Quando il sensazionalismo prende la mano

Il suicidio del Tg1


  4 Ottobre 2000 

Il servizio è stato annunciato nei titoli del Tg1, ore 20, da Maria Luisa Busi: un giovane arbitro interrompe alla fine del primo tempo una partita di un campionato minore, prende l'auto e si butta da un cavalcavia per uccidersi, sembra per una delusione d'amore. Gesto disperato, che però non va a segno, perché le fronde degli alberi, dieci metri più sotto, salvano l'aspirante suicida. La scelta di questa notizia ha provocato reazioni contrastanti dentro la nostra bottega. Indignata, quella del vostro Conte d'Almaviva, che qui vi argomenta il perché.

Di tragedie personali e privatissime, come i suicidi, giornali e tv dovrebbero parlare il meno possibile, per rispetto della vittima e dei suoi familiari. Figuriamoci, poi, di un tentativo di suicidio. Il protagonista, oltre a dover superare il dolore che lo aveva portato a questa scelta senza appello, adesso ha anche un'altra enorme parete da scalare: la presa in giro, il discredito pubblico derivante dal fatto che milioni di persone hanno saputo del suo gesto, guardando la tv all'ora di cena. 

Nel servizio che seguiva all'annuncio della Busi, il nome e cognome dell'arbitro non venivano forniti, è vero. Ma il luogo dove avveniva la partita sì, Popoli. Ripetutamente  sono stati inquadrati i manifesti pubblici con il nome della squadra di casa e quello dell'avversaria. E' stato intervistato un giocatore, è stato interpellato il medico che aveva visitato l'arbitro nell'intervallo. Ci vuole poco, con questi elementi, a risalire al nome  dello sfortunato ragazzo.

Ora, è mai possibile che, dopo una scivolata sconcertante, come quella delle immagini dei pedofili che è costata la direzione a Gad Lerner, una voglia irrefrenabile di sensazionalismo porti a scegliere un dramma di provincia fra le dieci-quindici notizie che hanno le carte in regola per arrivare a sette-otto milioni di persone? Sarebbe questo il servizio "di alleggerimento"? Ci sono dei ragazzini irresponsabili, al vertice della televisione di Stato? 

Che dice il sonnachioso Ordine dei giornalisti? Non è il caso di organizzare in Rai, in tutta fretta, corsi di deontologia professionale per le funzioni da redattore capo in su? Per fortuna di questa notizia, almeno a una veloce lettura, non c'è traccia nelle pagine nazionali dei maggiori quotidiani.

Di suicidi bisognerebbe trattatare solo quando i protagonisti sono personaggi pubblici. Quanto ai semplici tentativi, poi, una domanda: se come protagonista, anziché uno sfigato arbitro di provincia, fosse stata la moglie di un importante uomo politico, o di un grande imprenditore, il Tg1 ne avrebbe parlato? 

E' una prova del nove semplice semplice: applichiamola, per favore, quando abbiamo dei dubbi. Stamattina è arrivata in redazione una "mail" con una citazione dal "Libro de estilo" de "El Pais" :le regole che i giornalisti del principale quotidiano spagnolo  sono tenuti a seguire, nell'esercizio quotidiano della professione.  Da leggere e meditare. "....Il giornalista dovrà essere oltremodo prudente con le notizie sui suicidi. In primo luogo perché non sempre l'apparenza coincide con la realtà; inoltre perché la psicologia ha comprovato che queste notizie portano al suicidio persone che avevano già pensato di togliersi la vita, e che in questo momento avvertono uno spirito d'emulazione. I suicidi dovranno essere pubblicati solo quando si tratti di persone di rilievo o quanto suppongano un fatto sociologico di interesse generale".

Il Conte d'Almaviva


 


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