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Il
nome di "Golòthana"
o "Golòssene", antico nome di Bolotana con cui viene
ancora oggi conosciuto presso i paesi vicini, compare per la prima
volta nel 1341 nelle "Rationes Decimarum", un documento,
conservato presso gli archivi della Santa Sede, che elencava la consistenza
dei fondi raccolti presso le varie comunità con i quali la
Chiesa finanziava la guerra contro i Turchi. Questo documento è
molto importante poichè fornisce delle notizie significative
sul nostro paese: veniamo a sapere che faceva parte della Diocesi
di Ottana, che era il terzo contribuente in quanto a consistenza dei
tributi versati e di conseguenza era uno dei più popolosi della
zona.
Con molta probabilità il nucleo originario di Bolotana esisteva
già da qualche secolo prima e, intorno al 1300,
si sviluppò con notevole rapidità per l'apporto delle
comunità di villaggi che gravitavano intorno, come Santu Selighes,
Bidda Mazòre, Tonnoro-Passassu, Durgui, Su Anzu ecc., che venivano
abbandonati uno dopo l'altro poichè diventati insicuri forse
per la presenza di bande armate in seguito alla guerra di conquista
della Sardegna da parte dell'Aragona.
Un altro documento storico è quello relativo alla cerimonia
della pace fra Eleonora d'Arborea e Alfonso d'Aragona avvenuta nel
1388 ad Oristano dove, fra i rappresentanti dei villaggi appartenenti
al giudicato, figurano anche quelli di Golothana in numero di 19
(4 per Santu Selighes) capi politici o esponenti dei clan più
potenti del villaggio, che rivela l'importanza e la consistenza numerica
della popolazione.
Durante il periodo giudicale Bolotana
fece parte del Giudicato di Arborea ed ebbe un ruolo non certo marginale
per la sua posizione di terra di confine con quello di Torres, eternamente
in lotta per la supremazia politica sulla Sardegna. Di questo periodo
rimane la strada de "sa Ia 'e Logu", portata a termine dalla
Giudicessa Eleonora, che collegava Oristano con il castello di Burgos,
attraversando tutta la pianura di Bolotana, e che ancora oggi viene
utilizzata dai pastori del luogo e dai pellegrini che, la prima settimana
di luglio, dal Goceano si recano a piedi o a cavallo al santuario
di San Costantino a Sedilo.
Dopo la conquista della Sardegna da parte dell'Aragona,
Bolotana fu compresa nel Marchesato del Marghine e, insieme al Monte
Acuto di Ozieri, Anglona, Osilo e Coghinas, entrò a far parte
degli Stati d'Oliva, dal nome della cittadina della Valencia da dove
provenivano le illustri casate nobiliari, Centelles, Borja, Tellez-Giron,
Conti d'Oliva appunto, le quali, succedendosi l'una all'altra, hanno
posseduto questi quattro feudi che, per ben quattro secoli appartennero
ad uno stesso feudatario.
Fu in questo periodo che il paese ebbe l'opportunità di crescere
dal punto di vista demografico economico, sociale e politico. La presenza
di numerosi religiosi diede nuovo impulso alla coltivazione dei cereali,
dell'ulivo e della vite, nonchè all'edificazione di molte chiese,
conventi, cappelle, oratori e scuole. Risalgono a questo periodo le
chiese di: San Bachisio (1597), San Basilio (1500 circa), San Francesco
(1607) con annesso convento dei Cappuccini, San Giovanni (primi del
1500), l'impianto originario di San Pietro (1601), nonchè quelle
che oggi sono ormai distrutte di Nostra Signora di Bonucaminu, San
Sebastiano, San Martino, Sas Animas, Sas Regulas, Su Remediu, Santa
Maria e relativo Convento dei Mercedari, San Filippo Neri e Convento
de Filippini, ecc.
I documenti scritti relativi a questo periodo storico, che si trovano
depositati nel Fondo della Casa di Osuna, presso L'Archivio Historico
Nacional di Madrid in Spagna, sono ancora in fase di traduzione e
di studio da parte dei redattori della rivista dei "Quaderni
Bolotanesi", altri sono già stati tradotti e pubblicati
rivelando una realtà sociale, politica ed economica del paese
e di tutti gli Stati d'Oliva, veramente sorprendente.
Nel 1700 e nel 1800
il paese partecipò alle vicende nazionali che videro la Sardegna
passare dal domino della Spagna a quello dell'Austria (1712) per effetto
del trattato di Hutrecht e quindi nel 1719 entrare nell'orbita della
famiglia dei Savoia sotto il nome di Regno di Sardegna che portò,
nel 1861 alla formazione del Regno d'Italia.
In questo periodo Bolotana vide consolidare la sua importanza ed egemonia
nel Marghine e nelle zone limitrofe. Intorno al 1830 contava una popolazione
di quasi 3000 abitanti che la collocava fra i primi 20 paesi più
popolosi dell'isola, inoltre aveva una rilevante consistenza zootecnica
che nella provincia di Nuoro era seconda solo a Fonni. Numerose le
figure istituzionali presenti allora, come quelle dei notai, a volte
in numero di cinque, del reparto di cavalleggeri dislocato a "Quartieri
Ezzu" e talvolta uno di fanteria, della Scuola Normale e quella
di Latinità che, nel 1763 contavano rispettivamente oltre 50
allievi l'una e 25 l'altra, e della presenza dei religiosi anche in
numero di 50.
A dimostrazione della ormai consolidata vocazione agricola del paese
basta citare una frase di Vittorio Angius riferita alla prima metà
del 1800: " . . . il ruscello Badu, che con la sua corrente
mette in movimento lungo le stagioni d'inverno e di primavera tre
gualchiere (macchine tessili per pressare, comprimere o stringere
un tessuto per dargli maggiore consistenza), e quindici molini.
. . ". Un numero considerevole che sta a dimostrare la grande
quantità di cereali prodotta nelle campagne del paese. Degli
antichi mulini menzionati restano tutt'oggi evidenti le rovine, anche
consistenti, di almeno 5 mentre di altri due è rimasta la memoria
storica del punto dove erano dislocati.
Le vicende del 1900 sono storia recente
e denunciano il lento declino di Bolotana, a partire dalla fine della
seconda guerra mondiale, per le cause legate all'emigrazione, alla
crisi dell'agricoltura tradizionale, della pastorizia e in generale
di un sistema economico che non si è stati in grado di rinnovare
e adeguare ai tempi che incalzavano senza tregua. |
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