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Mondragone
- La storia
Il Basso Medioevo
Morto Giordano
I Drengot, nel 1090, successe Riccardo II e suo
figlio Gionata I, Conte di Carinola e amico del vescovo
della città, S. Bernardo, con il quale nacque nel 1098 la
diocesi carinolese della quale fece parte il territorio della
Rocca. A questo periodo dovrebbe risalire la fondazione del
villaggio di Cenito o Petrinum. Nel 1106, morto
Gionata I senza eredi, i domini passarono ai Principi di Capua e
Conti di Aversa; tra il 1127 e il 1139 il conflitto che
coinvolse Roberto II Pricnipe di Capua e Conte di Aversa
(appoggiato dal Papa e dal Duca di Napoli), e Ruggiero I Re di
Sicilia, comportò l'occupazione della Rocca da parte di
quest'ultimo; Ruggiero nominò suo figlio Anfuso Principe di
Capua e poco dopo fece eseguire dei lavori di fortificazione
sulla Rocca. Nel 1154, la Rocca fu presa da Riccardo dell'Aquila
Conte di Fondi, che, in un primo momento era ostile al Re di
Sicilia, ma successivamente fu lo stesso Re che gli confermò i
domini.
Sotto il Re Guglielmo
II il Buono, la Rocca entrò a far parte della diocesi di
Teano insieme a Carinola e a Sessa Aurunca (1170 ca.). Durante
la guerra tra Enrico VI Hohenstaufen e Tancredi
d'Altavilla, la Rocca cade nelle mani di quest'ultimo che
l'affidò ad Anneo di Rivomatricio, ma, nel 1192, venne
assediata da Diopoldo Conte d'Arce e luogotenente di Enrico
VI; la Rocca non cedette e Diopoldo escogitò uno
stratagemma: fece finta di ritirarsi e il giorno di S. Ambrogio,
festa patronale per gli abitanti di Rocca Montis Dragonis, mandò
in processione penitenziale i suoi soldati camuffati da monaci,
in quanto, tali processioni, per quella festa, erano abituali. I
castellani, vedendo arrivare questa processione, aprirono le
porte del castello, come facevano ogni anno per il 7 Dicembre,
ma quell'anno, trovarono una sorpresa: i monaci si rivelarono
per quello che erano e conquistarono la Rocca senza colpo
ferire. Intanto, anche Enrico VI sconfiggeva gli ultimi
normanni, mettendo fine alla loro dominazione e iniziando quella
Sveva. E' questo il periodo in cui dovette sorgere il
piccolo monastero del "Belvedere", a ridosso delle
acque sinuessane, che custodiva una tavola raffigurante una
Madonna con Bambino in stile neobizantino; la Madonna
raffigurata in questo dipinto, sarà venerata poi col titolo di
Maria Incaldana e diventerà patrona di Mondragone.
Nel 1213, Federico
II donò al Papa la Contea di Fondi inclusa Rocca Montis
Dragonis, ma nel 1220 essa, insieme a Sessa Aurunca, Teano e
Carinola, vennero annesse ai domini regi. Approfittando
dell'assenza di Federico, partito per le crociate, le forze
papaline assediarono la Rocca che cedette passando sotto il
controllo dell'Abazia di Montecassino. Ma nel 1230, Federico
ritornò e dopo aver pacificato i suoi rapporti col Papa, riportò
tutto come prima: castellano della Rocca ridivenne Anneo ed essa
ripassò al demanio regio. Dopo questi eventi venne anche
ricostituita la diocesi di Carinola, conservando i confini che
aveva prima della sua soppressione. Pochi anni dopo, intorno
alla metà del secolo, sorsero i primi nuclei abitati del Casale
di Sant'Angelo, oggi uno dei quartieri di Mondragone.
Nel 1268, Carlo
I d'Angiò, sconfisse l'ultimo Re svevo, Corradino,
diventando egli stesso, Re di Sicilia e l'anno seguente donò le
rendite della Rocca a Filippo di Tessaglia, erede al
trono dell'Impero Latino di Costantinopoli; nel 1278 ordina dei
lavori di riparazione, visto lo stato delle mura dopo tanti
assedi subiti. Tra il 1280 e il 1284, la Rocca appartenne in
successione a Guglielmo d'Alneto, Goffredo di Gianvilla e Sergio
Siginolfo. Sotto quest'ultimo, la Rocca dovette mantenere anche
dei vascelli da trasporto e da guerra per contribuire alla
difesa delle coste dalle incursioni aragonesi che già avevano
conquistato la Sicilia. Dal 1286 al 1304, Signori della Rocca
furono: l'Ammiraglio Ruggiero d'Auria, Guglielmo d'Alneto,
Nicola e Federico d'Auria, Mariano d'Auria che la vendette.
Durante questo periodo, nacque il Casale di San Nicola e le
prime abitazioni (oggi Caprari) di quello che sarà il
centro della futura città di Mondragone, mentre il villaggio di
Cenito, veniva gradualmente abbandonato.
Dal 1304 al
1328, la Rocca appartenne alla casa dei Siginolfi; l'ultimo fu
Bartolomeo, che tradì il Re Roberto I e per questo venne data a
Francesco di Balzo, signore di Teano e di Sessa, Duca di
Andria. Nel 1325 venne fondato il monastero di "S.
Anna de aquis vivis". Tra il 1330 e il 1373, la
tennero le famiglie d'Alneto e Tomacella. Nel 1382, nuovo
signore è Francesco Dentice detto Nocella e nel 1391 il Re
Ladislao I, la donò a Russo Sannazzaro e a Castelluccio di
Marzano, Duca di Sessa.
A partire
dal 1394, iniziano una serie di conflitti tra i Re di Napoli e i
potenti Duchi di Sessa, durante i quali la Rocca con alternanza
appartenne alla famiglia Sannazzaro e a quella dei Marzano fino
al 1430 quando venne data definitivamente ai Duchi di Sessa. Nel
1458 il Duca di Sessa, in guerra con Ferdinando I d'Aragona,
appoggiò il rivale del Re aragonese, Giovanni D'Angiò, che
sbarcò presso un piccolo appprodo marittimo all'altezza
dell'antica Sinuessa, per unire le sue forze a quelle del Duca
Marino Marzano. Dal 1461, il feudo di Rocca Montis Dragonis,
passò formalmente alla famiglia Carafa che ne entrò in
possesso solo alla definitiva sconfitta di Marino Marzano nel
1464. Intorno al 1480 il feudo comprendeva la Rocca sul monte
Petrino, il casale di S.Angelo, il casale di S.Nicola e la Terra
Montis Dragonis detta anche Terra Murata, dato che da poco venne
cinta da mura. Essa aveva quattro porte: S.Angelo (o Giglio) e
S.Nicola, che portavano ai rispettivi casali allora separati dal
centro della città; la porta di Mare che portava sulla costa e
la Portella, che portava al tracciato dell'antica Domitiana. E'
del 1480, all'interno delle mura, la costruzione del convento e
della chiesa di San Francesco, dimostrazione di un accrescimento
urbano e demografico della borgata che doveva contare circa 1500
abitanti.
Gytheum
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