BISANZIO 

 

La città di Istanbul fu fondata dai greci nel 600 avanti Cristo con il nome di Bisanzio. Dopo la conquista da parte di Costantino fu chiamata Costantinopoli e assunse il ruolo di capitale dell'impero romano in Oriente. La città cambiò il nome in Istanbul solo nel 1453 con l'invasione turco-ottomana.

 

Monumenti

Santa Sofia

La chiesa di Santa Sofia sorge vicina all'ampio piazzale chiamato Ippodromo al centro del Corno d'Oro. La chiesa, dedicata alla Divina Sapienza e non ad una santa (in greco Sofia significa appunto Sapienza), fu costruita dall'imperatore Giustiniano nel 500 dopo Cristo e rappresentò la più grande chiesa della cristianità fino al 1453 quando Costantinopoli cadde in mano ai Turchi-Ottomani che la trasformarono in una moschea aggiungendo i minareti ed altri elementi necessari al culto musulmano.

Entrando nella chiesa si è colpiti dalla successione di semicupole rivestite da mosaici dorati che circondano la maestosa cupola centrale. Anche gran parte delle pareti sono ricoperte da affreschi e mosaici spesso raffiguranti motivi floreali e geometrici. Ai lati, quattro enormi medaglioni in tela cerata aggiunti nel 1800 riportano in grafia araba i nomi di Allah e Maometto. L'altezza della cupola centrale raggiunge 55 metri con un diametro di 32, risultato eccezionale per le tecniche di costruzione del 6° secolo. Al centro della cupola un enorme lampadario giunge fino a pochi metri dal pavimento.

 

Il palazzo Topkapi

All'estremità del Corno d'Oro si trova il palazzo di Topkapi, dal 1453 adibito a residenza dei sultani che continuarono ad ampliarlo per oltre 3 secoli. Oggi è uno dei più grandi musei esistenti al mondo in cui è possibile ammirare straordinarie opere d'arte e preziosi oggetti che venivano offerti ai sultani dagli ambasciatori provenienti da tutto il mondo.

L'edificio è caratterizzato da 4 corti che consentivano di accedere alle varie parti del palazzo. Alla prima corte detta Corte dei Giannizzeri potevano accedere tutti. Nella seconda corte, riservata agli alti funzionari, si svolgevano le assemblee in cui venivano discussi affari di stato. Vicino alla seconda corte si trova l'harem, una cittadella nella quale vivevano alcune centinaia di persone. Nella terza corte il sultano seduto su un prezioso trono riceveva i doni che gli ambasciatori di tutti i paesi gli offrivano.

A fianco della terza corte si incontrano le stanze del tesoro imperiale che custodiscono un'infinità di oggetti rifiniti in oro ed argento tempestati da rubini, smeraldi, perle e diamanti. La quarta corte è costituita da giardini e da chioschi e si trova nella parte più alta del palazzo. Da qui si gode una superba vista panoramica sul Bosforo.

 

 

BISANZIO e gli SLAVI

Quando si parla in genere dei rapporti bizantino-slavi è necessario fare una distinzione preliminare fra gli Slavi meridionali, orientali e occidentali. In immediata vicinanza con il centro stesso dell'Impero bizantino, gli Slavi meridionali - in primo luogo i Bulgari, poi i Serbi ed i Croati - mantenevano dei contatti diretti e continui con Bisanzio, durante tutta l'epoca medioevale. Gli Slavi orientali oppure Russi abitavano alquanto discosti, ma nonostante ciò avevano stretti legami di ogni genere con i Bizantini, mentre gli Slavi dell'Ovest, Cechi, Slovacchi e Polacchi , a causa della lontananza geografica, avevano scarse possibilità di mantenere un contatto regolare ed assiduo con l'Impero d'Oriente. Non pare necessario insistere sul fatto che questo fattore puramente geografico prestabiliva, in un certo senso, anche i limiti ed il contenuto dell'influsso che Bisanzio esercitava sui singoli paesi slavi.

Già nella seconda metà del secolo VI sparsi gruppi slavi riuscirono a penetrare nel territorio dell'Impero bizantino: erano quello stato bulgaro sul territorio dell'antica Moesia Inferior, il quale attraversando innumerevoli vicende e alternativi periodi di consolidamento e di decadenza - sopravvisse sino all'ultimo decennio del '300, quando venne annientato dai Turchi. Nelle relazioni fra lo stato bulgaro e l'Impero bizantino si alternarono periodi di pace con altri di guerra. Senza soffermarsi qui alle epoche di guerra - durante le quali tuttavia l'influsso bizantino, benché per altre vie, non cessava di esercitarsi - occorre rilevare piuttosto i periodi di pace, fissati per mezzo di singoli trattati fra i due stati. Stando alle testimonianze delle fonti storiche disponibili su alcuni dei trattati meglio conosciuti, come quelli del 681, del 716, dell'814-15, dell'864, del 927, oppure del 1235, possiamo dedurre che in tal guisa venivano sistemati diversi momenti dei rapporti reciproci: la delimitazione dei confini, lo scambio dei prigionieri di guerra, il pagamento di tributo, presentato spesso come offerta di "doni", poi lo scambio di merci, i matrimoni "politici" fra le famiglie regnanti, l'estradizione degli esuli, le relazioni di carattere religioso ed ecclesiastico, ecc. Si conoscono, inoltre, alcuni dei trattati stabiliti fra l'Impero di Costantinopoli e la Russia di Kiev, organizzatasi come stato indipendente nella seconda metà del secolo IX, come anche con gli altri principati russi, sorti nell'epoca posteriore, e con Mosca. Questi trattati bizantino-russi, taluni dei quali sono noti unicamente in testo paleorusso nelle cronache russe, regolavano pressappoco i medesimi problemi che con i Bulgari: il commercio bizantino-russo, lo scambio dei prigionieri di guerra o di schiavi fuggiaschi, le alleanze o gli aiuti militari forniti dai Russi in difesa dell'Impero, i matrimoni "politici" fra i principi russi e la reggia imperiale, diversi problemi collegati con la vita religiosa ed ecclesiastica, ecc.

Il governo costantinopolitano si sforzava di mantenere, già dal sec. IX, quando si organizzarono i primi nuclei di vita statale fra i Serbi ed i Croati, dei rapporti assidui e, di solito, amichevoli, giacché contava di poter profittare della loro assistenza per frenare l'ostilità di altri popoli, innanzitutto dei Bulgari, posti geograficamente nel mezzo. Sono noti sfortunatamente soltanto alcuni dei trattati fra Bisanzio, i Serbi ed i Croati, coi quali si chiarivano momenti di indole religiosa ed ecclesiastica, si stabilivano delle alleanze militari, si concludeva la pace, si regolavano contese circa la delimitazione dei confini, oppure si combinavano matrimoni "politici" ecc. Tanto più limitati erano naturalmente i contatti fra Bisanzio e gli Slavi occidentali e le notizie che ne abbiamo sono assai scarse. Fra tutti i trattati conclusi dall'Impero con questi Slavi merita speciale rilievo quello dell'862-63 con il principe della Grande Moravia Rastislav, che ebbe come seguito l'invio di Costantino Filosofo Cirillo e suo fratello Metodio come missionari e propagatori della scrittura slava.

Esattamente alla vigilia della conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi (maggio 1453), fra il patriarcato ortodosso e gli hussiti cechi furono scambiate alcune ambascerie, in vista di giungere ad una unione, senza pervenire però, a causa dello sviluppo troppo rapido degli avvenimenti, a nessun risultato.

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