Juan Carlos Ferrero



Juan Carlos Ferrero è l'ultimo grande prodotto della scuola spagnola, fondata su gambe, polmoni e top spin. Nato il 12 febbraio 1980 a Valencia, ha iniziato a mettersi in luce, nel circuito maggiore, nel corso del '99. E' entrato nei primi 50 della classifica mondiale a settembre, dopo aver vinto il suo primo titolo Atp Tour sulla terra rossa di Mallorca, in finale sul più quotato connazionale Corretja.

Nel 2000, Ferrero si è avvicinato ai top ten, grazie ad una eccellente continuità di risultati. Il rimpianto maggiore è legato al Roland Garros, dove, in semifinale, è stato avanti due sets a uno con Gustavo Kuerten, prima di cedere gli ultimi due parziali ed il match al futuro vincitore del torneo. La grande soddisfazione è arrivata a fine anno, nella finale di Coppa Davis disputatasi a Barcellona tra Spagna ed Australia. Qui Juan Carlos è stato il vero trascinatore dell'armata iberica, battendo un pur menomato Rafter nella prima giornata e, soprattutto, Hewitt nella terza, portando alla sua nazione il decisivo punto del 3-1.

Il 2001 è stato l'anno della definitiva esplosione: lo spagnolo ha vinto ben quattro tornei (il primo addirittura sul cemento di Dubai, dov'era già stato finalista l'anno precedente; poi Estoril, Barcellona e Roma) e, nella primavera dei tornei su terra, è parso, a tratti, insuperabile. Al Roland Garros si è presentato nelle vesti di favorito, al pari di Kuerten, da lui battuto, peraltro, nella finale degli Internazionali d'Italia. I due, a causa di una discutibile scelta delle teste di serie, si sono trovati di fronte già in semifinale, come nel 2000, ed è stato il brasiliano a prevalere, stavolta nettamente. Ferrero non è mai riuscito ad entrare in partita, forse confuso e stranito dalle enormi aspettative da lui suscitate, ed ha ceduto in tre sets senza opporre resistenza.

A fine anno, lo spagnolo si è qualificato per il suo primo Masters, dov'è giunto in semifinale, sconfitto solo da uno Hewitt stratosferico. Ha dunque dimostrato di potersi muovere bene anche su superfici diverse dalla prediletta terra e questa sarà la sua grande sfida nel 2002: riuscire a riportare successi di un certo spessore anche sul cemento all'aperto o indoor. L'appuntamento centrale della sua stagione rimane comunque il Roland Garros: a Parigi il suo naturale obiettivo non potrà che essere il titolo.

30-12-2001 (F.F.)


Difficile dire se Juan Carlos Ferrero possa essere davvero soddisfatto del suo 2002. Eppure le note positive non mancherebbero: lo spagnolo si è confermato nei top five del ranking Atp, guadagnando, anzi, una posizione (dalla quinta alla quarta); ha fatto progressi sul veloce, vincendo il torneo di Hong Kong sul cemento ed arrivando in finale nella Masters Cup di Shanghai su sintetico indoor; ha aggiunto un secondo titolo Masters Series a quello di Roma conquistato nel 2001, sbancando Montecarlo. Rimane, però, il rimpianto per quello che era l'obiettivo principale della stagione: il Roland Garros. A Parigi, Ferrero è stato sfortunato, rimediando un infortunio in allenamento che gli ha impedito di rendere al meglio. Nonostante tutto, Juan Carlos è riuscito a raggiungere la finale, superando, dagli ottavi, Gaudio, Agassi e Safin, ma nell'ultimo atto non è stato capace di completare quella che sarebbe stata un'impresa. Anzi, contro il connazionale Albert Costa, ha rischiato l'umiliazione, facendo appena un game nei primi due sets, prima di entrare parzialmente in partita e cedere, comunque, 6-3 al quarto.

Per il resto, Ferrero non ha particolarmente brillato. Negli Slam, Parigi a parte, è uscito presto (2° turno a Wimbledon, 3° a New York, a Melbourne non ha partecipato) ed anche nei Masters Series, oltre Montecarlo, ha come migliori risultati solo la semifinale a Cincinnati ed i quarti a Madrid: troppo poco per uno come lui che aspira al trono mondiale. Magari, se avesse portato in fondo il break di vantaggio che aveva conquistato nel quinto set della finale di Shanghai con Hewitt, la sua stagione avrebbe avuto un altro sapore. Così, il suo 2002 appare, più che altro, un anno di transizione, pur se ad altissimi livelli. Nel 2003, Juan Carlos sarà ancora il naturale favorito al Roland Garros: sulla terra, il suo pesante diritto in top spin può mettere in crisi chiunque. Se, poi, continueranno i lenti ma costanti miglioramenti sui terreni rapidi, lo spagnolo sarà in condizione di scalare ulteriormente la classifica Atp.

04-01-2003 (F.F.)


Dopo una stagione di transizione, il 2003 è stato un anno straordinario per Juan Carlos Ferrero, quello della sua definitiva consacrazione ai livelli più alti: lo spagnolo è stato il dominatore della stagione sulla terra battuta ed ha ottenuto ottimi risultati anche sulle altre superfici. Su tutto, spicca il tanto agognato titolo al Roland Garros, dove solo il cileno Fernando Gonzalez nei quarti lo ha impegnato severamente, mentre la finale sul sorprendente olandese Martin Verkerk è stata poco più d'una formalità. Così, dopo la grossa delusione patita contro Albert Costa nel 2002, Juan Carlos ha potuto sollevare al cielo, per la prima volta, la Coppa dei Moschettieri. Sul rosso, Ferrero aveva vinto anche a Montecarlo, per la seconda volta di fila, e Valencia.
Nella seconda parte della stagione, ha dimostrato decisi progressi sui terreni più veloci. Dopo essere uscito negli ottavi a Wimbledon, ha raggiunto la finale agli Us Open, perdendola con Roddick, ma dopo aver eliminato niente meno che Hewitt ed Agassi. Al termine dello Slam americano, Ferrero è meritatamente salito per la prima volta sulla vetta dell'Atp Entry Ranking ed è riuscito a rimanerci per otto settimane, prima di cedere lo scettro a Roddick, dopo Parigi Bercy. Da n° 1, ha ottenuto un clamoroso successo nel Masters Series indoor di Madrid, in finale sul cileno Massu, ma, dopo una fallimentare Masters Cup di Houston, è rapidamente scivolato, nella classifica di fine anno, al terzo posto, scavalcato anche da Federer. L'ultimo impegno stagionale, anch'esso sfortunato, è stato la finale di Coppa Davis, sull'erba di Melbourne contro l'Australia: malgrado la superficie a lui sfavorevole, Juan Carlos è riuscito a trascinare al quinto set sia Hewitt sia Philippoussis, ma ha ceduto entrambi gli incontri ed i padroni di casa si sono aggiudicati l'ambita insalatiera, vendicando la sconfitta patita tre anni prima a Barcellona.

Il 2004 è stato, finora, un anno sfortunato. L'inizio lasciava ben sperare, con la semifinale all'Open d'Australia - che migliorava il quarto del 2003 - e la finale a Rotterdam; poi, fra varicella ed infortuni vari, il rendimento dell'iberico è forzatamente calato. Anche sulla terra non è stato in grado di replicare i successi delle stagioni precedenti: a Parigi, dove si è presentato in condizioni davvero precarie, è uscito già al secondo turno, per mano del russo Andreev. Ora siamo alla vigilia degli Us Open, che l'anno scorso sancirono il suo primato nel ranking Atp: stavolta, Ferrero non si presenta certamente tra i primi favoriti, ma l'auspicio, per lui, è di chiudere degnamente la stagione, possibilmente con qualche exploit, per poi affacciarsi al 2005 con l'intento di riguadagnare le posizioni perdute.

26-08-2004 (F.F.)


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