Comitato di redazione
In tempi di grande rinnovamento delle tecnologie dell'informazione, il sindacato dei giornalisti ha il suo bel da fare. Questo spazio del Barbiere della sera è a disposizione di tutti i Comitati di redazione che desiderano mettere al corrente l'intera categoria della vertenza che hanno in corso con l'editore o che desiderano discutere e scambiarsi opinioni su singole questioni di interesse sindacale. Se desiderate che il vostro comunicato venga pubblicato sul nostro sito, non avete che da inviarcelo per email.

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28 Giugno 2000 -Il collega Gianni Barbacetto, membro del collegio dei probiviri dell'Associazione Lombarda della Stampa, ha scritto di recente una lettera a numerosi associati per protestare contro il comportamento, a suo giudizio scorretto, dei vertici dell'Associazione. interpellato dal Barbiere della Sera, Barbacetto ha confermato la circostanza. Ecco quindi il testo della sua lettera:

Ai giornalisti dell'Associazione Lombarda Giornalisti
Al presidente della Alg
Ai membri del Collegio dei Probiviri Alg
Al presidente Fnsi Paolo Serventi Longhi
Ai membri del Collegio nazionale dei Probiviri Fnsi

Cari colleghi,
noi giornalisti siamo abituati a fare inchieste e a raccontare ciò che succede nel mondo, ma a volte non vediamo o non ci curiamo di ciò che succede più vicino a noi, sotto i nostri occhi, dentro le nostre file. Forse è giunto il momento, dopo tanta pazienza, dopo tanta diplomazia, dopo tanta volontà unitaria, di chiamare le cose con il loro nome, di dire finalmente le cose come stanno.

Quando ho accettato, e solo dopo molte gentili insistenze, di candidarmi alle elezioni dell'Associazione Lombarda Giornalisti per il Collegio dei Probiviri, non pensavo che sarei stato eletto e che in virtù del numero di voti ottenuti e della stima dei colleghi mi sarei ritrovato a ricoprire il ruolo di presidente del Collegio; ma soprattutto non pensavo che questa esperienza mi avrebbe fatto scoprire in quale miserevole stato sono ridotti gli organismi che rappresentano i giornalisti associati.

Il Collegio dei Probiviri è l'organismo dell'Associazione che ha il compito di dirimere le contese interne e garantire il corretto funzionamento della vita associativa; svolge i compiti di magistratura interna all'Associazione.

Davanti al Collegio arrivano molte questioni, piccole contese tra associati, soprattutto problemi squisitamente sindacali, ma anche ricorsi su problemi più generali. A tutti il Collegio ha cercato di dare risposta, con lo stesso impegno. A ogni ricorso i colleghi Probiviri hanno cercato di dare una soluzione equanime, impegnandosi volentieri, sottraendo tempo ai loro tanti impegni professionali e personali, e soprattutto accantonando le logiche di schieramento e d'appartenenza.

Ma tre questioni, tra le più delicate e importanti che il Collegio ha dovuto affrontare, sono state risolte con decisioni che i vertici dell'Associazione hanno di fatto disatteso. Le sintetizzo.

1. Un socio, noto per essere sempre controcorrente, ha inoltrato un ricorso ai Probiviri dopo essere stato escluso da un organismo dirigente dell'Associazione (la giunta esecutiva Alg), con la spiegazione che aveva un'anzianità associativa inferiore a quella di altri soci che avevano ottenuto un numero di voti pari ai suoi.
Il Collegio ha accolto il ricorso e ha stabilito con lodo che invece la sua anzianità era maggiore di quella dei colleghi. Il Collegio nazionale dei Probiviri, organo di secondo grado, ha prima annullato il lodo per una questione formale (due voti erano stati espressi con motivazioni scritte, lasciate in busta chiusa da colleghi non presenti alla votazione, perché fuori Milano per lavoro). Poi ha incaricato della decisione definitiva il Collegio dei Probiviri di Torino, che nell'aprile 1998 ha accolto il ricorso e di fatto confermato il lodo milanese.

Ma i vertici dell'Associazione lombarda si sono ben guardati dall'attuare quel lodo e hanno mantenuto l'esclusione del collega dalla giunta esecutiva. Così quell'organismo è da due anni illegittimamente composto; e sono nulle tutte le deliberazioni da esso eventualmente prese dopo quella data.

2. Alcuni colleghi hanno segnalato al Collegio presunte irregolarità nelle elezioni del Gruppo Pensionati dell'Alg del settembre 1999. Il Collegio nazionale dei Probiviri, riformando la decisione di primo grado del Collegio Alg, ha deciso con lodo che «le modalità seguite in occasione delle elezioni (...) sono state formalmente e sostanzialmente irregolari». Ciò nonostante, i vertici Alg hanno proceduto con la convocazione di un'assemblea del Gruppo Pensionati con all'ordine del giorno le «dimissioni» di un organismo direttivo in realtà, in forza del lodo nazionale, mai eletto.

3. Alcuni associati hanno segnalato ai Probiviri i loro dubbi sulla validità del referendum che nel giugno 1999 ha approvato il nuovo Statuto Alg. Il Collegio ha provveduto ad affrontare la questione e poi ha concluso, all'unanimità, che effettivamente il nuovo Statuto non può ritenersi approvato, poiché l'articolo 32 dello Statuto stesso esige che le modifiche siano valide soltanto se approvate da almeno i due decimi dei soci, cosa che non è avvenuta. Ma i vertici dell'Associazione hanno pensato bene di procedere come nulla fosse, contraddicendo non solo il lodo dei Probiviri, ma anche lo Statuto e il buon senso.  È in corso una dura vertenza per il contratto, di fronte alla quale le tre vicende qui sintetizzate possono apparire secondarie, bizzarrie ipersindacali, questioni da azzeccagarbugli.

Ma così non è: sono tre esempi che dimostrano l'infinito disprezzo per le regole degli attuali vertici Alg. E senza regole certe, il gioco diventa arbitrio. Norme, articoli dello Statuto, lodi probivirali sono di volta in volta considerati utili o inutili, a seconda delle convenienze di schieramento. Evidentemente, più in generale, mortificare gli istituti di controllo in Italia è diventato uno sport nazionale.

Il Collegio dei Probiviri è ridotto a un giocattolo da usare quando emette decisioni che non disturbano il manovratore, ma da accantonare non appena produce decisioni non gradite. Di fronte a una pratica così disinvolta, per difendere la dignità del Collegio, e dunque in ultima analisi dell'Associazione, non mi resta che la strada delle dimissioni.

Restare al mio posto mi farebbe diventare di fatto complice di una gestione illegittima, che mortifica le regole e gli istituti associativi. Ai colleghi, se vorranno per una volta guardare anche dentro la categoria, il compito di fare finalmente pulizia nella casa dei giornalisti milanesi e lombardi.
Gianni Barbacetto


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