Dai nostri inviati. 2 giugno - 16 luglio 2000


16 Luglio 2000 - Alla Stampa assunto un altro anti-juventino
Marcello Sorgi, direttore della Stampa, ha rafforzato la sua redazione romana, portando da 3 a 5 gli "articoli 1" che si occupano di Economia. Da poco più di una settimana è stato assunto Roberto Giovannini, di provenienza Unità, che sembra destinato ad occuparsi di sindacato e previdenza. Ha poi già firmato, e sta cercando casa a Roma, Mario Sensini, fino ad oggi corrispondente da Bruxelles per l'agenzia Radiocor. Mario sta cercando di fare "bingo", perché a Roma dovrebbe trasferirsi da Bruxelles anche la moglie, Simonetta Guidotti, che attualmente lavora alla redazione Rai della capitale europea: secondo i "boatos" raccolti dal Barbiere, anche questo pezzo dell'operazione si sta concludendo con successo. Sensini è un supertifoso della Fiorentina: la passione per la squadra gigliata è tale da averlo indotto a chiamare una figlia, per l'appunto, Fiorentina. Con la sua assunzione, Sorgi ha quindi rafforzato la cellula anti-juventina del giornale di casa Agnelli, attualmente guidata dal redattore capo Emilio Pucci, numero due della redazione romana, tifoso laziale sfegatato.
Bds 
16 Luglio 2000 - I conigli dal cappello di Pierluigi Magnaschi

Ben strana crisi, quella dell’ Ansa… L’agenzia di via della Dataria, come ormai molti sanno, sta per mandare in pensione anticipata 40 giornalisti . Motivo, accertato e accettato dal governo, un gravissimo stato di crisi. In pratica un rosso di dimensioni tali da togliere ogni speranza di assunzione ai precari ( e sono molti) che da anni offrono sottopagati il loro lavoro alle diverse redazioni.
Insomma tempi duri, direte voi, di quelli in cui non si puo’ far altro che tirare la cinghia…. E invece no, colpo di scena. Prestigiatore d’eccellenza, l’ottimo direttore Pierluigi Magnaschi sembra proprio che abbia intenzione di tirare fuori dal cappello conigli e colombe a volonta’.
Cosi’, proprio alla vigilia della pubblicazione in Gazzetta del decreto che autorizza i prepensionamenti, ha annunciato al cdr l'intenzione di assumere dall’esterno un nuovo vicedirettore (il quinto, perche’ l’Ansa ne ha gia’ quattro, pagati come tali ma evidentemente non ritenuti degni da Magnaschi) .
Una spesuccia non da poco, visto che il prescelto (Magnaschi non ha fatto nomi, ma l’ Espresso di Giulio Anselmi l’ha preceduto) sarebbe Giuliano Zoppis, attuale vicedirettore di Radiocor, l’agenzia economico finanziaria del Sole 24 Ore .
Quanto alla redazione, che alla notizia ha reagito con uno sciopero immediato, sembra sia in arrivo qualche contentino: un pacchetto di 30 nomine, tanto per cominciare (ci sono da rimpiazzare parecchi capi e capetti mandati anticipatamente in pensione o fuggiti in altre testate), ma anche qualche assunzione in piu’ rispetto alle sei concordate nel piano di crisi. Sara vero?
Bds
16 Luglio 2000 - C’e’ un "Domani" per la Calabria

Con la direzione di Guido Talarico sono leggermente salite le vendite del  quotidiano "Il Domani". Il giornale calabrese che, dopo le polemiche  dimissioni di Domenico Morace, sembrava destinato ad una lenta agonia ha  compiuto, invece, una svolta. Talarico che de "Il Domani" è anche l'editore  ha, infatti, aumentato l'attenzione nei confronti degli avvenimenti di  cronaca e politica in Calabria. "Più fatti locali" è la parola d'ordine di  Talarico. E' in questo quadro che s'inserisce il lavoro di sette, otto  'service' sparsi sul territorio che s'affianca agli uffici di corrispondenza  già esistenti. Obiettivo è superare quota diecimila copie. Attualmente "il  Domani" veleggia intorno alle settemila copie distanziando gli altri due  giornali concorrenti.
Shampoo 
14 Luglio 2000 - Katabufala o Katabufalotta?

Dopo un'intera notte passata a snocciolare le desinenze delle varie zone di  Roma (KataTiburtina: che schifo, KataSalaria, KataPontina, carino..., etc.) alla mattina i manager di Kataweb  erano stravolti.
"Serve una zona che rappresenti anche l'Italia  all'estero....", e ancora, "si’, ma che faccia capire subito che vi si fa un  prodotto di qualità". Insomma un vero rompicapo. Finalmente, come un fulmine a ciel sereno,  l'illuminazione arriva: la Bufalotta!! Va bene all'estero perchè la  mozzarella di bufala (o bufalotta che dir si voglia) è conosciuta ed  apprezzata e contemporaneamente rappresenta, nell'immaginario collettivo, un  prodotto di qualità.

"Perfetto, allora trovatemi una sede da quelle parti", dicono abbia sparato Paolo Dal Pino,  amministratore delegato di Kataweb. Detto fatto. Nei prossimi mesi il gruppo Kataweb traslocherà dallo stretto e  bianco palazzo di Via Goito in una megasede alla Bufalotta con tanto di  bandiere, parcheggi e porta girevole. Alle centinaia di "surfer" che attualmente dimorano nel palazzo di fronte alla storica sede di Repubblica si aprono due possibilità: comprare casa fra  il Tufello e Casal dei Pazzi oppure imbarcarsi su autobus dai numeri a 3 cifre e dagli orari improbabili almeno quanto i capolinea. Di scegliere sedi piu’ centrali non se ne parla nemmeno. L’affitto di un palazzo tutto cablato e pronto per ospitare la Internet Company dell’ Espresso avrebbe costi considerati proibitivi nei quartieri centrali. Quindi, tutti alla Bufalotta.
Bds 


14 Luglio 2000 - Quanti Baiocchi vale "La Padania"?
Giuseppe Baiocchi continua a dirigere "La Padania". Anche da direttore  sfiduciato. Ma al quotidiano della Lega non cessano le proteste. Ogni giorno si registra, infatti, il  malumore della redazione nei confronti di Baiocchi. Un esempio?  L'atteggiamento assai discutibile tenuto da "la Padania" sulla vicenda gay pride non è piaciuto affatto ad un redattore 'padano' che dirige un  periodico di cultura omossessuale.
Le sue vibranti proteste verbali non  hanno però sortito alcun effetto. Un altro esempio? Baiocchi per la rivista  "Studi Cattolici" (da sempre considerata vicino all'Opus Dei) scrive un saggetto. La redazione 'padana' protesta per la scelta politica del Direttore. Inutilmente. Risultato: sono sempre di più i colleghi 'padani' che scelgono di mettersi in ferie oppure di godere dei recupero corte piuttosto che lavorare al fianco del Direttore sfiduciato. E il giornale, in edicola, veleggierebbe sotto le ventimila copie. Ma anche il settimanale leghista "il Sole delle  Alpi" (caporedattore Vittorio Locatelli) non gode di buona salute. Per la Tv  leghista si pensa, invece, di aumentare le ore di trasmissione.
Shampoo
14 Luglio 2000 - "Libero", fuori dal coro, purche' non sia anche stonato

"Libero. Un giornale fuori dal coro". E' questo lo slogan della campagna  pubblicitaria per il lancio del nuovo quotidiano diretto da Vittorio Feltri. "Libero" sara’, infatti, in edicola da martedì 18 luglio. Ieri sera, al  Circolo della Stampa di Milano, la presentazione ufficiale. Una vetrina per  l'ex Direttore del "Giornale" che punta a vendere almeno 40mila copie  "intercettando i lettori delusi dal panorama della stampa nazionale". Così,  mentre in una traversa di viale Monza, i suoi redattori mettevano a punto il  primo numero zero di "Libero", Feltri, si godeva gli ospiti della serata. Ma  grossi nomi dell'editoria non se ne sono visti. E chi s'attendeva 'guest  star' Giulio Andreotti - ultimo acquisto come editorialista di "Libero" - è  andato deluso. C’erano, piu’ modestamente, l'ex fascista Ignazio La Russa  accompagnato dalla pr Daniela Santaché, alcuni dirigenti di Publikompass e  qualche 'grande' inserzionista.
E molti addetti ai lavori che hanno notato un Feltri abbastanza teso: forse, secondo indiscrezioni, per aver  raccolto finora 'appena' 12 miliardi di capitale sottoscritti da cinque  soci, dei quali tre erano già gli editori del settimanale 'il Borghese'. Ma  la serata feltriana ha comunque riservato una sorpresa: Niki Grauso, l'ex  editore dell'"Unione Sarda". Grauso da qualche giorno s'aggira tra la  redazione e gli uffici amministrativi di "Libero". E c'è chi ipotizza un suo  ingresso nella compagine azionaria. Ingresso che farebbe assai bene a Feltri  che non ha mai nascosto - come sempre all'inizio delle sue direzioni - di  non voler sprecare risorse finanziarie qualora le vendite non premiassero i  suoi sforzi.
Shampoo
13 Luglio 2000 - Un serio dilemma: che fare se il sindaco e'molto malato?

Caro Barbiere, c’è un peso collettivo, che, immagino, grava sulla coscienza della maggior parte dei giornalisti della grande citta’ dove vivo e lavoro che frequentano le istituzioni.

In breve. Il nostro sindaco è molto malato. Ce lo dicono ogni giorno le nostre fonti: consiglieri comunali di minoranza e della sua maggioranza), e ormai è un tam-tam che dura da quasi tre mesi, da quando, mesi fa, il sindaco fu ricoverato d’urgenza in ospedale. Per un malore, dissero i medici- e noi scrivemmo- poi per uno stato infettivo acuto, precisarono in seguito i sanitari - e noi scrivemmo- e infine per uno stato infettivo acuto le cui cause non sono mai state chiarite.

Fin qui quello che si è scritto sui giornali e che, in teoria, sanno i cittadini ed elettori. Ma nell’ambiente politico si dà per certo che il sindaco abbia in realtà una leucemia e sia imminente un nuovo ricovero per procedere ad un trapianto di midollo osseo.

Fin qui, in estrema sintesi, la storia. Il problema, al di là del naturale riserbo, delle norme sulla privacy e anche del buon gusto, è che, in tre mesi di voci, esse si sono naturalmente propagate; forse, come succede in questi casi, anche gonfiate. Il risultato è che, tra personale politico e amici, giornalisti e amici, amici e parenti degli amici, l’indiscrezione di una grave malattia del sindaco è ormai a conoscenza di un gran numero di persone.

A questo punto mi chiedo (e ti sottopongo il problema, come si fa nelle barberie): è giusto che in una citta’ si vociferi ogni giorno del sindaco malato e nessuna scriva una riga, per confermare o per smentire? E’ giusto che tutti i cittadini, elettori ed amministrati, non vengano messi a conoscenza di ciò che sanno (o pensano di sapere) politici, giornalisti e amici vari, e cioè che il primo cittadino potrebbe non essere in grado di fare con il massimo impegno il suo lavoro, perché occupato (giustamente) a curarsi? E’ giusto dar conto del fatto che, tra gli stessi politici, la maggior parte sono terrorizzati dalla prospettiva delle dimissioni del sindaco?

E qui veniamo a quella che è, secondo me, la causa del black-out informativo: nessuno ci tiene a dare la notizia perché tutti hanno paura delle conseguenze. L’attuale maggioranza, pure attivissima nel propalare le voci, perché teme che senza questo sindaco le prossime elezioni possano finir male; l’opposizione perché teme che l’effetto di un annuncio di dimissioni per grave malattia, toccando i sentimenti degli elettori, scatenerebbe un effetto-Berlinguer alla rovescia, portando in carrozza l’attuale maggioranza a confermarsi alla guida del Comune. Con due preoccupazioni in più per l’opposizione: una è la consapevolezza di non essersi assolutamente ripresa dalla botta del 17 aprile, l’altra è quella di vedersi servita, oltre all’amara beffa di una nuova e più cocente sconfitta, il danno (per la città) di un sindaco meno autorevole e meno capace, di un personaggio insomma più grigio dell’attuale sindaco al quale quasi tutti riconoscono qualità positive.

Ma i media? Pur se spesso riflettono i pensieri e le preoccupazioni questa o quella parte politica, possono continuare a tacere? O non dovrebbero fare a gara, pur nel massimo rispetto della persona e della sofferenza, a dare una notizia (importante)? Questo è il mio cruccio, caro Barbiere, di giovane giornalista; che si fa?
Un Amleto di una grande citta’.

Caro Amleto, tu poni un bel quesito e il Barbiere non si sottrarra’ alla domanda. Come vedi, e come e’ bene che i clienti del Barbiere sappiano, dalla tua lettera sono stati eliminati i riferimenti precisi che avrebbero, in qualche modo, risolto il problema, diffondendo immediatamente con precisione la notizia della malattia del tuo sindaco. La legge sulla tutela della privacy impone l’embargo sulle notizie relative alle condizioni personali di salute dei cittadini.

Ma a giudizio del Barbiere, questo caso imporrebbe la pubblicazione della notizia. La malattia di un personaggio pubblico, investito tra l’altro di una importante carica amministrativa, si ripercuote, come tu stesso fai notare, sull’efficacia del suo suo lavoro e quindi sulla buona amministrazione della citta’.

Noi pensiamo che (e’ bene ripeterlo), nel caso di un personaggio pubblico che occupa una carica elettiva, ai cittadini vadano offerti con completezza tutti gli elementi, buoni e cattivi, che possono aiutarli a farsi un’opinione e a decidere a chi dare il proprio voto. In questi elementi e’ certamente compresa ogni notizia relativa alla dirittura morale del personaggio in questione e anche ogni notizia relativa al suo stato di salute. Un sindaco deve essere una persona per bene, ma deve essere anche in grado di svolgere il suo lavoro. E quindi i giornali dovrebbero informare i loro lettori anche sullo stato di salute dei leader politici.

Tutto questo non toglie che si tratta di una decisione delicata. Il rischio di colpire quei valori di umanita’, che ogni giornalista dovrebbe portare sempre con se’, e’ alto. Ma crediamo che tra i compiti di un organo di informazione ci sia anche questo. Crediamo anche, pero’, che tra le responsabilita’ di un uomo pubblico, un "civil servant", ci sia anche quella di dichiarare apertamente la sua impossibilita’ di assolvere a un impegno gravoso. Secondo noi il tuo sindaco dovrebbe convocare una bella conferenza stampa e dire a tutti: "Sono malato, non ce la faccio piu’ e debbo curarmi. Pertanto annuncio le mie dimissioni".
 

Quanto al resto (le preoccupazioni della maggioranza di perdere le prossime elezioni, e quelle dell’opposizione di regalare agli avversari un "effetto Berlinguer"), e’ un vergognoso e stupido cinismo che lasciamo volentieri ai politici.
Bds



13 Luglio 2000 - Piazza Indipendenza o Washington, in fondo che differenza fa?
Questa da Vittorio Zucconi proprio non ce l’aspettavamo. Ma come, prima si fa paladino del giornalismo dai principi sani e poi si fa pescare con le mani nella marmellata?
Ma andiamo con ordine. Alcuni di voi ricorderanno che alcune settimane fa il bds pubblico’ un’infuocata e-mail di Zucconi ai redattori di Repubblica.it e Radio Capital (di cui è direttore) esortandoli, anzi, ordinando loro, di usare un linguaggio meno giustizialista.

Il succo del discorso era: "Prima di scrivere che qualcuno è il mostro, bisognerebbe attendere la fine dell’inchiesta e poi il processo. Quindi scrivete il presunto mostro". Iniziativa lodata dal Barbiere che si era detto disponibile ad aprire un dibattito sull’argomento.

Ma adesso il nostro Zucconi che fa? Torna dall’America in vacanza a Roma e continua a firmarsi inviato dagli Stati Uniti. Ultimo in ordine di tempo il pezzo da Washington di mercoledì 12 luglio, sapientemente firmato dal nostro inviato Vittorio Zucconi. Ma Zucc è a Roma da quasi una settimana, è stato visto a piazza Indipendenza dove ha salutato i colleghi di Repubblica, Repubblica.it, Radio Capital e poi è stato visto anche a via Po (sede dell’Espresso).
Ah Vittorio, Vittorio... non si poteva proprio fare a meno di mettere in testa al pezzo "dal nostro inviato"? Questa non ce la dovevi fare.
Bds


13 Luglio 2000 - Napoli non piace a Silvio Berlusconi.
Al leader di Forza Italia Napoli ricorda troppo quell'avviso di garanzia (22-11-1994) che gli fu consegnato durante un vertice del G7. E "Kiss Kiss radio" - con direzione e redazione nel capoluogo partenopeo - non ha un segnale diffuso bene su tutto il territorio. Poi, spostare sede e aumentare il numero dei ripetitori sparsi in giro per l'Italia sarebbe troppo laborioso.
Così, l'attenzione degli uomini del Cavaliere -guidati da Paolo Romani - che da settimane stanno battendo la Penisola per tentare di dar vita a "Radio Azzurra", l'emittente di Forza Italia, si sarebbe concentrata su "Radio 101 -ONE O ONE NETWORK". "Radio 101", con una bella sede all'ultimo piano di un palazzo della centrale via Locatelli a Milano, un buon segnale (da potenziare al massimo nelle isole) sarebbe dunque la candidata ideale a diventare la radio del Cavaliere. Pronta 'chiavi in mano'. La radio si aggiungerebbe cosi' alla nutrita batteria di cannoni dell'informazione di cui puo' gia' disporre Silvio Berlusconi.

"Radio 101" è stata poi una delle prime radio libere in Italia. Negli anni '70 iniziò le trasmissioni clandestinamente sfidando il monopolio della RAI, (spesso i dj dell'emittente dovevano cambiare sede trasportando di nascosto microfoni e trasmettitori per il capoluogo lombardo rincorsi dai carabinieri. Per il Cavaliere comprare la prima radio libera italiana dopo aver fondato la prima tv "libera" avrebbe quindi, ne deduciamo, anche un notevole valore simbolico.
Shampoo


13 Luglio 2000 - Il Tirreno e il rosa della discordia
Sandra Bonsanti pare ami il rosa e le buone notizie, un po’ meno la sua redazione al Tirreno, il quotidiano livornese che la brava collega dirige: oggetto della discordia, ha raccontato al Barbiere un collega che si firma il Cronista di Campagna, l’iniziativa di una rubrica - pubblicata ogni domenica in terza pagina con evidente richiamo in prima - nella quale sono raccontati amori celebri che hanno avuto o hanno come teatro la Toscana.

Ebbene, il compito di individuare e raccontare episodi e storie, riferisce il cronista di campagna, e’ stato affidato a Mario Lancisi, redattore in forze alla sede fiorentina del giornale. Ma nell’iniziativa si vogliono coinvolgere anche i lettori, che una locandina, pubblicata anch’essa ogni domenica, invita a partecipare inviando storie d’amore toscano o segnalazioni di luoghi che hanno fatto da sfondo a vicende sentimentali di personaggi famosi. Due di queste storie – la prima aveva come protagonisti Sarah Ferguson e il conte Gaddo della Gherardesca, la seconda Nilde Iotti e Palmiro Togliatti – sono gia’ state pubblicate. Altre, anticipa il cronista di campagna, accompagneranno i lettori del Tirreno fino alle prime piogge di autunno.
La Bonsanti, riferisce, ci spera molto, anche per rilanciare le sorti del suo giornale. E tanto da spronare i suoi lettori a partecipare promettendo loro che ’insieme, alla fine, avremo compiuto un viaggio indimenticabile nell’incanto della nostra terra per parlare d’amore, di amicizia e di sentimenti. Lui, invece, il cronista di campagna, sembra scettico: ‘’la redazione – denuncia – sta buttando giu’ a fatica il boccone delle love story".
Bds

Beh, non so cosa ne pensate voi. Qui a bottega abbiamo aspettato un’altra domenica per leggere la seconda storia d’amore toscano, quella che ha come protagonisti Il Migliore e la compianta ex presidente della Camera dei Deputati Nilde Iotti nell’inedita veste di bella e timida ragazzona al seguito. E alla fine, che vi dobbiamo dire, saremo leggeri anche noi, sentiremo l’estate anche noi, ma l’idea di Sandra Bonsanti c’e’ parsa tutto sommato carina e la storia di domenica 9 luglio, pure. Per questo rilanciamo al cronista di campagna e a tutti voi una piccola provocazione: ma e’ poi proprio vero che una buona notizia sta al giornalista doc come l’aglio a una strega?
Rosina


11 Luglio 2000 - Sesso, la prima volta del Censis
E così anche il Censis ha deciso di intingere il biscottino nel sesso. Il blasonato istituto di ricerca ha ceduto a questa tentazione adesso che va per i 34 anni di vita, a differenza degli italiani che, come informa la sua ricerca attorno ai comportamenti sessuali, vivono la loro prima esperienza sotto le lenzuola a 17 anni.

Fa un certo effetto, a noi del Barbiere, sorprendere in questa caduta di tono l'istituto che dalla fine degli anni '60 ha imposto, col Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese, la sua Bibbia veggente e immaginifica, scoprendo la vitalita’ della nostra società e l'importanza dei processi spontanei, il "piccolo è bello" (slogan forse non proprio adattabile all'indagine in questione), il sommerso e l'interstiziale, su cui la barca dell'Italia continua nonostante tutto a galleggiare, il localismo e tutto il resto.

Non vogliamo, sia chiaro, un Censis represso e bacchettone. Ma vederlo in azione come uno di quegli istituti di "sondaggiari" che vivono attorno ai giornali e alle tv, e che si esibiscono sui temi carnali proprio all'inizio delle vacanze, per evidenti esigenze di cassetta, beh, è uno spettacolo al quale non avremmo voluto assistere. Non se ne può più.

E visto che siamo in tema, una tiratina d'orecchie a Giulio Anselmi, direttore dell'Espresso, che sull'ultimo numero del settimanale ci fa chiedere con quali persone del nostro stesso sesso andremmo a letto. Ma direttore, cosa vuoi che ce ne freghi? Tornando al Censis, siamo rimasti di sasso vedendo che il suo guru in persona, Giuseppe De Rita, è venuto a spiegarci da tutti i microfoni e da tutte le telecamere, che tre uomini su cinque hanno incertezze e paure sessuali, che gli italiani sono poco attratti dallo scambio di coppie (al quale è affezionato l'1,4 per cento del totale) un po' di più dall'amore di gruppo (1,7 per cento) che metà delle donne single non fanno mai l'amore e che il 73 per cento dei cittadini tra i 60 e i 70 anni continuano a farlo.

Un giorno, in un'affollata conferenza stampa, al superprolifico fondatore del Censis (ha 8 figli, se il Barbiere ricorda bene) una collega rivolse una domanda che suonava più o meno così: "Lei, che in tutti questi anni ha scandagliato ogni anfratto della società italiana, come mai non si è mai occupato di evasione fiscale?"

Prontissima, la risposta del grande stregone del Censis: "Perché è un po' troppo affollato il campo di quelli che affrontano questo tema, e a noi piace occuparci di cose più originali". De Ritaaaa! De Ritaaaa!, viene voglia di urlare alla Ezio Greggio, che risposta ti inventi, stavolta?
Il Conte d'Almaviva


10 luglio 2000 - E' caduta una Cipolla nel piatto di Del Turco.
Il ministro delle Finanze Ottaviano Del Turco ha finalmente trovato il suo addetto stampa. E' una collega, è milanese, si chiama Serena Cipolla. Due mesi è durata la ricerca, che appassionò anche la bottega del Barbiere, come i clienti di vecchia data ricorderanno. Fornimmo il diretto dell'ufficio stampa del partito di Del Turco, i Socialisti italiani, nella speranza che qualche amico disoccupato riuscisse almeno a ottenere un appuntamento. Pensammo, a un certo punto, che Del Turco volesse rappresentarsi da sè: "Il Ministro ha detto...Il Ministro è stanco...Il Ministro ha deciso di abolire gli scontrini fiscali" così, in una ambigua sospensione fra sdoppiamento delle funzioni e culto ieratico della personalità.
O forse Ottaviano cercava un professionista di provenienza Bocconi o Normale di Pisa, con un paio di master ad Harvard in Scienza delle Finanze o simili. Una persona, insomma, in grado di coprirgli con competenza le spalle, di mettergli in bella copia una dichiarazione, di correggere con tempestività qualche smarronata.

E invece e' totalmente digiuna di fisco Serena, assunta il 28 giugno scorso e fino a oggi  collaboratrice del "Giornale" in materia immobiliare. Ora dovra’ imparare in men che non si dica la differenza tra imposte e tasse, tra "Iva e ova", cos'è l'Irap e cos'è la Dit, e cosa sono gli studi di settore. E imparare tutto questo nel bel mezzo di una gigantesca confusione, con il grande ministero da 80 mila dipendenti che si sta separando, così vuole la riforma di Visco, in una struttura centrale snella supportata da quattro agenzia privatistiche.

Dopo i primi dieci giorni di attività, fra i cronisti di cose fiscali è girata questa facile battuta: "La Cipolla ci fa venire le lacrime agli occhi". E le domande sul fisco preferiscono farle al vecchio ministro, Visco, magari al Costanzo show. Quanto a Serena, il Barbiere ne è sicuro: in questo mestiere è possibile conquistare competenze anche in tre o quattro mesi, in qualsiasi settore, studiando e mettendocela tutta. Forza ragazza, siamo qui a fare il tifo per te.
Bds


10 Luglio 2000 - Anche Carlo De Benedetti cede alla tentazione della Tv?
Ricordate quando un paio di anni fa si parlava con insistenza dell'ingresso di Carlo De Benedetti nel settore televisivo? Ebbene, le voci non erano poi così campate in aria. Qualcosa si sta concretizzando ora ma con un mezzo diverso dal piccolo schermo: la nuova televisione del gruppo Espresso dovrebbe passare attraverso Internet. Lo dimostra il varo, pochi mesi fa della società EleTv (società controllata da Elemedia, proprietaria a sua volta di Radio Dj, Capital e Italia Radio).

Ma c'è di più. In queste ultime settimane si intensifica lo sforzo del gruppo di proporre una tv in Internet. Ha iniziato Kataweb, dove, nei vari siti è possibile scaricare video di interviste e commenti preparati ad hoc dai giornalisti del gruppo. Ha proseguito a spron battente Radio Capital che propone una volta al giorno (ma presto saranno due) il video giornale, scaricabile dal sito della radio.

Ora, ed è questa la novità, anche Repubblica.it entra in video. I giornalisti del sito stanno ultimando un corso di dizione che li introdurrà nel mondo del giornalismo internet-televisivo. La cosa che non si capisce è perchè il gruppo Espresso abbia deciso di fare più video giornali che rischiano di assomigliarsi. La risposta forse è nel passo successivo. Presto i giornalisti di Repubblica potrebbero esser chiamati a fornire non solo la loro firma ma anche immagini degli eventi che seguiranno. Così un inviato ai mondiali di calcio o su un luogo di una sciagura potrebbe trasmettere in rete, in pochi secondi, immagini di quello che vede. In pochissimo tempo e con costi limitatissimi. Problema: ai giornalisti del gruppo piacerebbe essere pagati per le prestazioni video ma finora qualunque richiesta in merito è stata respinta al mittente dall'amministratore delegato Marco Benedetto. Il braccio di ferro appare solo all'inizio.
Bds


8 Luglio 2000 - Guarda che ti spedisco al motore di ricerca!
"Ti mando al motore di ricerca!". Una volta durante il servizio militare il peggio che potesse capitare era di essere spediti in Sardegna, come punizione per qualche errore fatto davanti ad un superiore. Ancora oggi "ti mando a dirigere il traffico!" è un epiteto usatissimo nei Carabinieri e nella Polizia.
A Kataweb la minaccia è stata aggiornata alla new economy: "ti metto al motore di ricerca!" urla Vittorio Zambardino, tra i massimi responsabili della web company del gruppo Espresso, quando è aria di resa dei conti.

Il "motore di ricerca" è Katalogo, che raccoglie e sistematizza le informazioni racolte in rete, realizzato in maniera faticosa e ripetitiva grazie al copia e incolla fatto su schermo. Un lavoraccio peggio che le miniere di sale, una punizione temutissima da manageretti, fighetti e creativetti di Kataweb.
Bds 


8 Luglio 2000 - Ma chi si e' fregato le giacche a vento di Kataweb?
I gadget proliferano a Kataweb: si sono visti gli zainetti griffati Kataweb (belli), cappelletti neri Kataweb, fragole magnetiche da frigo Kataweb e perfino bellissime giacche a vento col marchio aziendale. Ma di queste se ne è persa traccia, solo i potentissimi le indossano e nessuno vuol dire dove trovarle. Ai più sfigati sono rimasti gli Yo-Yo Kataweb e la fettuccia (portachiavi? Porta-passi? A che serve?) Kataweb, mentre d'estate furoreggia la "bandana Kataweb", in verità uno strofinaccio blu tappezzato di fragole con marchio aziendale. Tutta roba graziosa, ma a chi è destinata? Misteri del marketing, mentre purtroppo non è passata la proposta di un alto dirigente per la realizzazione di preservativi Kataweb, naturalmente profumati alla fragola.
Bds 
8 Luglio 2000 - Sapessi com’e’ strano, fare il giornalista a Milano

Fare il giornalista a Palazzo Marino, sede e simbolo dell'amministrazione civica milanese, è impresa difficile. Anzi, impossibile se il tuo giornale non fa salamelecchi o sviolinate agli inquilini. Accade ai redattori di "Due punti", mensile diffuso gratuitamente nelle librerie del capoluogo lombardo. "Due punti" non pubblica comunicati ufficiali, non partecipa alle conferenze stampa ma curiosa tra i conti e i bilanci: tutto quello che riguarda insomma la vita e i personaggi che ruotano intorno a Palazzo Marino. La caporedattrice è Elisabetta Pavanello. Free-lance per passione e dovere civico, la Pavanello ha sempre ottenuto le documentazioni che cercava presso gli uffici comunali. Sempre, tranne l'ultima volta. Quando la collega ha cercato, infatti, di esplorare l'avvocatura comunale - come funziona, quanto costa, chi ci lavora, quanto lavora e con quali risultati - si è trovata di fronte ad un muro di gomma. Non un documento, non una dichiarazione, nulla di nulla è riuscita a sapere. Di più: Elisabetta Pavanello è stata anche trattata con grande freddezza. Risultato? Sulle colonne di "Due Punti" (giornale senza fini politici) un articolo velenosissimo sui silenzi e i misteri di questo ufficio del sindaco Gabriele Albertini. Alla faccia della istituzioni "case di vetro". Anche i quotidiani milanesi hanno ignorato il caso.
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8 Luglio 2000 - "Il Giornale" si rinnova.

L'edizione piemontese del quotidiano diretto da  Maurizio Belpietro cambia desk. Stefano Rizzi (ex "Indipendente" e "Secolo  XIX") e Gabriele Barberis Vignola (ex "Eco di Biella") sono i due nuovi  capiservizio che  affiancheranno il caporedattore Enzo Giudice. La  promozione di Rizzi e Barberis Vignola - che gestiranno rispettivamente il  settore cronaca e quello politico - riempie il vuoto lasciato da Salvatore Tramontano che, dopo polemiche, è stato (ri)chiamato alla redazione milanese  del "Giornale", dove seguirà la chiusura delle pagine del foglio berlusconiano. Ma altre novità si attendono dal giornale piemontese che,  secondo i dati di vendita, si sarebbe ormai stabilizzato intorno alle  diecimila copie.
Shampoo
7 luglio 2000 - La reginetta di cuori di Marco Follini e Vincenzo Visco

Sono amori fortunati, quelli in cui si imbattono i leader del Centro cristiano democratico. Tutto o quasi si sa della sincera, appassionata love story fra Pierferdinando Casini e Azzurra, figlia ventisettenne del proprietario di Vianini, Cementir, Messaggero, Mattino, Caltanet, Piemme eccetera, Francesco Gaetano Caltagirone. Qui il Barbiere può riferire solo il commento di un cliente occasionale della nostra bottega, che conosce bene il presidente del Ccd: il bel "Pierferdi" non accetterà mai la candidatura del Polo a nuovo sindaco di Roma, perché la considera una "diminutio".

Oltretutto, negli anni post-giubilari, il Campidoglio avrà solo spiccioli da spendere. Il giovanotto, fors'anche ringalluzzito dall' essere entrato nel cuore di un impero che già oggi vale qualche migliaio di miliardi, punta molto più in alto. Addirittura a sostituire Berlusconi se, fra un paio d'anni, per il logoramento della coalizione che sembra destinata a governare l'Italia, e per affaticamento fisico personale, dovesse mettersi da parte.

Ma non è di lui nè di Azzurra, che si parla oggi nella bottega del Barbiere. Al centro della nostra attenzione è invece l'architetto Elisabetta Spitz, 47 anni, romana, moglie del numero due del Ccd Marco Follini, presidente del gruppo della Camera del partito. E' la storia di un accumulo di incarichi e di poltrone da lasciare stupefatti. Ed è anche una storia di "trasversalità politica", perché il vero pigmalione della Spitz è l'ex ministro delle Finanze, oggi del Tesoro, Vincenzo Visco. E' lui che le ha assegnato, nello scorso mese d'aprile, la carica di direttore dell'Agenzia del Demanio, stipendio lordo 640 milioni l'anno.

Ma andiamo con ordine. Elisabetta è un architetto libero professionista, socio di una società di consulenza e progettazione che si chiama Abt e ha sede a Roma. Nel 1999 Visco la inserisce nel "comitato guida" di sette esperti che devono studiare la riforma del ministero delle Finanze. La riforma prevede un ministero snello (un dipartimento unico con un migliaio di persone in tutto) supportato da quattro agenzie, una delle Entrate, una del Territorio, una del Demanio e una delle Dogane. Forza Italia e il Polo appoggiano il progetto-Visco, che passa a pieni voti.

E chi viene messo al vertice dell'agenzia del Demanio? La Spitz, appunto: ha disegnato la riforma e ha ottenuto una delle poltrone più importanti. Ma ha un'esperienza da vantare, in campo demaniale? "Sono un'esperta di lunga data dei problemi di valorizzazione del patrimonio immobiliare, e quindi ho tutte le carte in regola - risponde lei, raggiunta dal Barbiere nella sede dell'Abt in viale Angelico - Inoltre sia ben chiaro: pur essendo stata nominata direttore del Demanio, l'insediamento avverrà solo nel gennaio del 2001. Di soldi non ne ho ancora visti, fino ad oggi".

Respinge anche, Elisabetta, un'altra antipatica voce. Che alla Abt di cui è socia, Vincenzo Visco abbia affidato la ristrutturazione del palazzo dei Monopoli di Stato in piazza Mastai, nel cuore di Trastevere, a Roma, che si appresta a far da sede del nuovo ministero delle Finanze "leggero" e riformato (ma come, i ministeri non dovevano trasferirsi dal centro in periferia?). Visco ha secretato il provvedimento di assegnazione dei lavori, con la ragione che nei locali trovano spazio anche le stanze del ministro. Cosi' e' stato possibile evitare la gara pubblica e scegliere in via diretta l'assegnatario dei lavori. Una decisione, questa, che, si dice al ministero, nonostante i consueti tempi lunghi della burocrazia, l'ex ministro ha preso e resa esecutiva nel breve volgere di qualche ora.

Ma non vi abbiamo ancora raccontato tutto. Visco ha infilato la regina Elisabetta anche nella commissione per la ricognizione e la valutazione del patrimonio dell'Ente Eur e per la sua trasformazione in Spa. Così, sullo slancio, Elisabetta Spitz diventa consigliere di amministrazione, nel maggio scorso, della nuova Eur spa. Altro incarico, dunque.

L’Eur spa è proprietaria delle tre palazzine che attualmente ospitano il ministero delle Finanze (e che Del Turco, almeno lui e il suo staff, vuole abbandonare entro questo mese di luglio, per trasferirsi appunto a Piazza Mastai). Al posto degli uffici e delle scartoffie, sorgerà uno splendido albergo con annesso meraviglioso parcheggio. A questo punto non si puo’ davvero escludere che, quando sara’ il momento, una fetta della torta dei lavori finirà alla società Abt di Elisabetta Spitz. La reazione della regina delle Finanze è sdegnata: "Dal prossimo mese di gennaio, quando passerò a dirigere l'agenzia del Demanio, cesseranno le mie attività private". Questa e’ una buona notizia.

Ora, essendo il Barbiere esperto solo di forbici, rasoi e dopobarba, non e’ certo in grado di valutare le capacita’ professionali dell’architetto Spitz. Se il ministro ha deciso di affidarle tanti incarichi, un motivo ci sara’ pure. Certo, in giorni in cui lo sbarco della fidanzata del presidente dell’Enel Franco Tato’, Sonia Raule, a Telemontecarlo, solleva tante discussioni, sarebbe meglio se le consorti di uomini pubblici, qual e’ Marco Follini, rivolgessero le loro attenzioni professionali lontano dalla pubblica amministrazione. Non vi pare, colleghi?

Il Conte d'Almaviva


5 Luglio 2000 - Enrico e Licia, botte da orbi
Il calcio fa davvero strani effetti. I poliziotti olandesi che picchiano i giornalisti, i giornalisti che davanti ai poliziotti olandesi si mettono a cantare "Frank de Boer, trallalla’" (e quelli si incazzano), i giornalisti che si picchiano tra di loro.

Il Barbiere e’ qui a darvi conto, con un certo ritardo dovuto al lavoro di ricostruzione dell’episodio, del breve ma intenso match di pugilato che ha opposto due inviati della Repubblica ai campionati europei di calcio: Enrico Curro’ e Licia Granello. La ricostruzione dell’evento e’ basata su testimonianze dirette di numerosi colleghi che hanno assistito allo scontro.

Il 17 giugno scorso, presso il centro sportivo di Geel, alle 14, Licia Granello e Enrico Curro’ di "Repubblica", si incontrano all'esterno della sala stampa. Licia non e’ di buon umore e rimprovera a Curro’ di non averla ancora informata delle novita’ emerse durante la conferenza stampa dei giocatori, appena terminata.

Le voci salgono di qualche decibel. Licia: "Tutti i colleghi stanno parlando con i rispettivi giornali. Possibile che solo noi non sappiamo cosa dobbiamo fare?".
Curro’ rilancia: "Ora basta, mi hai rotto, guarda che io mi faccio un culo cosi’!!!".
Granello, paonazza: "Non permetterti di rivolgermi la parola in questo modo!".

Curro’ replica esponendo piu’ volte la medesima tesi e cioe’ che ne ha le palle piene, anzi che sono cinque anni che ne ha le palle piene. Licia insiste con il classico "come ti permetti" fin quando Curro’ butta li’ l’insulto finale, l’insulto "fine di mondo" come direbbe Stranamore, che non ripetiamo per rispetto dei clienti del Barbiere e della stessa Licia Granello. Segue lancio di quaderni vari.

D’un tratto i due si rendono conto che la lite sta avendo luogo di fronte a ben tre colleghi. Imbarazzo. Qualcuno fischietta guardando il soffitto, altri mangiucchiano le unghie. Curro’ torna della sala stampa (dove, peggio mi sento, i colleghi  presenti sono una trentina o forse più), e telefona in redazione a Roma, continuando nel frattempo a sibilare apprezzamenti nei confronti di Licia Granello.

La quale irrompe come una valchiria e mentre Curro’ e’ ancora al telefono, urla con quanto fiato ha in gola: "Prova a ripetere quello che hai detto!!".
Lo sventurato rispose. Licia piazza un rapido e incisivo jab al mento, Curro’ piega le ginocchia ma si riprende e continua a vomitare insulti terribili, Licia prende slancio e bissa con un gancio destro. Poi qualcuno li separa.

Cose che capitano anche tra i migliori colleghi quando si sta fuori a lungo su un servizio. Beh, ora e’ finita. Enrico e Licia, datevi un bacetto e fate la pace. Chi ha avuto ha  avuto....
Bds


5 Luglio 2000 - I giardini di marzo, di Emilio Fede
Mese di marzo 2000, il giorno non ha importanza - Nell'ufficio di Emilio Fede a Palazzo Cigni di MilanoDue arriva il Cavaliere. C'è già stato, lo conosce bene. Ma è la prima volta che le tende delle ampie vetrate sono aperte. Berlusconi inorridisce pubblicamente. Al di là dei vetri c'è un incolto praticello pieno di piante infestanti. Come può il fido Fede sopportare quello spettacolo così triste?

Detto fatto, in un paio di giorni arriva il giardiniere di Arcore, Tiraboschi, nomen omen. Con un manipolo di operai, scava, vanga, semina, pianta. Alla fine del lavoro, lo spazio verde è rimesso a nuovo: fiori, siepine lussuose, erba da green berlusconiano. Fede gongola. E a vedere il suo giardino, il giardino voluto dal Cavaliere, vengono in processione tutti i dirigenti Mediaset. Ammirati e invidiosi. Sin qui la storia più o meno nota a tutti. Raccontata dallo stesso Fede, diffusa dal tamtam delle redazioni.

Meno noto, anzi sconosciuto, il seguito. Maggio, Berlusconi torna in visita. I fiori piantati non lo convincono. Le piccole siepi le considera modeste. Tutto il verde soffre molto per il caldo. Detto fatto. L'indomani ricompare Tiraboschi col suo manipolo di uomini. Il giardino viene raso al suolo. La terra completamente rimossa. Vengono posati tubi per l'irrigazione artificiale automatica, la terra volgare di MilanoDue sostituita con humus prezioso.

Sul bordo esterno, piante di medio fusto e siepi alte. All'interno dello spazio, nuovi fiori e un melograno. L'eden del direttore. Peccato che ad un mese di distanza la metà delle piante stia morendo daccapo. Qualcuno comincia a notare che il giardino è sovrastato dall'arco di una scala, una rampa di accesso al primo piano. Fa ombra. Ufficio e giardino sono esattamente sotto la scala, da sempre. Ed ecco tra l'altro perchè il vicedirettore Francesco Tartara, che è superstiziosissimo, si tocca ogni volta che entra nell'ufficio di Fede.
F.A. (Fonte attendibile)



5 Luglio 2000 - Tanto lo sanno tutti che i negri puzzano...
Vittorio Feltri con "Libero" va all'assalto dell'edizione piemontese del "Giornale". Il nuovo quotidiano dell'ex direttore dell'"Indipendente" - in edicola dal 18 luglio - sarà, infatti, venduto in panino con "Torino Sera", giornale diretto da Beppe Fossati e che attualmente vende un migliaio di copie nel capoluogo piemontese. Ma "Torino Sera" - da sempre filo-leghista - grazie all'accordo con Feltri mira ad espandersi con l'apertura di uffici di corrispondenza ad Asti, Cuneo e Novara. L'ultimo scoop di "Torino Sera" è stato un elegante servizio dedicato all'immigrazione. Titolo: 'Immigrati, focolaio di malattie'.
Shampoo 
4 Luglio 2000 - Quei gufi padani

Festa a "Radio Padania" per la vittoria della Francia sull'Italia. L'emittente radiofonica dei leghisti aveva, infatti, 'gufato' gli Azzurri  pronosticando la vittoria della Nazionale francese. Ma al quotidiano 'La  Padania' c'è stata la rivolta. Numerosi redattori non hanno seguito le  indicazioni bossiane e hanno tifato per l'Italia. Tra questi anche Leo  Siegel (ex consigliere comunale Msi di Milano e redattore del settimanale  "Candido") che, pur non sventolando il Tricolore, ha pubblicamente  manifestato il proprio dispiacere per la sconfitta italiana.
Shampoo
4 Luglio 2000 - Berlusconi dacci un Kiss Kiss

Tremilioni di italiani riceveranno via posta la 'bibbia' di Silvio Berlusconi. Lo anticipa "Dagospia.com". Ma il leader di Forza Italia per la sua gioiosa macchina da guerra elettorale sta anche chiudendo l'affaire "Radio Azzurra". Lo anticipò in un 'Porta a Porta' da Bruno Vespa, da allora sono trascorsi tre mesi e Paolo Romani (ex editore-direttore di "Lombardia7") si è dato da fare.
Gli incontri tra il responsabile mass-media del partito del Cavaliere e i proprietari di emittenti private con i requisiti adatti- forte radicamento regionale e frequenza di trasmissione pulita - sono stati numerosi. Romani con la consulenza di Mariani, editore di "Radio Lombardia"(un'emittente che, secondo i dati Audiradio, ha spesso superato come numero di ascoltatori la seguitissima "Radio Popolare" di Milano), avrebbe già individuato le emittenti disposte a ospitare sulle proprie frequenze la propaganda di Forza Italia.
Tra queste ci sarebbe, secondo indiscrezioni, "Kiss Kiss radio": emittente appetibile perché a livello nazionale. Ha detto, invece, un deciso "no" la proprietà di "RTL 102.5" che, comunque, ha già una linea editoriale filo-polista. Dopo l'estate, quindi, Berlusconi lancerà anche nell'etere le parole d'ordine di Forza Italia e dei suoi alleati.
Shampoo
4 Luglio 2000 - Ansa Milano: Stefano Agnoli passa al Corriere della Sera

Il responsabile (caposervizio) della redazione economica dell’Ansa di Milano, Stefano Agnoli, lascia l’agenzia e passa al Corriere della Sera. Partono le candidature alla sua successione. In sua asssenza la redazione verra’ governata dal numero due dell’ufficio Paola Pica. Sembra tuttavia improbabile che sia lei a succedere a Agnoli. E’ piu’ verosimile che l’Ansa provveda inviando dalla redazione centrale di Roma un nuovo responsabile dell’ufficio milanese.
Bds

4 Luglio 2000 - L’Ansa taglia Reuters
Il direttore del’Ansa Pierluigi Magnaschi,  d'accordo con l'amministratore delegato dell'Ansa ha ventilato  l'ipotesi - che in via della Dataria danno tutti per certa - di tagliare il  contratto con l'agenzia Reuters. Se così fosse il notiziario dell'Ansa risulterebbe drasticamente ridotto. C’e’ naturalmente da chiedersi se l’Ansa, a questo punto, ridurra’ anche i canoni di abbonamento pagati dai giornali per il notiziario dell’agenzia.
Rasoio
4 Luglio 2000 - Chi vuole andare a Bloomberg Italia?

Tempo d'assunzioni a Bloomberg Italia. Al nuovo settimanale "StartUp"  arrivano Matteo Cioffi (ex "Italia@Oggi.it"), esperto di net-economy, e nel  gruppo diretto da Alessandro Rossi, sbarca anche Isabella Lamera, volto noto  ai telespettatori di "TeleReporter", emittente tv milanese. Ma a Bloomberg  Italia - azienda in forte espansione - altre assunzioni sono già annunciate  per le prossime settimane sul settore internet.
Shampoo 
3 Luglio 2000 - Dopo "Og" un addio anche a "Oge"

Scompare "Oge". Il sito del quotidiano "Og" ha chiuso i battenti. Realizzato   da una società informatica di Montebelluna e da Alfio Caruso, "Oge" dopo la   chiusura del giornale aveva continuato, infatti, ad offrire ai 'navigatori'   della Rete le rubriche che, secondo il Direttore, avrebbero attirato   l'attenzione dei "centomila lettori che fanno opinione in Italia".   Sfogliando i dati pubblicati dal sito della Publikompass, la concessionaria di   pubblicità di "Og", si scopre che le 'impression' ovvero le visite al sito sarebbero valutate in 60 mila al mese. Sara’ vero?
Shampoo
1 Luglio 2000 - Walter Veltroni su tutte le furie. Le cooperative mollano i Ds

Ultime dall’ex Bottegone. Il segretario dei Ds Walter Veltroni e’ su tutte le furie. Cosa e’ successo? Semplicemente che le potenti cooperative rosse lo stanno mollando con tutto cio’ che questo comporta in termini di forza elettorale, proprio alla vigilia di una lunga campagna che portera’ alle elezioni del 2001.

La storia e’ questa. La potente Cooperativa Costruttori di Argenta, in provincia di Ferrara (la piu’ importante cooperativa italiana e una delle prime 5 aziende di costruzione italiane) tempo fa si rivolse ai Ds per ottenere un po’ di aiuto. La Cooperativa infatti e’ stata a lungo oggetto di ispezioni della Guardia di Finanza e di indagini giudiziarie. Non e’ un segreto che le Coop sono sempre state politicamente vicine ai Ds e che non hanno mai negato al partito il loro sostegno.

Cosi’, quando sono cominciati i guai giudiziari, e’ stato naturale per il presidente della Cooperativa Costruttori, Donegaglia, rivolgersi al Bottegone. La segreteria dei Ds pero’, temendo di ficcarsi nei guai con prese di posizione troppo sbilanciate a favore della Coop Costruttori, ha nicchiato a lungo rifiutandosi di dar voce in Parlamento alle preoccupazioni di Donegaglia. Il quale, vista la titubanza di Veltroni, ha pensato bene di cambiare cavallo.

Cosi’ qualcuno, nelle scorse settimane ha rifischiato a Veltroni che Donegaglia e’ andato a bussare nientemeno che alla porta di Armando Cossutta e del suo partito il Partito dei Comunisti Italiani. Pochi giorni dopo la segretaria della Commissione Finanze della Camera, Gabriella Pistone (deputata cossuttiana) ha presentato un’interrogazione parlamentare sollevando il caso della Coop Costruttori.
Non solo, ma, sentendosi traditi dai Ds, i cooperatori rossi emiliani hanno presentato a Cossutta un documento di sostegno corredato di 1500 firme di soci della Cooperativa che chiedevano, in sostanza, di entrare nel PdCI.

Apriti cielo!!. Veltroni ha dato di matto e pero’ sono rimasti parecchio turbati anche i militanti cossuttiani di Ferrara che si vedranno presto inghiottire il partito dalla potente cooperativa di Argenta. Il caso e’ ora nelle mani della diplomazia dei Ds che sperano di recuperare il ghiotto boccone perduto: "Se ci mollano anche le cooperative", ha spiegato al Barbiere della Sera un deputato emiliano dei Ds in preda allo sconforto, "siamo davvero fritti".
Bds


1 Luglio 2000 - Daniele Vimercati mette in croce Stefano Croce
Cercasi vice direttore a Telelombardia. L'emittente lombarda rischia infatti di perdere il suo numero 2, Milo Infante, che i bene informati danno ormai in partenza per le reti Mediaset. Un brutto colpo per Daniele Vimercati, da un anno direttore della televisione.

All’origine della probabile partenza di Infante, c’e’ naturalmente il desiderio di nuove esperienze professionali e la prospettiva di qualche nuova trasmissione in Mediaset. Ma anche, sostengono alcuni, recenti divergenze di vedute con Daniele Vimercati a proposito dell’ "affaire Poletti".

Cos’e’ l’ "affaire Poletti?". Roberto Poletti e’ anch’egli un collaboratore di TeleLombardia, nonche’ amico di Vimercati. Ma e’ anche un tipo dal carattere, diciamo cosi’, un po’ ruvido, che si lascia andare a reazioni talvolta brusche con gli altri collaboratori, provocando anche le lagnanze di operatori e tecnici che hanno segnalato il problema a Vimercati.

L’ultimo scontro si e’ verificato con un altro collaboratore, Stefano Croce, al quale Poletti ha dato una bella strapazzata, da molti giudicata eccessiva. Testimone della lite e’ stata la curatrice della trasmissione Iceberg, Giulia Bessio, alla quale Vimercati ha chiesto d raccontare come sono andate le cose.
Il risultato e’ stato che Stefano Croce e’ stato messo in ferie fino a settembre per far si’ che non entrasse piu’ in contatto con Poletti e per evitare di far degenerare una situazione gia’ tesa. Il provvedimento tuttavia non e’ stato gradito dalla redazione che l’ha letto come un ingiusto allontanamento, se pur provvisorio.
Bds


30 Giugno 2000 - Emilio Fede assume la Madonna (nonostate il flop del segreto di Fatima)
Al Tg4 c'è un nuovo volto. Si tratta di Francesca Senette, ex redattrice di  "Antenna3 Lombardia", che per Emilio Fede è "come la Madonna". Voce  squillante, fisico da pin up, la collega Senette è arrivata nella redazione  del tg berlusconiano proprio su indicazione del leader di Forza Italia. L'ha  detto lo stesso Fede in una riunione di redazione a chi gli chiedeva notizie  sulla neo-redattrice: "Lei è stata assunta perché segnalatami da Berlusconi  quindi per me è la Madonna". Un sincero in bocca al lupo alla Senette dal Barbiere della Sera.
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30 Giugno 2000 - Mediaset: non avanza il redattore "multimediale" che piace agli editori

Si blocca prima ancora di nascere l'avvio del sistema editoriale digitale per le news di Mediaset. Le trattative tra azienda e giornalisti si sono interrotte. Il sistema prevede il trasferimento ai giornalisti delle operazioni di ricerca delle immagini e di montaggio audiovideo dei servizi, almeno per le esigenze meno complesse.

E' l'anticamera del giornalista televisivo multimediale "fai da te" immaginato dagli editori per i new media, motivo di forti difficoltà anche nella trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei giornalisti. Per dare l'assenso al "parere di conformità" al piano di innovazione tecnologica da parte della FNSI, i giornalisti delle redazioni Mediaset, guidati dal portavoce dei CdR Guido Besana, avevano chiesto il riconoscimento esplicito dei maggiori carichi di lavoro come mansioni o funzioni accessorie.

E anche la definizione, nero su bianco, delle principali nuove figure professionali. La delegazione dell'azienda, seguendo la strategia impostata dal vicedirettore generale Ferrauto, ha risposto di no. Nella discussione, sviluppatasi attraverso settimane di incontri e assemblee, i CdR Mediaset hanno anche provato a lanciarsi in avanti, contestando all'editore un eccessivo immobilismo sul tema dei nuovi media e proponendo un accordo globale che includesse l'impiego delle redazioni nella futura web-tv e nella multimedialità.

Mediaset, però, ha detto "no" anche a questa ipotesi. L'impressione è che pesino non poco gli interessi dell'azionista di riferimento, cioè Fininvest, che avrebbe altri progetti in tema di tv e multimedialità. I nuovi investimenti Fininvest potrebbero infatti essere tutti riservati a MediaDigit, la nuova società del gruppo creata proprio per i new media e che si sta preparando a formare una redazione di giovanissimi partendo da zero, sotto la guida di Emilio Carelli e la supervisione di Enrico Mentana.

I 300 giornalisti Mediaset temono adesso di rimanere prigionieri di un cosiddetto "business maturo": la tv generalista via etere, che -per ammissione della stessa dirigenza Mediaset durante gli incontri- potrebbe perdere nel giro di cinque anni la metà degli ascolti, proprio a favore degli astri nascenti dei new media. Una prospettiva che spaventa molti, tant'è vero che -per la prima volta nei vent'anni di storia Fininvest/Mediaset- sono iniziate le fughe di giornalisti verso altre aziende editoriali
F.A. (Cioe' Fonte attendibile)



30 Giugno 2000 - Feltri "Libero" dall'olio di ricino
Il logo è un cavallo alato color oro su sfondo verde. E' il simbolo di  "Libero" il nuovo quotidiano di Vittorio Feltri che sarà in edicola dal 18  luglio. E "Libero" è anche il nuovo nome deciso dal Direttore per il  settimanale "il Borghese". Ma nell'ultimo numero del periodico, Feltri,  avvisando i lettori della scomparsa della "dicitura Borghese" fa sapere di  aver "deciso di mutare il titolo di questo giornale per rispettarne l'anima  e conservarla meglio. Borghese, cioé libero. Cambiamo nome: non per paura ma per sfida".

Ma di quale  sfida parla l'ex direttore del 'Giornale'? Qualche mese addietro davanti ai  redattori attoniti e sorpresi del "Borghese", Feltri, gridava che quella  testata - il "Borghese" - non gli piaceva perché sapeva "di olio di ricino"  e soprattutto non aveva sex appeal ovvero non attirava pubblicità e, quindi, invece dei video dedicati alla Buonanima era meglio allegare quelli  soft-porno di Moana Pozzi o di Tinto Brass.
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29 Giugno 2000 - La Punto perde il cambio, e Quattroruote il direttore.
"Siete al volante di una Fiat "Punto" nuova fiammante. A un tratto, l'auto resta in folle anche se la marcia è innestata e non avete il piede sulla frizione. Può accadere su 13.700 "Punto" e su altre 17 mila 637 Fiat prodotte negli ultimi mesi, per un totale di 31.337 esemplari. Preoccupante, vero?".

Il numero di "Quattroruote" in cui appare questa coraggiosa denuncia è quello di luglio, da pochi giorni in edicola. L'ultimo ad essere firmato dal direttore Mauro Coppini. Licenziato in tronco da Giovanna Mazzocchi, proprietaria dell'Editoriale Domus. Sostituito, sembra cosa fatta, dal direttore di "Italia Oggi" Mauro Tedeschini. Se uno più uno fa due, si può dedurre che sarebbe stata la Fiat a pretendere la testa di Coppini. Fuochino.

Le cose non stanno proprio così, ma quasi. Partiamo prima dalla denuncia, degna di un "Consumers Report", il giornale dei consumatori americani. Una piacevole sorpresa, per chi ha a cuore gli interessi di chi acquista, e vede i giornali specializzati insistere ossessivamente solo su quelli di chi vende. Sotto il titolo "Deboli richiami", il mensile che da 45 anni ha conquistato il cuore degli automobilisti, non denuncia solo il cambio fragile per queste 31 mila Fiat, ma rivela anche il contenuto di una lettera "top secret" che il 5 giugno scorso la casa ha spedito ai concessionari.

Vi si spiega che il difetto "è grave" e si annuncia che le vetture in circolazione verranno richiamate "urgentemente" per sostituire il cambio. Ma, paradossalmente, la Casa autorizza a consegnare ai clienti gli esemplari difettosi stoccati nei piazzali. Come se San Cristoforo proteggesse i malcapitati da qualsiasi incidente provocato dallo slittamento o dal bloccaggio del cambio.

Di ben diverso tenore la lettera che verrà spedita ai clienti: la bozza di raccomandata appare nella stessa busta di quella mandata ai concessionari. Non si parla più di "gravi anomalie" ma semplicemente di "anomalie", non di "richiamare urgentemente", ma di "portarle al più presto" in officina. Toni più concilianti e, soprattutto, non si spiega quali conseguenze può comportare il difetto, che interessa la corona del differenziale.

A quanto pare, però, Mauro Coppini, da quattro anni e mezzo al volante di "Quattroruote", non è stato licenziato esplicitamente per questo "incidente", che avrebbe semplicemente accelerato la destituzione. Sembra che la decisione sia maturata invece circa un mese fa. La proprietaria Giovanna Mazzocchi (figlia del fondatore Giovanni) lo ha chiamato, gli ha detto che c'erano contatti per una nuova direzione, gli ha spiegato che c'era bisogno di un giornale più leggero, meno aggressivo, e gli ha offerto l'incarico di presiedere all’introduzione delle nuove tecnologie.

Mauro Coppini ha rifiutato una poltrona che gli sembrava uno strapuntino: vuole essere ricordato come un condottiero, dai suoi 40 giornalisti. Se questa versione dei fatti è corretta, il direttore, nell'ultimo numero che ha firmato, ha voluto prendersi le sue soddisfazioni. Resta una domanda: ma lo zampino della Fiat, in tutto questo, non c'è? Risposta: l'Editrice Domus è saldamente in mano alla famiglia Mazzocchi, che ha stretto qualche settimana fa un importante accordo con Ciaoweb, il portale Internet del gruppo Fiat. "Quattroruote", guarda un po', gestirà gli spazi del portale dedicati a motori, automobili e automobilisti.
Il Conte d'Almaviva 


29 giugno 2000 - Il governo ci crede, i giornalisti un po’ meno
Il governo ci crede: contratto giornalisti entro luglio. Le nuvolette rosa che il Barbiere aveva preannunciato, si stanno materializzando. Dopo lunghi mesi di interruzione, scioperi, dichiarazioni che documentavano una distanza abissale fra le parti, sono riprese finalmente ieri al ministero del Lavoro le trattative tra Fnsi e Fieg per il rinnovo del contratto di lavoro dei giornalisti, affidate alla solida mediazione della sottosegretaria Ornella Piloni.
La quale, in un raptus di ottimismo, si è detta fiduciosa "che entro la fine di luglio si arrivi ad una verifica positiva e conclusiva della vertenza". Il segnale più rilevante del mutato clima tra le parti sta nella decisione di chiudere la sessione di ieri con un comunicato congiunto. Vi si dice che "entrambe le parti hanno giudicato positivamente l'incontro in quanto ha per messo di riavviare il difficile negoziato". Niente di straordinario, come affermazione di gioia, ma poi si dice ancora che "il ministero ha fornito un importante contributo sul metodo della trattativa, con l'obiettivo di riavvicinare le parti". Piloni, sei un pilastro.
Le parti torneranno a incontrarsi al ministero del Lavoro il 15 luglio, ma non è che nel frattempo Paolo Serventi Longhi (Fnsi) e Mario Ciancio Sanfilippo (Fieg) si prendano due settimane per andare al mare: le parti si incontreranno fra di loro, in sede sindacale, "per approfondire alcune delle più importanti tematiche emerse nel corso del confronto". E cioè, sicuramente, lavoro "on line", diritti sindacali e problema dei free-lance (a proposito, cosa risponde la Fieg a D'Antoni, che ha chiesto di entrare nel confronto contrattuale, per tutelare queste figure?)
Bds
28 Giugno 2000 - Fausto Bertinotti vuole due collegi per due giornalisti del Manifesto

Ieri l'altro il Barbiere della Sera ha riferito dei piani del segretario di Rifondazione Comunista per arrivare a un'alleanza con il Manifesto e alla creazione di una nuova forza politica che coinvolga il vecchio gruppo dirigente del giornale di via Tomacelli. E ieri abbiamo letto sulla Repubblica qualche debole smentita del direttore del Manifesto. Il gioco dell'informazione, si sa, e' un po' come nascondino, quando uno fa tana il tanato ci deve stare. A conferma della nostra notizia aggiungiamo oggi un altro elemento. Nelle discussioni che hanno preceduto il battesimo del Nuovo Ulivo, annunciato ieri in gran pompa dalle forze del centro sinistra, Fausto Bertinotti ha chiesto che, nella distribuzione dei collegi elettorali uninominali, ne vengano riservati due a due giornalisti del Manifesto, Loris Campetti e Gabriele Polo. Interpellato dal Barbiere della Sera, Loris Campetti ha dichiarato: "Non ne so niente. Mi piace fare il giornalista e mi piace farlo al Manifesto. Nessuno mi ha chiesto nulla e, per dirla alla romana 'non c'e' trippa per gatti". La smentita di Campetti e' dunque netta. Eppure il Barbiere della Sera conferma la sua notizia. Non resta che vedere come va a finire.
Bds
28 Giugno 2000 - L'Unita'. Giornale fondato da Antonio Gramsci e affondato da Pietro Folena

Molto probabilmente sabato prossimo 1° luglio L'Unità non sarà in edicola. Lo ha deciso oggi l'assemblea di giornalisti e poligrafici alla quale hanno partecipato anche il segretario nazionale Fnsi, Paolo Serventi Longhi e Roberto Seghetti di Stampa Romana.
E' questo il primo del pacchetto di sei giorni di sciopero che il  Cdr ha a disposizione. Insieme allo sciopero saranno organizzate diverse iniziative per rompere la barriera del silenzio che circonda questa difficile vertenza. Da un'assemblea nazionale dei giornalisti italiani programmata per il prossimo 6 luglio a inserzioni a pagamento, costi permettendo, sui maggiori giornali italiani.

L'obiettivo è far conoscere la situazione del quotidiano che, fondato da Antonio Gramsci, vede sempre più incerto il suo futuro. Sarà posto in liquidazione? Una cordata di imprenditori venuti dal nord lo salverà, lasciandosi per strada oltre della metà del personale? Non si può sapere. Tutto è incerto. Anche gli stipendi dei colleghi che lavorano da due mesi senza retribuzione.

Che salti la quattordicesima è dato per scontato. Almeno per ora. L'azienda si dice disposta a pagare lo stipendio di maggio il 17 luglio. Ma questo all'assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici de L'Unità è parsa una beffa. Il 7 luglio in prima convocazione e il 13 in seconda è convocata l'assemblea dei soci che avrà all'ordine del giorno la "ricapitalizzazione o la messa in liquidazione" del giornale.

Il pagamento dello stipendio diventerebbe così una variabile delle vicende aziendali. Una decisione inaccettabile e respinta dalla redazione che anche per questo ha deciso di scioperare. Ma la motivazione di fondo è il persistere dell' "inquietante silenzio" dei soci di riferimento, i Ds, sul futuro della testata. La crisi dura da tempo. La perdita di copie è costante. Effetto anche della crisi di una sinistra che va al governo e non crede più in se stessa, ma molto più degli errori di gestione recenti, passati e remoti. La "gestione Velardi-Marchini" ha lasciato il segno: da allora le copie si sono perse a rotta di collo.

Sono mesi che si parla di una trattativa con una cordata di imprenditori del nord. I nomi, tra smentite più o meno convinte, circolano da tempo. Avrebbero come capicordata Boglioni di "Robe di Kappa" e Dalai della Baldini-Castoldi (che, però, parteciperebbe senza coinvolgere la casa editrice). Da Botteghe Oscure la cosa era data per fatta. Vi era solo qualche dettaglio da definire, affidato ai commercialisti di fiducia. Questione di giorni. E i giorni contano, visto che l'assemblea dei soci del 8 giugno ha constatato l'esaurimento del capitale sociale.

Lunedì scorso, 26 giugno, il Cdr appena rinnovato (con i riconfermati Umberto De Giovannangeli e Angelo Faccinetto - fiduciario della redazione milanese- ed i nuovi entrati Nuccio Ciconte e Antonella Marroni) ha incontrato il numero due dei Ds, Pietro Folena per avere chiarimenti sulla situazione. Un disastro.

Rapidità nella chiusura della trattativa per il passaggio di proprietà, trasparenza nella sua conduzione, chiarezza sui contenuti la linea editoriale e sugli assetti azionari della "nuova Unità", oltre al rispetto degli accordi già sottoscritti dall'azienda: questo era quanto il Cdr avrebbe voluto chiedere all' "attuale azionista di maggioranza". Ma da Folena è subito arrivata una doccia fredda. "Al momento non vi è alcuna trattativa in atto per l'ingresso di nuovi soci" ha dichiarato all'incredulo Cdr, l'esponente della Quercia, bloccando così sul nascere ogni possibilità di fissare "paletti" a tutela della già tanto disastrata redazione.

Detto questo, il numero due di Botteghe Oscure ha anche confermato il suo ottimismo sulle sorti de L'Unità. Perché anche se non si può parlare di trattativa vera e propria, i contatti e gli incontri vi sono e vi sono stati, e Folena si dice fiducioso sul loro buon esito. Ma questo non basta. Una cosa è certa, il Bottegone, che pure si è impegnato a garantire l'uscita del giornale fino all'ingresso dei nuovi soci, non ha una lira. Un bel problema!

Pare che la testata fondata da Antonio Gramsci continuerà a vivere.
Ma come e per chi e per che cosa? (che sono le domande che interessano lettori, giornalisti e quel che resta della cultura democratica di questo paese) Ancora non si sa.
Ne discutono in tanti dalle colonne del giornale. Nessun necrologio, per carità. Ma intanto i sacrifici sono stati fatti, la redazione è già stata dimezzata e di rilancio, di investimenti per L' "Unità-online", non si vede neanche l'ombra. Così è difficile sopravvivere. Il mercato editoriale non fa sconti. Ed emergenza è anche il rilancio, se no di emergenza si può anche morire.
  Si ha l'impressione che la "vicenda Unità" sia poco sentita dalle altre redazioni. Non scatta una solidarietà attiva dei colleghi. Pare sia vista come un frutto amaro, ma ineluttabile, della fine del comunismo. E' un errore. Quello che è in discussione, come all'Espresso, a La Repubblica, al Corriere della Sera è il destino di questa professione.  E quanto avviene a L'Unità riguarda un po' tutti noi.
Un "solidale"


27 Giugno 2000 - Cuccia ucciso da un Calcagno
Benche’ avesse proclamato due giorni di sciopero contro il licenziamento annunciato dalla Rcs di Paolo Calcagno, del servizio spettacoli del Corriere della Sera, il quotidiano di via Solferino e’ regolarmente uscito in edicola sabato 24 giugno. Il motivo? Il direttore Ferruccio de Bortoli ha fatto appello al comitato di redazione affinche’ lo sciopero venisse revocato per informare i lettori del Corriere della morte del banchiere Enrico Cuccia. Anche se sembra un po' bizzarro che l'azione sindacale debba fermarsi per la scomparsa di un pur illustre banchiere, il cdr ha accolto immediatamente l’invito anche perche’ in redazione non si era sentita in giro una solidarieta’ sfrenata nei confronti di Paolo Calcagno. Ha avuto buon gioco qualcuno ha lanciare li’ una battuta: Enrico Cuccia e’ stato ucciso da un Calcagno. Si sospetta, come autore del commento, che ha fatto il giro dei corridoi di via Solferino, il capo del servizio politico milanese Demetrio de Stefano.
Bds
27 Giugno 2000 - Tempo di nomine al Sole 24 Ore

Martino Cavalli, Roberto Iotti, Fabio Carducci e Alessandra Scott. Sono i  nuovi capiservizio al "Sole 24 Ore". Ma sono anche le uniche nomine non top  secret. Infatti, gli spostamenti che contano non sono stati ancora resi  pubblici. La Direzione del quotidiano di via Lomazzo avrebbe chiesto al Cdr  di non anticipare né nomi né incarichi. L'altra certezza, oltre al cambio  della sede, è il sicuro spostamento di Roberto Napoletano - attuale capo  dell'economia italiana - da Milano a Roma come capo della redazione e con  qualifica di vicedirettore. Il neo presidente della Confindustria ne sara’ felice visto che con Napoletano, Antonio D’Amato ha scritto un libro.
Shampoo
27 Giugno 2000 - Un po’ di Gnutti per Bresciaoggi

Maurizio Cattaneo, neo-direttore di Bresciaoggi, è al settimo cielo per  il debutto da giornalista di Arianna Gnutti, figlia di Emilio "Chicco" Gnutti  portata in redazione dall'emergente Marco Bencivenga, candidato a futuro capo-  redattore del quotidiano. Chicca, com'è subito stata ribattezzata la  figlia di tanto padre, è titolare della rubrica "Il filo di Arianna".  Tema: nuove tecnologie e new economy, naturalmente. Emilio Gnutti è il partner bresciano del patron di Telecom Italia Roberto Colaninno, ovvero il nuovo "padrone" di Brescia slegato dalle grandi famiglie e dalle banche cattoliche che hanno sempre dominato la città, anche attraverso la corazzata de "Il giornale di Brescia" (il rivale di Bresciaoggi). La figlia è una studentessa universitaria prossima alla laurea con una tesi su "Versione cartacea e la versione on line dell'Irish Times". Tipo sveglio e particolarmente preparata, la giovane Arianna ha deciso che da grande farà la giornalista.
Payuta
27 Giugno 2000- Venticinque miliardi di Liberta’

Venticinque miliardi di lire. Sarebbe questa la somma sborsata dal gruppo  "l'Espresso" per l'acquisto del 35 per cento del quotidiano "la Libertà" di  Piacenza. Il restante 65 per cento resta ancora nelle mani della signora  DonatellaRonconi vedova Prati. Ma nel contratto d'acquisto "l'Espresso" ha  naturalmente diritto di prelazione sulla testata che la vedova Prati aveva  recentemente conquistato dopo una lunga battaglia giudiziaria e dopo aver  versato 76 miliardi di lire (per il 50% del quotidiano, l'altro era già  nelle sue mani) ai suoi ex nipotini. Adesso, dopo l'ingresso di Caracciolo , nel giornale piacentino si respira qualche tensione. Il caporedattore  centrale Luciano Daquati che firma come direttore responsabile il giornale  teme, infatti, l'arrivo entro dieci, quindici giorni di un nuovo direttore.
Preoccupazione si respira anche in casa Aga e Agrquotidiana, le due agenzie  di stampa che forniscono servizi chiusi al giornale: è certa la disdetta del  contratto e la sostituzione con Agl, l'agenzia stampa dei giornali Finegil.
Shampoo 
27 Giugno 2000 - Un po' di Mieli per il Giornale

"Da domani scrive per noi Mieli". Maurizio Belpietro butta questo sassolino  nella riunione di redazione. Tutti sorridono a denti stretti. I  capiredattori si guardano, si interrogano con gli occhi e sudano freddo. Lui, il Direttore, è più che soddisfatto. Solo Antonio Belotti, caporedattore centrale, resta impassibile perché conosce la verità. Al  "Giornale" arriva sì un Mieli ma non è Paolo: si tratta della sorella Alessandra Mieli (ex "Informazione" e "Padania") che, dopo un periodo di  disoccupazione, farà una sostituzione al quotidiano di via Negri.
Shampoo
27 Giugno 2000 - Sergio d'Antoni vuole entrare nella trattativa per il contratto giornalisti

In un'intervista rilasciata un mese fa al "Barbiere della Sera", il segretario generale della Cisl Sergio D'Antoni aveva assicurato che la sua iniziativa di un nuovo sindacato dei giornalisti si sarebbe materializzata soltanto dopo la firma del contratto nazionale di categoria: per non creare, questa almeno era stata la nostra impressione, alcuna azione di disturbo nei confronti della Fnsi, impegnata in una trattativa assai delicata.
Ieri, invece, il leader della Cisl ha improvvisamente cambiato idea, e in un telegramma spedito al presidente degli editori Mario Ciancio Sanfilippo, ha chiesto che la Cisl partecipi al negoziato, in rappresentanza dei free-lance. "La Cisl si è posta il problema di una tutela contrattuale e di rappresentanza - telegrafa D'Antoni a Ciancio - di queste figure di lavoro
atipico anche nel mondo dell'informazione, proponendo l'ipotesi di una doppia affiliazione sindacale dei giornalisti, senza alcuna pregiudiziale nei confronti della Federazione nazionale della stampa. In questa prospettiva - continua il telegramma - considerata la specificità delle figure contrattuali che il sindacato confederale rappresenta, la Cisl
richiama l'esigenza di una partecipazione al tavolo della trattativa ai fini di concorrere a portare a soluzione i problemi della figura professionale dei free-lance".
Il sindacato dei free-lance, del resto, esiste già, si chiama Penne Alai, e per la coordinatrice nazionale Lilli Giusti "solo una miope sete di egemonia e l'incapacità a interpretare i bisogni della professione possono fare temere la partecipazione allargata al tavolo sindacale".
La richiesta di poter scendere in campo per difendere i free-lance rappresenta, per D'Antoni, la prova d'orchestra di un sindacato cattolico che difenda poi anche redattori, capiservizio, caporedattori e inviati. Che ne dice la Fnsi? "Iniziativa legittima ma sconcertante" ha commentato il segretario della Federstampa Paolo Serventi Longhi. Viene indebolita, in
questo momento assai difficile, la capacità contrattuale dei giornalisti. "Alla faccia del fair play fra sindacati - ha proseguito il segretario - i quali, peraltro, hanno stipulato fra loro un patto di solidarietà".
Bds 
26 Giugno 2000 - Fausto Bertinotti progetta la fusione Rifondazione Comunista - Manifesto

Zitto zitto piano piano, senza far tanto baccano, il segretario di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti sta discutendo la nascita di un nuovo partito, o come si dice oggi, "un nuovo soggetto politico", con i vertici del quotidiano Il Manifesto. L’operazione dovrebbe trasformare Rifondazione, che e’ un partito vero e proprio, in una sorta di movimento genericamente "antagonista", aperto ai fermenti giovanili (leggi centri sociali) e in generale  a quella sinistra piu’ arrabbiata che Bertinotti non ha mai nascosto di amare.

Per far cio’ Bertinotti ha intavolato trattative con il gruppo storico del Manifesto: Luigi Pintor, Rossana Rossanda e Valentino Parlato. Secondo le previsioni, di questo nuovo movimento Fausto Bertinotti diverrebbe il segretario e Lucio Magri il presidente. "Go between" dell’operazione e’ Rina Gagliardi che coordina la discussione sul progetto.

Naturalmente, tutto questo avra’ pesanti conseguenze sul giornale di Rifondazione Comunista, Liberazione. Manifesto e Liberazione sono infatti concorrenti, dato che parlano piu’ o meno allo stesso target, e con la nascita di un movimento politico nuovo, non avrebbe senso avere due giornali. Tra i due, sarebbe Liberazione a soccombere.

Non e’ detto pero’ che l’operazione politica vada in porto. Bertinotti se la deve vedere infatti con le quattro componenti interne di Rifondazione. All’interno del Prc, infatti, convivono piu’ anime. Ci sono i bertinottiani, gli ex cossuttiani filosovietici come Claudio Grassi e Fausto Sorini, gli ex di Democrazia Proletaria (Paolo Ferrero) e la sinistra trotzkista irriducibile di Marco Ferrando. La progettata fusione con il Manifesto puo’ andar bene ai bertinottiani e agli ex demoproletari, ma fa rabbrividire i cossuttiani e non va bene nemmeno a Marco Ferrando.
In tutto questo, naturalmente, c’e’ da chiedersi, in caso di chiusura di Liberazione, cosa sara’ dei colleghi che lavorano nel giornale del partito di Bertinotti.
Bds


26 Giugno 2000- Guido Ruotolo dal manifesto alla Stampa
Guido Ruotolo (inviato de Il Manifesto e non il suo gemello che sta alla  Rai), è stato assunto a La Stampa. Prenderà il posto di Giovanni Bianconi che ha lasciato il quotidiano torinese per approdare alla  redazione romana del Corriere della Sera. Nel giornale diretto da  Marcello Sorgi il bravo Giovanni ha lasciato pero'il suo cuore; infatti nella redazione romana lavora la moglie, Fulvia Caprarica. Si dice che in questo turbinio di acquisti abbia messo lo zampino,  attirando a sè Ruotolo, il "vecchio" Francesco La Licata.
Cip e Ciop
24 Giugno 2000 -Oliviero Diliberto e l’operazione "Sao ke kelle terre..."

Anche i barbieri vanno a cena fuori, e cosi’ capita di ammirare una splendida danza del ventre al ristorante arabo Zenobia di Roma, e di orecchiare tra un humus e un falafel, una conversazione gustosa al tavolo vicino.

Lui, Oliviero Diliberto, segretario del partito dei Comunisti Italiani e ex ministro della Giustizia del governo D’Alema e lei, Gabriella Serrenti, moglie di Diliberto, capelli corvini e occhi di carbone.

Il Barbiere riassumera’ qui in brevi battute una conversazione lunga e complessa, catturata solo in parte, allungando le orecchie oltre ogni limite.

Diliberto, tenerone, ma un po’ soprappensiero, accarezza la mano della moglie.

Lei: "Olli, che c’e’?".
Lui: "Mah, sono un po’ preoccupato per questa storia dell’amnistia".
Lei: "Cioe’?".
Lui: "Ormai nelle carceri i detenuti si aspettano l’amnistia. Ne parlano tutti, giornali, tv. E quando scopriranno che non ci sara’ nessuna amnistia cosa succedera’ nelle carceri?".
Lei: "E perche’ non dovrebbe esserci?"
Lui: "Per esempio per un problema puramente tecnico. L’amnistia e’ una legge. Ha bisogno di due letture, alla Camera e al Senato, e dei due terzi dei voti in Parlamento. E su un’amnistia, una maggioranza cosi’ ampia, almeno in questa legislatura io non riesco a vederla".
Lei: "Scusa, ma se non si parla d’altro un motivo ci sara’ pure".
Lui: "Il motivo e’ che i giornali spesso sbagliano. Magari sbaglia il primo e poi tutti dietro".
Lei: "Questa e’ colpa vostra".
Lui: "Sarebbe a dire?".
Lei, prendendo in mano bruscamente il filo della conversazione: "Colpa vostra, dei politici. Perche’ non siete capaci di spiegare le cose con chiarezza. Se l’amnistia non si puo’ fare, basta dirlo a voce alta. Anzi, tu che sei stato fino a ieri il ministro della Giustizia, proprio tu dovresti dirlo apertamente.

"E poi, dovreste imparare a parlare con piu’ semplicita’ alla gente, rendere il linguaggio della politica piu’ comprensibile per i cittadini. Ti ricordi il primo documento in volgare della storia della letteratura italiana: Sao ke kelle terre...? ".

Lui: "Come no!. Sao ke kelle terre, per kelli fini ke ki contene, trent’anni le possette parte Sancti Benedicti. Un atto legale di usucapione. Primo documento scritto in volgare, diciamo intorno al 1135, mi pare, ma adesso non ne sono sicurissimo".

Lei, con un tono sempre piu’ deciso nella voce: "Ecco cosa dovreste fare, rifondare il linguaggio della comunicazione, lanciare il nuovo volgare della politica. Lanciare l’operazione ‘Sao ke kelle terre!!!’".

Lui: "Mica male questa. L’operazione "Sao ke kelle terre...", il nuovo stile di comunicazione politica della sinistra". Mi piace. Hai ragione. Domani me ne occupo".

Nutrito di studi classici, il Barbiere si e’ commosso nel riascoltare la filastrocca del primo documento in lingua volgare. Era dai tempi del liceo... E non ha potuto fare a meno di notare, nascosto dietro una montagna di falafel, la grinta della graziosa signora Diliberto. Vediamo un po’ se ora il marito fa davvero come dice lei.
Bds


24 Giugno 2000 - Repubblica 1 - Cercasi caposervizio per sfondare al Nord
Problema per Repubblica. Come sfondare davvero nel Nord? Ezio Mauro sta cercando un modo per far si’ che il suo giornale perda un po’ della sua connotazione di palazzo romano e conquisti piu’ lettori nel nord del Paese. E’ un compito, questo, affidato a Alfredo del Lucchese, di recente nominato responsabile della sede di Milano. Ma in giro non ci sono molte idee originali. Si e’ pensato, per esempio, di confezionare a Milano almeno quattro pagine di economia, fatte da redattori che siano capaci di tendere l’orecchio tra i rumors milanesi. Il che ha irritato non poco i responsabili del servizio economico centrale. Per il momento pero’, non se ne fara’ nulla, anche perche’ non si trova uno straccio di caposervizio che si prenda la briga di mettere insieme queste benedette quattro pagine.

Affiorano invece lievi rumors sulla sostituzione, alla guida del supplemento economico Affari e Finanza, di Carlo Clericetti. Affari e Finanza e’ ora infatti affidato alle cure di Giuseppe Turani e Marco Panara.
Come qualcuno ricordera’, era stato proprio Clericetti, con bell’intuito giornalistico, ad aprire il dibattito su quanto e se fosse opportuno, da parte del governo, lanciare un’asta all’inglese sulle licenze per telefonini Umts di prossima generazione. Clericetti, alla lunga ha avuto ragione, tanto che Giuliano Amato ha deciso per l’asta.

Ma quando il dibattito e’ stato avviato sulle pagine di Affari e Finanza, non tutti erano felici. Non lo erano certo gli imprenditori che, con l’asta al rilancio, avrebbero dovuto sborsare un bel po’ di quattrini in piu’ per conquistare le licenze. Non lo era ovviamente l’ingegner Carlo De Benedetti, in corsa anche lui per gli Umts. Pare che Clericetti, all’epoca, abbai ricevuto piu’ di una telefonata da parte di Beppe Pescetto, stretto collaboratore di De Benedetti, che gli chiedeva: "Ma siamo proprio sicuri che l’asta sia la strada giusta?".
Bds


24 Giugno 2000 - Repubblica 2 - Il gioco del settimo nano
Modi di fare un po’ bruschi. Tendenza all’accentramento e a fare il giornale con poche persone di assoluta fiducia. Aspri cazziatoni in riunione di redazione. Insomma, non e’ un clima dolce e armonioso quello che si respira nella Repubblica di Ezio Mauro.

Al direttore, chiamato comunemente "il nanetto", si rimproverano alcune cosette. Per esempio di volere un giornale eccessivamente proiettato sul Palazzo, con forti innesti da rotocalco. Molti non si riconoscono nel prodotto che viene realizzato tutti i giorni. Ma Mauro, circondato dal suo staff di fedelissimi, (Mauro Bene, Paolo Garimberti, Gregorio Botta e qualcun altro) va avanti per la sua strada.

Ma qualche volta inciampa. E quando inciampa fa le sue scenate. Qualche giorno fa, per esempio, la Repubblica e’ stato l’unico, tra i grandi quotidiani, a non mettere in prima pagina lo storico accordo fiscale europeo che prefigura la fine del segreto bancario. Quando ha visto il Corriere della Sera, Mauro si e’ incazzato a morte e ha strapazzato ben bene il capo del servizio esteri Alberto Flores.
Flores gli ha ricordato, che, veramente, era stato lui stesso a segnalare l’arrivo dello storico evento con una settimana di anticipo e che aveva trovato, alla notizia, un’accoglienza piu’ simile al "chissenefrega della fiscalita’ europea", che non all’entusiasmo. L’indomani, Mauro ha rimediato al buco con un commento di Guido Rossi che sottolineava l’importanza storica dell’accordo.

Stessa storia per Jane Fonda. "Come mai non abbiamo Jane Fonda che ammette di aver sbagliato sul Vietnam?. Il Corriere ce l’ha!", ha chiesto con qualche foga Ezio Mauro in riunione. E Flores: "Guarda direttore che e’ una notizia vecchia e riciclata, l’hai detto anche tu ieri e hai deciso di non metterla".

Ma il Corriere ce l’ha, questo e’ il punto.
Sembra a molti che Mauro abbia scarsa sensibilita’ per gli argomenti che non soddisfano la sua sete di Palazzo. Qualcuno ricorda che ando’ cosi’ anche in occasione della clamorosa protesta antiglobalizzazione di Seattle. Quando in riunione ci fu chi segnalo’ l’importanza della riunione della World Trade Organization, fioccarono i commenti del tipo "chissenefrega del Wto". Fu spedito a coprire l’evento il solo Salvatore Tropea, raggiunto in extremis da Antonio Cianciullo, che da anni si occupa solo di ecologia. Vittorio Zucconi aveva chiesto di andare anche lui. Gli fu risposto di rimanere a casa. E a Seattle scoppio’ un casino memorabile.

Qualcuno arriva a teorizzare che la sua formazione di notista politico parlamentare, fa si’ che la sua attenzione scivoli con noncuranza sulle vere novita’ del mondo: Internet, la New economy, i nuovi fermenti culturali, i veri cambiamenti del pianeta.
Eppure la sua posizione appare piu’ salda che mai e a testimoniarlo c’e’ l’operazione D’Avanzo. Chi dava Mauro in partenza e Giulio Anselmi in arrivo dall’Espresso si e’ dovuto ricredere. Mauro ha chiamato dal Corriere della Sera Giuseppe D’Avanzo alla vicedirezione e l’azienda non ha detto ba. Anche Anselmi si e’ scelto il suo uomo di fiducia nella persona di Antonio Ramenghi. E quindi tutto lascia supporre che ognuno se ne stia andando felicemente per la propria rotta.
Comunque, i malumori dei giornalisti di Repubblica sono in questo periodo temperati da un giochetto assai di moda: la caccia al settimo nano. Ce ne sono sei gia’ individuati. Eziolo (Ezio Mauro), Paololo (Paolo Garimberti), Curziolo (Curzio Maltese), Marcolo (l’amministratore delegato del gruppo Marco Benedetto), Maurolo (Mauro Bene) e Rampinolo (Federico Rampini). E il settimo dov’e’? Non e’ che bisognera’ assumerlo per completare la squadra?
Bds



24 Giugno 2000 - La pelle degli inviati e i risparmi di Canale 5 -
L’ammiraglia di Mediaset, Canale 5, solca i mari della politica estera e copre le guerre nel continente africano, con non poca attenzione anche alle spese delle trasferte. Daniele Moro (si’, proprio quello che durante la guerra del Kosovo passava notti insonni dietro ai cancelli della base di Aviano contando i caccia che si levavano in volo) e’ partito giorni fa per il Corno d’Africa con l’incarico di realizzare un reportage sulla guerra, ora in via di conclusione (pare) tra Etiopia e Eritrea.
Per tagliare le spese della trasferta del suo inviato, delicatina anzicheno’, Canale 5 ha pensato bene: a) di spedire Moro e la sua troupe a destinazione con un volo tutto pagato da un grande imprenditore eritreo, b) di mandarlo senza un cellulare gsm ne’ un telefono satellitare, c) di fargli un’assicurazione da appena 125 mila lire al giorno per una trasferta in zona di guerra.
Limitare le spese e’ imperativo a Canale 5 (ma non solo a Canale 5 naturalmente). Ma in questo caso sembra un po’ stravagante spedire un inviato nel Corno d’Africa a spese di un imprenditore che rappresenta uno dei due paesi in guerra, con quali conseguenze sull’ imparzialita’ dell’informazione e’ facile immaginare. Cose che succedono, ahinoi: basta pensare che Stefano Poscia, corrispondente dell’Ansa dal Corno d’Africa, ha anche lui in tasca un passaporto eritreo e riferisce ogni giorno a tutti i giornali italiani degli sviluppi del conflitto Eritrea-Etiopia. Precisazione del Barbiere
Bds

24 Giugno 2000 - Flop. Il quotidiano di Alfio Caruso, chiude dopo 28 giorni. Un record
Arrivare in redazione e scoprire che il giornale non esiste più, che i telefoni sono staccati e che il Direttore-editore sa dire solo parole di circostanza. E' accaduto ai venti colleghi di "Og", quotidiano diretto da Alfio Caruso, che, ieri l'altro mattina, hanno saputo che "Og" cessa le pubblicazioni, dopo appena 28 numeri. A comunicarglielo è stato Alfio Caruso: "Si chiude. Mi dispiace". Poi, una stretta di mano e un saluto ad personam. Tutto qui dopo 28 giorni di lavoro per un quotidiano che, secondo Caruso, si rivolgeva "alla nuova classe dirigente del Paese" e avrebbe "fatto diventare grandi firme quelli che ci scrivevano". Una decisione, quella della chiusura, che era già nell'aria ma al nono piano di via Locatelli 1 si sperava fosse rimandata: invece, il cda della società editrice del giornale - rinuitosi d'urgenza nel tardo pomeriggio di giovedì- ha deciso di chiudere senza perdere altri soldi perché "Og" vendeva appena 2/3 mila copie contro le 25mila preventivate, la Publikompass aveva ridotto drasticamente la propria presenza pubblicitaria e infine alcuni finanziatori-amici di Caruso avevano ritirato la propria disponibilita'. Insomma, un disastro editoriale da guiness dei primati: infatti, "Og" è stato in edicola per 28 giorni contro i 30 del "Telegiornale" (direttore Gigi Vesigna). Magra soddisfazione per i venti colleghi che, dopo aver creduto nel progetto di Caruso, si ritrovano senza lavoro.
Shampoo
24 Giugno 2000 - Il Calcio Monza in Tribunale.

A portare la società di calcio di serie B davanti ai giudici sarà Andrea Rovelli, già addetto stampa del Monza per tre stagioni (dirigenza Giambelli con appoggio sostanzioso del Milan e di Galliani), silurato a ottobre 1999 dai nuovi proprietari friulano-brainzoli insediatisi a maggio 99. Dopo mesi di trattative extragiudiziali condotte dall'avvocato Tino Maccarrone con Salvatore Fiore, direttore generale biancorosso, senza alcun frutto, il giornalista porterà in Tribunale la sua ex Società. Un centinaio i milioni richiesti da Rovelli. Rovelli, oltre che dal'avvocato Maccarrone di Conegliano Veneto, sarà supportato dall'avvocato Luisella Nicosia dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia.
D.B.

24 Giugno 2000 - Voglia di mare e puzza di plagio
Un magazine gratuito da distribuire sotto l'ombrellone? L'idea è venuta a tre giovani cronisti di Ostia lo scorso dicembre (che con questo progetto hanno persino vinto il bando dell'Unione industriale di Roma "Crea la tua idea" e sono stati premiati lo scorso 15 maggio dal sindaco Rutelli), ma a realizzarla sarà una casa editrice di Milano, la Edimedia, e la Mondadori, che stamperà 500mila copie da distribuire lungo 2mila chilometri di costa.

La nuova testata, "Voglia di mare", verrà presentata ufficialmente sabato 24 giugno a Portofino con padrini d'eccezione Carlo Conti e Natasha Stefanenko. Tutto il progetto editoriale ricalca per filo e per segno il businnes plan redatto da Claudio Deplano (giornalista professionista disoccupato), Alessadro Fulloni (corrispondente da Ostia del Corriere della Sera) e Tommaso Molinari (collaboratore di Ultime Notizie e direttore del mensile "Vento da Ponente") e presentato per la prima volta nel dicembre del 1999 al presidente del Lazio del Fiba e dell'Assobalneari Lido di Roma, Renato Papagni.

Entusiasta del progetto, Papagni non nascose che un'altra proposta era giunta da poco sul suo tavolo spedita dalla casa editrice Edimedia di Milano ("vogliono fare una specie di house organ per gli associati - disse - non più di 10mila copie, mentre la vostra idea mi sembra molto più interessante. Vi farò incontrare con questa società milanese per farvi contribuire al progetto").

Dopo sette mesi di gestazione "Voglia di mare" sarà distribuito sulle spiagge a partire dal 10 di luglio; tra i collaboratori oltre al direttore anche altri giornalisti sono di Ostia: Federica Angeli (Repubblica), Davide Desario (Messaggero) e Alessandra Zavatta (Tempo). I soli a restare fuori da tutta l'iniziativa saranno Deplano, Fulloni e Molinari: gli ideatori della "rivista da spiaggia". Anche l'Unione industriali di Roma nei prossimi giorni dovrà decidere se intervenire a tutela degli interessi dei tre giovani cronisti.
D.B.


23 Giugno 2000 - Anche l’Espresso va al fronte contro l’editore
Quattro giorni di sciopero. E’ stata questa la forma di lotta votata all’unanimità dalla redazione dell’"Espresso" durante l’assemblea di mercoledì 21. Perché sciopero? Far saltare un numero del giornale è sembrata alla redazione l’unica risposta possibile al tentativo dell’azienda di introdurre con la forza il nuovo sistema editoriale (che l’azienda definisce "aggiornamento" del vecchio) pur avendo interrotto ogni trattativa sindacale.

L’assemblea aveva in precedenza scelto la strada della denuncia alla Fnsi e dello stato di agitazione; ma la situazione è precipitata quando mercoledì è stato recapitato a sei grafici e sette capiservizio un ordine di servizio firmato dal direttore Giulio Anselmi che indicava gli orari per partecipare ai corsi di aggiornamento all’uso del sistema, che sarebbe partito a giorni.

Dilemma: partecipare o disobbedire? E poi: i capiservizio disobbedienti avrebbero o no dovuto dimettersi dal proprio incarico per il venir meno del rapporto fiduciario con il direttore? E questo non avrebbe spostato il mirino dalla proprietà sul direttore, che finora ha voluto vestire i panni del mediatore? E infine: si possono lasciare tredici persone sole a beccarsi i fulmini?

La risposta è stata: scioperare tutti. Ma è certo che la partita non finirà qui. Si tratterà di vedere se un nuovo ordine di servizio dello stesso tenore sarà recapitato la prossima settimana, o se Anselmi riuscirà a sostenere le richieste della redazione presso la proprietà.

L’amministratore delegato Marco Benedetto non ha gradito lo sciopero, che cade nel pieno di una campagna promozionale che va a gonfie vele. E continua a minacciare di  chiudere il settimanale di via Po, reo di insubordinazione. In realtà non accetta che una piccola redazione di un prodotto maturo come appunto è il settimanale, attraverso una stupida trattativa sindacale possa intralciare il cammino delle nuove tecnologie che trasformano il lavoro del giornalista in quello di un metalmeccanico della carta stampata. E che lui ha intenzione di applicare pian piano in tutto il gruppo.
Bds


23 Giugno 2000 - Due giorni di sciopero al Corriere della Sera
La redazione del Corriere della Sera ha deciso questa sera due giorni di sciopero per protestare contro il licenziamento, deciso dall’azienda, di Paolo Calcagno, in forza al servizio spettacoli. A Calcagno, l’editore ha contestato la partecipazione a un programma di Rai International e quindi la violazione del patto di esclusiva.
Al Comitato di redazione che questa mattina aveva incontrato il direttore del giornale Ferruccio de Bortoli, de Bortoli stesso aveva smentito di aver firmato la lettera di licenziamento. Nel pomeriggio e’ stata convocata un’assemblea per discutere il da farsi, alla quale ha fatto una fugace apparizione anche il direttore. De Bortoli ha detto, in buona sostanza, che il licenziamento di Calcagno  era da considerarsi una decisione aziendale e non del direttore. I giornalisti hanno considerato questa affermazione ancora piu’ preoccupante. Se non ci tutela il direttore, allora chi deve farlo?, si e’ chiesto piu d’ uno in assemblea. Alla fine e’ passata la proposta dello sciopero, con la convocazione di una nuova assemblea che avra’ luogo nel pomeriggio di domani, 23 giugno.
Bds
22 Giugno 2000 - Sciopero al Messaggero contro Caltagirone

Il Messaggero e' in sciopero e non sara' in edicola venerdi'. E' il primo sciopero dei giornalisti del piu' importante quotidiano romano contro l'editore Francesco Gaetano Caltagirone, da quando, nel giugno '96, Caltagirone ha acquistato la testata. La protesta arriva proprio nel momento in cui il costruttore romano sta avviando le procedure per la quotazione in Borsa delle sue aziende editoriali, nella misura di circa il 30 per cento del capitale: il Messaggero stesso, Il Mattino di Napoli, il portale Caltanet e la concessionaria di pubblicita' Piemme.
Alle origini della protesta c'e' una vertenza che si trascina dal maggio scorso, da quando cioe'il portale Caltanet, ha inghiottito i siti Internet del Messaggero e del Mattino. Solo cliccando su Caltanet, infatti, e' possibile accedere successivamente ai siti dei due quotidiani. Un "esproprio" che i redattori del Messaggero non hanno mandato giu'.

Da settimane la proprieta' va dicendo che il problema sarebbe stato risolto, ma finora nulla e' cambiato. E cosi' ieri, durante un'assemblea, il comitato di redazione ha proposto uno sciopero delle firme per le giornate di sabato, domenica e lunedi'. Il cdr ha preparato un documento da pubblicare sul giornale di oggi, ma Caltagirone si e' rifiutato di farlo mettere in pagina. Dopo una breve riunione del cdr con i delegati di servizio si e' deciso di scioperare oggi per impedire l'uscita del gornale di venerdi'. Il documento del Comitato di redazione e' stato approvato quasi all'unanimita'.
La reazione dei giornalisti del Messaggero non e' una buona notizia per il direttore Paolo Graldi. Tra Graldi e Caltagirone l'atmosfera si e' rapidamente raffreddata nelle ultime settimane, tanto che cominciano gia' a circolare i nomi dei possibili successori. Pierluigi Magnaschi, attuale direttore dell'Ansa, Paolo Ruffini, direttore di Radio Rai e ex notista politico del Messaggero, e Paolo Gambescia, attualmente al governo del Mattino di Napoli.
Bds


22 Giugno 2000 - Lei e' un precario? E allora niente premio
I giornalisti precari di tutte le testate Rai hanno appreso con soddisfazione che "anche per il 1999 - come si legge in un comunicato Usigrai - i risultati alla base del premio di produzione contrattato nell'ultimo integrativo" hanno permesso di corrispondere nelle buste paga di maggio "il premio di produzione" a partire da tre milioni di lire per il redattore ordinario. Risultato che, come afferma la stessa Usigrai, rappresenta "un giusto riconoscimento per la professionalita' delle redazioni", un "meccanismo limpido e leale" e il conseguimento degli "obiettivi di rilancio, di quantita', di produzione realizzata dai giornalisti e di ascolti".

Sarebbe meglio, pero', evidenziare che questo "premio di risultato" non e' corrisposto a tutti i giornalisti Rai.

I giornalisti professionisti che lavorano con contratto a tempo determinato sono, infatti, anche quest'anno esclusi dalla corresponsione del premio, nonostante abbiano contribuito e contribuiscano in modo determinante (e a volte totale) alla realizzazione di intere produzioni delle testate giornalistiche Rai.

Quanto al conseguimento degli obiettivi di rilancio, poi, i giornalisti precari vi contribuiscono in modo sostanzioso, visti i loro stipendi decurtati in virtu' di accordi aziendali differenziati.
Ma, si sa, signori si nasce....
B. F.


22 Giugno 2000 - Chi ha sbracato? Noi o loro?
I clienti della bottega del Barbiere, adesso, ci piglieranno per matti. Ascoltate: diventa possibile che i giornalisti italiani vadano a prendere la tintarella al mare, a fare trekking in montagna, a ingrassare in campagna, con in tasca il nuovo contratto nazionale di lavoro.
Ma come, ci direte voi: non avete intervistato solo un mesetto fa i due "doppi" (di cognome) Paolo Serventi Longhi della Fnsi e Mario Ciancio Sanfilippo della Fieg, che vi avevano assicurato di annaspare nel buio più totale? Ed è vero o no che le trattative bilaterali non sono ancora riprese?

Già, ma quando il segretario della Federazione della stampa dichiara, nella serata di ieri, la sua "fiducia nella fase che si sta aprendo" e addirittura "la speranza che si creino entro luglio le condizioni per un contratto serio e innovativo", uno è autorizzato a pensare e a dire: "è fatta".

Anche se poi Paolo Serventi Longhi si affretta a ricordare che "speranza non vuol dire certezza". Vorrà dire che è bastato uno schiocco di dita di Cesare Salvi, ministro del Lavoro, per rimettere le cose a posto. E che il sottosegretario incaricato dal ministro per riaprire il negoziato, Ornella Piloni (un nome, un programma) si sta muovendo bene. Martedì 20 ha incontrato separatamente le parti, che ha riconvocato per il 28 del mese. Ancora separatamente, è opinione comune, ma non si esclude che quello sarà il primo incontro bilaterale della nuova fase.

Stupore: su freelance e lavoro "on line", il cuore della trattativa, le parti erano assai distanti. E della vile pecunia, che come sappiamo olet, non si era (non si è) ancora iniziato a parlare. Domanda di rito: chi sta cedendo, chi ha già calato le braghe: noi o loro?
Bds


22 Giugno 2000 - Doppia gaffe
Come riportato dall’Unita’ del 21 giugno, monsignor Antonio Livi, partecipando a un convegno di Alleanza Nazionale, ha cosi’ corretto Publio Fiori che aveva storpiato il suo cognome in suo cognome in "Levi": "Se appartenessi a quella stirpe sarei direttore del tg1". Poi il monsignore si e’ scusato della sua battuta vagamente antisemita. Cio’ che monsignor Livi ha dimenticato, tuttavia, e’ che per ben 17 anni l’"Osservatore Romano" e’ stato diretto da un sacerdote, oggi monsignore anche lui, che si chiama Virgilio Levi, e non e’ ovviamente ebreo.
Bds
22 Giugno 2000 - Col Barbiere, i computer del Tg1 vanno in tilt

Sara’ il primo effetto dello sbarco al Tg1 di Gad Lerner, ma da qualche giorno, non appena i redattori del Tg1 si collegano con il sito del Barbiere della Sera, sul monitor appare una pagina bluastra con delle scritte in negativo, poi il computer accusa qualche difficolta’ e alla fine si e’ costretti a riavviare il sistema.
Molto, ma molto strano. Il Barbiere della Sera viene ricevuto e letto normalmente in molti altri uffici e redazioni della Rai, nonche’ in tutte le redazioni d’Italia. Come mai proprio al Tg1 ci sono questi problemi? Per puro scrupolo abbiamo eseguito un controllo e da noi e’ tutto a posto. Suggeriamo quindi ai colleghi del Tg1 di aggiornare i loro browser. Preferibilmente, usate Microsoft Explorer o una versione recente di Netscape.
Bds
22 Giugno 2000 - Tg1, con Gad l'alieno, trema il servizio politico

Arriva l'alieno, l'esterno Rai, il decisionista. La redazione del Tg1 attende con un po' di preoccupazione l'insediamento del nuovo direttore Gad Lerner e intanto si passano al microscopio le sue dichiarazioni. L'unica notizia certa e' l'arrivo da Milano di Roberto Fontolan ma Lerner ha detto, per esempio, di "voler riformare il linguaggio dell'informazione politica (oltre che religiosa). Che vuol dire? si chiedono i redattori del politico? Vuol dire semplicemente che il pastone col bilancino, un tanto a te, un tanto a me, al Tg1 non andra' piu' di moda. E poiche' esistono in redazione degli autentici specialisti di questo linguaggio, sono proprio loro a nutrire le preoccupazioni maggiori. Francesco Pionati, giusto per fare un esempio.
Bds
22 Giugno 2000 - 22 Giugno 2000 - Se un giorno d'estate, un editore...

Se una qualsiasi delle circa ottanta fra le aziende editoriali, che sono in arretrato con i versamenti contributivi all'Inpgi, decidesse di regolarizzare la posizione, cosa dovrebbe fare?

Il rappresentante autorizzato va all'Inpgi e incontra l'ufficio legale. La prima richiesta che fa l'avvocato dell'Istituto riguarda le spese legali. Che vanno pagate subito e cash. La somma può essere di venti, trenta o ...anta milioni. La cifra è stabilita in base a parametri previsti da leggi e regolamenti vigenti. Leggi e regolamenti che prevedono anche un'altra cosuccia: il 30 per cento della somma sborsata dall'azienda è ripartito fra gli avvocati impiegati nell'ufficio legale.

Attualmente all'Inpgi operano cinque avvocati (tre donne e due uomini. Le buste paga sono integrate dalle quote parti di quei 30 per cento meritati durante l'anno. C¹è anche da dire che la carriera è aperta. Uno dei capi dell'ufficio legale di qualche anno fa, per esempio, oggi è direttore generale all'Istituto.

Un giovane avvocato può sperare in una lunga e brillante vita professionale. Lo dimostra il fatto che i magnifici cinque legali attuali hanno un'eta media sui 30/35 anni (il capo, Elisabetta Angelini, supera di poco la trentina). Questo consola qualsiasi editore. Non si trova più dinanzi a vecchi avvocati, dalle lunghe esperienze, addestrati da mille incontri con editori d'ogni tipo e coriacei come testuggini centenarie. Oggi tratta con giovani e simpatiche legali che hanno tanta voglia di fare bella figura ed alimentare quel tranquillo 30 per cento. Se anche commettessero un errore, chi se la sentirebbe di puntar loro un dito contro? Non so se l'organico previsto dall'Inpgi per l'ufficio legale sia al completo e neppure conosco la prassi da seguire per essere assunti. Non so nemmeno chi materialmente esamina qualifiche professionali, titoli e quant'altro. Probabilmente si fa un concorso. A chi fosse interessato, consiglio di telefonare all'Inpgi. Vanno comunque elogiati presidente e CdA per avere avuto il coraggio di fare largo ai giovani.
Uno che ci ha provato


21 Giugno 2000 - Gad Lerner e le sue mezze verita’
E così, la scorsa settimana, quando il consiglio di amministrazione Rai se ne sta andando a decidere sulle nuove nomine, e soprattutto quella di Gad Lerner al TG1, chi t'incontrano Roberto Zaccaria, Vittorio Emiliani e Pierluigi Celli nel corridoio del piano nobile di viale Mazzini?

Ma Pietro Calabrese, naturalmente, passato di lì a salutare un amico. Una coincidenza, e’ ovvio. Saluti, abbracci (con Emiliani), poi Celli prende sottobraccio Calabrese e gli sussurra: "Ah, se avessi avuto pazienza...adesso saresti tu al Tg1". Perfido Celli: Calabrese sa benissimo che non e’ affatto vero, che lui al Tg1 non sarebbe mai arrivato. Proprio per il "niet" di Celli.

Perché l'operazione Lerner/Tg1 era già decisa da tempo (e non solo da Celli).Infatti il bravo Gad, quando gli hanno chiesto qualcosa della sua nomina, ha detto solo una mezza verità: "mi hanno telefonato stamattina".

Verissimo: Gad non sapeva il quando, ma sapeva che sarebbe avvenuto. Non a caso e’ già pronto il nuovo organigramma, con un nuovo vicedirettore di area cattolica. Gad, si sa, e’ rapidissimo nelle decisioni. Ma tanta celerità nel curare gli equilibri odora di equilibri politici. In perfetto stile Rai. Però Lerner é sincero quando dice (come al Cdr) che ha chiesto alla classe politica di fare un passo indietro. Perché oggi Lerner ha un'occasione formidabile: dirigere il Tg1 senza sponsor politici e soprattutto senza partiti e leader ingombranti. Già, chi ha più potere oggi: Lerner o Castagnetti, Lerner o Veltroni? E il bravo Gad potrà fare di testa sua, guardando con distacco i leader del centrosinistra che si accapigliano, nella migliore interpretazione del morettiano "dai, facciamoci del male".
Bds


21 Giugno 2000 - Mondadori: cercansi giornalisti, ma solo under 35
Si chiama Vito Ribaudo, viene dalla Rcs e ora, in Mondadori, lavora all'ufficio del personale diffondendo urbi et orbi il credo aziendale. L'azienda lascia capire a tutti che, al di sopra dei 35 anni, un giornalista e' praticamente bollito e quindi, se rimedia un contratto, e' benedetto dal Signore. Proprio di recente, la direttrice di Grazia, Vanni, ha voluto fortemente assumere una collega intorno alla cinquantina, nonostante le resistenze dell'ufficio del personale, che non ha preso bene la cosa. Ora e' lo stesso comitato di redazione a consigliare ai giornalisti di farsi assistere, negli incontri con Ribaudo, dal fiduciario di testata.
Bds
21 Giugno 2000 - Katanews. Ordine di scuderia, negare tutto, anche l'evidenza

Balle, balle e poi ancora balle. Ai piani alti del gruppo Espresso e' stato impartito l'ordine di smentire a tutto campo le indiscrezioni pubblicate nell'ultimo numero di Prima Comunicazione, secondo cui Katanews, la nascente agenzia di notizie per telefonini Wap del gruppo dovrebbe invece diventare, nel giro di qualche anno, una vera agenzia di stampa in grado di servire le radio del gruppo (Italia Radio, Radio Capital e Radio Dee jay), i siti Internet dell'azienda e i giornali locali.  All'Agl, l'agenzia giornali locali, la notizia diffusa da Prima e' stata letta con qualche preoccupazione. Che fine fara' l'Agl? Verra' inglobata in Katanews?
Nonostante le smentite, in realta', il progetto ha un senso. Come gia' spiegato dal Barbiere della Sera diverse settimane fa, la nascita di un'agenzia di stampa propria permetterebbe al gruppo Espresso di marciare in piena autonomia dall'Ansa, che cosi', e magari privata dei cospicui finanziamenti di via Po, si avvierebbe verso un inarrestabile declino.
Bds
21 Giugno 2000 - Alleanza Nazionale affila la scure per la Rai

I gentiluomini di Alleanza nazionale mostrano le zanne. In un articolo intitolato "Prepariamo le bonifiche Rai", pubblicato ieri dal sito Destra.it, diretto da Maurizio Gasparri, viene indicato un breve elenco di persone che, a sentire l’estensore dela simpatica nota, verrebbero fatte fuori al piu’ presto possibile dalla Rai in caso di vittoria delle destre alle prossime elezioni politiche. Riportiamo qui un brano dell’articolo:

Ci siamo proposti di iniziare una lista di personaggi che dovranno essere cortesemente invitati a togliere il disturbo, a cominciare proprio dai giornalisti, il cui numero è difficile conoscere con esattezza ma sicuramente è superiore ad ogni immaginazione. Tanto che ci rivolgiamo ai lettori perché ci aiutino nel colmare le nostre lacune.
Abbiamo cercato invano su Internet nei vari siti RAI informazioni sul numero o sui nomi dei giornalisti in pianta stabile sulle varie reti, e non abbiamo nemmeno provato a chiedere direttamente alla società, certi che sarebbe immediatamente calato il muro del silenzio. Confidiamo tuttavia nelle conoscenze dirette di quanti in RAI hanno dovuto subire gli scavalcamenti e le irresistibili ascese degli unti del Signore pregandoli di segnalarci quanto a loro conoscenza, e stessa preghiera rivolgiamo ai nostri lettori, chiarendo che in ogni caso prima di sbattere mostri in prima pagina sarà nostra cura effettuare le necessarie verifiche.

Un criterio ci piacerebbe fosse applicabile: chi è entrato senza regolare concorso fuori! Ma temiamo che si rischierebbe di vuotare del tutto l’azienda! Comunque ci proveremo. Cominciando dunque dalle ultime infornate, secondo quanto appreso dalla stampa, sono da accompagnare cortesemente alla porta:

Mario Meloni
Giovanna Milella
Romano Cannas
Roberto Reale
Raffaele Genah
Andrea Giubilo

Ovviamente il Consiglio di Amministrazione sarà tutto da rifare in attesa dei veri azionisti privati, liberando l’azienda dai vari Zaccaria e Celli...

Bds



21 Giugno 2000 - Un sesso non proprio esclusivo
Sessanta righe sugli amplessi tra la vedova Moravia e il neo direttore del Tg1. A pubblicare l'esclusiva è Roberto d'Agostino nel suo Dagospia.com che, ai navigatori, offre le parti
più piccanti del romanzo 'Diario dell'Assenza' della signora Llera. Peccato però che l'esclusiva non è esclusiva. Quelle parti del 'Diario dell'Assenza' dove "viene sfiorato (e altro...) il sesso circonciso di Gad" sono state, infatti, pubblicate due anni fa da "Lo Stato" (direttore Marcello Veneziani) con adeguato commento di Gigi Moncalvo. E, allora, nessun quotidiano riprese il lancio fatto dalla direzione del settimanale.
Shampoo
20 Giugno 2000 - Tg4: uomini di poca Fede

In vista un autunno caldo, al Tg4 di Emilio Fede. Il caporedattore di cronaca Mauro Buffa lascia e va a fare il nuovo portale  di E-Biscom insieme a Pierluigi Vercesi. Il caporedattore centrale Marco Volpati, vicino alla pensione, ha chiesto di  consumare le molte ferie arretrate a partire da ottobre. Non ancora decise le sostituzioni, anche se pare che alcuni candidati interni alla redazione abbiano risposto "no grazie" a Fede. Insomma, si prepara una prova di fuoco per il nuovo vicedirettore Enrico Parodi che, a digiuno di televisione, avrà il tempo di una sola estate per  andare a regime. Intanto, l'arrivo di Parodi ha creato qualche malumore in redazione, specie nel caporedattore "storico", cioè con più anzianità aziendale Laurenzo Ticca.
Bds
20 Giugno 2000 - Assolti Bolaffi e Savatteri

Avevano pubblicato nel 1994 un libro dal titolo che faceva venire l'acquolina in bocca: "Premiata ditta servizi segreti". Avevano indicato l'ex sostituto procuratore di Roma Angelo Palladino come persona coinvolta nella vendita di palazzi ad enti pubblici e in vicende di droga e massoneria. E per questo, i giornalisti Paola Bolaffi e Gaetano Savatteri erano stati condannati per diffamazione al pagamento di 10 milioni di lire di multa in primo grado e a 100 in appello. Ieri, la bella notizia. Dopo l'annullamento di questa seconda sentenza da parte della Cassazione, la prima sezione della Corte d'Appello di Palermo li ha assolti. La cosa non piacerà al magistrato che li aveva denunciati, oggi coordinatore dell'ufficio del difensore civico del comune di Roma.
Bds
19 Giugno 2000 - Franz Tato’ chiama i suoi a una Mission Impossible: dimenticare Sonia.

E’ successo una decina di giorni fa. Il compagno della direttrice dei programmi di Telemontecarlo, Franco Tato’, amministratore delegato dell’Enel, ha convocato una riunione con l’intero staff degli addetti alla comunicazione aziendale, capitanato dal responsabile delle relazioni esterne Stefano Lucchini.
Tato’ ha impartito direttive chiarissime: bisogna darsi da fare per restaurare la sua immagine dopo la terribile caciara seguita alla nomina della sua fidanzata a responsabile dei programmi di Telemontecarlo. Quindi, offrire la disponibilita’ del presidente dell’Enel, che giustamente non vuole passare alla storia solo come il compagno di Sonia Raule (anche se non ci sarebbe niente di male, anzi...), a interviste sui giornali che mettano in rilievo la sua storia e la sua professionalita’ di manager. Seconda parola d’ordine: minimizzare, spegnere, sopire ("troncare, sopire", diceva il Conte Zio) ogni voce di contrasti interni tra Tato’ e il presidente dell’Enel Chicco Testa. Non si puo’ escludere che la famosa intervista di Alain Elkann a Tato’, che il Barbiere della Sera ha commentato nei giorni scorsi, sia il primo frutto di questa controffensiva d’immagine varata da Kaiser Franz.
Bds
19 Giugno 2000 - Tormentone in Confindustria. Chi sara' il nuovo capo ufficio stampa?

Rumors, rumors, e poi ancora rumors. Chi si dovra' occupare in Confindustria di curare l'immagine del vispo presidente Antonio D'Amato? Con l'ultima tornata di nomine in Rai e' tramontata la candidatura di Maurizio Beretta e cosi' hanno ripreso a circolare un po' di nomi: quello di Salvatore Toriello, detto Sasa', oggi responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica, poi quello di Andrea Zagami (Mondadori), di Stefano Lucchini (Enel), di Stefano Soprani (Aereoporti di Roma) e infine quello di Paola Vitto, ex assistente di Giorgio Fossa per i rapporti con la stampa. La Vitto, in realta' e' impegnata anche su un altro fronte milanese. Ora lavora per Hdp, la holding che controlla il Corriere della Sera e deve di tanto in tanto vedersela con Noris Morano, ufficio stampa di Gemina. Il dilemma e' il seguente: chi deve occuparsi e curare l'immagine di Cesare Romiti? Vitto o Morano?
In tutto questo fiorir di voci, un fatto e' certo. Il presidente di Confindustria e' ancora privo di addetto stampa. Anche perche', sul piano procedurale e formale, il responsabile delle relazioni esterne di Confindustria viene nominato dal direttore generale. E poiche' il direttore generale attuale, Innocenzo Cipolletta, sta per andarsene, va a finire che il portavoce di D'Amato, chiunque egli /ella sia, dovra' aspettare ancora un bel po' per impossessarsi della poltrona.
Bds

19 Giugno 2000- Feltri senza Magli
Per Vittorio Feltri è una pugnalata. Ida Magli gli ha detto "no". Anzi, di più: l'antropologa che da un anno collabora con l'editore-direttore di "Libero" - in edicola da metà luglio - ha firmato un contratto con "il Giornale". L'ex braccio destro di Feltri, Maurizio Belpietro, dal suo ufficio, al terzo piano di via Negri, sede del "Giornale", sta assestando duri colpi al nuovo quotidiano del suo ex Maestro. Ida Magli ha gia' cominciato a scrivere i suoi editoriali per il quotidiano berlusconiano. Feltri l'aveva, invece, già 'venduta' come "grande firma di Libero". Così come aveva anche 'venduto' Carlo Pelanda e Stefano Zecchi, due ex editorialisti del "Giornale" che erano passati con lui al "Giorno". Ma al momento della firma del contratto con "Libero" i due si sono tirati indietro: l’economista e il docente di estetica non avrebbero, infatti, fiducia sulla durata della nuova iniziativa editoriale di Feltri. E Belpietro ha riaccolto i due a braccia aperte. Ma per Feltri c'è ancora un problemino da risolvere: Renato Farina che lui dà come vicedirettore di "Libero" è ancora sotto contratto al gruppo Riffeser e, secondo ben informati, starebbe valutando l'ipotesi di restare al "Giorno", dove gli offrirebbero più soldi e benefit.
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19 Giugno 2000 - Il Giordano della "Liberta’"

Trattative in corso per Mario Giordano. L'inviato del "Giornale" è in corsa per la direzione de "la Libertà" di Piacenza. Da alcuni giorni la signora Donatella Ronconi Prati, l'editore del quotidiano emiliano, sta, infatti, tessendo una rete intorno all'ex 'grillo parlante' del 'Pinocchio' lerneriano. Giordano per la vedova Prati rappresenta una valida alternativa a Gigi Bacialli che ha detto no, dopo mille ripensamenti e anche nuove garanzie per la sua direzione al "Giornale di Vicenza". Una decisione che Giordano dovrebbe prendere entro 48-72 ore magari, dicono i ben informati, un minuto prima dell'arrivo di un nuovo caporedattore all'economia del quotidiano berlusconiano.
Shampoo
19 Giugno 2000 -

Maurizio Belpietro da tempo sta "normalizzando" la redazione economia del "Giornale". Ha fatto tramontare la possibilità di un dorso economico e ha nominato caposervizio Antonio Risolo (ex Italia Oggi). Adesso, pero' 'Belpi' si trova ad un bivio: sulla poltrona più alta della redazione economica manca il capo. Roberto Di Lellis (già all'"Indipendente" e al "Foglio") su cui Belpietro puntava, passa al "Mondo" - dove sostituisce Livio Colombo neovicedirettore di "Focus" -; il vicecapo della redazione romana del "Giornale", Sergio Rizzo, ha scelto di restare a Roma passando però al "Corsera e, quindi, Belpietro ha deciso di pescare all'interno di "ItaliaOggi".
Infatti, secondo indiscrezioni, trattative sarebbero in corso tra Mauro Tedeschini, direttore del quotidiano di via Burigozzo, e il direttore del "Giornale". Trattative facilitate da un lungo rapporto di amicizia tra i due: infatti, quando Belpietro dopo "il Tempo" approdò al "Giorno", fu proprio grazie ai buoni uffici di Todeschini che, da qualche tempo, darebbe segnali segnali di insofferenza nei confronti del management di via Burigozzo.
Shampoo
16 Giugno 2000 - Rai: Gad Lerner al Tg1 e in mensa tonno e fagioli

Mentre partiti e giornalisti affilavano le parole per definire la situazione Rai all'alba delle nuove nomine (la piu’ importante:Gad Lerner alla direzione del Tg1), i cuochi della mensa pensavano di entrare nella querelle con sottili allusioni. E in fondo, chissenefrega di Gad Lerner, diamo un'occhiata al menu' di oggi.

Ecco dunque di primo le FARFALLE ALLA CORSARA. Farfalle sono farfalle, come il nuovo logo Rai, ma che c'e' nel sugo da dar loro questo avventuroso nome? La signorina della mensa mi guarda come se riconoscesse in me una che non sa vivere...:"Sugo e pesce". Gia', e' venerdi'...

Se non volessi pesce? C'e' LA GRANDE INSALATA. Ma cosa la fa "grande"? Forse il rispetto che si dedica ai trapassati. Le insalate delle mense sono per loro natura mosce e spesso abitate, ma basta non mettere gli occhialini...Solo che questa ha delle striscioline medusoidi all'interno, che le vedo anch'io.

"E' pesce!" esulta un'altra signorina di la' dal bancone. Lascio giu' con un sorriso falso la "grande insalata" e mi avvio alle verdure. Oddio, verdure...Dipende da come le si guarda. Le ZUCCHINE che dovrebbero essere sostenute sono invece svenute nella teglia; i POMODORI, che dovrebbero deliziare il palato con dolcezza, rivelano una natura ostile ed acerba; le PATATE odorano di pesce da lontano, cotte di straforo nella stessa acqua...

Miraggio: una MOZZARELLA AI FERRI! Ma ad uno sguardo piu' attento quella leccornia appare ben ancorata al piatto. Troppo ancorata al piatto, diciamolo. Che sia il piatto stesso? I cuochi oggi, in questo giorno di nomi sussurrati, si devono fare pazze risate dando manate ai fornelli, facendoli volare, gridando "Yuhuuu!"

Eccomi infatti in pieno Far West: FAGIOLI. Una padellata di fagioli. Fagioli da soli? Macche'. C'e' del tonno con loro, avvinghiato come un amante non piu' desiderato. Comprendo il loro imbarazzo, che li ha anche fatti impallidire. Cercano di sgusciar fuori dalla loro pellicina, ma poco piu' in la' trovano dei fratelli meno fortunati impelagati in un discorso d'addio con un merluzzo.

Mi litigo con altri tre mensoidi l'ultimo formaggio CAPRINO, rigido e impettito come un vecchio militare, e con il bottino vado a cercare un posto dove divorarlo in pace...Accanto a me c'e' un novizio caduto nel trappolone del POLLO RIESUMATO. Sul bancone l'aspetto e' invitante, anche perche' il piatto e' stato malevolmente acconciato con ciuffi di insalata, limone e verdurine. Su tutto e' stata passata una mano di coppale.

Ma appena seduti al tavolo comincia la decomposizione. Lo riconosco quel pollo, l'ho gia' lasciato giu' un paio di volte questa settimana, ma il novizio non lo sa. Guarda il piatto con diffidenza , e fa bene. Non so se avvertirlo di non prendere le crocchette di pesce, lunedi'. Be', la vita e' dura qui: che si arrangi. Selezione naturale.
Una mensoide irriducibile


15 Giugno 2000 - Clemente Mastella pigliatutto
Erano ancora freschi di stampa i giornali che parlavano delle buone intenzioni manifestate dai massimi vertici della Rai ("piu' qualita', piu' creativita'", hanno promesso il direttore generale Pierluigi Celli e il presidente Roberto Zaccaria) che subito la Rai ha dato prova, se non altro di scarsa creativita'.
L'altro ieri sera e' stato rinnovato il collegio sindacale della Rai, composto di tre revisori. Due di essi, Bruno De Leo e Marcello Bigi, sono stati confermati. Al posto del terzo, Salvatore Catalano, area PPI, e' entrato nel collegio sindacale il dottore commercialista Roberto Chionne.

La candidatura di Roberto Chionne e' stata segnalata dal ministro delle Poste e Telecomunicazioni Salvatore Cardinale, dell'Udeur, il partito di Clemente Mastella. Commercialista e professore associato di economia e gestione delle imprese industriali all'Universita' di Perugia, Chionne possiede certamente i requisiti professionali per ricoprire l'incarico. Ma cio' non toglie che la sua nomina sia un gesto di pessimo gusto.

Chionne infatti, e' stato candidato dell'Udeur in Umbria alle scorse elezioni regionali, come si puo' verificare passeggiando per il sito dell'Udeur (www.udeur.org). Ed e' stato bellamente trombato, incassando appena 537 voti. Cosi' abbiamo un ministro delle Poste del'Udeur che segnala la candidatura di un commercialista dell'Udeur, che si e' candidato nell'Udeur e risulta far parte della direzione nazionale dell'Udeur, nonche' segretario regionale umbro dell'Udeur. Carino no?

Se a cio' si aggiunge che Enzo Carra, ex giornalista del Tempo e ex braccio destro di Arnaldo Forlani ai bei tempi, capo della segreteria politica dell'Udeur e' stato nominato notista politico di Isoradio (si' proprio la radio che si ascolta sull'autostrada) siamo fritti. Possibile mai che il capo della segreteria politica di un partito, per di piu' semiclandestino, possa commentare la politica nazionale nelle autoradio di tutto il Paese? Che almeno gli automobilisti sappiano qual e' la voce che parla loro di politica dai microfoni di Isoradio. Cosi', chi vuole, potra' spegnere la radio al momento giusto.
Bds


15 Giugno 2000 - Mieli a E Biscom? I rumors si intensificano
Come gia' anticipato dal Barbiere della Sera, il direttore editoriale della Rcs Paolo Mieli sarebbe in serrate trattative con la E Biscom di Silvio Scaglia e Roberto Micheli. Nelle ultime ore, i rumors che danno la trattativa in dirittura d'arrivo si sono intensificati. Pare che a Mieli sia stato chiesto di decidere sul suo futuro professionale entro le prossime settimane.
Bds
14 Giugno 2000 - Forza Giorgio, dacci dentro!!!

Chi e’ Giorgio? Dalle 14 di oggi, tutte le redazioni d’Italia si sono interrogate sull’identita’ di un misterioso Giorgio, probabilmente un redattore dell’agenzia economica Radiocor. Alle 14 infatti, la seriosa agenzia di stampa ha lanciato in rete il seguente dispaccio.

Ti diro' di Giorgio. Quello che so, quello che mi vuole dire.
Ti diro' di lui, ma non parlarne tanto in giro.
Conosco guerriere in grado di riprendersi l'elmo e di partire :))
Dunque, per far parlare Giorgio, fallo stare comodo.
Portalo in un'ambiente che sia suo. Anzi, vuoi un consiglio?
Portalo a cena. Non importa che sia ristorante famoso o fumosa osteria,
non importa si tratti di trattoria o si lochi in una
locanda. Importa che ci sia silenzio. Che i tavoli siano distanti.
Che l'atmosfera sia calda. Vuoi parlargli? Vuoi sapere qualcosa di lui? E allora
prima versagli il vino, che scorrera' generoso. Meglio se rosso, ma se bianco
che sia un bianco forte, micidiale. Un bianco aromatico e pugnace. Un bianco
da battaglia dalla botte alla bottiglia.
Non sedurlo. Non ce n'e' bisogno. Se seduzione c'e' verra' da sola. Se spessore c'e' emergera'. Non serve cercarlo, perche' affiorera' come panna sul latte, come gnocco nell'acqua calda, come rana in uno stagno.

E saranno le vostre parole, le vostre idee a condurre la danza, perche' fin dove saprai parlare lui ti sapra' ascoltare. E fin dove vorrai ascoltare lui potra' parlare. Ma stai attenta! Si fermera'.
Si fermera' spesso. Convinto che in fondo a nessuno possa davvero interessare ascoltare vecchie storie, idee, fantasie. Oh toccagli pure la mano se vuoi, fagli piedino sotto il tavolo e slaccia anche il secondo bottone della tua maglia, camicia,
maglione. Fagli occhieggiare il seno, come luna che sorge e poi scompare.
Non si perdera' li', ma ne raccogliera' piacere e nuove parole e nuovo calore e nuovi colori
e nuove canzoni. Si', a Giorgio la musica piace proprio tanto. Ma tutta la
musica Soprattutto quella delle parole. se il vostro discorso si fara' melodia, se
i vostri ritmi si faranno canzoni, se il vostro parlare frizzera' come
bollicine di champagne in gola o sparera' saette dritte in mezzo alla fronte come un
Armagnac a lungo invecchiato e a lungo annusato, allora lui cantera' con te
e per te. Se tu saprai cantar per lui. E dopo? Cosa accadra' dopo? A me lo
chiedi? A me povero capitano di mare? Che ne posso sapere io di cosa accadra' dopo
tra voi? Spero ....

Giorgio

Incuranti delle analisi finanziarie diffuse dall’agenzia Radiocor, i redattori dei quotidiani si sono lanciati alla caccia di Giorgio, soprattutto per sapere com’e’ andata a finire, se quei due ci sono andati davvero a cena fuori e poi che e’ successo? E lei, glie l'avra' fatto piedino sotto al tavolo? A Radiocor, travolti dall’imbarazzo, invece di riderci sopra, non hanno trovato di meglio che diffondere un successivo take: eccolo:

(ALR) NOTA AGLI ABBONATI - ANNULLAMENTO MESSAGGIO .
SI PREGA DI NON TENERE IN CONSIDERAZIONE IL MESSAGGIO N.
402 ("TI DIRO'...") ANDATO IN RETE ALLE 14,04 PER UN
MALFUNZIONAMENTO DEL SISTEMA. .
IL SOLE 24ORE RADIOCOR
(RADIOCOR) 14-06-00 14:27:10 (416) NNNN

Le risate. Ma quale malfunzionamento del sistema! Finalmente ha funzionato bene, altroche’! Forza Giorgio, sei tutti noi!.
Bds


14 Giugno 2000 - Lucia Annunziata passa a E Biscom
L’ex direttora del Tg3 e inviata del Corriere della Sera Lucia Annunziata passa a E Biscom. A E Biscom e’ in corso una campagna acquisti che punta, come gia’ anticipato dal Barbiere della Sera, a strappare anche Paolo Mieli alla Rcs. Per E Biscom ha firmato gia’’ da qualche settimana anche Pierluigi Vercesi, ex vicedirettore dello Specchio della Stampa.
Bds
13 Giugno 2000 - Ansa e Metro: scappa la notizia

Nuovi guai per Metro, il nuovo quotidiano romano diretto da Fabrizio Paladini (ex capo della cronaca del Messaggero) che verra’ distribuito gratuitamente in 40  stazioni della metropolitana capitolina all’inizio dell’autunno prossimo.

Questa volta, a mettere i bastoni fra le ruote di Paladini e’ l’Ansa, alla quale Metro si e’ rivolto per sottoscrivere un abbonamento al notiziario dell’agenzia.
Per trasmettere l’intero notiziario al nuovo giornale, l’Ansa ha chiesto un canone di circa 85 milioni al mese, pari a circa un miliardo l’anno. Steffan Samuelson, il project manager del gruppo svedese che pubblichera’ Metro, non ha avuto nemmeno bisogno di fare due conti: "Signori, il prezzo non e’ giusto", ha risposto all’ufficio commerciale dell’agenzia, rappresentato da Alessandro Pica.

Le trattative pero’ non si sono interrotte e dopo faticosi colloqui, l’Ansa sembrava aver capito che un giornale che nasce non puo’ certo oberarsi immediatamente di spese cosi’ ingenti per avere un collegamento con l’agenzia.

Cosi’ si e’ arrivati a una nuova proposta, piu’ ragionevole. Metro avrebbe dovuto sborsare 500 milioni per il primo anno, 700 nel secondo, fino ad arrivare a regime nel terzo anno di esercizio, pagando il regolare abbonamento di un miliardo. Affare fatto, hanno risposto a Metro, fissando con Pica un appuntamento per la firma dell’accordo.

Ma all’appuntamento, l’Ansa ha dato buca, senza nemmeno una telefonata. Silenzio. Solo dopo molte insistenze e imbarazzate risposte di Pica si e’ riuscito a capire cosa e’ successo. Il comitato esecutivo dell’Ansa, composto dai rappresentanti dei piu’ importanti gruppi editoriali (tra cui naturalmente anche quelli del Messaggero di Francesco Gaetano Caltagirone, il giornale che piu’ di ogni altro teme l’assalto di Metro) ha bocciato la proposta formulata dall’ ufficio commerciale, con un verdetto implacabile e senza apppello: se Metro non paga il prezzo di listino tutto intero, un miliardo e duecento milioni l’anno, l’Ansa non gli fara’ nemmeno sentire il profumo dei suoi lanci. Niente sconti alla concorrenza.

L’Ansa si e’ comportata un po’ come la splendida Allumeuse. Prima le promesse e le lusinghe, poi la brutale richiesta di tutti i soldi sul comodino e infine il rifiuto di fornire le splendide prestazioni promesse.
Rosina


13 Giugno 2000 - Fiori d’arancio
Dopo tante baggianate, finalmente una vera notizia. Daniele Protti, inviato della Rcs e Raffaella Prandi (Gambero Rosso), convolano a giuste nozze (anzi, giustissime, dopo 18 anni di convivenza e un figlio, Tommaso, che oggi ha 14 anni). La cerimonia avra’ luogo il 24 giugno nel municipio di Mantova. Seguira’,a luglio, una cena per gli amici piu’stretti, in un ristorante maremmano. A Raffaella e Daniele gli auguri di ogni felicita’ da parte del  Barbiere della Sera.
Bds
12 Giugno 2000 - Piero Badaloni e' il candidato della Rai per la sostituzione di Frajese

Nel pomeriggio di oggi si e' rapidamente diffusa la notizia secondo cui sara' l'ex presidente della Regione lazio, Piero Badaloni, ex anchorman del Tg1, a sostituire a Parigi lo scomparso Paolo Frajese. A spiattellare in giro la notizia dei contatti tra la direzione generale della Rai e Badaloni e' stato il coordinatore del gruppo regionale di Alleanza Nazionale Fabio Rampelli. Badaloni, appena tornato dai funerali di Frajese, celebrati a Saxa Rubra ha confermato l'esistenza di un "pour parler", negando tuttavia che la cosa sia ormai bell' e decisa. Rampelli ha avuto buon gioco nel denunciare la mancanza di stile della Rai che, a esequie di Frajese ancora in corso, si e' precipitata a candidare Badaloni alla sua successione. Effettivamente il direttore generale Pierluigi Celli avrebbe potuto prendersela un po' piu' calma.

12 Giugno 2000 - Alain, ma Sonia dove l’hai nascosta?
Uno impugna La Stampa di domenica 11 maggio e dice tra se’: "Eccoci. Intervista al presidente dell’Enel Franco Tato’". Di Alain Elkann. Ora ci divertiamo. Si corre a pagina 13. Una foto di Tato’ con il sorriso di un pitbull, una di Chicco Testa con un sorriso da seminarista e il titolo "Tato': Io, il manager buono che adora la Puglia e il libri".

E Sonia ? Sonia dov’e’? Bah, sara’ piu’ avanti nel testo. Ora il vecchio Alain si fara’ raccontare tutta la verita’ sull’assunzione a TeleMontecarlo di Sonia Raule, fidanzata di Tato’, e la storia dei colloqui d’affari tra Tmc e la compagnia telefonica Wind controllata dall’Enel.

Prima colonna, niente. Seconda, niente. Ma ora arrivera’ la stoccata dell’implacabile Elkann. Magari soft, una domanda congegnata cosi’. "Scusi Maesta’, perfide malelingue hanno insinuato che la sua fidanzata e’ stata assunta da TeleMontecarlo non esattamente per preclari meriti professionali. Vogliamo fare piazza pulita di queste maldicenze?". Ecco, una cosa cosi’, senza particolari cattiverie.

E invece niente. Il buon Elkann, in 31 domande rivolte a Franco Tato’ e’ riuscito a non chiedergli la cosa piu’ interessante di tutte. Cosi’ sappiamo che a Tato’ piace leggere (Domanda: "Lei e’ un uomo molto moderno, ci sono tre schermi sulla sua scrivania eppure fuma il toscano, scrive le lettere a penna e le piace leggere"), che Tato’ si e’ scoperto uomo del Sud (Domanda da kappao': "Lei da Nord e’ venuto verso Sud, come vive questo passaggio?") ma su Sonia Raule e il suo sbarco a Telemontecarlo, nemmeno una parola.

Il Barbiere sta seriamente pensando di lanciare il premio internazionale "Senza vergogna". Ci piacerebbe sapere cosa ne pensano i nostri lettori. Ma rimane un’altra domanda. Chi ha passato questo pezzo alla Stampa? Possibile che fior di professionisti come il direttore Marcello Sorgio il condirettore Gianni Riotta, i vicedirettori Vittorio Sabadin e Carlo Bastasin e giu’ a scendere non abbiano sentito un brivido di imbarazzo mentre le rotative cominciavano a girare?
Bds



12 Giugno 2000 - Tg1. Un tranquillo week end di incazzatura
Il week-end del Tg1 è stato scandito da una letterona e da una letterina. La letterona, spedita sabato alle agenzie di stampa, è nata da un'iniziativa di Vincenzo Mollica, ha raccolto ben 59 firme (metà redazione, operatori compresi) fra cui quelle celebri di Lilli Gruber e Maria Luisa Busi. Il destinatario? Roberto Zaccaria, presidente della Rai, assieme al direttore generale e ai consiglieri. L'obiettivo? Agostino Saccà, direttore della Rete.

La Rete ha infatti progressivamente costruito un dominio schiacciante nei confronti del Tg, è una specie di Golia contro Davide, e non lo favorisce nel cosiddetto "traino". Fatalmente, però, queste considerazioni, condivise un po' da tutti, hanno fornito un appoggio al direttore del Tg1 Giulio Borrelli, la cui gestione pare non riscuotere affatto l'apprezzamento generale della redazione.

E così, dopo la letterona, nella bacheca della redazione è comparsa una letterina, firmata dal redattore capo al coordinamento Pierluigi Varveci, che suonava grosso modo così: D'accordo, colleghi: ma quando vogliamo parlare di come è fatto il nostro telegiornale?

Ma partiamo dalla lettera che ha come primo firmatario Mollica. Si rivolge "a chi ha ancora a cuore i destini della Rai" e parla di "scompenso clamoroso e ingiusto tra rete e testata". Queste "dovrebbero appartenere allo stesso canale, ma in realtà vivono con scarsa sintonia. La rete richiede infinite attenzioni per i programmi che stanno per andare in onda, ma non ricambia con la stessa energia quando si tratta di tutelare il Tg1 con un programma preserale che possa far fronte allo squilibrio miliardario della concorrenza".

E' il problema del traino. In breve: mentre "Canale 5" fa il pieno di telespettatori con programmi tipo "Chi vuol esser miliardario?" e li induce a fermarsi subito dopo al Tg di Enrico Mentana (che già un paio di volte ha mandato sotto il Tg1), non altrettanto fa "In bocca al lupo" sul primo canale.

Ma i problemi non sono solo questi. "Abbiamo mezzi da Armata Brancaleone, macchinari vecchi di un decennio, assolutamente insufficienti". Ancora: Non ci interessano i giochi politici, abbiamo a cuore solo la qualità del nostro lavoro. Tra i firmatari, oltre a Mollica, Busi e Gruber, Paolo Di Giannantonio, Tiziana Ferrario, David Sassoli. Il bello è che la lettera sembra piaciuta ai piani alti delle rete, che erano proprio il bersaglio dei giornalisti. Se son rose, fioriranno.

Quanto invece alla letterina, anche questa coglie uno stato d'animo ben radicato nella redazione. Non piace a molti il telegiornale "ultrapopolare" di Borrelli, vicino ai gusti più facili del pubblico, pronto a tagliare temi e problemi considerati barbosi, a soffocare servizi come quelli dall'estero. Nell'edizione delle 20 di ieri, per esempio, sono stati dedicati ben quattro servizi agli Europei di calcio. "Va bene che l'Italia ha esordito - si faceva notare nei corridoi del Tg - Ma il nostro è un notiziario di interesse generale, della durata di appena 30 minuti. Un servizio, magari anche il primo, bastava e avanzava: non siamo alla Domenica Sportiva". E la stessa Lilli Gruber protestò a suo tempo, quando non riuscì a far passare la notizia del Premio Nobel allo scrittore Guenther Grass, del quale, secondo la direzione, "non frega niente a nessuno".
Don Basilio


12 Giugno 2000 - Applausi al Barbiere nella redazione dell’Espresso
Si entra al piano rialzato, proprio all’ingresso della redazione dell’Espresso dove c’e’ la bacheca, e proprio li’ si puo’ ammirare, stampato e appeso, l’articolo che il nostro Don Basilio ha dedicato la scorsa settimana al settimanale di via Po.

Bene. Vuol dire che le considerazioni del Barbiere della Sera sulla vertenza in corso all’Espresso relativa all’introduzione di un nuovo sistema editoriale, hanno colto nel segno, o comunque hanno toccato qualche nervo sensibile. Ne siamo felici, anche se il confronto tra redazione e proprieta’ non sembra affatto sbloccato. Riassumiamo qui per i nostri clienti la situazione.

Dopo l'ordine del giorno approvato all'unanimità dall'assemblea dei redattori per dare mandato al Cdr di attivare l'art.42 del contratto, il direttore Giulio Anselmi ha tentato una mediazione, preoccupato che potessero saltare alcuni numeri del giornale.

La Federazione della stampa ha immediatamente scritto all'azienda chiedendo la presentazione ufficiale di un piano editoriale sul quale poi avviare la trattativa, ma Marco Benedetto, amministratore delegato del gruppo, da quest'orecchio non ci vuole sentire, sostenendo che non di un nuovo sistema editoriale si tratta, ma di un'evoluzione di quello vecchio.
 

Anselmi ha messo sul piatto la sostituzione di uno dei grafici appena andato in pensione, che la proprietà dichiarava di non voler sostituire; e poi ha offerto, in sostituzione del piano editoriale, di mettere nero su bianco una sorta di ordine di servizio in cui sarebbero stati precisati ruoli a carichi di lavoro con il nuovo sistema.

In questo ordine di servizio avrebbero dovuto essere indicate anche le nuove mansioni di due correttori che dovrebbero assistere il servizio grafico, per esempio nella collocazione dei capolettera all’ interno dei servizi. I correttori infatti non faranno piu’ i correttori di bozze, dato che con il nuovo sistema questa mansione passa ai capiservizio.

Ma la proprietà ha eccepito che non è compito del direttore indicare mansioni del personale poligrafico e quindi la mediazione Anselmi è sfumata. L'ultima assemblea, della scorsa settimana, ha sollecitato il Cdr a cercare ancora un'intesa, ma le posizioni della proprietà sono di totale chiusura. Né serve che Repubblica abbia già chiuso la sua vertenza (costata alcuni giorni di sciopero) per trovare una via d'uscita: con l'Espresso Marco Benedetto non intende cedere. Si prepara un difficile braccio di ferro.
Bds


12 Giugno 2000 - Rumors al Tg5- Emilio Carelli direttore di Mediaset on line?
Emilio Carelli,vice direttore del Tg5 (uno dei sette vice di Enrico Mentana)avrebbe accettato di andarsene a dirigere Mediaset on line. L'annuncio dovrebbe arrivare tra pochi giorni quando sara’ definito anche lo stipendio di Carelli che avrebbe chiesto un trattamento da direttore di testata. L’azienda traccheggia, mentre Mentana sarebbe favorevole. Lo stesso Mentana tuttavia sarebbe rimasto perplesso davanti alla richiesta di Carelli di continuare a condurre tg5 delle 13 a settimane alterne con Cesara Buonamici. Le ambizioni della Buonamici, peraltro, che forse coltivava la speranza di passare alla conduzione del Tg5 delle 20, sono state ridimensionate dal ritorno di Lamberto Sposini.
Bds
10 Giugno 2000 - Chi ha paura del Sole24 ore in Borsa?

Che fine ha fatto il progetto di quotare in Borsa "Il Sole 24 ore"? Se lo domandano preoccupati i redattori del quotidiano economico milanese, che si erano subito dichiarati favorevoli a quel progetto quando, nello scorso mese di marzo, venne annunciato dal vertice della Confindustria, che è proprietaria di questa autentica gallina dalle uova d'oro. "L'azionista e la società editrice tacciono - fa sapere in una nota il comitato di redazione, dopo un'assemblea che si è tenuta nei giorni scorsi - I giornalisti del "Sole 24 ore" chiedono pertanto un chiarimento sulle intenzioni dell'uno e dell'altra".

L'arrivo a piazza Affari del quotidiano milanese fa paura a molti. La "corazzata Sole" è in grado di attirare una massa di azionisti in cerca di certezze, e stanchi, ad esempio, delle continue altalene dei titoli della "new economy". A mostrarsi chiaramente perplesso sulla quotazione del "Sole" è stato nei giorni scorsi Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset. Ma i redattori chiedono che si vada avanti. "In una fase delicata come l'attuale, con le rapide trasformazioni che subisce il mondo dell'informazione - scrive il cdr - chi si propone, parlandone o tacendo, di rallentare o impedire al "Sole" di affrontare la democrazia del mercato, mostra una contraddittoria voglia di "nuovo", con tanti saluti al mercato e alla concorrenza".

Questa sberla sembra proprio indirizzata al top manager dell'azienda berlusconiana. E ancora. "Desta qualche preoccupazione il silenzio che è sceso sull'operazione, interrotto solo da qualche considerazione critica sull'opportunità di un simile piano". Gran finale: "Ma i giornalisti del "Sole" si augurano che non si voglia attribuire al loro giornale e alla loro azienda una sorta di "crescita limitata" e pertanto ribadiscono il loro incondizionato consenso alla quotazione in Borsa del gruppo.
Bds


10 Giugno 2000 - La lunga Guerra d'Indipendente
Tempi lunghi per il ritorno in edicola dell'"Indipendente". La cordata di  imprenditori -milanesi e bresciani - messa assieme da Ignazio La Russa,  colonnello milanese di Gianfranco Fini, non riesce, infatti, a trovare il  Direttore. O meglio, non quello che vorrebbe La Russa: dopo il "no"  incassato da Mario Giordano (inviato del "Giornale"), La Russa si è beccato un altro rifiuto da parte di Gigi Moncalvo (ex Mediaset) che, da qualche anno, si è ritirato a vivere sulle colline di Ovada (vedi rettifica di Moncalvo), e gli ha detto "no"  anche Gustavo 'Radiobelva' Selva.
La Russa però non demorde e starebbe,  secondo indiscrezioni, tentando di convincere un riottoso Lucio Lami, che si occupa ormai a tempo pieno della sua passione: cavalli e equitazione. Nei progetti di La Russa & soci "L'Indipendente" dovrebbe avere due dorsi: uno  milanese di quattro/sei pagine -realizzato nel capoluogo lombardo da una  pattuglia di cronisti - e un dorso nazionale che sarebbe la fotocopia  teletrasmessa del "Roma" di Napoli. I soldi per l'operazione - che vede  quindi anche l'interessamento della vedova di Pinuccio Tatarella e dell'onorevole Italo Bocchino, entrambi nel cda del "Roma" - ci sono, manca però il  direttore.
Shampoo

10 Giugno 2000 - Inviati un po' meno speciali
Al Grand Hotel Bristol di Santa Margherita va in scena la protesta dei giornalisti contro i  giovani imprenditori. Protestano alcuni colleghi inviati dalle rispettive  testate a seguire i lavori del convegno confindustriale che si sta svolgendo a Santa Margherita. Si lamentano perché, quest'anno, nelle stanze a loro  riservate del quattro stelle hanno trovato un biglietto di benvenuto firmato da Edoardo Garrone che li mette in guardia. Il presidente dei giovani  imprenditori, dopo i convenevoli di rito, ha messo nero su bianco che "a  carico" dell'associazione è il "pernottamento, la prima colazione e il  servizio navetta solo negli orari indicati". Tutto il resto è a carico dei  giornalisti ovvero delle testate d'appartenenza. Così qualche collega che si  ricordava, invece, di aver ricevuto nel passato ben altro trattamento ha  quindi capito che l'aria è davvero cambiata. Anche a Santa Margherita.
Shampoo

9 Giugno 2000 - A Pierluigi Magnaschi non piace "il Barbiere della Sera".
Pierluigi Magnaschi, direttore dell’Ansa ce l’ha con il Barbiere della Sera. Impegnato ieri a Milano all’hotel Four Season per la presentazione di un nuovo servizio telematico dell’Ansa, Magnaschi ha tenuto una conferenza stampa rispondendo cordialmente alle domande dei colleghi.

Tutto tranquillo fino a quando un giovane giornalista ha chiesto: "Direttore, visto che parliamo di informazione su Internet, che ne pensa lei del Barbiere della Sera?". Magnaschi ha cambiato colore. Le testimonianze qui divergono: c’e’ chi lo ricorda grigio in volto e chi rosso come un’aragosta. Ma tutti ricordano la sua risposta: "Il Barbiere della Sera e’ un deplorevole esempio di giornalismo, proprio cio’ che non bisognerebbe fare in Internet".

Come mai tanta acrimonia nei confronti del Barbiere? Padronissimo Magnaschi di non apprezzare il nostro lavoro, ci mancherebbe. Ma forse il direttore e’ particolarmente arrabbiato perche’ il Barbiere, pochi giorni fa, ha sottolineato come la sua agenzia, l’Ansa, sia riuscita acrobaticamente a raccontare le disavventure giudiziarie di Donatella Zingone senza mai ricordare che e’ la moglie del ministro degli Esteri Lamberto Dini.

Pazienza. Ma, tornando alla conferenza stampa di ieri, a un certo punto un anziano collega, ex Ansa, ha apostrofato Magnaschi: "Caro direttore ai miei tempi per dare una notizia dovevamo sempre prima consultare la presidenza del consiglio...". Magnaschi lo ha interrotto: "Ai tuoi tempi, non ai miei!!!", ha voluto precisare con foga, chissa’ perche’, Magnaschi.

Ci dispiace che il direttore dell’Ansa sia arrabbiato con il Barbiere. Ma, a pensarci bene, se il responsabile di una agenzia di stampa cosi’ importante e potente, che influenza con tanta forza le scelte di ogni giornale, ce l’ha con noi, forse nel Barbiere della Sera qualcosa di buono c’e’ davvero.
Bds


9 Giugno 2000 - Sveglia Feltri! Camilleri, quello vero, si chiama Andrea!
Caro BdS, a proposito di Vittorio Feltri e Rino Camilleri, senti un po' questa. Da poco arrivato in quel di Sesto (la prima redazione del Borghese, il buon Feltri riceve una telefonata nel suo studio disadorno (in tutta la redazione ci saranno si e no cinque o sei arredi di mobilio). Appena posato il ricevitore, l'ex direttore del Giornale esce dalla sua stanza euforico: "indovinate chi ha chiesto di collaborare al Borghese?" Tra gli sguardi assonnati della redazione, il Feltri esclamò "Camilleri! Ospiteremo l'autore più letto del momento".
Al che i redattori si ripresero, e sempre più stupiti cominciarono a chiedere spiegazioni al loro megadirettore (che da poco aveva detto al suo condirettore Federico Guiglia, che ogni settimana faceva la spola tra Roma e Milano che poteva restarsene nel suo appartamento di via Salaria "tanto qui basto io". "Andrea Camilleri si è offerto di scrivere per il Borghese?", chiese quello che passava per lo sveglio. "Come Andrea? Non si chiama Rino?". Così, forse per non rimangiarsi la parola, Feltri iniziò ad ospitare lo scrittore cattolico, rimpiangendo il ladro di merendine.
Luther Blisset
9 Giugno 2000 - Oggi e’ un altro brutto giorno

Quattromila copie, forse qualcuna in piu'. Questo sarebbe il venduto di "Og", il quotidiano diretto da Alfio Russo, a sedici giorni dall'uscita  nelle edicole. Dati che in redazione vengono tenuti top secret per non  suscitare un fuggi-fuggi generale, anche se alcuni redattori sono già  sbarcati a "Libero", il nuovo quotidiano diretto da Vittorio Feltri. Il futuro di Og e’ appeso a un filo. La concessionaria di pubblicita' Publikompass avrebbe già deciso di stringere i cordoni della borsa, dopo aver verificato l'impatto del quotidiano sul mercato. Inoltre, c'è anche il problema Mottola. L'ex direttore de "il Tempo", che di "Og" è il vice-direttore, non andrebbe tanto d'accordo con  Caruso: questione di feeling, sussurrano in redazione. Sussurri che, in  verità, sono state sfuriate "en plein air" di Caruso contro la gestione della redazione romana da parte di Mottola.
Shampoo

9 Giugno 2000 - Radio Popolare rischia di perdere Piero Scaramucci.
L'emittente storica  della sinistra milanese starebbe, per dire addio al suo direttore. Piero Scaramucci (ex Rai) nei giorni scorsi avrebbe consegnato una lettera di dimissioni al consiglio d'amministrazione della radio. Dimissioni respinte. Ma Scaramucci è pronto a ripresentarle qualora si scegliesse, come strategia editoriale, di privilegiare la musica e l'intrattenimento alla politica.
Shampoo
9 Giugno 2000 - Chiude "Milano 2001".

Il prossimo numero del mensile della sinistra milanese è quello dell'addio. Un addio perche' Milly Moratti (la moglie del presidente dell'Inter, ndr) ha deciso di non continuare a finanziare questa avventura editoriale di un gruppo di giovani. All’origine della sua decisione ci sarebbe, sostiene qualcuno, l’incertezza sul quadro politico-familiare. Non si capisce infatti se il marito vorra’ candidarsi alle elezioni politiche del 2001 e se vorrra’ farlo con il Polo o con il Centro-sinistra. Nell’attesa, e per non sbilanciarsi eccessivamente, Milly ha deciso di sospendere il sostegno a Milano 2001. RETTIFICA
Shampoo
9 Giugno 2000 - Troppo Tempo per i pagamenti

Il Tempo, a giudicare dai pagamenti di collaboratori e redattori, non deve  navigare in ottime acque finanziarie (ci hai mai navigato?). I  collaboratori, tanti, non vengono pagati dal mese di ottobre. Avete sentito bene:  sono otto mesi che non ricevono una lira. Per i redattori le cose vanno meglio, anche se i ritardi ci sono sempre. Anche la Fnsi, anche  se non in via ufficiale, ha praticamente rotto i rapporti con Il Tempo.
Blueone
8 Giugno 2000 - Marco che fai, Guidi tu?

Marco Guidi, inviato speciale del "Messaggero", è il nuovo redattore capo centrale del "Mattino". E' stato un blitz. Paolo Gambescia non poteva permettersi di restare a lungo da solo sulla tolda di comando del giornale napoletano: il vicedirettore Luigi Vicinanza, infatti, lo aveva piantato in asso per tornare a guidare le pagine di Napoli di Repubblica, e Luigi Cavallo, l'ex redattore capo centrale, aveva lasciato via Chiatamone dopo che gli erano stati aperti i battenti del portale "Caltanet".
 Gambescia ha pensato bene di pescare in famiglia, nel primo giornale del gruppo Caltagirone, dove del resto la gestione di Paolo Graldi lascia musi lunghi in redazione. Anche Gambescia viene dal "Messaggero", e conosce bene Guidi: un bolognese dalla stazza possente e dal carattere gioviale, sempre disponibile quando si tratta di lavorare. Guidi, che ha un lontano passato di assistente universitario e conosce la lingua turca, oltre all'inviato ha fatto anche esperienze di desk al "Messaggero": ha guidato la Cultura, gli Interni e le pagine regionali dell'Abruzzo. Ultimamente, il suo raggio d'azione spaziava dalla Formula uno ai Curdi, passando per i problemi dell'edilizia romana. Un impiego esageratamente eclettico, che alla lunga lo avrebbe stancato. Sembra che tutto sia avvenuto in pochissimi giorni: Gambescia l'ha chiamato la settimana scorsa e già all'inizio di questa il Marcone apponeva la firma sul nuovo contratto. Prenderà servizio dal 12 giugno. E adesso Gambescia deve cercar
si un nuovo vicedirettore. A Marco Guidi gli auguri del Barbiere della Sera.
Bds
8 Giugno 2000 - Dicci, quanto sei “mobbato”?

In inglese si dice mobbing, in italiano vessazioni sul posto di lavoro. In romano la persona bersagliata in questo modo risulta "messa in mezzo", in napoletano viene definita "o' soggetto". Il mobbing, dunque, avanza anche nelle redazioni. Parola della Federazione nazionale della stampa, che ha organizzato ieri a Roma un convegno dal titolo intrigante e furbetto: "Il mobbing nel giornalismo. Il giornalismo sul mobbing". Tradotto in termini rozzi: se sul primo tema non riusciremo a dire nulla, sul secondo, almeno, qualcosa salterà fuori. Il Barbiere della sera era lì, in prima fila o quasi. Pronto a raccontarvi casi di persecuzione, denunce, autodenunce, dati, sondaggi o altro. E invece no. Nulla. Siamo all'anno zero.
Non ci può bastare la rivelazione, fatta da Laura Delli Colli, che "le cifre delle psicoterapie richieste alla Casagit ogni anno superano ormai largamente il miliardo e mezzo". Speravamo che si fosse un po' più avanti nell'analisi.  Comunque, fra qualche mese saremo in grado di saperne di più. Parte infatti un questionario di 70 domande per "alzare il velo sul mobbing tra i giornalisti", che da oggi verrà affidato ai comitati di redazione.
E il nostro segretarione, Paolo Serventi Longhi, ha annunciato la costituzione di "osservatori regionali antisopruso", informando che il sindacato ha già individuato le tipologie colpite: inviati costretti a restare in redazione, "deskizzazione" (cioè costrizione a guardare le agenzie per chi vorrebbe andare sui fatti), incubo da trasferimento eccetera eccetera. Alla casistica, il Barbiere vorrebbe aggiungere un capitolo: "L'auto-mobbing", i giornalisti che si fanno male da soli, si isolano, assumono una sindrome da complesso di persecuzione, rinunciano alla lotta. E che si ritira dalla lotta...
Don Basilio.
7 Giugno 2000 -  Non c’e’ Tempo per Franco Recanatesi

Franco Recanatesi (ex Repubblica) non sarà il direttore de "il Tempo". Domenico Bonifaci ha cambiato idea. L'editore del giornale di piazza Colonna ha, infatti, puntato gli occhi su Enzo Carra: l'ex parlamentare diccì e ex portavoce di Arnaldo Forlani, oggi braccio destro dell'udeurrino Clemente Mastella sarebbe più gradito alla redazione che non avrebbe digerito l'arrivo di Recanatesi. E per Carra si tratta di un ritorno: sotto la direzione di Gianni Letta, fu responsabile delle pagine politiche del quotidiano romano. A tessere i rapporti con Carra è stato Mauro Trizzino che al piano nobile de "Il Tempo" svolge la funzione di vice direttore vicario. Con l'arrivo di Carra, sia Trizzino che altri capiredattori, sperano poi nell'allontamento "contestuale" di Giovanni Negri, l'ex segretario radicale che fu assunto da Bonifaci poco piu' di un anno fa con l'incarico di vicedirettore e che avrebbe dovuto "ringiovanire" il giornale. Negri però si e’ scontrato quasi subito con la proprietà che non gradiva attacchi alla giunta capitolina sul tema Giubileo.
Shampoo


6 Giugno 2000 - Saluti da Ultimo
Pochi giorni fa, sul Corriere della Sera l'editorialista Ernesto Galli della Loggia ha scritto un lungo articolo per ringraziare il maggiore Ultimo (l'ufficiale dei Carabinieri che negli ultimi anni ha condotto una lotta senza quartiere alla mafia arrivando tra l'altro all'arresto di Salvatore Riina) proprio nel momento in cui il suo nucleo operativo viene smantellato. A questo pubblico ringraziamento si associa l'intera redazione del Barbiere della Sera che offre ai suoi lettori un elemento di giudizio in piu'. Si tratta di una lettera che il maggiore Ultimo, allora capitano, scrisse ai suoi uomini nel settembre del 1997, quando gia' il suo reparto cominciava ad essere sciolto. Eccone il testo. Poche righe, ma illuminanti sul clima e sull'uomo che ha cosi' coraggiosamente combattuto Cosa Nostra.

"Oggi, 20 settembre 1997, a conclusione di un progetto portato avanti con costante determinazione, viene sancita dal comando del Ros la soppressione di Crimor, Unita' militare combattente.
L'egemonismo burokratico celebra se stesso e il suo potere di sovrastruttura fine a se stessa.
E' l'ora di ripiegare soggettivamente su posizioni alternative.
Uscendo dai percorsi di lotta alla criminalita' mafiosa sento il dovere di ringraziare quegli uomini valorosi con cui ho avuto il privilegio di vivere combattendo.
Solo a loro va il mio rispetto piu' profondo, solo da loro ho imparato molto di piu' di quanto abbia potuto insegnare, solo per loro i sacrifici di una vita hanno avuto un senso.
La nostra presenza costituira' per il futuro un'accusa permanente verso quella burokrazia egemone che non ha saputo combattere, ma ha saputo distruggere quelli che combattevano.
Insieme con voi finisce il sogno dei "soldati straccioni".
Era un bel sogno".

Ultimo
(le k al posto delle c sono nel testo originale . Bds)


6 Giugno 2000 -Examinator 2 - La vendetta
La raccomandazione è arrivata verbalmente a tutti e sedici gli esaminatori dei 330 candidati in corsa in questi giorni a Roma per il titolo di giornalista professionista. Suonava più o meno così: "Acqua in bocca, ragazzi. Non apriremo un'inchiesta formale sulla fuga di notizie, ma fateci il favore di non parlare più con quei birichini del "Barbiere della Sera"". Già, ma come si fa a tacere davanti all’ultima "performance" di Bruno Tucci, presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio?

Tucci Ha spedito una lettera all'Ordine nazionale, con la richiesta di far ritirare dagli esami di idoneità professionale una redattrice (permetteteci di non farne il nome) di "Verissimo", il programma di "Canale 5" diretto da Carlo Rossella. E perché mai, di grazia? Proprio perché "Verissimo" non sarebbe una trasmissione giornalistica "strictu sensu". Gli astanti si sono guardati in faccia stupiti. Ci risiamo, si sono detti. E hanno ricordato l'analoga tenzone che Bruno condusse per impedire l'esame professionale ai candidati di "Mixer", la trasmissione di Giovanni Minoli. L'Ordine nazionale ha replicato a Bruno con un atteggiamento formalmente pilatesco, ma in realtà diabolico. "Per noi la signora può sostenere l'esame. Decida Tucci se e perché escluderla". E tutti si sono posti questa domanda: perché "Verissimo" dovrebbe essere giornalisticamente da meno di un giornale dei pescatori (vi sono candidati che provengono anche da qui)?

Caro Barbiere, in questo bunker lungo il Tevere che ospita gli esami, l'aria si fa sempre più pesante. Ma, per fortuna, si riesce a mettere a segno, ogni tanto, qualche colpo positivo. Ricordatel'assurdo dei voti a voce alta sullo stesso tema, di modo che se a destra si davano 30 sessantesimi, a sinistra squillava un 54 per alzare la media al candidato? Bene, adesso si è deciso di dare i voti "a scrutinio segreto". Non solo sul tema-articolo, ma anche sul questionario e sul riassunto. L'apparenza è salva.
FIORELLO


6 Giugno 2000 - Un gay pride tutto Borghese
Vittorio Feltri difende il gay-pride. Lo fa con una articolessa su "Il Borghese". Una settantina di righe dove, il neo-direttore di "Libero" (che giovedì 8 sarà presentato ai pubblicitari) si schiera a favore della manifestazione omosessuale. La foto che accompagna il fondo del Direttore è emblematica: un manifestante inalbera la scritta 'Dio è lesbica'.

Ma appena sette giorni prima, sullo stesso settimanale, era apparso un articolo dal sapore omofobico. Cinque pagine intrise di veleni, gossip e volgarità sul raduno gay nella 'fedeltà' alla linea editoriale del periodico che come pubblicità alla sua uscita (direttore Daniele Vimercati) mostrò una una foto di omosex mano nella mano con la scritta: "Loro non leggono il Borghese'.

Ma il fondo di Feltri oltre alle reazioni dei lettori più conservatori starebbe provocando anche qualche problema interno e cioe’i malumori dell’editorialista Rino Cammilleri, che non nasconde la sua posizione cattolico-tradizionalista. Il 27 maggio sul periodico "Corrispondenza Romana" aveva duramente attaccato il gay-pride e la tolleranza pro-gay della stampa.
Shampoo


6 Giugno 2000 - Bds
Il capo del personale del gruppo Espresso, Fabrizio Grassi, ha diffuso nei giorni scorsi la sua parola d’ordine a tutti i direttori generali e ai direttori di testata a proposito dello sciopero dei giornalisti di sabato 27 maggio. Grassi ha spiegato che non dovranno essere accettate, a copertura della giornata di sciopero, causali quali ferie/permessi o riposi settimanali (corta). Quest’ultima casuale potrà essere utilizzata solo nei limiti fisiologici di normale utilizzo e nei casi di ferie o corte già in corso o già programmate. Grassi ha invitato infine tutti i responsabili a segnalare all’amministrazione il numero delle differenti causali utilizzate dai giornalisti per motivare l’assenza dal lavoro.
Bds
5 Giugno 2000 - Rumors. Paolo Mieli ha preso una cotta per E-Biscom?

In via Rizzoli a Milano circola sempre piu' insistentemente una voce che il Barbiere riprende. Il direttore editoriale della Rizzoli - Corriere della Sera Paolo Mieli si sarebbe innamorato. Questa volta l'oggetto della sua passione sarebbe la E-Biscom di Silvio Scaglia e Francesco Micheli tanto che qualcuno sostiene che Mieli sarebbe anche pronto a lasciare Rcs e passare armi e bagagli all'azienda internettistica milanese. Mieli, si dice in giro, sarebbe stato letteralmente folgorato sulla via dell'Internet durante un incontro con Scaglia che gli avrebbe mostrato le potenzialita' della trasmissione dati su larga banda, facendogli sognare un cocktail micidiale di Internet e Tv. Tanto che la canzoncina che accompagna il rumor e' "Quando la banda passo' / Scaglia era lì / e allora dissi di si'".
Per Mieli si tratterebbe di una clamorosa conversione. Molti ancora ricordano una sua intervista rilasciata alla Stampa un annetto fa in cui il direttore editoriale Rcs manifestava tutta la sua sfiducia e il suo scetticismo nei confronti dell'Internet.
Bds
5 Giugno 2000 - Kataweb: primi intoppi nella marcia trionfale del portale Espresso

Come molti hanno letto sui giornali nei giorni scorsi, Kataweb, il portale Internet del gruppo Espresso, ha deciso di rinviare il suo debutto in borsa. La responsabilita' del rinvio (il collocamento delle azioni Kataweb avrebbe dovuto aver luogo in questo giugno) e' stata attribuita alla volatilita' del mercato azionario, soprattutto per cio' che riguarda i titoli della new economy. Naturalmente, quando sorge qualche intoppo si fa sempre cosi'. Sara' anche colpa della volatilita' del mercato ma, accanto a questo, sembra siano sorti contrasti all'interno del gruppo dirigente del gruppo Espresso.
A suonare la momentanea ritirata sarebbe stato  l'amministratore delegato Marco Benedetto, mentre il direttore generale di Kataweb Paolo Dal Pino e l'ingegner Carlo de Benedetti, azionista di riferimento, avrebbero voluto rispettare il programma e quotare in Borsa Kataweb. E' del tutto verosimile che il collocamento di Kataweb avra' un successo strepitoso, vista la fame insaziabile di titoli tecnologici dei risparmiatori italiani. Nelle casse di Via Po entreranno un bel po' di miliarducci. Gia', ma come verranno impiegati? Qualcuno afferma che Marco Benedetto cominci a essere un po' intimorito dalla marcia triofale di Kataweb e di Paolo Dal Pino. Teme, Benedetto, che tutto questo slancio del gruppo verso le iniziative in rete, finisca per sottrarre risorse ai prodotti tradizionali: i giornali. Di qui la brusca frenata. Bocce ferme, avrebbe detto ai suoi l'amministratore delegato del gruppo, e riflettiamoci un po' su.
Bds
5 Giugno 2000 - Sfiduciato dalla redazione il direttore della Padania

Il direttore de "La Padania" è stato sfiduciato. Giuseppe Baiocchi che  dirige il quotidiano leghista è, infatti, "andato sotto" in una infuocata  assemblea redazionale. Sedici voti contro su ventisette votanti. Motivo? Una  querela ricevuta al giornale di via Bellerio e riguardante un articolo -  pubblicato sotto la direzione di Luca Marchi (ora caporedattore centrale del  nuovo quotidiano di Feltri), dove si raccontava di un matrimonio in Veneto  con dono di nozze "a base di marjuana". Baiocchi all'autorità giudiziaria  -non riuscendo a risalire all'autore dell'articolo - ha fornito tutti i  nominativi dei redattori che, un anno prima, si occupavano delle pagine  realizzate da un service padovano. Risultato: rimostranze dure da parte del cdr del giornale padano e dell'intera redazione che ha poi sfiduciato il  direttore. Sfiducia che avrebbe però dovuto restare top secret. Così come  restano top secret i dati di vendita dell'organo leghista che, però, stando ai si dice della redazione sta navigando sotto le ventimila copie.
Shampoo
5 Giugno 2000 - Briglia, hai voluto la bicicletta? Ora pedala.

Vogliamo dirlo? Il sito Internet della Mondadori, www.mondadori.com, e' uno dei piu' brutti in circolazione e se la gioca solo con quello dellla Rcs. I manager del gruppo berlusconiano lo chiamano "Mondadori - dot -com", perche' fa piu'fico, invece di "Mondadori - punto - com", come i comuni mortali. Ora a rimettere le cose a posto e' arrivato il direttore di Panorama Roberto Briglia, che, tra l'altro, si e' presentato alla recente convention Mondadori di Montecarlo seguito da un codazzo di vice direttori (per la gioia dell'amministrazione che e' impallidita davanti alle note spese).
Briglia ha riunito un manipolo di saggi al capezzale del sito e solo ora comincia a capire in che ginepraio si e' cacciato. Come in quasi tutti i gruppi editoriali, ogni ramo d'azienda vuole il suo sito:Fininvest vuole il suo, Panorama anche e cosi' via. La situazione preoccupa anche i giornalisti di Panorama che vedono il loro direttore passare meta' abbondante del suo tempo a "Milano Oltre", dove e' ubicato il sito Mondadori, finora mandato avanti da Gualtiero Rudella. Il management Mondadori sta a guardare ed e' proprio curioso di vedere cosa combinera' Briglia. Si sente dire in giro. "Be', questa e' la prova del nove. Vediamo un po' se e' davvero cosi' in gamba".
La febbre internettistica di Briglia getta qualche germe di panico nella redazione di Panorama. Il settimanale della Mondadori non e' mai andato cosi' bene, e certo non e' questo il momento di creargli problemi. L'assunzione del nuovo vicedirettore Sandro Sallusti non e' stata accolta con il frastuono dei tappi delle bottiglie di champagne che saltano. Briglia ha comunicato l'arrivo di Sallusti in una riunione con l'intero staff dei vicedirettori: Laura Gnocchi, Umberto Brindani, Luciano Santilli. Piu' di uno non l'ha presa bene. Ha storto un po' il naso anche Giorgio Mule', capo dell'attualita', oggettivamente un po' ridimensionato nelle sue ambizioni. Ma il problema e' piu' generale. Se Briglia si ubriaca di Internet, che succcedera' ai vertici? Non c'e' il rischio di destabilizzare il ponte di comando della corazzata? Siamo sempre li'. Internet sembra a tutti la carta vincente. E i giornali che fine faranno? E se Briglia se ne va, cosa di cui molti a Panorama sono convinti, chi verra' al suo posto?
Bds
5 Giugno 2000 - Sergio Rizzo, nuovo capo dell'economia del Corriere della Sera a Roma

Ex capo della redazione romana del Mondo, poi passato al Giornale, Sergio Rizzo sta per prendere il posto di Giorgio Meletti, ex capo dell'economico del Corriere della Sera a Roma, che ha lasciato il Corrierone per un nuovo portale internet sul quale Meletti stesso mantiene il segreto. Rizzo, che dopo la sfortunata avventura del Mondo aveva deciso di accettare l'offerta di vice capo della redazione romana del Giornale, torna cosi' in casa Rcs. A lui i migliori auguri del Barbiere della Sera.
Bds
2 Giugno 2000 - Bingo! Mencacci vince 600 milioni alla rulette dell’Ansa

 Tutto è cominciato tre anni fa. Ettore Mencacci si trova a Madrid come corrispondente dell¹agenzia di informazione. Senza alcun preavviso, riceve formale comunicazione dall¹agenzia che, avendo compiuto i sessant¹anni, è arrivato il momento di liberare la poltrona e andarsene in pensione, con un extra di 100 milioni sulla liquidazione dovuta. Mencacci, un po' a malincuore, accetta.

Succede pero’ un inghippo. C’e’ qualcosa che non va nei conteggi, nei contributi o Dio sa cosa. Fatto sta che Mencacci comincia a litigare con la sua agenzia di stampa e tutto finisce in mano agli avvocati. I tribunali danno ragione all’ex corrispondente da Madrid e l’Ansa viene condannata a sborsare un risarcimento di un miliardino secco secco: due rate da 500 milioni l’una. Proprio in questi giorni il contenzioso dovrebbe chiudersi. Mencacci avrebbe infatti proposto un compromesso all’agenzia per chiudere la partita. Seicento milioni, benedetti e subito e gli avvocati si ritirerannno nei loro studi.

Per l’Ansa, dal punto di vista delle vertenze giudiziarie, non e’ un bel periodo. Ce ne sono una trentina in ballo. Il corrispondente da Washington Bruno Marolo ha vinto un altro round della sua battaglia contro l’agenzia.il 10 maggio un collegio di appello di giudici del lavoro ha respinto un ricorso dell’Ansa contro la decisione del giudice di primo grado che aveva bloccato il trasferimento di Marolo da Washington a Roma. Insomma, un disastro per le casse dell’agenzia che continua a dover sborsare risarcimenti supermilionari.
Rosina


2 Giugno 2000 - Nuovo patto integrativo al Mattino di Napoli
O prendi questa minestra, o salti dalla finestra. L'antico proverbio è venuto in mente a molti redattori del "Mattino", dopo la firma del nuovo contratto integrativo: erano digiuni da ben sei anni. Ma eccola la ministra preparata dai cuochi di Francesco Gaetano Caltagirone: una tantum di 1 milione e mezzo lordo, poi 3 milioni e mezzo lordi per il 2000 e 3 milioni e mezzo per il 2001.
In cambio, la redazione dovrà smaltire l'intero stock di ferie arretrate, in modo tale che il rifiuto di un solo collega condizionerà il "premio" di tutti. Altra clausolina: per la durata di due anni il comitato di redazione si è impegnato a non presentare altre richieste di alcun genere. Chi ha filo da tessere, cercherà di ottenere una collaborazione dal portale di gruppo Caltanet. E un certo imbarazzo ha suscitato il fatto che un membro del comitato di redazione, Emanuele Imperiali, vi collabori già da tempo, spaziando dal "riccometro" al lavoro femminile.
E' giusto o no che un rappresentante sindacale durante il suo mandato accetti una proposta aziendale che alza la sua retribuzione? Oltretutto il cdr del "Mattino" è impegnato assieme a quello "fratello" del "Messaggero" in una complicata vertenza proprio su Caltanet, dopo che l'azienda ha imposto l'accesso ai siti dei due quotidiani solo passando prima per Caltanet.
Gennarino
Vai indietro alle notizie dal 21 aprile 2000 al 2 giugno 2000

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