Robert Erwin Howard, Clark Ashton Smith, Howard Phillips Lovecraft, Catherine Lucille Moore, furono i primi e più importanti scrittory di fantasy. La maggior parte dei critici però ritiene senz'ombra di dubbio che sia stato Howard il vero creatore della fantasy eroica moderna, o perlomeno di quel sottogenere più rude e violento denominato "spada e magia" (sword and sorcery), pieno d'azione e avventura, con eroi ambiziosi e spesso brutali, dalla strarompente forza fisica. Tra gli autori, Lovecraft in realtà è al margine del genere, in quanto ha prediletto soprattutto le storie del sovrannaturale che lo hanno reso un capostipite dell'orrore moderno. In termini di forza letteraria e stilistica Catherine Lucille Moore è probabilmente la più dotata, e le sue storie di Jirel di Joiry, una regina amazzone di una immaginaria Francia medievale, sono un'ottima testimonianza. Clark Ashton Smith, anch'egli scrittore dallo stile finissimo di magnifici horror fantastici, ha avuto una profonda influenza sugli autori successivi, tra cui sicuramente Jack Vance. La nascita di Unknown nel 1939, contribuì a dare nuovo vigore al genere e ad aprire nuove prospettive. Degli autori che pubblicarono su questa rivista ricordiamo Fritz Leiber e Lyon Sprague de Camp, che da solo o in collaborazione con Fletcher Pratt scrisse una gran quantità di opere fantasy basate sui miti medievali e cavallereschi. Tra gli autori più significativi di questi ultimi decenni, compaiono invece, solo per citarne alcuni: Andre Norton, Jack Vance, il grande Poul Anderson (nel bellissimo e tragico La spada spezzata), Michael Moorcock, Katherine Kurtz, Morgan Llywelyn, Tanith Lee, Stephen Donaldson, Neil Gaiman, Ann McCaffrey, Marion Zimmer Bradley, Terry Brooks, Robert Jordan, Margaret Weis e Tracy Hickman, Morgan Fairy, Sergio Valzania (autore de Il mondo rubato), Fabiana Redivo, Andrea D'Angelo, Adalberto Cersosimo, George R. R. Martin, per finire con maestri del calibro di Harry Turtledove e Terry Goodkind, ma soprattutto con il grandissimo David Gemmell, autore della celeberrima saga dei Drenai e di romanzi unici quale il recente capolavoro Eco del grande canto.
Drago e cavaliere
Con il
termine di Terra incognita si intendeva, sulle antiche
carte geografiche, le terre sconosciute, solitamente accompagnato
dall'immagine di draghi alati, simbolo del terrore dell'ignoto.
Nel Medioevo si credeva realmente alla loro esistenza: dopotutto
non erano molto più strani del gigantesco elefante dalle lunghe
zanne e dal naso spropositato che - secondo la Storia
Naturale di Plinio - infestava le desolazioni dell'Africa.
Come forse non tutti sanno, il DRAGO non è
affatto una mera creatura inventata nata da pura astrazione
immaginaria. Come accade in moltissimi miti e leggende, la
fantasia affonda nella realtà e, in effetti, gli studiosi fanno
notare che i primi uomini avevano visto scheletri
o parti di esso non riconducibili a specie per lui al momento
riconoscibili; quasi sicuramente, dunque, si trattava di dinosauri!
Lo stesso fenomeno pare essersi verificato per altre mostruose
creature mitologiche come Polifemo, il
noto gigante da un occhio solo, frutto di una logica
interpretazione adottata per un teschio di un estinto antenato
degli elefanti; in questo caso, il foro presente nel teschio,
riconducibile alla primitiva proboscide, fu a ragione considerato
l'orbita di un grande occhio al centro della fronte. Da qui il
mito dei giganti da un occhio solo!
Nella cultura occidentale, il drago
è un essere malvagio. Nelle lingue slave, il termine Drac
designa sia il drago che il DIAVOLO; non per nulla fu un piccolo
drago - un serpente - a far cacciare Adamo ed Eva dal Paradiso
Terrestre. E' proprio dal Vicino Oriente che i Draghi - insieme
al Diavolo - si sono diffusi in Europa. Ne esiste un vasto
campionario: Tiamat, Azhi Dahaka, il Sirrush (o Mushussu),
quest'ultimo babilonese rappresentante degli dèi il quale
combatteva il male e, in ciò, ricorda il benefico drago cinese.
Più noto in Occidente è il Leviatano, drago marino
serpentiforme descritto dalla Bibbia e parente abbastanza stretto
del Rahab. Simboleggia l'oceano che si credeva
circondasse le terre emerse, e infatti il suo nome deriva da lawah,
"avvolgere"; ma è simultaneamente il simbolo di Satana.
Nel Medioevo fu rappresentato come un demone grottesco, con zampe
di rapace e una testa leonina nelle cui fauci si trovano i
dannati tra le fiamme. Nel mito di Giasone alla conquista del
Vello d'oro compare un drago custode di tesori. E la lotta di
Perseo contro il mostro marino che minaccia la bella Andromeda è
all'origine di tutte le storie medievali di draghi e cavalieri
erranti. In queste leggende, il cavaliere è sempre un servitore
di Dio e del Bene, come San Giorgio, mentre il drago è simbolo
del male e del caos.
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