LE GUERRE DEGLI ERNICI
Abbiamo pochi documenti sulle prime guerre combattute dagli Ernici contro gli Equi, i Volsci, i Marzi e i Latini. Sappiamo, però, che all'epoca dei re di Roma, gli Anagnini e gli Ernici si allearono con i Romani e i Tuscolani, nella guerra combattuta da Roma contro Veio, al tempo del re Tullio Ostilio nel 672 a.C. Festo, secondo notizie dateci da Varrone, racconta che il colle Oppio e il colle Cispio che si trovano sull'Esquilino furono chiamati così perché durante una battaglia per difendere Roma dai ribelli Albani, il colle Oppio fu difeso dal condottiero omonimo che capeggiava i Tuscolani e il colle Cispio fu difeso dal condottiero Levio Cispio che capeggiava gli Anagnini. Questa notizia non è riportata da altri storici, ma, anche qualora non fosse vera, serve a dimostrarci che nella tradizione c'erano rapporti di amicizia tra Ernici e Romani.
Ritroviamo notizie più attendibili nei racconti di Dionisio che ci parla degli Ernici ai tempi di Tarquinio il Superbo (530 a.C.). Tarquinio il Superbo, diventato re, per estendere la potenza di Roma nel Lazio strinse alleanza con 47 città, sedici delle quali erano erniche. Per tenere unita questa alleanza, istituì delle feste religiose chiamate: "ferie latine" che si tenevano ogni anno sul monte Albano nel tempio di Giove Laziale (monte Cave). Quando Tarquinio il Superbo nel 508 a.C. dopo 22 anni di regno fu cacciato da Roma e fu accolto dal re degli etruschi Porsenna, chiese aiuto agli ernici perché lo riportassero sul trono, ma anche i romani chiesero agli ernici di mantenere fede all'alleanza Questi ultimi decisero di aiutare il re spodestato, ma furono fermati da dittatore Aulo Postumio e successivamente, nell'anno 496 a.C. furono battuti presso il lago Regillo da Ottavio Manilio e da Sesto Tarquinio. Dopo questa sconfitta gli Ernici si allearono con i Volsci per combattere nuovamente contro Roma, infatti in un discorso di Menenio riferito da Dionisio, gli Ernici, sono chiamati nemici di Roma (anno 493 a.C.). Nel 497 a.C. il territorio romano venne più volte invaso e devastato dagli Ernici; il senato di Roma inviò ambasciatori, in nome dell'antica alleanza che essi avevano con Tarquinio il Superbo per chiedere spiegazioni su quanto era accaduto. Gli Ernici risposero che l'alleanza per loro non esisteva più, in quanto era finita con la morte del re Tarquinio. Tale risposta suonò come una dichiarazione di guerra per la repubblica romana che inviò contro di loro un esercito comandato dal console Cajo Aquilio Tusco che riportò la vittoria. L'anno successivo, nel 486 a. C. , fu inviato contro gli Ernici il console Spurio Cassio Vicellino che li sconfisse, ne saccheggiò il territorio, li costrinse ad arrendersi e a firmare un'alleanza a uguali condizioni. Di questo trattato ci informano, ma in modo diverso, due storici: Dionisio e Tito Livio. Dionisio sostiene che gli Ernici non avevano perso le loro terre, mentre Tito Livio scrive che furono privati di due terzi del loro territorio. I romani da quel momento ebbero nel loro esercito ausiliari ernici e latini, in cambio aiutarono gli ernici a mandare via dalla città di Ferentino gli Equi e i Volsci che minacciavano di allontanarli del tutto dalla valle del Sacco. All'arrivo dei Galli, però, gli Ernici e i Latini non inviarono più soldati all' esercito romano, cercando di chiudere l'alleanza che li univa. I Romani richiesero ancora una volta spiegazione per questo rifiuto, non avendola avuta, nell'anno 362 a.C. inviarono contro gli Ernici un esercito guidato dal console L. Genucio ma furono sconfitti. Elessero allora un dittatore, Appio Claudio che, dopo una sanguinosa battaglia riuscì finalmente a sbaragliare gli Ernici. L'anno seguente la guerra fu portata avanti dai consoli C. Licinio, C. Sulpicio Petico che sconfissero di nuovo gli Ernici e conquistarono Ferentino. Successivamente gli Ernici vennero nuovamente attaccati dai consoli romani M. Fabio e M. Ambasto, quindi, con lo scopo di sottometterli definitivamente, Roma nell'anno 358 a.C. , spedì contro di loro il console C. Plauzio Proculo che li vinse di nuovo e li costrinse a firmare l'antica alleanza, pur conservando la loro indipendenza, infatti nell'anno 338 a. C. li troviamo alleati con i Romani nella guerra che questi combatterono contro i Latini e nell'occupazione di Preneste, la loro capitale. Quando i Romani, dopo aver sconfitto i Galli, nell'anno 333 a. C. dichiararono guerra ai Sanniti, gli Ernici inviarono dei soldati in aiuto di questi ultimi, perché temevano che Roma li sottomettesse completamente come aveva fatto prima con i Latini, suoi antichi alleati. Dopo la battaglia i Romani si accorsero che tra i prigionieri c'erano molti anagnini, e dopo averli uccisi, chiesero ai magistrati di Anagni se questi prigionieri erano corsi volontariamente in aiuto dei Sanniti o erano stati mandati dalle autorità della città. Gli Ernici, allora, si riunirono con i loro rappresentanti nel circo marittimo per decidere se dichiarare o no guerra ai romani, Ferentino, Alatri e Veroli non furono d'accordo mentre Anagni e tutti gli altri confederati furono favorevoli. Il disaccordo fra le città della confederazione, indebolì le loro forze nella guerra contro i Romani guidati dai consoli Quinto Marcio Tremulo e Cornelio Arvino. In un primo momento gli Ernici riuscirono ad occupare gli sbocchi e i punti strategici impedendo ai due consoli di scambiarsi messaggi. I Romani, allora, intimoriti, arruolarono molti giovani esperti di armi, formando due forti eserciti pronti ad attaccare, se ce ne fosse stato bisogno; ma il console Marcio Tremulo assalì gli Anagnini e le sconfisse. Il senato romano dopo questa vicenda decretò che tre città Erniche (Ferentino, Alatri e Veroli), che non avevano combattuto contro Roma, avrebbero mantenuto le proprie leggi e i propri magistrati, conservando l'alleanza, mentre Anagni e le altre città che avevano dichiarato guerra a Roma furono considerate municipi Romani "sine suffragio" cioè, non potevano scegliere i magistrati per amministrare la cosa pubblica, non potevano tenere assemblee oltre i confini del loro territorio, inoltre ai cittadini era vietato il matrimonio ed ogni relazione politica con gli abitanti delle altre città. Anagni, però, fu rispettata come città sacra degli Ernici in quanto le fu lasciata libertà di scelta nelle cose religiose. Ebbe fine così la Confederazione Ernica che in 180 anni fu sconfitta dai Romani ben 10 volte. Le date di queste vittorie romane sono segnate nelle tavole di marmo poste sulle pareti della reggia al foro romano, di fronte al tempio di Antonino e Faustina.
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