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DIARIO DI BORDO di paolo diociaiuti.

Email:paolo.diociaiuti@inwind.it

(appunti dalla lezione del 15 Aprile 2002)

 

"Doppia L: Linea - Layer"

Entriamo nel terzo e quarto ciclo di lezioni: Il mondo dei vettori. Geometrie e layer. L'organizzazione delle informazioni. Il data - base.

Introduciamo questo ciclo con un secondo quesito "leonardesco".

Secondo quesito di Leonardo.

Immaginiamo,di nuovo, di essere al tempo di Leonardo da Vinci: vogliamo trasmettere una immagine da un luogo ad un altro senza che ci sia uno scambio "materiale", cioè senza utilizzare piccioni viaggiatori o altri mezzi del genere, possiamo utilizzare un metodo più efficiente, più intelligente del precedente (quello dei punti "scemi")?

Un metodo più efficiente ed intelligente.

Abbiamo visto che nel sistema "scemo" (vai alla lezione 6 "Dentro i bits") l'unico modo per interagire era la porzione di schermo, suddiviso in un certo numero di punti elementari. Esiste, in realtà, un metodo più efficiente e soprattutto più intelligente per effettuare la trasmissione del disegno. Questo metodo è basato su un codice intermedio, basto sulla introduzione di ENTITA' come il PUNTO, la LINEA, il POLIGONO. Per trasmettere una linea, ad esempio, dirò: [Linea, inizio, fine]. Non è più necessario descrivere la linea punto per punto come avveniva secondo la logica raster. Trasmettere l'informazione di una linea lunga o breve sarà del tutto equivalente, diversamente da quanto accadeva col metodo dei punti "scemi", in cui il peso della trasmissione era diverso nei due casi. Introducendo le ENTITA' raggiungiamo un livello di intelligenza superiore. Ci si muove per entità definite semanticamente. Il sistema di trasmissione risulta così più compatto e efficiente. Inoltre le informazioni sono più facilmente manipolabili. Con questo sistema di trasmissione stiamo entrando nella logica vettoriale.

Le trasformazioni intelligenti.

Un altro fondamentale passo avanti consiste nel fatto che è possibile operare delle trasformazioni intelligenti. Pure con il limite di non rompere, in prima approssimazione, la NATURA delle entità, è possibile trasformarle ed utilizzarle in maniera intelligente. Per esempio è possibile duplicare 100 volte una stessa entità o cambiarne gli attributi. C'è un grado di intelligenza contenuto negli oggetti entità ed è possibile "elevare" o "diminuire" la natura originale dell'oggetto. Ad esempio, per usare una sola linea di un poligono devo "diminuirne" di un livello il grado di intelligenza; al contrario posso "promuovere" più linee al livello superiore  di intelligenza unendole in un poligono. Se nomino le entità che invio, è possibile indicare le modifiche da fare su ciascuna di esse.

Con questo codice intermedio, di tipo semantico, abbiamo raggiunto un primo livello di complessità, di efficienza e di intelligenza. In realtà esistono codici che raggiungono livelli di complessità - intelligenza molto più elevati.

Vediamo come si raggiunge un ulteriore livello di intelligenza attraverso il concetto di Layer.

Verso il concetto di Layer.

E' possibile aggregare degli elementi in maniera tale da poterli manipolare insieme e selettivamente. Ciò corrisponde a fare una nomina più complessa degli elementi, a formare uno "strato semantico" al quale è possibile attribuire un significato desiderato. I Layer, o strati, livelli, rappresentano un formalismo molto importante proprio perché aggiungono un altro fondamentale livello di intelligenza nel sistema.

Ma l'aspetto più interessante è quello che ai  Layer  può essere assegnato un profondo significato concettuale. Il modo di progettare contemporaneo, legato al nuovo paradigma, trova una forte connessione con le strutture stratificate, così come la logica modernista poteva essere associata all'idea del "vassoio" sul quale calare degli oggetti dall'alto. 

Layer e progetto.

Il concetto di Layer è sempre a metà tra INFORMATICA  e ARCHITETTURA.  Il progetto contemporaneo tende ad essere "compresenza dialettica di sistemi"; i sistemi coinvolti (siano essi il sistema dei percorsi, del verde, del costruito, etc.) possono essere visti come strati, layer appunto, sovrapposti e più o meno interagenti tra loro.  Ogni sistema risponde in parte a logiche interne al proprio strato, ma deve rispondere contemporaneamente anche a una (o più) logica di assieme. "Ogni livello vive insieme agli altri, ma è anche indipendente". Una architettura così concepita può essere messa in parallelo con l'architettura della mente ...

   (vai al mio approfondimento su "Affioramenti")

Nella logica dei sistemi complessi, la modificabilità è essenziale. Per questa ragione, tra l'altro, la logica del progetto stratificato si può sposare bene con la logica Caad.

Un altro importante punto di riflessione riguarda la opposizione tra il progettare per sistemi complessi, stratificati, a Layer, e il progettare (sia architettonico che urbanistico) fondato sullo zonining. Il secondo "modo" è caratteristico del paradigma industriale (scomposizione in parti ottimizzate, la logica della macchina etc. ) così come il primo "modo" è vicino ad un'idea del progetto  profondamente differente,  ancora in via di evoluzione con l'affermazione del paradigma dell'informzione.

Casi concreti del diverso utilizzo dei Layer.

La serie di progetti per La villette a Parigi illustra diversi usi dei Layer nella progettazione. Nel progetto vincitore di Tschumi è presente l'idea del Layer come idea di conformazione urbana, ogni strato corrisponde ad un sistema (dei percorsi, del costruito etc.) che ha una propria logica e delle relazioni d'assieme con gli altri strati - sistemi. Il limite di questo progetto sta nel fatto che gli strati sono sovrapposti, ma poco interagenti reciprocamente. In altre parole, gli strati restano come separati ed il progetto è ancora vicino ad una logica "meccanica".

Nel progetto di Koolhaas, forse meno convincente di quello vincitore, il concetto di Layer è adoperato sia in senso "orizzontale" che in quello "verticale", cioè con una forte interazione tra strati differenti.

Il progetto di Daniel Libeskind si muove attraverso i sistemi complessi in modo più profondo, scava nei Layer alla ricerca di forme espressive. In questa maniera il lavoro sui Layer non è affatto una operazione meccanica.

Con Peter Eisenman  il significato profondo dei Layer ed il loro modo di utilizzo emergono in maniera evidente ...

 

 

Vai alla lezione successiva: "All'origine del GIS".

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