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...Egitto
MEDICINA
Le
cognizioni sanitarie degli antichi egizi sono state spesso presentate
come abbastanza scientifiche e progredite. Anche se è evidente che avevano
delle nozioni di anatomia e avevano elaborato e catalogato semplici
metodi chirurgici, si nota pure una grande ignoranza. Ad esempio,
è vero che un papiro egiziano dice che il cuore è collegato da vasi
con ogni parte del corpo, ma lo stesso testo dà a intendere che
i vasi non trasportano sangue, bensì aria, acqua, liquido seminale e
muco. Non solo c’era un’ignoranza di fondo delle funzioni
dell’organismo, ma i testi di medicina sono pieni di magia e
superstizione; gran parte delle informazioni consistono in formule
magiche e incantesimi. Fra i rimedi non c’erano soltanto
erbe e piante medicinali, ma anche ingredienti come sangue di talpa,
urina o escrementi di mosche, che, associati agli incantesimi, si
riteneva avrebbero “costretto il demonio che si era impossessato del
corpo dell’uomo a scappare per il disgusto”. (J.
Hawkes e L. Woolley, History of Mankind, 1963, vol. I, p. 695)
Tale ignoranza può aver contribuito a diffondere alcuni dei
“calamitosi morbi d’Egitto”, fra i quali c’erano probabilmente
elefantiasi, dissenteria, vaiolo, peste bubbonica, oftalmia e altri.
ABBIGLIAMENTO
Gli
egiziani vestivano con semplicità. Per gran parte del periodo antico
gli uomini indossarono un semplice perizoma raccolto in pieghe sul
davanti; in seguito solo le classi più umili lasciavano scoperta la
parte superiore del corpo. Le donne portavano una lunga camicia
aderente, munita di spalline, spesso di lino fine. C’era l’abitudine
di andare scalzi, cosa che forse contribuiva a diffondere certe
malattie.
I
dipinti egiziani mostrano gli uomini con i capelli corti o rasati, e ben
sbarbati. (Ge 41:14) Le donne facevano molto uso di cosmetici.
ESERCITO
I soldati egiziani usavano le armi comuni dell’epoca: arco e
frecce, lancia, mazza, ascia e pugnale. I carri da guerra trainati da
cavalli avevano un ruolo determinante nella loro strategia militare.
Sembra che nei tempi più remoti l’armatura venisse poco usata, ma in
seguito entrò nell’uso insieme all’elmo, spesso piumato.
NEFTARI:
LUCE D’EGITTO
Nella
storia Egiziana, trova posto anche una donna di nome Nefertari prima
moglie del faraone Ramses II. Lei
è ricordata con una serie di definizioni:
“Affascinante
e dolce di amore”; “Bella di volto”; “Piena di
fascino dolcezza e amore”. Si credeva che fosse grazie a lei se il
mattino il sole sorgeva, se il mondo e la natura si muovevano secondo un
prestabilito ordine.
Nefertari
era una delle tante mogli di faraone.
Infatti la tradizione dice che Ramses II ebbe molte mogli ed oltre
400 figli, ma solo lei ha partecipato con lui al governo dello stato.
Fu
definita come “Principessa ereditaria”, “Signora del
Basso e dell’”Alto Egitto”, “Signora delle due terre”,
la “Grande sposa del re”.
Tutte
queste definizioni ci fanno immaginare Nefertari come una donna
bellissima,innamorata del proprio sposo, colta intelligente capace
di governare e Ramses II la amò tantissimo perché la vediamo nelle
rappresentazioni grafiche sempre al fianco del faraone nei monumenti più
belli che egli fece
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Le grandiose statue di
Ramses II sulla facciata del tempio di Abu Simbel. Al fianco del
faraone, molto più piccole, vi sono le statue di Nefertari |
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costruire.
La
regina Nefertari morì ancora giovane. Il suo sarcofago è in granito
rosa e a sua volta conteneva altri sarcofagi in legno ricoperti di
foglia d’oro.
Nefertari porge due
piccoli vasi alla dea
Hathor che è seduta davanti ad una tavola
coperta di doni
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CURIOSITA’
Dai
geroglifici e dai bassorilievi egiziani, risulta che le donne egiziane
partorivano da una posizione china o in ginocchio, o sedute su qualche
sorta di sedia per il parto. In un “Inno di penitenza religiosa a una
dea”, che risale alla fine dell’Impero Egiziano, è contenuta la
seguente frase: “Mi misi a sedere su(i) matton(i) come la donna
incinta”.
*-*--*-*-*-*
QUAL
è stata la più grandiosa impresa architettonica degli antichi egizi?
Secondo alcuni scrittori non si tratterebbe delle piramidi, come in
genere si ritiene, bensì del colossale Labirinto. Questo sorgeva vicino
al lago Meride, l’odierno Birket Qarun, a ovest del Nilo e circa 80
chilometri a sud dell’odierna città del Cairo.
Nel
V secolo a.E.V. lo storico greco Erodoto scrisse a proposito del
Labirinto: “L’ho visto io stesso ed è superiore a quanto si possa
dire: poiché se si facesse un calcolo di tutte le costruzioni dei Greci
e delle loro opere d’arte, apparirebbero certo di minore impegno e di
meno grave spesa che non questo labirinto”. E aggiunse: “Il
Labirinto vince il confronto anche con le piramidi”. Quattro secoli
dopo, Strabone, un altro storico greco, affermò che il Labirinto era
“un’opera pari alle piramidi”, anche se a quel tempo era già in
rovina.
Nel
1871 lo storico F. Barham Zincke esplorò la zona, e infine nel 1888
l’archeologo Flinders Petrie identificò il sito. A quel tempo del
Labirinto non rimanevano che dei ruderi, e oggi esso viene a malapena
menzionato nelle guide. Un tempo, invece, il Labirinto era famoso. Come
era fatto, e perché fu costruito?
Descrizione
e scopo
Il
Labirinto fu costruito in un periodo molto antico della storia egizia,
forse prima ancora che gli ebrei si stabilissero in Egitto. Si dice che
avesse 3.000 stanze equamente suddivise su due piani, uno dei quali era
sotterraneo. Si estendeva su un’area totale di circa 70.000 metri
quadrati.
Il
sistema di passaggi, cortili, stanze e colonnati del Labirinto era
talmente complicato e sconcertante che, senza una guida, un estraneo non
sarebbe mai riuscito a trovare la strada per entrare o per uscire. La
maggior parte del Labirinto era immersa nell’oscurità più totale, e
si dice che alcune porte, quando venivano aperte, producevano un suono
terrificante, simile a un tuono. Dopo il declino dell’Egitto come
potenza mondiale le gigantesche colonne di granito rosso, le enormi
lastre di pietra e le pietre calcaree ben levigate del Labirinto vennero
trafugate e riutilizzate.
Si
dice che il Labirinto fungesse da centro amministrativo da cui i re
d’Egitto governavano il paese, ma la sua vera funzione era religiosa.
Era un complesso templare in cui si offrivano sacrifici a tutti gli dèi
d’Egitto. A nessun visitatore era concesso vederne le sale
sotterranee, che contenevano sia le tombe dei re che quelle dei
coccodrilli sacri.
Il
significato mitico del Labirinto si comprende meglio alla luce dei riti
religiosi legati al dio Osiride, che gli egizi credevano fosse stato un
tempo re d’Egitto. Osiride era il dio dei morti e dell’oltretomba.
Mitologia
e immortalità
La
morte di Osiride veniva celebrata annualmente dagli egizi con una
rappresentazione sacra. Api, un toro sacro, veniva ucciso
cerimonialmente in vece di Osiride tra grandi pianti e lamenti. I pianti
si trasformavano in gioia quando il sacerdote officiante annunciava al
popolo la buona notizia della risurrezione di Osiride. Per gli egizi
questi eventi misteriosi rappresentavano il fulcro della loro speranza
di vita futura. Credevano che ogni uomo, non solo il re, alla morte si
identificasse con Osiride.
Il
libro The Labyrinth, a cura del prof. S. H. Hooke, osserva: “In Egitto
l’antico mito di Osiride suggerisce l’esistenza di forze che
minacciavano la vita del re-dio, sia in terra che nell’oltretomba”.
Si credeva perciò che il Labirinto, con il suo complicato sistema di
passaggi, proteggesse il dio-re dai nemici sia in questa vita che in
quella futura, e che lo proteggesse persino dalla morte.
Con
il tempo la credenza nell’immortalità umana divenne ben radicata
nell’antico Egitto e in tutto il mondo antico. E la dottrina
dell’immortalità dell’anima umana che si sviluppò nei secoli
successivi fu ben presto abbracciata non solo dai re, ma dall’intera
umanità.
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