Prevedere i terremoti Solo in questi ultimi tempi la scienza si è impegnata con uomini e
mezzi per la previsione dei terremoti. Anche se purtroppo non è ancora
possibile stabilire l'eventualità di un sisma con largo anticipo di tempo,
è ormai accertato che per i grandi sismi i segnali premonitori si
annunciano diversi anni prima. E' difficile tuttavia formulare previsioni
a breve scadenza, dell'ordine delle settimane e dei giorni, sia perché esistono modelli diversi per la successione degli avvenimenti che
immediatamente precedono la scossa sia e soprattutto perché le conoscenze
scientifiche in questo campo non sono ancora sufficientemente
progredite. Si sa che nel periodo immediatamente precedente il sisma la
roccia, sottoposta a tensione si piega e ciò causa numerose microfratture
nella regione di massima tensione. E' stato provato su campioni di
laboratorio che il fenomeno inizia quando la forza agente è circa la metà
di quella necessaria a spezzare il campione; in queste condizioni varia la
velocità alla quale le onde elastiche possono viaggiare all'interno della
roccia. Anche la resistività elettrica subisce delle alterazioni; nelle
aree attive la normale frequenza dei microsismi ha un periodo di stasi
prima di una grave scossa. Altri segni premonitori osservati sono la
variazione di livello delle acque nei laghi, fiumi e nel mare; l'aumento
della quantità di radon ( il più liquefacibile dei gas nobili) nelle acque
dei pozzi; variazioni del campo magnetico nell'area epicentrale del
terremoto. Naturalmente per avere la possibilità di una previsione
ragionevolmente approssimata bisogna creare un modello fisico di
riferimento che inquadri in maniera organica l'insieme delle conoscenze
sui segni premonitori del sisma. Sono stati elaborati due modelli di
previsione uno americano e l'altro russo. In ambedue i
modelli nel primo stadio è prevista un'accumulazione di energia elastica.
Nel secondo stadio, nel quale inizia l'emissione dei segnali premonitori,
appaiono numerose fratture nell'area sottoposta a tensione e si verifica
un anomalo aumento del volume della roccia, ciò che provoca una diminuzione
della velocità sismica, un aumento del flusso dell'acqua nella
roccia (a causa della fratturazione) e perciò una maggior quantità di
radon nelle acque. Nel modello americano in questa seconda fase inizia a
diminuire la resistività elettrica ed anche il numero di microsismi, perché
l'acqua riempiendo le fratture aumenta la coesione. I due
modelli differiscono sostanzialmente nel terzo stadio che precede
immediatamente il sisma. Gli americani in questa fase prevedono un
maggior afflusso di d'acqua nell'area di maggior tensione. Ciò comporta un
aumento della velocità delle onde sismiche, un aumento della pressione
sulle facce delle fratture e nei pori della roccia invasa dall'acqua.
questa azione ne indebolisce la struttura, che reagisce alle nuove spinte
con una serie di di fratture, segnalate da numerose scosse che evidenziano
il precario equilibrio delle forze in gioco, che si concluderà
catastroficamente alla ricerca di una nuova stabilità. Nel modello
russo l'acqua non riveste alcun ruolo, ma la deformazione della roccia ed
il rapido aumento delle fratture fanno diminuire la tensione e l'area
deformata trova una precaria e momentanea stabilità con aumento della
velocità sismica, diminuzione dei piccoli terremoti e diminuzione della
resistività, ma non così accentuata come nel modello americano. Poi la
pressione d'instabilità ha il sopravvento e si ha la scossa principale. Le
rocce dopo l'evento sismico ritrovano le loro caratteristiche normali.
Home
Terremoto | Faglie
| Propagazione
| Localizzazione
Misura
| Nel
mondo | In
Italia | Previsione
|