Linda |
Se una notte d'inverno un viaggiatore
Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato sulla schiena, su un fianco, sulla pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf. Sull'amaca, se hai un'amaca. Sul letto, naturalmente, o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giù, in posizione yoga. Col libro capovolto, si capisce.
Certo, la posizione ideale per leggere non si riesce a trovarla. Una volta si leggeva in piedi, di fronte a un leggio. Si era abituati a stare fermi in piedi. Ci si riposava così quando si era stanchi d'andare a cavallo. A cavallo nessuno ha mai pensato di leggere; eppure ora l'idea di leggere stando in arcioni, il libro posato sulla criniera del cavallo, magari appeso alle orecchie del cavallo con un finimento speciale, ti sembra attraente. Coi piedi nelle staffe si dovrebbe stare molto comodi per leggere; tenere i piedi sollevati è la prima condizione per godere della lettura.
Bene, cosa aspetti? Distendi le gambe, allunga pure i piedi su un cuscino, su due cuscini, sui braccioli del divano, sugli orecchioni della poltrona, sul tavolino da tè, sulla scrivania, sul pianoforte, sul mappamondo. Togliti le scarpe, prima. Se vuoi tenere i piedi sollevati; se no, rimettele.Adesso non restare lì con le scarpe in una mano e il libro nell'altra.
Regola la luce in modo che non ti stanchi la vista.
Fallo adesso, perchè appena sarai sprofondato nella lettura non ci sarà più verso di smuoverti. Fa' in modo che la pagina non resti in ombra, un addensarsi di lettere nere su sfondo grigio, uniformi come un branco di topi; ma sta' attento che non le batta addosso una luce troppo forte e non si rifletta sul bianco crudele della carta rosicchiando le ombre dei caratteri come in un mezzogiorno del Sud. Cerca di prevedere ora tutto ciò che può evitarti d'interrompere la lettura. Le sigarette a portata di mano, se fumi, il portacenere. Che c'è ancora? Devi far pipì? Bene, saprai tu. |
...Un quarto d'ora dopo Rjuchin se ne stava solo, rattrappito sopra un
piatto di pesce, e beveva un bicchierino dopo l'altro, comprendendo e
riconoscendo che nella sua vita ormai non si poteva correggere nulla, e
altro non restava che dimenticare....
... E subito il poeta s'ingarbugliò, soprattutto per via della parola -defunto- . Fin
dalle prime righe veniva fuori un'incongruenza: come si faceva a dire: -Andai col defunto-?
i defunti non camminano! Cosi' magari lo avrebbero preso sul serio per un matto.
Dopo questi pensieri, Ivan Nikolaevic comincio' a correggere quanto aveva scritto. col seguente risultato: -...con M.A. Berlioz, in seguito defunto...- Ma neppure questa forma soddisfece l'autore. Si dovette ricorrere a una terza variante, ma questa risulto' ancora peggiore delle precedenti: - berlioz che ando' a finire sotto un tram... -....
...Era scomparso il cespuglio sovraccarico di rose, erano scomparsi i cipressi che circondavano la terrazza superiore, e il melograno, e la statua bianca tra la verzura, e la verzura stessa. al posto di tutto questo era scesa una densa nube purpurea, in essa ondeggiavano delle alghe che furono trascinate via, e con loro fu trascinato via anche Pilato. Lo trasportava adesso, strozzandolo e bruciandolo, la piu' terribile di tutte le ire: l'ira dell'impotenza....