Scritto tra il 1958 e il 1959, il romanzo è diviso in quattro parti: la prima in
tre capitoli, la seconda in quattro, la terza in cinque e la quarta in tre. La
vicenda si svolge nella Val d'Elsa, una delle zone toscane predilette da
Cassola; ed è ambientata all'indomani della Liberazione. A Monteguidi, Mara
Castellucci conosce Arturo Cappellini, detto Bube - nome di battaglia partigiano
-, amico e compagno di Sante, fratellastro di Mara, morto durante la Resistenza.
Lusingata dall'interesse del ragazzo, Mara inizia una corrispondenza epistolare
con lui. Un giorno Bube comunica a Mara che deve trasferirsi a Volterra a causa
di un tragico incidente: mentre si trovava a San Donato con i due compagni Ivan
e Umberto, un prete ha impedito loro di entrare in chiesa con il pretesto che
indossavano i calzoni corti. Nell'alterco è intervenuto il maresciallo dei
carabinieri che ha ucciso Umberto e, a sua volta, è stato ucciso insieme al
figlio da Bube. A seguito di questi fatti, anche il padre di Mara è d'accordo
che Bube si trasferisca a Volterra e acconsente che Mara vada con lui a
conoscerne la famiglia. I due iniziano il viaggio in bicicletta e si dirigono
verso Colle Val d'Elsa, dove incontrano Memmo, un amico del giovane. In un caffè
riconoscono il prete Ciolfi, a cui Bube un tempo ha fatto da chierichetto. Di
sera i tre amici prendono l'autobus, sul quale c'è anche Ciolfi. Una donna
riconosce Bube e lo invita a dare una lezione al prete, perché i preti sono
tutti fascisti, e racconta tra le lacrime che i fascisti le hanno ammazzato il
nipote, un ragazzo di soli diciannove anni. Mara, finora mostratasi
indifferente, prova pietà per quelle lacrime. Quando sull'autobus salgono alcuni
giovani intenzionati a picchiare il prete, Bube e Memmo, per evitare il peggio,
decidono di condurre il malcapitato in prigione. Di notte, all'improvviso, Bube
viene avvertito dall'amico Lidori che stanno per arrestarlo e deve fuggire per
ordine del partito.
Dopo che Bube si è rifugiato in Francia, Mara ritorna alle sue abitudine, anche
se ormai non è più la stessa: insensibile a quanto le accade intorno, è
angosciata perché non ha sue notizie. Passata l'estate, decide di cambiare vita,
andando a servizio presso una famiglia di Poggibonsi. Lì stringe amicizia con
Ines, una compaesana poco più grande di lei, che le presenta Stefano con cui si
fidanza. Un anno dopo Bube, che il partito ha convinto a tornare in Italia,
viene arrestato alla frontiera e condotto a Firenze: il padre di Mara accompagna
Mara a un colloquio con Bube. Durante il commosso incontro, la ragazza si rende
conto di quanto forte sia ancora il suo amore per lui. Decide quindi di essere
per sempre la sua donna e di aspettarlo per tutti gli anni della prigionia: il
giovane viene condannato a quattordici anni di carcere.
Il processo e la condanna innescano il tema che è stato definito della
«educazione politica». Bube si sente infatti tradito dal partito non solo
perché, dopo il delitto, non è stato sufficientemente difeso, ma anche perché il
partito lo ha educato alla violenza e alla vendetta. Dopo la condanna, Mara si
reca spesso a trovare Bube nelle diverse prigioni in cui viene rinchiuso.
Passano sette anni e Mara trova conforto nell'amicizia con un secondino, Tonino,
e con sua moglie Vilma, che la ospitano quando si reca a Firenze per far visita
al carcerato.
Dello stile di Cassola così ha scritto Geno Pampaloni: «Del neorealismo coevo
egli accetta il terreno storico-ideologico, sia pure con risentita indipendenza;
ma non accetta né il primato dell'ideologia, né le coloriture espressionistiche,
né alcuna forma di enfasi "realistica", a cominciare dal dialetto. I suoi
personaggi continuano a parlarsi nella loro lingua dimessa e pulita, nei loro
dialoghi senza gridi, aristocratici nel loro essere quotidiani».
Alla sua uscita il libro conobbe un successo straordinario, anche perché quella
storia di fedeltà e sacrificio prendeva spunto da una vicenda reale. Vinse il
premio Strega nel 1960, e nel '63 ebbe un adattamento cinematografico con la
regia di Luigi Comencini; interpreti principali Claudia Cardinale, George
Chakiris, Mare Michel, Dany Paris.
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