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Mondragone
- La storia
L'Era moderna
Nel primo
anno del secolo XVI (1501), Terra di Lavoro entrò a far parte
della corona di Francia, ma, Rocca e Terra Montisdragonis,
restarono alla famiglia Carafa-Stadera. Proprio sotto questa
famiglia, venne edificata, pochi anni prima (1497), una nuova
chiesa nel Casale di S. Angelo, dedicata a San Mauro o a S.S.
Maria di Montevergine. La riconquista spagnola del 1504, del
Regno di Napoli, determinò il declassamento politico del
meridione d'Italia, trasformato in Vicereame, ma anche una
stabilizzazione politica interna, scossa solo dalle incursioni
Turche della prima metà del secolo.
Con l'era
moderna, la Rocca perde la funzione di centro abitato a favore
dei centri a valle, restando solo come presidio militare; tale
funzione dovette essersi persa già nella seconda metà del
1500, quando terminate le incursioni turche, il presidio sul
monte perse ogni valenza strategica. Nel 1508, il feudo di
Sinuessa, comprendente le acque Sinuessane fino alla costa,
venne dato al Gran Capitano Consalvo I di Cordoba e
annesso al Ducato di Sessa. In questi primi anni del '500, venne
costruito il primo nucleo dell'attuale Basilica minore di S.S.
Maria Incaldana, intitolato in origine a San Michele e detto
"intra moenia" per distinguerlo dalla chiesa
del Casale di S. Angelo (San Michele extra moenia). Nel
1534 vi fu il primo attacco al litorale da parte dei Turchi che
saccheggiarono anche il monastero del Belvedere; dopo questa
prima incursione vennero costruite delle torri di guardia sul
litorale, nonché una fortezza nel feudo di Sinuessa, ad opera
di Consalvo II (1535).
Nel 1538, la
famiglia Carafa-Stadera, comprò il feudo di Sinuessa e lo
aggiunse al Ducato di Mondragone; difatti, si parla di questo
ducato in quanto risulta essere uno dei 23 ducati in cui era
diviso il Regno di Napoli in quell'epoca. Tra il 1543 e il 1552,
si susseguirono nuove incursioni turche per cui, si decise il
rifacimento delle mura. Nel 1579, diventa Duca di Mondragone: Don
Luigi Carafa-Stadera, Grande di Spagna, Principe del Sacro
Romano Impero, Conte di Fondi e di Carinola, Duca di Traetto che
accentra in se il dominio su un vasto territorio del Vicereame
di Napoli. Alla sua morte, nel 1630, ereditò i vasti domini la
nipote Anna, che sposò il Duca di Medina Filippo Ramiro di
Gusman divenuto nel 1637 Viceré di Napoli. E' in questo
secolo che i Carafa-Stadera fecero costruire un palazzotto a
ridosso della torre quattrocentesca nei pressi del Casale di S.
Angelo, che ebbe una funzione di fortino per il piccolo presidio
militare del Duca, composto da 10 fanti e 2 cavalieri.
Il 1689,
segna la fine della signoria dei Carafa sul ducato di Mondragone,
l'ultimo rappresentante, Don Nicola Carafa-Stadera-Gusman, muore
senza eredi; la Corte di Madrid, ne ordina la vendita all'asta,
che viene conclusa con l'acquisto da parte di Marc'Antonio
Grillo, Marchese di Clarafuentes, per 550.000 ducati: era
l'anno 1690. Il nuovo Duca fece restaurare e ampliare il palazzo
Ducale e contemporaneamente fece costruire la chiesetta del
Giglio. Nel 1702, moriva a Mondragone, nel palazzo vescovile, il
Vescovo di Carinola S.E.M. Paolo Ayrola. Nel 1722, venne
fondata la congregazione del Giglio e quattro anni dopo, il
Viceré ordinò di portare dentro le mura, la chiesa di San
Rufino. Nel 1743, Filippo Agapito Grillo, figlio di
Marc'Antonio Grillo, dopo aver pagato i debiti dei Carafa e del
fisco, divenne unico e definitivo Duca di Mondragone.
Dal 1783, la
città fu amministrata dal Decurionato, sottoposto ad un
governatore del Duca. Sul finire del '700, venne fatto l'ultimo
rifacimento delle mura, ormai dirupe; venne costruito il palazzo
signorile della potente famiglia Tarcagnota e la Cappella
del Carmine. Con la rivoluzione francese, anche in Italia,
sorgono le repubbliche al posto delle monarchie e nel 1799 nasce
la Repubblica Napoletana; ma il potere feudale resta
immutato. Nel 1805 Gioacchino Murat divenne Re di Napoli
e l'anno successivo, vengono emanate le leggi sull'evasione
feudale; l'ultimo Duca di Mondragone, Domenico Grillo, perde
tutti i privilegi e i poteri sulla città, che, da questa data
si amministrerà da sola.
Gytheum
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