INTRODUZIONE
STORICA
Il
territorio murese è abitato da millenni. Il ritrovamento di
testimonianze dell’età del bronzo, e persino di età neolitica,
testimoniano la presenza di nuclei abitativi ben precedenti
all’epoca messapica.
Muro
è stata poi una delle maggiori città messapiche, sebbene tra
le meno conosciute e con un patrimonio archeologico ancora tutto da
scoprire. Sono rare, invece, le testimonianze di età romana (stele
con epigrafe reimpiegata nella Chiesa di S. Maria di Pompignano).
Poche,
ma significative (Chiesa bizantina di Santa Marina risalente al
X secolo, per fare un esempio), sono quelle riferibili al Medio Evo.
In questo periodo e nei successivi Muro era una piccola città
fortificata che occupava l’area oggi denominata “Terra”,
delimitata dalle odierne via Isonzo (già via Brongo), via Sac.
Maggiulli, via San Pio (già via Fosso) e Piazza del Popolo.
Nel
XVI secolo, la città si espanse verso Sud, lungo la via
Salentina dove ancora oggi troviamo edifici civili
cinquecenteschi. In quel periodo si verificò il maggiore sviluppo
architettonico civile e religioso, della città che diventò una piccola
capitale del Barocco Salentino. La famiglia principesca dei
Protonobilissimo, e la loro corte, furono tra i più attivi
committenti. Per la realizzazione dei monumenti (Convento e
Chiesa
di S. Spirito, Chiesa del Crocefisso,
Chiesa
dell’Annunziata, Colonna degli Evangelisti, Colonna
Crocepinta) vennero chiamati i più importanti artisti salentini
del tempo: Giovanni Maria Tarantino e Donato Antonio D’Orlando di
Nardò, Placido Boffelli di Alessano. Ne derivò una crescita
culturale della città cui diede nuova linfa anche l’avvento dei
Padri Domenicani, i quali, dopo il loro arrivo, istituirono lo Studentato.
Due
secoli dopo erano già mature le condizioni per la nascita dell’Accademia
degli Eclissati (fondata da Giuseppe Antonio Papadia), una delle
più rilevanti tra quelle salentine.
Tra
i maggiori esponenti ritroviamo il neretino Giovan Bernardino Tafuri,
Fra Domenico Buffi (Maestro degli studi dei PP. Domenicani), e Alfonso
Protonobilissimo dei Principi di Muro.
In
piena epoca barocca, la città matura una propria identità
artistica e architettonica; infatti, per la realizzazione delle opere
di questo periodo non ci si rivolge esclusivamente ad artisti
forestieri, ma anche ai concittadini: Giovan Battista De Bellis e
Francesco Milanese (per il progetto e la costruzione della Chiesa
dell’Annunziata), Liborio Riccio (per le tele della chiesa stessa) e
Vito Carluccio (per la realizzazione degli ornati e della statua
dell’Immacolata dell’omonima chiesa). Mentre tra i forestieri che
alla fine del XVIII secolo hanno contribuito all’arricchimento del
patrimonio artistico murese menzioniamo Serafino Elmo, Aniello
Letizia,iuseppe Andrea Manfredi ed Emanuele Orfano.
La
creatività barocca a Muro si manifesta attraverso la realizzazione di
una serie di opere quali: l’altare dell’Annunziata e la Chiesa
dell’Immacolata Concezione. Nel 1768, grazie al volere e alla
donazione di Giuseppe Donato Cesareo, il palazzo dello stesso venne
adibito a ospedale. Nel luogo oggi esiste il Municipio. Nell’800
è da segnalare la costruzione della Torre dell’Orologio e
dei contrafforti della chiesa dell’Immacolata, assieme ad una serie
di palazzi borghesi, la maggior parte dei quali verranno terminati
alle soglie del secolo successivo. Tra gli studiosi di Muro va
ricordata la figura di Luigi Maggiulli, che ha illustrato con
le proprie ricerche numismatiche il passato archeologico del Salento.
(Si
ringrazia vivamente la Sezione di "Italia Nostra" di Muro
Leccese per averci concesso l'autorizzazione a pubblicare la
"Guida di Muro Leccese", edita nel 1996)
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