), Cuprosklodowskite (con un nome simile non poteva mancare), Autunite ed infine, una biglia all'uranio.
Il risultato, come vedete, è un penoso tentativo di ricreare una scena di paesaggio notturno, con la luna che sta per tramontare ed il sole che sorge ed illumina di rosa i monti vicini.
Vi chiedo umilmente scusa di questo misero sfogo pseudo romantico, ma il mio spirito artistico è veramente ai minimi termini: spero tanto che a voi riesca meglio !
Ad ogni modo, finita la composizione, non resta che chiudere ermeticamente il coperchio con un filo di silicone trasparente ed esporlo in bacheca, magari sotto ad una lampada a raggi ultravioletti.
Volete sapere il suo livello di irradiazione ?
Misurando a contatto: nessuna radiazione Alfa, 3 mR/h di radiazioni Beta e 2,5 mR/h di radiazioni Gamma. Ad un metro di distanza la radiazione emessa è praticamente indistinguibile da quella di fondo.
Concludo dicendo che esistono anche le micro collezioni di minerali, con mini vetrinette che, se tenute ermeticamente chiuse, sono sicurissime pur lasciando perfettamente vedere i nostri bei minerali.