Distribuzione nel mondo

Una constatazione che risulta evidente dall'osservazione della distribuzione a scala planetaria dei terremoti è che essi non avvengono con la stessa frequenza su tutta la Terra, ma sono concentrati in alcune aree ben definite da un punto di vista geologico.


I terremoti avvengono principalmente in una ristretta fascia che circonda l'Oceano Pacifico ed è connessa alle recenti catene a pieghe, che formano il margine pacifico del continente americano, ed una serie di isole vulcaniche che bordano la costa pacifica del continente asiatico e dell'Australia.
Il 75 % dell'energia associata a terremoti con ipocentro meno profondo di 70 Km. avvenuti tra il 1904 ed il 1952 è stata liberata nella fascia circumpacifica. Un ulteriore 23 % dell'energia sismica liberata nello stesso periodo è concentrata nella fascia di catene montuose recenti che va dal Mediterraneo all'Himalaya (orogeni alpino-himalayani) e negli archi di isole connessi (Egeo, Eolie). Il restante 2% è legato in gran parte a terremoti che avvengono lungo le dorsali medio-oceaniche.
Appare quindi chiaro che l'ubicazione dei terremoti caratterizza i tratti fondamentali delle strutture litosferiche, giacchè:
a) segue perfettamente l'andamento delle varie dorsali oceaniche;
b) delinea i margini dell'intero oceano Pacifico e dell'oceano Indiano orientale, caratterizzati da vistosi fenomeni recenti di tettonica compressiva;
c) si addentra nelle masse continentali rivelando l'instabilità delle grandi linee di sutura in corrispondenza delle catene corrugatesi durante il ciclo Alpino-Himalayano.
Nella teoria della tettonica a zolle la distribuzione degli epicentri sismici è considerata marcare i limiti tra zolle di litosfera, in moto relativo tra di loro, nelle quali è divisa la superficie terrestre.
Una suddivisione ancora più netta si ottiene se si prendono in considerazione solo i terremoti intermedi (profondità compresa tra 70 e 300 Km.) e profondi (profondità superiore a 300 Km.). Questi infatti sono ancora maggiormente concentrati lungo la cintura circumpacifica. Il terremoto più profondo è avvenuto, ad una profondità di 720 Km.. > Se gli ipocentri dei terremoti intermedi e profondi che avvengono in una determinata regione vengono proiettati su di un piano verticale orientati perpendicolarmente alla direzione dell'arco di isole, essi definiscono un piano che immerge con un angolo variabile tra 30° e 70° al di sotto dell'arco di isole verso il bacino marginale. Questo piano è chiamato "Benioff" o "Benioff-Wadati" dal nome dei primi geofisici che ne hanno mostrato l'esistenza. Lo spessore del piano di Benioff, definito dalla distribuzione dei terremoti, è variabile da circa 25 Km. nel caso delle Tonga a più di 100 Km. nel caso del Giappone e di altri archi di isole E' possibile però che almeno parte della variazione sia dovuta a dispersione degli ipocentri dei terremoti a causa di errori nella loro ubicazione. La teoria della tettonica a zolle interpreta questi piani come zolle litosferiche subdotte nell'incontro tra due zolle di litosfera in movimento convergente. La distribuzione dell'energia sismica liberata non è però uniforme per tutta la lunghezza del piano di Benioff. Spesso l'attività sismica raggiunge un minimo a profondità comprese tra 150 e 250 Km. e tra 400 e 500 Km., indicando una probabile diminuzione della rigidità della litosfera in questi intervalli.

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