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I romanzi del superuomo
Le vergini delle rocce (1895) è il primo romanzo del superomismo e viene definiti da Salinari come «manifesto politico del superuomo». D'Annunzio abbandono la figura dell'esteta dedito solo ed esclusivamente alla ricerca del Bello in sé, per cercare adesso una concreta azione eroica e violenta, sdegnosa della democrazia e della mediocre borghesia.
ma, non trovando spazio per l'eroismo, si rifugia nell'utopia della ricerca della «perfetta opera d'arte». Neanche in questo intento riuscirà, perché la donna fatale, Violante Montaga, si ucciderà determinando la sconfitta del protagonista stesso.
Il fuoco (1900) richiama molto del romanzo precedente:il protagonista Stelio Effrena vagheggia un'opera d'arte totale, come rito capace di ridestare nelle profondità della stirpe italiana le energie.
Compare la protagonista femminile, Foscarina Perdita (altro nome 'parlante'), che non è altro che Eleonora Duse. E' nevrotica, ossessionata dalla fuga del tempo, quindi dalla perdita dellapropria bellezza e dalla paura di perdere l'amante.
Rimane senza una conclusione positiva, perché l'opera d'arte totale non riuscirà a comporla.
Il romanzo Forse che sì, forse che no è del 1910 e l'anno precedente era uscito a Parigi Il manifesto del movimento futurista di Marinetti che esaltava il mito della macchina e della velocità.
attratto dalla macchina (aerei, sommergibili, ...), il protagonista Paolo Tarsis è l'ennesima personificazione del Superuomo, in cui permane la mistica dell'audacia e della «bella morte».
la vicenda si intreccia con i grovigli di una femminilità ambigua e felina, incarnata dall'eccessiva fémme fatale, Isabella Inghirami.
Le Laudi
il progetto prevedeva 7 libri per le stelle delle Pleiadi, ma i primi tre usciranno nel 1903, Merope nel 1912, gli ultimi verranno abbozzati o mai composti.
fortissimo è l'influsso nietzschiano e della teoria dello Übermensch.
tema unificante è quello del viaggio, con al centro la Grecia del periodo mitico (dove aveva veramente viaggiato nel 1895): il viaggio è simbolo del desiderio di riepilogare la propria esistenza passata e dello slancio verso nuove conquiste espressive.
Maia (1902)
sono 8.400 versi in 400 strofe di 21 versi ciascuna.
sottotitolo è Laus vitae: una lode entusiastica e sensuale di una vita eroicamente concepita. Al superuomo è affidato il messaggio di una vita nuova, legato all'istinto e in comunione con la natura, oltre che capace di ricollegarsi alle figure del mito, rivitalizzandole. La figura di Ulisse non è altro che una proiezione mitica dello Übermensch.
Elettra (1903)
raccoglie 18 componimenti, insieme a 57 liriche denominate Città del silenzio.
sono testi celebrativi dedicati all'impresa dei Mille, ad altri 'eroi' (Dante, Verdi, Bellini, e addirittura Vittorio Emanuele III!) e al passato glorioso delle città italiane.
Alcyone (1903)
comprende 88 liriche e l'ordine compositivo vuole suggerire l'arco di una stagione estiva, simbolo della giovinezza.
vuole essere una «tregua del superuomo», che, dopo aver dominato la società, vuole dominare e possedere la natura: centrale diventa quindi il tema del panismo, cioè l'immedesimazione sensuale nel mondo vegetale e animale. Il soggetto si dissolve nella natura, smarrendo la propria storicità per divenire mito e paesaggio.
ci sono tre costanti tematiche:
1. Lo scambio fra naturale e umano
Al cospetto degli uomini il superuomo rivendica un'identità superiore, davanti alla natura, invece, rivela la capacità di fondersi in essa, di perdere la propria identità per assumere quella del paesaggio circostante (Luperini parla di «vegetalizzazione dell'umano»). Più in generale nella poesia c'è la capacità di entrare in contatto diretto con la natura, di vivere le sue misteriose leggi fino a raggiungere la chiave dei suoi segreti.
2. La riattualizzazione del mito
Si deve restituire alla natura la sua originaria vitalità, distrutta dalla civiltà: strumento è il mito. D'Annunzio da una parte recupera i miti classici, dall'altra si immerge personalmente nella natura in termini mitici, con ciò riattualizzandoli.
3. L'esaltazione della parola, dell'arte e della figura del poeta
La parola poetica consente di stabilire un nuovo contatto tra autenticità interiore dell'io e la rivelazione naturale. Il poeta è quindi sacerdote, capace di accedere alla sfera privilegiata dei significati.
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