I TORRENTI 

Nel territorio circostante il paese  sono presenti alcuni torrenti che confluiscono a fondo valle nel Vandra, affluente del fiume Volturno. In realtà, a causa della esigua portata, sarebbe più appropriato definirli ruscelli piuttosto che torrenti. 

Tuttavia essi acquistano una straordinaria bellezza per via del caratteristico paesaggio che attraversano. Il più conosciuto, anche per la sua portata, è il Vallone. Esso nasce in un canalone con già abbondante portata dalla sorgente, infatti,

stranamente, non riceve molte sorgenti ad alimentarlo anche se nella zona di Villa San Michele le sorgenti sono alquanto numerose.

    Dalle colline del “Melazza”, attraversando l’orto Marotta, il Vallone arriva in zona Mulino, dove ancora oggi è visibile il canale di condotta con l’arfota e tutti gli elementi necessari a far funzionare il Mulino. Nei tempi passati al mulino c’era così tanta gente che era necessario prenotarsi per la macina del grano-turco e del farro. Da questa zona gli abitanti del rione Trebbande avevano realizzato un canale della lunghezza di 4-5 Km in cui convogliavano le acque per l’irrigazione dei terreni nella loro borgata. In modo abbastanza scosceso, dal mulino scende verso la valle fino a costeggiare il colle Mangia Vacche e all’altezza della piana Cupptelle si riversa nel Vandra.

    Nettamente diversa è la portata del Vandra che ha la sua sorgente alla Fornace di San Pietro Avellana. Lungo il suo  percorso ci sono diverse sorgenti che confluiscono in esso ( San Antonio, Fucil La Iatta, San Donato, Vallone Stortella, Capo D’Acqua etc).

    L’acqua del Vandra è molto fredda e  cristallina. Spesso l’acqua si accumula in più o meno ampi antri, formando  i cosiddetti “cutini” dove è possibile nuotare se si possiede una minima capacità di resistenza al freddo.

    Giunto alla fine della zona Sotto alla vigna, il fiume è utilizzato da un mulino: il Mulino di Cicco. Questi posti erano di importanza essenziale alla vita quotidiana ed avevano un fascino particolare che giunge sino ai nostri giorni. Il mulino era il luogo per la lavorazione del grano, era dove il grano diventava farina pronta per la produzione del pane, pasta e pizze. In un’economia basata sulla sopravvivenza, nell’ottocento andare al mulino equivaleva a mangiare.

    In zona Santo Donato il Cutinh La Terra Bianca e soprattutto il Cutinh Malhpass sono di uno splendore straordinario, sembrano appena usciti magicamente da una fiaba irlandese, e guardandosi attorno si ha l’impressione che dietro ogni albero e masso si nasconda un folletto o uno gnomo. Essi si prestano come luogo ideale per gite e soste ristoratrici.

In particolar modo il secondo, alimentato da una piccola cascata e circondato da enormi massi, immerso in un verde ombroso,

Cutin r Cerr

  è abbastanza profondo e dunque adatto a chi volesse fare un vero e proprio bagno (chi non sa nuotare sarà bene che si munisca di salvagente). Molto incantevole è il Cutinh r Cerrh, il quale si trova subito dopo il mulino, a due passi dalla strada interpoderale del Ciese Vecchie, ed è dunque facilmente raggiungibile anche con l’automobile.

La vallata di Pignataro, nella quale scorre il Vandra, lo coccola dolcemente tra le sue braccia sino al Cordisco e al ponte Biliardo, dove ormai, alimentato dalle tante sorgenti, prende le sembianze di un vero fiume. La sua corsa termina nel Volturno, dove le sue acque confluiscono con molte altre e proseguono il viaggio sino a sfociare nel Tirreno.

Pasquale Amicone e Ferdinando Lombardi

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