Torquato TASSO ( Sorrento 1544 - Roma 1595 )

 

Figlio di Porzia de’ Rossi e del nobile Bernardo, che fu poeta e cortigiano al servizio di Ferrante Pallavicino principe di Salerno. Trascorse l’infanzia a Salerno, dove cominciò gli studi, poi proseguiti a Napoli dai Gesuiti. E' a Roma dal 1552, dove aveva raggiunto suo padre, Bernardo, letterato e poeta che si trovava allora in esilio. Seguì proprio il padre nel suo lavoro di cortigiano e, dopo un periodo felice trascorso alla corte di Urbino, si trasferì con Bernardo a Venezia, dove intraprese la stesura di un poema epico sulla prima crociata, Del Gierusalemme libro I.

Scrisse poi il poema Il Rinaldo (Venezia, 1562). Nel 1560 si recò poi a Padova, dove studiò diritto, ma l’anno dopo passò ai corsi di eloquenza e filosofia tenuti da F. Piccolomini e Carlo Sigonio, oltre a conoscere Sperone Speroni, che lo avviò allo studio della Poetica di Aristotele.

Dopo un breve soggiorno a Bologna, tornò di nuovo a Padova, dove partecipò alle riunioni dell’Accademia degli Eterei, con il nome di Pentito. In questo periodo stese il primo abbozzo dei Discorsi [...] dell’arte poetica, scrisse delle rime d’amore per Lucrezia Bendidio e, in seguito, un secondo gruppo di rime per Laura Peperara.

Nel 1565 entrò al servizio del cardinale Luigi d’Este, a Ferrara, stringendo amicizia con intellettuali come Giovan Battista Pigna, Battista Guarini, A. Romei. Nel 1572 entrò al servizio di Alfonso II, e compose l’Aminta. Dopo aver assunto l’incarico di lettore di Geometria e Sfera nello Studio ferrarese, concluse nel 1575 il Goffredo, prima stesura della Gerusalemme liberata.

 

A Ferrara la Riforma cattolica stava vivendo un momento particolarmente delicato, a causa della madre di Alfonso II, cioè Renata di Francia. Principessa intelligente e colta, nel 1536 ospitò Calvino, il quale, giunto a Ferrara, la convertì alla sua dottrina. Nel castello di Ferrara si mostra ancora oggi una piccola cappella ove si sarebbero svolti i riti della setta protestante. La corte estense divenne un accogliente rifugio per i protestanti, perseguitati negli altri Stati della penisola; ma la curia romana, venuta a conoscenza dello spirito ereticale della duchessa e sollecitata da Ercole II, suo marito, la fece sorvegliare e, rifiutando essa di abbandonare la sua nuova fede, la sottopose a processo condannandola alla prigionia perpetua con la confisca dei beni. Cedette allora (1554), ma solo in apparenza, perché continuò a mantenersi in corrispondenza con Calvino. Morto Ercole II nel 1559, gli succedette il figlio Alfonso II, che non poté resistere alle pressioni di papa Pio IV, per cui Renata dovette tornare in Francia; dopo breve tempo si ritirò nel castello di Montargis, dove più volte diede ospitalità a ugonotti perseguitati e dove morì nel 1575 o 1576. Si capisce meglio il clima religioso e umano che il poeta dovette respirare a corte.

 

Le vicende legate alla GerusalemmeDelacroix, Il Tasso in prigione (1839)

Già a partire dal 1575 manifestava manie persecutorie, sottoponendo l’opera alla revisione di numerosi letterati e, in preda a dubbi religiosi, autoaccusandosi di eresia presso l’Inquisizione di Bologna e di Ferrara. Contemporaneamente tentava di instaurare contatti con la corte dei Medici a Firenze, stanco del clima ferrarese. Al primo accenno di follia persecutoria, nel 1577, Alfonso II, temendo di attirare ancora una volta su Ferrara i sospetti della curia romana, fece rinchiudere il poeta nei camerini del convento di San Francesco. Di lì, però, Tasso fuggì, raggiungendo in incognito la sorella a Sorrento, e continuando poi per Roma, Siena, Firenze e ancora Ferrara.

Nell’estate del 1578 sostò presso Francesco della Rovere a Urbino, da dove però partì quasi subito per Torino, tentando, invano, di entrare al servizio di Emanuele Filiberto di Savoia.

Tornato a Ferrara, a causa dell’ennesimo eccesso, fu fatto rinchiudere nell’Ospedale di Sant’Anna, dove restò per sette anni (1579-86). Venne liberato, per intercessione di alcuni suoi amici, nel 1586. Dopo ulteriori peregrinazioni, ospite di conventi e case di amici, trascorse un periodo relativamente sereno a Napoli, sotto la protezione di Cinzio Aldobrandini. 

Nel 1593 pubblicò a Roma la prima edizione della Gerusalemme Conquistata (la seconda, pubblicata a Pavia, è dell'anno successivo), totale riscrittura della Liberata, nel tentativo di uniformarsi alle regole aristoteliche e all'ideologia controriformistica. Fra il 1592 e il 1594 lavora al poema religioso in endecasillabi sciolti Le sette giornate del mondo creato, pubblicato postumo nel 1607.

Morì a Roma, nel convento di Sant’Onofrio, il 5 aprile del 1595.


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