Più complesso e armonico il movimento descritto in C'era una volta (il titolo favolistico
allude alla dolcezza della fantasia che segue, ma anche alla sua
irrimediabile irrealtà). Bosco Cappuccio, contemplato da Quota
Centoquarantuno, suggerisce l'immagine del velluto verde di una poltrona
di caffè, di un caffè parigino dove sarebbe bello ancora appisolarsi (la
fantasia e la memoria accarezzano l'immagine e il ricordo) al fioco lume:
qui il movimento si inverte e dal passato e dal sogno si torna al presente
e alla realtà, sottolineata dal doppio dimostrativo « questa... questa».
Ma il ritorno è meno drammatico che in altri casi. In un intervallo di
guerra -che pure è presenza minacciosa nell'indicazione «Quota
Centoquarantuno» - la fievole luce lunare culla il sogno del poeta.
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