Il mondo del giornalismo in lutto per i golfini di Del Noce

Scoop. Mata Hari e' Fabio Mussi!!!


20 Novembre 2000 

È bastato un take Ansa ripreso da l’Espresso con una breve a pagina 24 a scuotere questo sonnacchioso week end capitolino. Così il settimanale di via Po: "Fabrizio Del Noce, di ritorno dalle Marche, ha caricato la sua Porsche con una bella scorta di maglioncini e sciarpe in puro cachemire. Peccato che, mentre sostava in un autogrill, i soliti ignoti gli abbiano svuotato la macchina della pregiata maglieria".

La prima reazione è venuta dall’ATUE (Associazione Trombati alle Ultime Elezioni) di cui Del Noce è vice presidente vicario: "Siamo vicini a Fabrizio in questo difficile momento" così il comunicato."Il nostro impegno è totale: se alle prossime elezioni gli italiani ci daranno fiducia gli autogrill torneranno ad essere dei luoghi sicuri".

Raggiunto telefonicamente in un casinò di Las Vegas Cesare Lanza si è rifiutato di rilasciare dichiarazioni. Ha mormorato: "È colpa mia, è colpa mia; mia e di quella maledetta intervista".

Fra i primi a giungere a casa Del Noce, verificata la presenza di giornalisti e telecamere, Francesco Rutelli. Questa la sua dichiarazione, stilata parola per parola dalla moglie Barbara e da lui imparata a memoria: "In momenti come questi le ideologie devono fare un passo indietro; capisco il dolore di Fabrizio. Quando avevo dodici anni mi è stato rubato un gilé. Non era di cachemire ma ho pianto molto lo stesso".

Nel commento dell’interessato tutto il suo spessore morale. "Non sono addolorato per il valore venale di quanto mi è stato sottratto, si sarà trattato lira più lira meno di una ventina di milioni, roba da ridere. Ma sono stato colpito nei miei affetti: ogni capo era un ricordo, la testimonianza di un avvenimento; ogni sciarpa aveva la sua storia. Sono pronto a pagare un riscatto". Poi i nervi non hanno retto ed è scoppiato a piangere fra le braccia di Bruno Vespa che ha sussurrato: "Ce ne occuperemo a Porta a Porta".

Si è immediatamente costituito un "Comitato di sostegno a Del Noce": presidente (non retribuito) lo stesso Vespa e portavoce (retribuita) Anna La Rosa, mentre dichiarazioni di fuoco giungono da Villa San Martino.

Così Berlusconi a Fede in esclusiva per il Tg 4.
"Comunisti, vergogna! Vergogna, comunisti! Prima me con gli avvisi di garanzia, poi i pullover di Del Noce. Non mi stupirei se cercassero di avvelenare il gatto di La Loggia o il cagnolino di Pisanu. Pci? Pds? Ds? Possono cambiare tutti i nomi che vogliono ma comunisti sono e comunisti restano. Comunisti vergogna! Vergogna, comunisti!". 

"Quali saranno le prossime mosse politiche della "Casa delle Libertà?".

"Innanzitutto stringerci attorno a Fabrizio, poi proteggere la vita delle bestiole dei nostri capi gruppo e infine smascherare Mata Hari, la vera mandante morale di quanto accaduto".

"Lungi da me la piaggeria presidente" continua Fede. "Ma sono certo che come sempre riuscirà nel suo impegno. Un’ultima domanda, chi potrebbe, secondo lei, celarsi sotto lo pseudonimo di Mata Hari?"
"Non è mia abitudine gettare sassi nello stagno. Diciamo però, così solo per amore della discussione, che se si trattasse di Fabio Mussi non ne sarei stupito".



Chiedo scusa se una tantum mi spoglio dei panni della guitta e riprendo la mia veste di giornalista per commentare tre notizie che, bene o male, hanno a che fare con la nostra professione.

La prima riguarda Gustavo Selva che in un’intervista a La Stampa dissente dall’iniziativa di Storace sui "libri faziosi" definendo An "un partito di dilettanti.  Lo stato maggiore di An vibra di indignazione e Selva prima dice di "essere stato travisato dall’intervistatore" (e te pareva, dicono a Roma), poi cerca un rimedio che si rivela peggiore del male: "un colloquio informale" dice "è stato tramutato in un’intervista".

Chi per quarant’anni ha fatto il nostro mestiere ad alto livello dovrebbe sapere che di informale, in un colloquio con un giornalista (a meno di un gentleman agreement preventivo) non c’è nulla. Mi farebbe piacere chiedere non all’onorevole Gustavo Selva ma all’ex direttore Gustavo Belva del GR uno (che faziosetto era ma certamente migliore dell’attuale, mieloso, omologato e parcondiciaro) come si sarebbe comportato se un suo cronista gli avesse portato una notizia piccantina rubata in una "chiacchierata informale" in Transatlantico. 

E passiamo alla notizia numero due. Francesco Rutelli è il premier designato dell’Ulivo e Barbara Palombelli cessa la sua collaborazione a la Repubblica. Una premessa: considero Barbara una delle migliori su piazza: è acuta, intelligente, garbata, ironica quando necessario e soprattutto, virtù non comune, usa benissimo la lingua ufficiale della Repubblica. Personalmente penso che sbagli a dimettersi: il suo percorso professionale la mette al di sopra di ogni sospetto (in fondo non è mica la moglie di Cesare ma solo di Francesco) ma comunque sono fatti suoi. 

Trovo poco chic invece la dichiarazione rilasciata da De Bortoli che più o meno suona così: "Ho fatto alla Palombelli un’offerta di quelle che non si possono rifiutare". Spero certo che Barbara rifiuterà e complimenti al direttore del Corrierone per la sua classe. 

Un’ultima osservazione che forse puzza un po’ di vetero femminismo, quello di via del Governo Vecchio anni settanta tanto per intenderci, ma tant’è. Cosa sarebbe successo se Francesco Rutelli, premier designato avesse dichiarato: "Amici, compagni, sono onorato ma non posso accettare; metterei in serio imbarazzo mia moglie, notista politica e penna di grido del secondo quotidiano italiano".

Dulcis in fundo, ma sarebbe più giusto dire in cauda venenum, una terza notizia nella quale tutti i protagonisti, nessuno escluso, ne escono con le ossa rotte. Venerdì 17 la Repubblica dà notizia che Anna La Rosa vice direttore Rai, conduttrice e domina di Telecamere  è stata nominata dalla giunta regionale della Calabria (Polo, ma anche se fosse stato Ulivo il mio commento sarebbe stato identico) consulente dell’Assessorato al Turismo.

Anche qui è d’obbligo una premessa per chi non è addentro al pianeta Rai. A Saxa Rubra ogni giornalista è quotato. Qualcosa di molto simile, ricordate, al vecchio 654111 solo che adesso il numero è di quarantanove cifre, tanti qunti sono partiti e partitini. Quotato non nel senso di stimato o apprezzato, ma nel senso di "in quota di…" dove i tre puntini vanno di volta in volta sostituiti col nome di un partito o di un leader politico. Se tutti sono quotati Anna La Rosa è quotatissima, nel senso che è stata negli anni in quota di pressoché tutti i partiti dell’arco costituzionale.

La pochade si svolge in due atti. Anna "Biancaneve" La Rosa dichiara : "Sono nata in Calabria e ho un legame fortissimo con la mia terra. Celli mi ha autorizzata (complimenti direttore generale, ndr). Un compenso per la mia consulenza? Un rimborso spese, ma non conosco i dettagli della delibera".

Si scatena il putiferio. Insorge l’Usigrai, fioccano le interrogazioni da parte di parlamentari calabresi. Da notare che essendo stato l’incarico deliberato a settembre è difficile credere che fino a ieri La Rosa non ne conoscesse i contenuti. Che invece erano a tutti noti.
Sabato 19 La Rosa comunica a la Repubblica il suo beau geste: rinuncia all’incarico sottolineando però che "la consulenza non mirava certo ad un guadagno" bensì al fatto di essere "orgogliosamente calabrese". Le risate...
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Mata Hari
 


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