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Un tuffo nel passato, alla ricerca delle
proprie radici sonore, cercando di dialogare costantemente con la
contemporaneità, ecco la proposta musicale degli Engyon.
Il quintetto, ripercorre infatti
la strada della ricerca filologica, recuperando l'antica tradizione
popolare siciliana; tanto le semplici melodie, quanto la
più complessa tradizione sacra.
La scelta etnica degli Engyon,
è ricerca della propria identità storica, delle più
intime ragioni culturali, per questo attraversa l'intera storia
della Sicilia, mostrandoci una terra complessa, terra di conquista
e dolore, terra di gioie e di colori, che obbliga i suoi abitanti
ad un rapporto di amore odio. La varietà delle atmosfere
è magnificamente restituita grazie a una repertorio vario,
costituito oltre che da brani propri, da classici della musica siciliana
e da brani che rendono omaggio a gruppi consolidati della musica
etno-popolare siciliana, quali i Taberna Milaensis e i Lautari.
Alla varietà del repertorio si aggiunge una originalità
di arrangiamento che, pur mantenendo integra la struttura della
tradizione, imprime alla musica degli Engyon sonorità
fresche. Convivono così nei pezzi proposti, nenie
arabe e moduli classici, arpeggi spagnoleggianti misti a riff di
basso e chitarra di chiaro gusto jazz, percussioni mediterranee
fuse ad armonie argentine.
Dunque l'invito musicale
degli Engyon, non è destinato ad un integralismo musicale,
al contrario la seduzione della loro musica sta proprio nella contaminazione,
archetipo comunicativo capace di avvicinare musiche, idee,
tradizioni e culture altrimenti lontane.
La scelta della Sicilia
come laboratorio di sperimentazione e luogo di ricerca, sembra
più che mai adatto visto che la cultura di questa terra è
frutto di incontri-scontri tra popoli lontani per lingua, razza
e cultura.
In un epoca in cui la globalizzazione
massifica idee, desideri, gusti la musica degli Engyon
afferma questo principio: non si comunica senza una propria
identità, non si comunica se ci si è scordati del
proprio passato.
Gli Engyon sono:
Filippo Paternò voce e chitarra - Santo Miserendino
basso e voce
Giuseppe Sanfilippo fisarmonica e voce - Vincenzo Castellana
percussioni
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