"capita sempre più di rado d'incontrare persone che sappiano raccontare qualcosa come si deve: e l'imbarazzo si diffonde sempre sempre più spesso quando, in una compagnia, c'è chi esprime il desiderio di sentir raccontare una storia. E' come se fossimo privati di una facoltà che sembrava inalienabile, la più certa e sicura di tutte: la capacità di scambiare esperienze" (W. Benjamin)
Le città invisibili sono il tentativo, non già di trasmettere esperienze, ma di ricostruirle attraverso l'interazione del narratore e del suo ascoltatore, I resoconti di viaggio che descrivono a kublai kan le bellezze delle città del suo regno sono trame dell'immaginario di Marco Polo e del suo ascoltatore, ovvero lo stesso imperatore. Il testo prende forma,
"si costruisce attraverso l'interazione tra il narratore ed il suo ascoltatore" .
Kublai Kan in realtà e' un lettore. Ciò che lo attrae è il il
"fascino di poter optare per vari cammini nello stesso tempo e sapere che ad ogni lettura egli è un'altro, altro Kan, davanti ad un'altra città" (Dos Santos Meira)
Il libro, infatti, e' assolutamente privo di itinerari, manca un percorso spazio-temporale lineare: frammenti di memoria, sogni, desideri, angoscie...città collocate con perfetta geometria in una dimensione mitica.
Il libro offre al lettore la possibilità di "seguire una pluralità di percorsi"...
[Calvino]
ha azzerato la forza di gravità ha lasciato levitare quelle visioni e le ha proiettate lontano facendole atterrare in un luogo sconosciuto senza coordinate di spazio e di tempo"(D.Scarpa).
Le città sono dunque esatte come un cristallo e nello stesso tempo vaghe e leggere come una nuvola.
Calvino ci invita a costruire il nostro testo, la nostra lettura dell'impero, del nostro impero. Il libro e'
"uno spazio in cui il lettore deve entrare, girare, magari perdersi, ma a un certo punto trovare un'uscita, o magari parecchie uscite, la possibilità d'aprirsi una strada per venirne fuori".
Al lettore, quindi, il compito di
"scoprire un intreccio, un itinerario, una soluzione"(Calvino)
in fondo la lettura
" è l'arte di costruire una memoria personale a partire da esperienze e ricordi altrui"(R. Piglia)