Sara Collauto
La cattura delle iene. Gli uomini in nero della TV si confessano
Che i tempi cambiano è un modo di dire che può essere
riscontrato in primo luogo osservando l'evolversi dei contenuti
e delle forme del modo di fare televisione. Oggi i programmi che
fanno parlare, oltre ai consueti talk-show politico-culturali,
sono quelli satirici, grazie ai quali si risveglia, per così
dire, l'opinione pubblica. Perché oltre a riproporre i
modi di fare, i comportamenti, le reazioni dei grandi della politica,
dell'informazione ma anche dello sport e dello spettacolo, portano
l'attenzione su domande che tutti noi vorremmo proporre agli interessati
per ottenere una risposta che, nella maggior parte dei casi sembrerebbe
semplice ed ovvia, ma che poi, per un motivo o per un'altro, viene
sviata. Allora ecco che gli spettatori manifestano la loro solidarietà
e il loro interesse a questi programmi che, puntualmente, registrano
costanti ascolti record. Facile qui pensare a programmi come "Striscia
la notizia" oppure "Le iene". Al riguardo risulta
utile, per conoscere meglio la marcia in più di tali spettacoli,
capire come e dove nascono i loro protagonisti e cosa essi stessi
pensano di tutto ciò che riescono a realizzare. Primi tra
tutti, capaci di captare l'attenzione su di loro ma, soprattutto,
sulle vicende che presentano sono: Furio Corsetti, Gabriele Corsi
e Giorgio Daviddi, nomi che, probabilmente, non permettono al
pubblico di identificare nulla e nessuno ma che, se presentati
come "Trio Medusa" fanno pensare immediatamente a quei
tre inviati che, a piazza Montecitorio, davanti alla sede della
Camera dei deputati, bloccano i signori onorevoli per domande,
riflessioni o addirittura per proporgli di provare a cantare qualche
stornello. Le tre iene in questione sono giunte alla più
piena ribalta in seguito al mini scandalo che ha visto coinvolto
l'onorevole Vittorio Sgarbi che, come loro ricordano, dura ormai
da più di un anno e, tra parole tutt'altro che cordiali
e cause giudiziarie, dura tutt'oggi. Nonostante gli accesi diverbi
il trio ironicamente afferma, del sottosegretario ai beni culturali,
che è il loro pane quotidiano che, se non ci fosse dovrebbero
inventarlo e che sarebbero nulla senza lui, come Biscardi senza
il "Processo del Lunedì" o come Maurizio Costanzo
senza baffi. Riguardo la loro trasmissione, i tre ritengono che
sia geniale, innovativa e che, come tutti possono ben percepire,
lascia la sensazione amara di tante verità che poco a poco
vengono a galla. Da ciò che il Trio Medusa ci propone si
capisce istantaneamente il loro affiatamento e la loro complicità
che va oltre quei famosi servizi e che infatti ha origini lontane.
Queste risalgono al 1994 quando Furio, Gabriele e Giorgio, spinti
da un innato amore per la radiofonia (e anche perché qualcuno
aveva loro riferito che chi fa radio rimorchia), decidono di gettarsi
nel tentacolare mondo dell'emittenza e in principio fondano una
emittente radiofonica propria facendo nascere Radio Medusa. Fu
così che, dopo anni e anni di radio, i tre approdarono
in tv nel programma "Le Iene", ottenendo quella popolarità
che solo il piccolo schermo può conceder. Il trio infine,
sempre ironizzando, spera che nel proprio futuro si presenti l'occasione
di condurre il classicissimo Festival di Sanremo, di continuare
in tutti i modi a fare quello che più gli piace, ovvero
lavorare divertendosi, restando comunque con i piedi per terra.
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