Il
termine Rossano probabilmente trae origine dal greco da cui derivano le
versioni medievali "Ruskia" o "Ruskiane" o dal
latino "Roscius" cioè famiglia romana alla quale potrebbe
essere stato affidato il governo del Castrum (territorio), e che avrebbe
dato il nome "Roscianum" al centro urbano formatosi.
Durante
l'età Bizantina fu una delle città più importanti del centro sud. Le
fonti documentarie e le investigazioni archeologiche svolte negli anni
concordano nel confermare la nascita della città all'epoca romana; c'è
da dire che nell'ambito di un territorio fortemente influenzato dalla
colonizzazione Magno-Greca, appare certa la frequentazione del sito
anche in
epoca più arcaica, attestata dal rinvenimento in località S. Stefano
di corredi funebri e di altri oggetti di uso quotidiano di produzione
non autoctona.
Il
primo agglomerato che stabilmente si sostituì alle pregresse
frequentazioni occasionali e discontinue viene collegata ad una colonia
romana ad opera della famiglia Roscius che qui si dovette stabilire
costruendo la propria villa secondo quello che era l'ordinario sistema
latifondistico e di sfruttamento del territorio e delle risorse agricole
in atto in età tardo antica.
In
coincidenza con la cosiddetta seconda colonizzazione bizantina (IX
sec.), Rossano ebbe a svolgere un ruolo di singolare importanza nella
divisione amministrativa della regione e come luogo di riferimento della
direzione politica; in particolare dopo la conquista musulmana della
Sicilia e di Reggio fu prescelta come sede dello "Stratego di
Calabria", al cui seguito venne a formarsi un ceto costituito dai
più alti gradi della burocrazia imperiale. In modo analogo, Rossano,
venne favorita dalla riorganizzazione delle gerarchie ecclesiastiche
della Calabria, ottenendo la traslazione della sede episcopale di
Copia-Thuii.
L'importanza
acquisita dalla città di Rossano risulta esemplarmente dalla vita di S.
Nilo e Rossano venne additata per la sua fama e la sua grandezza e
soprattutto per la sua inespugnabilità che la qualificò come baluardo
della civiltà bizantina in occidente.
Non
è ancora sicura l'attribuzione alla città di Rossano dei due Papi,
Zosimo(417-418) e Zaccaria, furono sicuramente di origine rossanese Papa
Giovanni VII (705-707), Papa Giovanni XVI (997-998) e Papa Urbano VII
(15/27-IX). Si ricorda S. Bartolomeo, S. Nilo, M. Isabella De Rosis
fondatrice della congregazione Religiosa "Suore Riparatrici del
Sacro Cuore", Frà Silvestro De Franchis fondatore dell'Ospedale S.
Giovanni di Dio (1538-1596).
La
Storia ricorda anche l'ospitalità data all'Imperatore Ottone II ed alla
sua consorte Teofania che dentro Rossano trovarono rifugio prima e
durante la disfatta di Stilo.
Dentro
la città si ricorda il monastero do S. Maria dell'Hitria, quello
dedicato a S. Menna di Giffone ed a S. Sinisio, la chiesa di S. Isidoro
e SS. Fabiano e Sebastiano. Molto importante fu il monastero del
Patire,
ora gravemente colpito dai passati terremoti, chiamato così in onore
del suo padre fondatore (patèr), Bartolomeo da Simeri; importantissima
è stata la sua Biblioteca che era ricchissima di manoscritti solo in
parte ora trasferiti e visibili nella Biblioteca Vaticana. Il monastero
del Patire era luogo di cultura e di produzione di inni encomi ed
eucologi e presso il suo scriptorium delle intere generazioni di monaci
appresero e tramandarono e rinnovarono quello che fu un ricco processo
culturale ed artistico.
Con
i Normanni e gli Svevi la città di Rossano mantenne un posto di primo
ordine nella allora civiltà, i primi si evidenziarono per il forte
interessamento e sostegno alla fondazione convento del Patire e per i
benefici concessi alla Chiesa rossanese che divenne Arcidiocesi; ai
secondi va il pregio del loro sostegno alle autonomie locali ed
allo sviluppo delle risorse economiche della Regione.
La
città di Rossano era sede della Libera Università di diretta
dipendenza Regia, nell'ambito di quello che era il contesto in cui si
diffondeva l'istituzione feudale come struttura portante dello stato.
All'interno di tale struttura le famiglie più agiate appartenenti alla
cerchia dell' oligarchia consentì il formarsi di coscienze illuminate
che eccelsero in vari campi da quello letterario alle scienze al
diritto. In questo perioda la prima principessa fu Polissena Ruffo sposa
di Francesco Sforza che lasciò il controllo del feudo dopo la sua morte
per avvelenamento alla sorella mandante Covella; succedette poi, il
nipote Marini Marzano parente e traditore del cognato Ferrante D'
Aragona, egli ebbe il merito di costruire varie opere di fortificazione
della città tra cui il castello nel luogo che fu poi chiamato ciglio
della torre, parteggiò per gli Angioni contro gli Aragonesi ma con la
vittoria di quest'ultimi perse il feudo e solo dopo alcuni decenni subì
una nuova intestazione feudale a favore di Ludovico il Moro e, da questi
ad Isabella d'Aragona ed alla figlia di lei Bona regina di Polonia. Nel
tempo l'aristocrazia cittadina ed il Cardinale Selseverino operarono una
manovra diplomatica e promettendo un donativo di diecimila ducati
ottennero che il feudo fosse venduto alla famiglia Aldobradini di Roma,
dalla quale passò ai Borghesi che la tennero fino all'eversione della
feudalità (1806).
Rossano
accolse due importanti accademie culturali quella dei Naviganti e degli
Spensierato, poi unificate nel nome degli Incuriosi, si trattava di
centri letterari di propulsione di idee e di ricerche sotto la guida, dopo la loro unificazione, dell'abate Giacinto Gimma, il quale riuscì ad
unire ed a portare a se un gran numero di intellettuali del Regno di
Napoli e degli altri Stati italiani ed europei.
Rossano
ed i suoi cittadini si unirono con ardore alla causa dell'unità
nazionale e nel 1848 e 1860 si distinsero per la partecipazione al
movimento rivoluzionario ed alla spedizione garibaldina.
(Sintesi
tratta da "Comunità Montana Sila Greca")
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